Uscii dall'ospedale e vidi Cesare fuori. Era sulla moto, con una divisa per moto, si stava togliendo il casco e si stava aggiustando i capelli: era una divinità paradisiaca. La mia patafiocca stava formicolando dall'eccitazione. Appena lo vidi mi bloccai guardando i suoi dettagli perfetti, e mi mordevo il labbro.
"Buongiorno bella bionda." Mi disse, avvicinandosi a me stampandomi un bacio sulle labbra. Mi godetti il bacio e lo ricambiai, appoggiando le mie braccia sulle sue spalle mentre lui mise un braccio sul mio fianco facendomi avvicinare a sé.
"Sei pronta?"
"Sono nata pronta."
"Uh Uh" disse lui, mordendosi il labbro sorridendo.
"Bene, allora vediamoci sotto casa tua, preparati e cambiati, okay?" annuì e gli stampai di nuovo un bacio sulle labbra, correndo verso la mia macchina raggiungendo poi casa.
Salii velocemente, mi lavai, mi preparai mettendomi le cose più pesanti e lo raggiunsi. Mi ero messa una felpa corta grigia, dei jeans larghi con la molla sotto in stile militare nero e bianco, con i tasconi sulle gambe ed il giubbotto di pelle e le dr. Martins nere. I capelli erano sciolti ed erano ormai diventati lisci, che ripassai con la piastra. Ripassai la matita, il mascara e mi misi un filo di rossetto matte rosso acceso. Nella borsa, misi le solite cose, più una spazzola, il mascara ed il rossetto, anche se di solito durava molto. Mi misi anche dei guanti che coprivano solamente metà delle mie dita, l'altra metà era scoperto, ma erano molto caldi ed erano gli unici che avevo. Meglio di niente, no?
Quando scesi, Cesare rimase a bocca aperta.
"Chi sei tu, e che ne hai fatto della mia Giorgia?" lo guardai e sorrisi.
"Sei una bomba, dovrei portarti più spesso in moto."
"Modestamente." Mi passò il casco e lo indossai, mettendomi dietro di lui abbracciandolo; partii ed io mi strinsi a lui.
"Anche tu sei bellissimo così." Gli dissi all'orecchio, per farmi sentire nonostante il vento.
"E me lo dici solo ora?" mi disse, girando il volto.
"Pensa a guidare te."
"E tu pensa a stringermi più forte, che ti voglio sentire vicina." sorrisi e feci come mi disse, mettendo le mani sui suoi fianchi appoggiando la testa sulla sua schiena. Cosa avevo fatto per meritarmi un Uomo con la U maiuscola.
Il vento mi scompigliava i capelli ma non importava, guardavo la strada che passavamo e la natura, che era bellissima. Mi stavo rilassando: era tutto quello che volevo. Cesare, il vento, il sole, la natura. Non potevo avere di meglio.
Dopo circa un'ora e venti minuti, vedo l'insegna di Firenze.
"Davvero, Cesare?"
"Davvero, Giorgia. Ho sempre voluto vederla ed ho detto "Perché no?" non ti piace?"
"Lo adoro, sei un ragazzo da sposare."
"Lo so, modestamente."
Raggiungemmo finalmente Firenze e Cesare parcheggiò la moto in un box piccolissimo affittato.
"Non mi fido di lasciarla in giro."
"Hai ragione anche tu." Dissi, togliendomi il caso aggiustandomi i capelli.
"Sei bellissima." Mi avvicinò a sé stringendo i miei fianchi sui suoi e mi baciò dolcemente.
"Non potevo avere di meglio."
"Ora non ti imbarazzi eh?"
"No, mi sono abituata."
"Dopo cinque mesi, alleluia!" disse, ridendo. Uscimmo dal garage e lo chiudemmo, incominciando ad incamminarci verso il centro di Firenze.
"Ho preso due biglietti per la galleria d'arte."
"Dio, Cesare, sei da sposare!" Ripetetti, abbracciandolo e baciandolo più volte.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto!" disse. Si tolse i guanti e mi chiese i metterli nella borsa, ed io lo ascoltai, mettendoli. Lui mise, come al solito d'altronde, il suo braccio sulla mia spalla ed io giocai con le sue dita, facendo una storia facendo vedere prima dove stavamo, poi Cesare accanto a me.
"Sei bellissima." Aggiunse lui, baciandomi mentre facevo ancora il video.
La misi mettendo la posizione e il tag, mettendola anche nella raccolta in evidenza "C. ❤"
Ci facemmo il giro di tutta Firenze: Vedemmo la cattedrale di Santa Maria del Fiore, il ponte ed il palazzo vecchio, andammo a palazzo Pitti, dove Cesare, ovviamente, prese il gelato, sporcandosi, piazza della Signoria, piazzale Michelangelo e poi raggiungemmo finalmente la galleria d'arte.
Ero davvero contenta ed entusiasta, non avevo mai vissuto una cosa del genere. Non pensavo potesse essere una persona del genere, ma era davvero dolce e romantica.
"Indovina che altro ho portato?"
"La instax." Dissi. Era quello che ci voleva in quel momento, davvero. Potevamo farci tante foto insieme.
"Sì!" Batté lui, uscendola dal giubbotto. Io mi attaccai a lui abbracciandolo e baciandolo.
"Cesare, non ho parole per descriverti. Sei meraviglioso."
"Mi hai appena descritto."
"Sh." Dissi, sorridendo.
"Facciamoci una foto davanti a David." Dissi io. Prima facemmo una voto mentre ci baciavamo, poi una foto buffa dove ovviamente Cesare fece finta di trattenere i suoi gioielli, ci facemmo le foto singole e poi ci facemmo fare una foto da una signora che stava passando.
"Siete davvero dolci. Ricordate molto me e mio marito quando avevamo la mia età."
"Grazie, signora." Dissi io, sorridendo. Presi le polaroid e le dividemmo, prendendo questa volta io la foto mentre ci baciavamo e lui la foto buffa.
"Oggi hai il turno...?" mi chiese, una volta essere usciti dalla galleria raggiungendo la moto. Era arrivata sera, ed io purtroppo dovevo tornare a Bologna per il turno.
"Notturno."
"E da quanto è che non dormi?"
"Non importa, dormirò domani mattina."
"Bene, allora domani pomeriggio vengo da te."
"Ti autoinviti, Cantelli?"
"Certo che si. Sai che tuo fratello ha dato un doppione di chiave sia a me che al Tone?"Disse, mettendosi il casco e mettemmo in moto.
"Stai parlando seriamente?"
"Mi vedi ridere? Posso entrare quando meno te lo aspetti."
"Spero che tu non lo faccia mentre io sono in doccia."
"Spero proprio di farlo nell'esatto momento in cui ci entri. Mhhh, che bella idea." Avevamo già restituito le chiavi del garage al proprietario che ci aspettava fuori per chiuderlo. Lo ringraziammo ed incominciammo a raggiungere Bologna.
"Buona fortuna per stanotte, bella bionda."
"Grazie, bello bruno." Lui rise alla mia battuta e mi baciò, rimettendosi in moto tornandosene a casa.
Mi misi in ascensore pensando alla giornata strepitosa che avevo passato.
Entrai in casa e la prima cosa che feci fu prendere le polaroid ed attaccarle alle lucine che erano appese al muro. Fra queste foto c'era quella di Cesare che facemmo il giorno che litigammo, la foto con mio padre e con mia madre di quando ero piccola, la foto con Fefe e con Nelson, poi alcuni miei cantanti preferiti.
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In Your Eyes||Cesare Cantelli
أدب الهواة"Aveva una felpa a zip grigia, una maglietta bianca e dei jeans chiari. Le braccia palestrate si intravedevano grazie all'aderenza della felpa; i suoi occhi erano sul verde, quasi tendente al marrone chiaro e grandi, i capelli sbarazzini e portati v...