Capitolo 20

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"Sapevo che tu me l'avessi fatto quindi."
"Non m'importa. Mi è bastato passare il mio compleanno con te." Sorrisi alla frase e lo baciai.
"Adesso andiamo a casa. Che abbiamo ordinato quello che hai sempre voluto."
"Il sushi?" Annuì e sorrisi. "Ma non l'ha cucinato Nelson, vero?"
"Ti prego non me lo chiedere, spero con tutto il cuore di no." ci mettemmo in macchina e lo guardai.
"Grazie per il regalo, non dovevi." Gli stampai un altro bacio sulle labbra e lo guardai. Raggiungemmo casa e una volta arrivati incrociammo Nelson.
"Ma dove sei andato?" chiesi, guardandolo.
"L'ho detto a Cesare! Sono andato a prenderti il regalo!" Io guardai Cesare e sorrisi, entrando poi in ascensore. Feci entrare prima tutti e due entrando per ultima chiudendo la porta.
"Sorpresa!" Sentii gridare.
"Cazzo!" Urlai di risposta. Mi girai e vidi tutti gli altri con i cappelli da compleanno ed erano nascosti ognuno in un posto diverso della casa.
Dario e Tonno, che erano uno al fianco di Cesare ed uno al mio Fianco, fecero scoppiare i tubi con i coriandoli facendoci ancora spaventare.
"Auguri al Golden trio!" Urlarono ancora, raggiungendoci ed abbracciandoci.
"Siete in ritardo per me e Cesare però..."
"Non sapevamo quando farvelo! Tutti e tre venite uno dopo l'altro, sarebbe stata la cosa migliore farlo oggi! Domani poi sarebbe stato troppo tardi e Federica non poteva." Non appena la vidi la abbracciai forte, ringraziandola.
"Dove sono andati a finire i riccioli?" Dissi, guardando i suoi lunghi capelli lisci.
"Oggi è un giorno importante."
"21 anni, wow!" Urlai ironicamente.
"Grazie ragazzi." Dissi sorridendo.
"Bene ora mangiamo che ho fame!" Aggiunse al suo solito Nic. Raggiungemmo la cucina e trovammo quattro scatoloni di Sushi.
"Ma come è giusto che sia, prima i regali!" Disse Nelson, facendo uscire tre regali.
"Questo è da parte nostra, questo di Fede e questo è di Nelson."
"Non dovevate farmi i regali, grazie!"
"Piuttosto, Cesare che ti ha regalato?" Chiese Tonno, guardandolo.
"Che pensi che io non gliel'abbia fatto?Mostraglielo Giò!" Disse, ed io presi la busta da lettere con i biglietti.
"Wo! Non hai badato a spese eh?" Aggiunse Federica, raggiungendomi per guardare i biglietti. Aprii i regali ringraziandoli subito, contenta del compleanno perfetto che avrei passato grazie a loro.
"Grazie a tutti, davvero. Vi voglio bene."

E anche l'estate finì, dando il via all'autunno. L'estate è sempre stata la mia stagione preferita, ma Dicembre...
Il caldo, film, amore e cioccolata calda, il Natale, i regali e la famiglia. Eravamo a metà di Novembre ed eravamo in centro per prendere qualche regalo di natale.
"La mia famiglia, in realtà anche quella di Nelson, ti ha invitato a pranzare da noi a Natale. Vieni?"
"Non lo so, non credo che mi vorranno, per il rapporto dei genitori miei e suoi..."
"Lo sanno già, ma per loro non importa, ti vogliono conoscere perché sei la mia ragazza."
"Sei sicuro?"
"Al cento per cento."
"Allora va bene, ci sarò."
"Pensavo sarebbe stato più difficile." Disse, sorridendo. "A proposito di pensare, cosa ci regaliamo a Natale?"
"Tu non mi regali niente, mi hai fatto un regalo costoso, al massimo sono io a fare a te un regalo."
"Sei tu il mio regalo." Mi lasciò un bacio umido sulla guancia e mi sorrise, girando poi a guardare le vetrine dei negozi illuminate da lucine natalizie.
"Possiamo anche non regalarci nulla eh, non c'è bisogno di farci per forza dei regali."
"Ma no!" Disse lui. "Il natale è bello proprio per i regali. Comunque ho già capito che regalo farti."
"Dai Cesi! Dimmi qualcosa che vorresti."
"Ho già tutto quello che voglio, non ho bisogno di nient'altro."
"Non mi far fare figure di merda con la tua famiglia. Dimmi quello che vuoi e te lo compro."
"No, voglio che sia tu a strizzare il cervello per trovarmi un regalo. Se ci pensi lo trovi secondo me." ci mettemmo in macchina e raggiungemmo casa.
Mi ero trasferita da Cesare subito dopo che scoprimmo che il mio ginocchio era quasi tornato al suo posto e che Nelson si era fidanzato. Si chiamava Beatrice, un po' timida ma col tempo si rivelò gentile e simpatica. Diventammo molto amiche, forse perché era la ragazza che poteva più capirmi e che vedevo molto di più rispetto a Fede, che per il fidanzato o per altro, non riuscivamo mai a incontrarci se non al lavoro.
"Ricordati che devi lavare Chewbe." Dissi, guardandolo.
"Mi aiuterai tu, vero?"
"Certo." Aprimmo la porta e Chewbe ci assalì.
"Ciao amore." Gli stampai un bacio e lasciai le buste in soggiorno.
"Oggi che turno hai?"
"Di pomeriggio, infatti fra un po' mi preparo."
"D'accordo. Vieni Chewbe, andiamo a farci un giro!" Disse lui, prendendo il guinzaglio. Mi passò il guinzaglio e scesi il cane, con la musica nelle orecchie aspettando. Sentii il clacson suonare e mi girai.
"Ma stai sempre davanti al cazzo tu eh!" Disse Dario, uscendo dal finestrino.
"Calmati Luma." Gli stampai un bacio sulla guancia e lo guardai.
"Dove stai andando?"
"A fare la spesa, poi torno a casa che io e Fede dobbiamo ancora mangiare e lei ha il turno di pomeriggio."
"Digli che se vuole dopo posso passare io a prenderla."
"Sai che non ti ascolterà."
"Allora può venire anche due minuti più tardi, non succede nulla."
"Tanto farà ritardo comunque."
"Ci vediamo domattina in studio." Lo salutai ed entrai in casa portando Chewbe in vasca.
"Bravo amor." Dissi, mentre Cesare gli mise lo shampoo ed io gli diedi un po' di croccantini.
"Apri." Presi il soffione e alzai il rubinetto dell'acqua, aspettando che diventasse tiepida e glielo passai. Finì con l'acqua e Chewbe si diede una scrollata, facendo schizzare tutta l'acqua.
"Chewbe!" Urlammo, guardandoci. Presi l'asciugamano e cercai di asciugarlo il più possibile, poi usammo il phon.
"Pulito e profumato." Disse Cesare, lasciandolo andare.
"Guarda com'è stanco lui!" Battei io, mentre vedevo il cane camminare piano piano.
"Come se fa qualcosa nella sua vita." Presi un pantalone della tuta ed un maglione, preparandomi per andare al lavoro.
"Scendiamo insieme." Aggiunse Cesare, raggiungendomi.
"Tu dove stai andando?"
"Prima a farti il regalo, poi in studio." Scendemmo e, al cancello, ci baciammo.
"Quanto vorrei venire in studio e vederti fare lo stupido,  proprio come una volta."
"Ricapiterà babe. Ci vediamo dopo, va bene?" io lo guardai e annuii. Fede stava suonando il clacson da quando eravamo scesi, e dopo avergli fatto un dito medio come risposta, salutai ancora Cesare ed entrai in macchina.
"Come va con la convivenza?" Chiesi dopo averla salutata.
"Va benissimo. Dario è molto romantico ed è un bravo cuoco."
"Più di te?"
"Eh, fa una pizza..." Disse, guardandomi. "Per non parlare delle tradizioni bolognesi che le cucina benissimo. A te invece?"
"A gonfie vele."
"A proposito, non puoi capire chi mi ha contattato."
"Chi?"
"Matteo! Ha visto che stiamo a Bologna ed ha detto che verrà a prendere un caffè per vederci. Io non credo di esserci tu?"
"Ma sì dai, perché no."
"Stai attenta, sai com'è fatto."
"Non ho testa per lui, ma solo per Cesare."
"E chi l'avrebbe detto che due come noi si fidanzassero."
"Parla lei con tutti questi tatuaggi."
"Che hai da dire? Sono bellissimi. Per non parlare che anche tu hai dei tatuaggi, quindi non ti puoi lamentare di me." io la squadrai con lo sguardo e lei sorrise.
"Va bene, hai ragione."
"I miei sono piccoli, i tuoi no."
"Ti ho detto che hai ragione, che altro vuoi? A proposito, li ha visti?"
"Cosa? I tatuaggi?" lei mi guardò ed annuì col capo. "Solo quello sotto il seno, la prima volta, li altri li vedeva con il corso del tempo, ad esempio, quello sul braccio, l'ha visto in questi giorni."
"Ed ha visto quello che hai sulla nuca?"
"Sì, la prima volta che ci siamo conosciuti."
"E che ha detto?"
"Mi ha chiesto cosa significasse e mi ha raccontato che ha perso il suo migliore per un incidente stradale. Tu invece hai visto il tatuaggio di Dario?"
"Quello sul fianco? Tu come fai a saperlo?"
"Sono andata con lui a farlo, idiota." Lei mi guardò e rise.
"Se ne pente di averlo fatto."
"Se n'è pentito un anno dopo che l'ha fatto." Uscimmo dalla macchina e raggiungemmo lo spogliatoio cambiandoci. Io mi misi il camice e raccolsi i capelli in una crocchia, guardando Federica che invece si faceva le trecce.
"Comunque ci eravamo promesse di farci un tatuaggio insieme ed ancora non l'abbiamo fatto."
"Hai ragione, ordiniamo?"
"Andiamo quando usciamo da qui, vediamo se ce lo può fare oggi stesso. Gli daremo il doppio se serve."
"Come mai?"
"Il nostro regalo di natale."
"È perfetto." Uscimmo dallo spogliatoio e raggiungemmo la sala della dottoressa.
"E che cosa ci vogliamo tatuare?"
"Non ti ricordi? Il simbolo dei parabatai."
"È vero."
"Ben arrivate giovincelle." Disse la dottoressa guardandoci.
"Buongiorno a lei."
"Come mai di buon umore?"
"Finalmente ci facciamo il tatuaggio insieme." Aggiunse Federica felice.
"Uh, e quale?"
"È un segno che ci promettemmo quando avevamo sedici anni. Il segno parabatai."
"Ovvero?"
"È una serie tv. Dice che..."
"Io e lei siamo una cosa sola, se lei muore, una parte di me muore con ella. In guerra i nostri cuori battono all'unisono. Ecco cosa significa "parabatai": sorellanza."
"È molto significativo, soprattutto perché l'avete pensato solamente sedici anni è ancora più bello. Comunque, c'è un paziente che chiede di voi, stanza trecentoventicinque." Io e Fede ci guardammo curiose e raggiungemmo la stanza.
"È Matteo, fidati di me."
"Nah, non credo sia così sociopatico.""Scommettiamo?" Chiese Federica, guardandomi.
"Cosa?"
"Se è Matteo, ti farai due tatuaggi oggi, se non lo è, fai solo il nostro."
"Va bene." Aprimmo la porta e c'era davvero Matteo sul lettino.
"Il secondo tatuaggio lo decido io." Sbuffai e gli controllai il polso, il battito era normale.
"Sono sveglio." Disse, aprendo gli occhi facendoci spaventare.
"Che ci fai qui?" chiesi, guardandolo.
"Lavanda gastrica." Volsi uno sguardo alla mia migliore amica al mio fianco, eravamo schifate.
"Finalmente vi rivedo."
"Però mi dispiace per te perché non puoi provarci con nessuno delle due."
"Vi ha già preso qualcuno?"
"Già. Mi dispiace mi amor." Disse Federica ironica.
"Non possiamo vederci neanche per un caffè? Fate venire i vostri fidanzati, sono contento di conoscerli."
"Scordartelo, neanche morta." Matteo volse i suoi occhi su di me.
"Perché sei venuta a Bologna?"
"Per finire quello che stavamo facendo Giorgia, o non ti ricordi?"
"Te l'ho già detto. Avevo fumato ed ero ubriaca. Ringrazia che non ti ho denunciato."
"Io non ho abusato di te." Federica mi guardò e spalancò gli occhi.
"Ma di che sta parlando sto stronzo?"
"Ah no? Mi hai filmato. E per fortuna che è venuto Lorenzo che mi ha salvato dalle tue grinfie."
"Ti sei dimenticata di Antonio."
"Che figlio di puttana." Sussurrò Federica nervosa.
"Devi lasciarmi stare Matteo, o davvero ti denuncio." Lo guardai un'ultima volta e mi allontanai.
"Se non vuoi che posto quel video su internet, vieni a prendere un caffè con me."
"Di che cazzo stai parlando?"
"Non lo avete totalmente eliminato, perché avevo l'archivio."
"Cazzo." Dissi, coprendomi il volto imbarazzata.
In quel momento pensai a Cesare, dovevo assolutamente parlargli, dovevo dirgli del mio passato e del video in questione, ero sicura che, se non l'avessi fatto, sarebbe andato a finire molto male.
"Allora? Vieni?"
"Ti contatterò io." Guardai Federica ed uscì dalla porta andando fuori per pensare.
"Ma che cazzo sta succedendo?" Mi sedetti sul muretto lì vicino e guardai il cielo rilassandomi.
"Ti ricordi la festa della laura di Antonio?"
"Sì. Che cosa è successo?"

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ciauuuu!
Ma quanto è bello Cesare in questa foto?
In realtà è bello in tutte le foto, ma dettagli.
Comunque, volevo spammarmi ancora:
Se volete potete seguirmi su instagram, mi chiamo "Giorgia.Antonacci_" e se volete possiamo parlare un po', mi farebbe molto piacere parlare con persone nuove visto la quarantena.
A proposito, a voi come va?
A noi è come se fossimo tornati alla vita normale, ma non capiscono che non è così.
Spero tutto bene.
Xoxo💋

In Your Eyes||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora