CAPITOLO 17

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"Cos'è la rabbia?"
"La rabbia è una punizione che diamo a noi stessi per l'errore di qualcun altro

SAMANTHA

Mamma mi incolpa di quanto è successo. Questo è l'unico pensiero che mi attanaglia da ormai una settimana, da quando mi ha urlato di andarmene dicendomi che non fosse vero il mio dispiacere della sorte del mio fratellino o della mia sorellina.

Rifiuto le uscite con i miei amici, ignoro la preoccupazione di Taylor ed evito Dawson.

Mi rifugio nei libri di scuola e nelle sedute di fisioterapia, proprio come in questo momento.

"Questa scapola deve essere aggiustata al più presto, Samantha" mi ripete alzando lo sguardo dallo schermo del computer.

Annuisco consapevole.

Quando mi porge quello che pare esser un biglietto, lo guardo confusa.

"Devi andare al Madison Hospital e cercare il dottor Harry Fitzgerald. Fai il mio nome, ti procurà maggiori benefici"

Lo ringrazio, afferrando il pizzino dove è appuntato il nome ed il numero di telefono del dottore.

Esco dallo studio, lasciandomi l'aria fresca della stanza alle spalle dopo aver chiuso la porta.

Quando, seduto sulle sedie poste fuori, noto Carter Carrington, per poco non alzo gli occhi al cielo. Mi trattengo nel farlo per non dargli la soddisfazione di fargli vedere quanto mi infastidisce.

"Di nuovo dal dottore, dolcezza?" chiede sghignazzando.

"Non sono affari tuoi, Carrington" lo avverto, voltandomi per andarmene ma ovviamente non perde tempo ad aprire la sua bocca insolente che vorrei tanto spaccargli.

"Mi dispiace che tu abbia mollato la squadra, Williams. Ti ho vista giocare e subito ho capito perchè tutti dicessero che eri una delle migliori"

Stringo le mani in due pugni ed il mio corpo si irrigidisce.

"Me ne sbatto del tuo dispiacere, Carrington. Se osi rompere le palle ai miei amici al mio fidanzato..."

"Cosa fai?" chiede provocatorio, alzandosi e parandosi di fronte a me.

Ghigno squadrandolo dalla testa ai piedi per poi soffermarmi ai suoi occhi, lasciandogli immaginare quello di cui sono capace di fare.

A quanto pare non ha recepito il messaggio poichè scoppa a ridere.

D'accordo, Carrington, mi tocca dimostrartelo.

Quando torno in camera, la prima cosa che vedo è una presenza sul mio letto. Una presenza muscolosa, virile e dannatamente sexy.

Mi blocco nel bel mezzo della stanza sopresa di vederlo qui senza preavviso.

"Cosa fai qui?" gli chiedo.

Lui non risponde, ma non smette di fissarmi. Segue con lo sguardo ogni mio movimento, facendomi avvampare.

Tento di nascondere il mio rossore dietro i capelli mentre mi libero della felpa, rimanendo in canottiera.

Gli occhi di Dawson bruciano la mia pelle, facendomi arrossire violentemente nonostante la canottiera leggera e scollata.

"Hai intenzione di non dire nulla?" gli domando infastidita dal suo mutismo inspiegabile.

Mi siedo al suo fianco, mettendomi nella sua stessa posizione: gambe incrociate e spalle poggiate alla staccionata del letto.

Volto il viso verso di lui, incontrando i suoi occhi. Due fottuti pozzi neri.

The imperfect couple Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora