Day 52

359 42 0
                                    

ATTENZIONE
Questo capitolo presenta una scena delicata con riferimenti all'autolesionismo e parole crude.



Il dottore disse che il mio cancro si era sviluppato più velocemente del previsto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Il dottore disse che il mio cancro si era sviluppato più velocemente del previsto.

Oggi doveva essere il mio 52esimo giorno. Ma secondo il mio dottore, mi restavano solo 44 giorni.

Non ci credevo.

Non volevo crederci.

Era ancora il giorno 52. Doveva esserlo.

Non mi potevano rubare una settimana e un giorno dalla mia vita rimanente.

Troppo.

Sai di che giorno sto parlando, Jimin.

Il giorno in cui avevo preso la lama rubata e l'ho usata.

Quando finii, stavo così male.

Ma non per i tagli, ma per il mio cuore.

Mi domandai se venirti a trovare o meno.

Lo feci.

Stavi nuotando in una piscina. Faceva fresco fuori, ma tu nuotavi comunque.

Mi vedesti mentre mi avvicinai a te e il tuo sorriso si allargò.

Dopo, vedesti il sangue che macchiava le maniche della felpa.

Sembrò che fosse esplosa una bomba.

Uscisti dall'acqua cristallina, tu stesso brillando come un diamante mentre il pallido sole rifletteva sulle gocce d'acqua che ricopriva la tua figura. Eri furioso.

"Che cosa cazzo hai fatto?" Domandasti con voce dura.

Io deglutii ed iniziai ad allontanarmi. Non ti avevo mai visto così arrabbiato.

Ma tu mi fermasti prima che potessi scappare.

Mi prendesti tra le tue braccia, ignorando le mie proteste e i miei lamenti di dolore. Mi alzasti le maniche per vedere i danni che mi ero procurata.

Dieci su ogni braccio.

Scuotesti la testa. "No." Sussurrasti.

Io continuai a piangere silenziosamente.

"No." Ripetesti, alzando lo sguardo per incontrare il mio.

"Non ho molto tempo, Jimin." Dissi. "Il dottore ha detto così e io non riuscivo..."

"Sei una dannata idiota, lo sai?" Urlasti te, non preoccupandoti del mio sangue che ti sporcò le mani. "Non farlo mai più, hai capito? Se stai male, vieni subito da me. Non provare mai più a farti queste cose."

Io sobbalzai, spaventata da te.

"Se ti fai male, fai male a me, okay?" Continuasti arrabbiato, ma la tua voce si fece più gentile. "Promettimelo, piccola. Non farlo mai più."

Piccola. Era la prima volta che mi chiamasti così, Park Jimin.

Io annuii semplicemente, incapace di dire qualsiasi cosa.

Poi ti avvicinasti e mi baciasti.

𝟔𝟓 𝐃𝐚𝐲𝐬 𝐋𝐞𝐟𝐭▶ p.jm x reader (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora