Capitolo 41

628 21 0
                                    

****

Ma la foto?
Okay, scusate😅

****

"Allora, cuoca, che cuciniamo di buono?" Chiese Bea, raggiungendomi.
"Tu sta seduta, ci penso io."
"Oh, che bello essere incinta." Batté, sedendosi al tavolo. "Dai sul serio, che cuciniamo?"
"Quello che abbiamo in casa, no?"
"Io avrei voglia di pizza, se vuoi..."
"Speravo me lo chiedessi." Sentii il telefono squillare e la guardai.
"D'accordo, io ordino." Annuii e risposi al telefono, mettendomi in camera.
"Ciao amore." Era Cesare.
"Hey, come va lì?"
"Sono tutto bagnato, qui piove. Non ho portato neanche una felpa."
"Sei un genio." Dissi, ridendo. "Ora dove sei?"
"Ora sono in hotel, ho appena finito di prepararmi e aspetto che Nelson si muova per poi andare all'inaugurazione."
"Avevi intenzione di dirmelo del Trentino?"
"Cosa? Di che parli?"
"Del fatto che partite in Trentino, Bea me ne ha parlato."
"Ah. Sì, te ne volevo parlare. Volevo anche chiederti di venire con noi."
"Non ci credo."
"Davvero. In realtà andare in Trentino è solo di Transito, andremo in Germania, e visto che purtroppo non siamo andati più in California per colpa mia, pensavo di chiederti di venire con noi."
"Certo, va bene."
"Perfetto. Ti avviso che dormiremo in mezzo a Nelson e Tonno."
"Che fortuna." Dissi, ridendo.
"C'è anche Niccolò ed una sua amica, ci sono problemi?"
"Niccolò?"
"Human Safari."
"No, certo che no. E Bea?"
"Abbiamo chiesto agli altri se volessero venire, ma secondo loro è troppo tardi per dircelo solo ora e stessa cosa Bea."
"Ah, okay."
"Avete mangiato?"
"No, abbiamo appena ordinato una pizza, e voi?"
"Sì, ci siamo fermati ad un bar e abbiamo preso una cazzata. Ci sentiamo dopo?"
"Certo a dopo, ti amo."
"Ti amo anche io, a dopo." Chiusi la chiamata e raggiunsi Bea in soggiorno.
"Perché non vuoi venire in Trentino?"
"Nah, fa troppo freddo, tu invece? Vai?"
"Sì, voglio esplorare la Germania."
"Ne approfitterò per stare un po' con la famiglia."
"E gli dirai della gravidanza?"
"No, non credo che lo farò senza di Nelson."
"Ma lo conoscono?"
"Sì, lo conoscono." Ci mettemmo a vedere "tutte le volte che ho detto ti amo" mentre aspettammo e mangiammo la pizza, poi raggiungemmo gli altri in studio per fargli un po' di compagnia e tornammo a casa.
"Vorrei un amore come Lara Jean e Peter Kavinsky."
"Nah, è troppo romantica." Dissi, guardandola.
"Andiamo a dormire?" Annuì e ci cambiammo, tornando a dormire.

"Buongiorno." Sentii dire da Bea in soggiorno.
"Buongiorno, dorme ancora?"
"Sì." Udii dei passi e guardai Cesare raggiungermi silenziosamente.
"Ma no, mi aveva detto che stavi dormendo!" Disse lui, correndo verso la camera. Si buttò sopra di me e lo guardai.
"Buongiorno Cantelli."
"A te, Venceslai." Mi stampò un bacio sulle labbra e mi guardò.
"Ti ho portato il cornetto."
"Come?"
"Alla crema, il tuo preferito." Lo abbracciai e lo riempii di baci, sapeva come farsi amare.
"Grazie amore." Ci alzammo e raggiungemmo la cucina, dove ci aspettavano Nelson e Bea.
"Avete dormito bene?" Chiese Nelson, addentando il cornetto.
"Bea si attaccava come se fossi il suo scoglio."
"Scusa, ormai sono abituata a dormire attaccata a Nelson."
"Sì ma io non sono Nelson." Dissi, ridendo.
"Già, me ne sono resa conto dal momento in cui mi sono svegliata in piena notte e non ti ho sentito russare." Sorrisi e sorseggiai il caffè.
"E voi? Come avete dormito?"
"Malissimo, Nelson russa troppo." Guardai il ragazzo occhialuto e risi.
"Per fortuna che non vivo più con lui." Sussurrai sorridendo.
"Ti mancherò prima o poi sorellina."
"Oh, tu già mi manchi tanto, ma il russare non mi manca per niente." Nelson e Bea finirono la colazione e se ne andarono.
"Dovresti dormire, hai delle occhiaie."
"Hai ragione, anche perché stanotte dovrò guidare io."
"Quindi va a dormire, Io vado a fare un giro con Chewbe."
"Visto che esci, vallo a portare direttamente a casa."
"Va bene, ora avviso Carolina."

Carolina:
Hey bellissima, quando un caffè insieme?

Giorgia:
Guarda che fortuna, stavo proprio per contattarti, posso venire a portare Chewbe? stanotte partiamo per la Germania.

Carolina:
Sì, ti aspetto.

Sorrisi al messaggio e presi le robe, dando un bacio a Cesare che ormai si era addormentato e mi andai a preparare. Quella volta, decisi di non andare con la macchina, ma andarci a piedi. Ci avrei messo un po', lo so. Ma camminare non nuoce. Presi Chewbe e scendemmo di casa, mettendomi le cuffie nelle orecchie.
"I just want you to love for free
Can't you see that I am getting bored?
Giving you every piece of me, piece of me."
Raggiunsi casa di Cesare e suonai al campanello, entrando. Lasciai libero Chewbe ed entrai in casa, accolta da Carolina e Claudio.
"La famiglia della C." Dissi, ridendo.
"Carolina, Claudio, Cesare..." Sussurrò Claudio al mio fianco. "Non me ne ero mai reso conto."
"Conoscevo anche la famiglia delle G."
"Conoscevi? È morta?"
"Un loro membro, sì. Era una mia amica, li volevo tanto bene."
"Come si chiamava?"
"Gemma" Dissi, sorridendo. "La mamma Gaia, il padre Gaetano e la sorella minore Giada."
"Wow." Disse Carolina, guardandomi. "Mi dispiace per la perdita."
"Tranquilla..." Aggiunsi, sorridendo.
"Come mai andate in Germania?"
"Così, giusto per fare un viaggio."
"Come se non ne avete fatti abbastanza."
"Già." Sussurrai.
Passai molto tempo lì, mi divertii molto e chiacchierai abbastanza, infatti me ne resi conto dopo che era ormai ora di pranzo.
"Adesso devo proprio andarmene, grazie di tutto, ci vediamo presto."
"Salutami quel coglione di mio fratello!" Urlò Claudio dalla cucina.
"Lo farò!" Urlai a mia volta ridendo. Carolina mi portò alla porta e mi abbracciò.
"Sono contenta che Cesare abbia una ragazza splendida come te, anche se potresti trovare di meglio." Abbassai la testa imbarazzata e sorrisi.
"Mi raccomando, è proprio una testa dura." La salutai un'ultima volta ed uscii dalla casa, salutando anche Chewbe dirigendomi finalmente la mia umile dimora.
"Finalmente sei arrivata."
"Scusami, mi sono divulgata troppo."
"Non ti preoccupare, ogni volta a casa Cantelli è sempre così." Sorrisi.
"Ti saluta tuo fratello."
"Scommetto che ha detto esplicitamente "salutami quel coglione di mio fratello" vero?" Lo guardai e risi, annuendo.
"La solita testa di cazzo, hai preparato lo zaino?"
"No."
"Beh, vai a prepararlo, io preparo il pranzo."
"A che ora partiamo?"
"Alle 7, Nelson verrà a lasciarci la macchina."
"Come mai così tardi?"
"Deve andare con Bea dal ginecologo, deve fare l'ecografia."
"Che carini." Dissi, andando in camera. Presi le cose più pesanti e anche le più decenti che avevo e le misi nello zaino, tornando poi in soggiorno, sedendomi al tavolo ammirando Cesare cucinare.
"Che c'è? ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"No, pensavo."
"E a che?"
"Tua sorella mi ha detto che potrei trovare di meglio."
"La solita." Disse, guardandomi. "E tu? Lo pensi?"
"Non m'importa se posso trovare di meglio, io voglio te, e nessun altro."
"Non ha tutti i torti in realtà. Insomma guardami, non sono bravo a fare nulla."
"Tranne fare sesso e cucinare."
"Ah già." Annuì sorridendo.
"Neanche io so fare nulla."
"Ci siamo trovati infatti."
"No, ricordiamoci che è stato il destino." Dissi, ridendo.
"Ma non diciamo cazzate. Se stiamo insieme ora è solo grazie a te, sai quanto io sia testardo." Mise i piatti a tavola e mangiammo, buttandoci poi sul divano.
Lui continuò a vedere la sua solita serie tv, mentre io mi accoccolavo sul suo petto. Sentivo il suo cuore battere, il suo profumo invadere le mie narici, il suo addome che si alzava e si abbassava per respirare, ed io mi muovevo con esso. Alzai la testa e vidi il suo sguardo concentrato sulla serie tv. I suoi occhi erano lucidi e stanchi, chissà quanto avrà dormito quando io stavo a casa della sua famiglia.
Sentivo terribilmente la mancanza di Chewbe in quel momento, non sapevo che fare e mi stavo annoiando. Mi stavo annoiando così tanto che prima o poi mi sarei addormentata di nuovo. Quella era l'unica cosa che facevo, oltre a trovare qualche lavoro di nascosto a Cesare. Lui non voleva che io lo facessi, secondo quest'ultimo andava bene che lavorava solamente lui e che io avrei badato alla casa, o sarebbe diventato un casino. Io pensavo la stessa cosa, ma dopo un paio di settimane mi ero stancata di stare a casa, non sapevo che fare, e proprio per questo c'era Chewbe a farmi compagnia. La maggior parte delle volte lo portavo in qualche parco, lo lasciavo sfogare e stancare mentre io mi mettevo su un telo e guardavo i ragazzi baciarsi, le mamme giocare con i figli.
"Pensi ancora a quello che ha detto mia sorella?" Chiese, accarezzandomi la schiena.
"No, penso a quanto io ti ami."
"E quanto mi ami?"
"Da morire."
"Mh, dici davvero?" Disse, incominciandomi a baciare.
"Sì, dico davvero." Mi portò sul letto e senza mezzi termini mi spogliò.

In Your Eyes||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora