CAPITOLO 19

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SAMANTHA

I giorni sembrano passare lentamente, probabilmente non passano proprio. Non ricordo quando è stata l'ultima volta in cui ho mangiato, quando è stata l'ultima volta in cui ho visto i miei amici seppur ci troviamo nello stesso college, oppure l'ultima volta in cui mi sono vista allo specchio. So perfettamente di non stare in forma sia fisicamente che moralmente.

Non voglio dare questa soddisfazione a Dawson, ma sono consapevole del mio malessere abbastanza evidente.

Alzo le maniche della mia felpa grigia, lasciando i miei avambracci scoperti. Ignoro la crocchia disordinata sulla mia testa e lascio i miei occhiali da vista ul naso che Dawson considera sexy.

Basta, cazzo!

Afferro la tracolla pronta, o quasi, ad affrontare la prima lezione della giornata.

Avverto Zoey che sto andando, ma la sua voce mi ferma.

"Ehi, Sam, volevo chiederti una cosa"

MI volto verso di lei, soprendendola imbarazzata e con il viso paonazzo mentre le sue dita attorcigliano l'orlo della maglietta.

"Sì?" chiedo impaziente.

"Mi chiedevo..ehm, quando sarà la prossima visita di tua sorella Katherine?"

Un sorriso divertito non perde tempo a farsi strada sul mio volto. Mentalmente ringrazio la mia roomate per questa piccola distrazione da Dawson.

Mi do della stupida e realizzo che il suo nome non perde tempo a ritornare più lampeggiante di prima nella mia testa , come la sirena di un'auto della polizia pronta a catturarmi per tenermi barricata nel dolore che mi provoca colui che credevo mi amasse.

Scuoto la testa, obbligandomi a ritornare con la testa a Zoey.

"Perchè vuoi saperlo?"

Lei arrossisce violentemente, volendo scomparire dietro la sua chioma lilla.

"Oh, io...semplice curiosità" dice facendo spallucce, tentando ancora di nascondere l'avvampamento che in poco tempo è diventato padrone del suo viso.

"Beh, non so quando potrà ritornare. Ora se vuoi scusarmi, devo andare a lezione"

E' parsa delusa alla mia affermazione, ma l'ho ignorata uscendo dalla camera.

Una volta fuori, subito un dolore al braccio mi investe.

Guardo male Taylor dopo aver capito di aver ricevuto un pugno da parte sua.

"Che ti prende, Brown?"

"No, che prende a te, brutta stronza" mi accusa spintonandomi.

Poco dopo il suo sguardo diventa preoccupato, notando sicuramente la mia cera orribile.

Potrei essere la protagonista di un film horror.

"Di che parli?"

"Di Dawson..."

La guardo stranita, "e tu come lo sai?"

Non le avevo detto niente, come non ho detto niente a tutti gli altri anche se sospetto che si sia capito o che sia stato proprio lui a confessarlo. Non ho parlato con nessuno questa settimana, sono stata sulle mie. Ho fatto i conti solo con il mio dolore che non mi abbandona mai, stringendo in una morsa il mio petto, aggrovigliando il mio stomaco e perforando i miei polmoni non permettendomi di respirare regolarmente. Il mio cuore, invece, temo si sia rotto in tanti piccoli pezzi che sento sgretolarsi ogni giorno di più.

Taylor si morde il labbro, arrossendo.

Decisamente questo non è un atteggiamente della Taylor Brown che conosco io.

The imperfect couple Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora