CAPITOLO 15

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"Non volevo diventare nessuno. Non me ne fregava un cazzo. Io avevo solo la spietata e dolce voglia di rivedere quegli occhi e tenerli ancora un po' con me"

- Charles Bukowski

SAMANTHA

Un mese dopo...

"Adesso ruota il braccio indietro lentamente e fermati non appena senti una fitta" dice il dottor Moretz.

Faccio come dice e quando il movimento del mio braccio destro fa contrarre la mia scapola, faccio una smorfia di dolore e mugolo.

Mi fermo e con grande gioia noto che il mio arto, a differenza di trenta giorni fa, ha compiuto un movimento più ampio e sciolto, segno che la fisioterapia del dottor Moretz comincia a far vedere i suoi risultati.

"Va bene, Samantha. Puoi abbassarlo e rimettere la maglietta, per oggi basta"

Mi infilo nuovamente la t-shirt che subito cade morida sul mio busto.

"Sto migliorando?" chiedo con un sorriso speranzoso e gli occhi pieni di felicità.

"Certamente..." quel 'ma' che alleggia nell'aria mi farà incazzare "ma devi operarti"

Mi siedo sul lettino sconsolata.

"E se quel 50% di probablità di rimanere paralizzata prenderà il sopravvento sul restante 50% di uscirne illesa?"

Scuote la testa, deluso dalle mie parole "devi credere in te stessa, Samantha. In queste situazioni è importante che tu lo faccia"

Annuisco, abbassando lo sguardo.

Credere in me stessa? Non so cosa significhi.

Mi sono sempre aggrappata all'apparenza: mostrarmi forte, coraggiosa e sicura di me. E' sempre stato questo il mio obiettivo, ma ciò non sta a signficare che sia vero.

Scendo dal lettino e, come sempre, ringrazio il dottore augurandogli una buona giornata.

Chiudo la porta alle mie spalle.

Dawson si alza di scatto dalla sedia di plastica blu, poste fuori lo studio di Moretz, e mi viene incontro.

"Sto migliorando" gli dico stampandomi un sorriso smagliante che lui, a differenza di quello che mi aspettassi, non ricambia.

Abbandono la faccia da idiota che mi conferiva quel sorriso falso che non riuscirà mai ad ingannare il mio fidanzato.

"Ma?" chiede infatti lui.

Sospiro pesantemente, ma mi impongo di guardarlo negli occhi.

Buio.

Eppure riesco a vederlo.

Oh, sì, è proprio lì: il suo amore.

"Ma devo essere operata lo stesso, la fisioterapia non mi guarirà del tutto"

Lui annuisce e mi afferra il viso "ce la farai. Credo in te, piccola mia"

***

Non appena sento un urlo mi giro di scatto e sorrido smagliante.

Katherine viene verso di me correndo ed io l'abbraccio prontamente.

Ignoro la fitta di dolore che mi investe in poco tempo quando mia sorella si aggrappa violentemente alle mie spalle. Digrigno i denti e mi impongo di non farle capire nulla.

"Ci sono anche io" afferma canzonatoria Taylor.

Katy subito si stacca da me per avventarsi sulla nostra amica che è felice del suo arrivo, quasi molto più di me.

The imperfect couple Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora