CAPITOLO 41

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SAMANTHA

Non è la prima volta che vedo un tribunale e nemmeno che quest'ultimo sembra deridermi, mentre attraverso l'aula per posizionarmi accanto al mio avvocato a passi lenti e piccoli a causa del dolore alla schiena che rischia di piegarmi in due letteralemnte.

"Ricordi ciò che ci siamo detti, giusto?"

Annuisco alla domanda dell'avvocato Lee.

Sono rigida come una bastone e niente riuscirà a rilassarmi, non finchè tutto questo non finirà.

Mi volto per guardare alle mie spalle e incrociare così lo sguardo dei miei amici e di Dawson. Il dolore mi investe, ma passa in secondo piano quando il sorriso rassicurante di Taylor riesce a tranquillizzarmi seppur per un nano secondo.

Emetto respiri profondi tentando di placare l'ansia che mi investe tutto d'un fiato.

L'avvocato Lee, che mi ha seguito anche nel processo per incarcerare Bridget, mi rassicura dicendomi più volte che andrà tutto bene e che basta che io segua alla lettera tutto ciò di cui abbiamo discusso già da una settimana a sta parte.

I battiti furiosi del mio cuore pulsano nel collo ed io allontano il colletto della mia t-shirt come se fosse una mano pronta a soffocarmi.

"Sta calma, Samantha" ribadisce.

Nelson, dall'altra parte rispetto a me, non fa che fulminarmi con lo sguardo e dedicare lo stesso astio ai miei amici, in particolar modo a Dawson.

Quando il giudice fa ingresso nell'enorme aula, la brutta sensazione di esser sul punto di svenire fa capolineo e, non appena mi viene passato un bicchiere d'acqua, non esito a bere un sorso rinfrescante adatto per la mia gola asciutta e la mia salivazione quasi azzerata.

Tutti coloro che erano seduti, quasi come se le loro chiappe stessero andando in fiamme, si alzano di scatto mostrando rispetto dinanzi ad una figura tanto importante.

"Silenzio in aula!" esclama con voce severa sentendo vari mormorii.

Soffoco l'impellente voglia di vedere l'espressione di Nelson in questo istante in quanto Mr. Lee, prima di iniziare, mi ha raccomandato numerose volte di fare meno movimenti possibili poichè persino questi possono essere motivi di condanna in un tribunale.

Vedo le dita del giudice afferrare un foglio leggermente stropicciato e passarlo ad un uomo in giacca e cravatta. Quest'ultimo si dirige verso di me, porgendomi il pezzo di carta leggermente strappato agli angoli.

"Signorina Williams, dovrà leggere la sua testimonianza così da illuminare tutti all'interno di quest'aula di quanto accusa il signor Guzman" sentenzia il giudice.

Annuisco sentendo il groppo in gola che destabilizza la mia situazione di stabilità precaria.

La mia bocca è secca e soffoco l'impellente voglia di bere un altro pò d'acqua.

"Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza sulla giornata del 4 novembre 2014"

"Bene, signorina Williams. Immagino parlerà precisamente della fascia oraria che comprendeva le 15:00 e le 15:11, dico bene?"

"Sì, signor giudice"

Un ulteriore cenno mi permette di capire che posso proseguire con il mio discorso.

"Eravamo uscite da scuola e mia sorella gemella era molto arrabbiata. Quel giorno Jamie Dyer aveva denunciato al preside tutti gli atti di bullismo che aveva subìto da tre anni a quella parte che vedevano protagonista proprio Bridget e questo aveva provocato la sua furia. A quel punto Bridget si era diretta verso Jamie con l'intento di farle del male, così io e i miei amici avevamo tentanto di fermarla più volte..."

The imperfect couple Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora