Capitolo 25

817 25 0
                                    

"Ma che sei scemo? Che da tre mesi a questa parte lavoro io!" Dissi, ridendo.
"Ognuno ha pagato per sé." Disse Nelson, guardando la ragazza al suo fianco e dandogli un bacio.
"Quindi vuol dire che ci andremo tutti qui presenti?"
"E certo!" Aggiunse Tonno.
"Che bel regalo, grazie." Mi avvicinò a sé e mi baciò, ed io ricambiai il bacio felice.
"Sono contenta che ti piacciano."
"Ma sei pazza? Parliamo dell'Islanda cazzo! E quando?"
"A Metà febbraio, purtroppo era tutto sold out per poterci andare prima."
"Dai che domani andiamo tutti alla Decathlon per prendere le cose che ci servono per Courmayeur e l'Islanda." Disse Tonno, guardandoci.
"Ci sta, ci sta."
"Grazie comunque, sono contentissimo. Ti amo." Mi stampò ancora un bacio sulle labbra e guardò i biglietti, passandoli poi ad ogni persona lì presente.
"Ma questi sono i biglietti per l'aereo?"
"No, per l'hotel." Batté Nic ironicamente.
"E quante ore di viaggio sono?"
"Quattro."
"Ma stiamo seduti vicino, vero?"
"No, i fidanzati insieme e i tre single insieme nella fila centrale."
"Bene, io e Giorgia dobbiamo stare insieme." Disse lui, prendendomi sotto braccio.
"Ancora non riesco a crederci, davvero."
La serata continuò tranquillamente, tra una partita a carte, le solite persone, battute e risate. Ero felice di aver conosciuto quella gentaglia, ero davvero contenta che finalmente c'era qualcuno che mi apprezzava per quello che sono e non per quello che potevo essere. Ero contenta di aver conosciuto Nic, Tonno, Frank, che sono sicura che rimarranno miei amici fino alla fine nonostante la mia relazione. Ero contenta di aver conosciuto Cesare, di essermene innamorata e di averlo per fortuna nella mia vita, mentre speravo con tutto il mio cuore che non ne uscisse. Ero contenta di aver un fratello come Nelson, che in realtà non lo fa notare ma in realtà vuole un bene dell'anima, un po' come Frank insomma. Ero contenta di avere la mia migliore amica al mio fianco, e che si sia finalmente fidanzata con una persona seria ma allo stesso tempo pazza come lei. Dario era la persona adatta, lo sapevo non appena la conobbi, perché mi ricordava molto lui, ma pensavo che avrebbero litigato molto spesso a causa dei loro caratteri molto simili, ed invece no, anzi, questo pregio a doppio taglio, li univa.
Mentre giocavamo, Cesare ogni tanto si girava verso di me e mi baciava, quando gli chiedevo cosa fosse successo lui mi rispondeva con:
"Non riesco a realizzare che tu mi abbia fatto un regalo del genere."
Non pensavo che avrebbe avuto una reazione simile, ma ero contenta che gli era piaciuto e che non vedeva l'ora di andarci. Era il mio regalo di perdono per quello che era successo precedentemente e anche una promessa di fiducia e sincerità, che qualsiasi cosa fosse successo, che riguardasse il mio passato, glielo avrei raccontato, che ne avremmo discusso insieme e anche affrontato.
La mattina successiva ci preparammo, andammo a prendere Bea e Nelson e raggiungemmo tutti quanti che ci aspettavano, come al solito, alla Decathlon per andare a prendere gli accessori giusti per sciare e per andare in Islanda.
"Ho fatto delle ricerche ieri, vedremo l'aurora boreale cazzo, vi rendete conto?" Disse Cesare, guardando i ragazzi al suo fianco.
Trionfammo nel negozio ma, appena entrammo, intravidi una ragazza che, non appena ci notò, non smise di togliere lo sguardo sul ragazzo al mio fianco: Roberta.
Roberta era l'unica poco di buono dell'università che, quando scopriva che qualche ragazza si sentiva con qualcuno, si metteva in mezzo lei per rovinare ovviamente le relazione. Io e Federica, per fortuna, non abbiamo mai avuto niente a che fare, lei ci conosceva e noi conoscevamo lei, ma niente di più, non sapeva della nostra vita privata e delle nostre amicizie. Sapevo che fosse di Bologna, ma non avendola mai vista, pensavo fosse falso.
"Ma guardate chi c'è qui!" Disse lei, volgendosi verso me e Federica. Il telefono di Cesare squillò e lessi il nome "Sofia."
"Vengo subito." Disse lui, rispondendo al telefono.
Non solo Roberta, ora pure Sofia? Davvero?
"Ma che sfortunata sorpresa." Batté Federica, allontanandosi da Dario.
"Andate, noi ora vi raggiungiamo." Aggiunse la mora al mio fianco, facendo allontanare gli altri.
"Perché così maleducata?"
"Perché sappiamo come sei, Roberta."
"Volevo solo sapere chi fosse il ragazzo al suo fianco." Disse, volgendosi verso di me.
"Che t'importa?" Chiesi io, incrociando le braccia al petto.
"Perché è davvero molto bello e sexy."
"Beh, non so se hai notato, ma mi teneva per mano."
"Mh mh. Ma vuoi mettere da me a te?" Ghignò lei, chiudendo tra le dita i capelli e guardandolo. Era dietro di me, di spalle, che parlava al telefono. Chiuse e ci raggiunse, prendendomi sotto braccio sorridendomi.
"Che succede?" Chiese, dopo aver visto lo sguardo di tutti e tre su di lui.
"Niente, raggiungi il gruppo." Dissi, nervosa. Che cazzo voleva Sofia da Cesare?
"Dai, presentamelo."
"Infatti, che maleducazione." Batté, porgendole la mano. "Sono Cesare, piacere."
"Roberta, amica d'università della ragazza al tuo fianco." Lui le sorrise e si allontanò, raggiungendo il gruppo di ragazzi che si trovava a pochi metri di distanza da noi che ci guardava ininterrottamente.
"Ma sapete che succede?" Sussurrò Cesare, guardandoci.
"È stata una vera sfortuna rivederti." Aggiunse Federica, prendendomi sotto braccio raggiungendo gli altri.
"Ma chi cazzo è quella?" Disse Dario, prendendo sotto braccio la sua ragazza.
"Una puttana della nostra università. Ci provava con qualunque ragazzo già fidanzato."
"Che troia allora." Buffò il moro al suo fianco.
"A te invece che succede?" Mi chiese Cesare, guardandomi.
"Che voleva Sofia?" lui si grattò la nuca e arrossii.
"Allora?"
"Ho chiesto se poteva tenerci Chewbe quando partiremo per l'Islanda."
"Con tutta la famiglia a cui potevi chiedere, chiedi a lei?"
"Giò, Chewbe l'abbiamo preso insieme. Mi chiede ogni giorno di lui ed io..."
"Ah, quindi parlate?"
"Sì, cioè no, ma..."
"E poi vieni a fare a me il discorso moralista del cazzo, eh Cesare?" Lo guardai un'ultima volta prima di raggiungere i ragazzi davanti a noi. Presi sotto braccio Nelson e incominciai a camminare, cercando di non pensare a tutto quello che è successo nell'arco di mezz'ora ma divertirmi con i miei amici.
Bea mi guardò e sorrise, prendendo anche lei sotto braccio il suo ragazzo.
"Il trio delle madonne addolorate." Disse lei, facendoci ridere.
"Tutto okay?" Chiese Nelson. Quando mi girai per guardare mio fratello al mio fianco, notai Cesare che dopo la sua domanda, si girò per sentire la mia risposta.
"Una meraviglia. Cosa dobbiamo prendere per Courmayeur?" Tonno mi passò la lista mentre cercava fra i tanti scaffali, il reparto Sciistico.
"Di qua." Disse lui, raggiungendolo.
"Questo lo dobbiamo prendere noi!" Batté Federica, prendendo una salopette rosa.
"Sì, così possiamo riconoscervi e sapremo chi baciare." Dario si voltò verso Cesare sorridendo, ma non appena vide il suo volto fin troppo serio, guardò me. Indicai un "no" con il capo e tornò a guardare Federica.
"Andiamo a provarle?" Annuì e la guardai, raggiungendo i camerini.
"Che cosa è successo con Cesare?" Chiese Beatrice, al camerino affianco al mio.
"Già, è per Roberta?"
"No."
"E allora che c'è?" Batté Beatrice. "Posso entrare?"
"Sì." Lei aprii la tendina ed entrò, guardandomi.
"Parla ancora con la sua ex."
"Ma sei seria? E perché?"
"Dice che parlano per Chewbe."
"Mh, e tu gli credi?"
"Non so che pensare, davvero." Mi misi la salopette e mi guardai aprendo poi il camerino aspettando che Federica uscisse.
"Ci sta da Dio!" Disse lei, abbracciandoci. "Questa è una, ora vediamo le altre." Tornammo nei camerini e ci spogliammo, raggiungendo gli altri.
Io, Bea e Fede, eravamo dietro di loro che parlavamo per i fatti nostri.
"Non pensavo fossi così simpatica, davvero. Già ti voglio un bene dell'anima." Federica, guardò dritto negli occhi di Beatrice cercando approvazione, ed in cambio ricevette un sorriso e ci abbracciò ancora.
Finimmo di prendere le altre cose e, tra una salopette e l'altra, spendemmo davvero tanto.
"Cazzarola." Aggiunse Tonno, guardando il costo finale.
"Fidati, sei l'unico che ha preso meno cose."
"Voi vi siete caricati di salopette e magliette termiche, io non ne ho bisogno. Soffro il caldo, se non lo sapete." Disse, vantandosene.
Ci salutammo e ognuno raggiunse la propria macchina.
"Mi metto io avanti!" Batté Nelson, correndo verso lo sportello.
"D'accordo Nelson, ti cedo il mio posto." Sorrisi e mi misi dietro con Beatrice, continuando a parlare. Ci eravamo organizzati che quella sera avremmo raggiunti tutti lo studio per farli registrare e poi saremmo andati a fare un giro per Bologna. Lasciammo Nelson e Bea e lui mi guardò dallo specchietto.
"Vuoi venire avanti?" lo guardai male, ma dopo annuii e feci come mi disse. Mi misi la cintura e appoggiai la testa al finestrino, non dicendo nulla.
"Io e Sofia parliamo ogni giorno, non solo di Chewbe, ma in generale. Sembra che si sia fatta una nuova vita, Giò."
"Non conosco Sofia, non posso criticarla. Ma tu pensi che dopo otto anni lei non ti ami ancora? Hai avuto pure tu un ripensamento, vorrei ricordartelo."
"Sì, ma ora sono qui, con te e non con lei. E se sono qui con te, è perché ti amo, e perché il sentimento che avevo nei suoi confronti si è perso subito dopo che ti ho incontrata."
"Che cosa ti ha fatto decidere?"
"In che senso?"
"Perché hai scelto lei e non me?"
"Perché se ci siamo lasciati c'è un motivo, non pensi? E che sicuramente, anche se lei negava, saremmo tornati punto e a capo. Lei ha diritto di vedere Chewbe, è anche il suo cane."

In Your Eyes||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora