PROLOGO

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Io sono un guerriero
Veglio quando è notte
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto.

(Marco Mengoni)

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Le campane del paese suonavano i primi rintocchi del mattino, quando il piccolo Lele vide i suoi compagni aspettarlo all' entrata della scuola, come sempre per rubargli la merenda e fargli tanti dispetti stupidi.
Come sempre, a fare il loro capo era quello sbruffoncello di Wally, che si annoiava a tal punto che non vedeva l' ora di prendersela con quel mezzo soldo di cacio, sempre con il naso sui libri.
Lele si guardò intorno e, pensando sempre alla migliore difesa, pensò che quel giorno troppo pieno di verifiche e interrogazioni in classe, soprattutto matematica e geografia, potesse essere saltato del tutto.
Inforcando la sua bicicletta, calandosi il cappuccio della giacca a vento e alzando bene lo scaldacollo sul viso, Lele si diresse pedalando di buona lena tra le strade ancora addormentate, verso l' unico rifugio che riteneva sicuro in tutto il paese di Arcobalacqui, una frazione sperduta di uno sperduto comune in provincia di Varese.
Dopo aver guardato bene che nessuno lo avesse notato o seguito, Lele puntò la sua bici lungo il viale principale, dopo pochi minuti vide il suo posto di ristoro.
Suo padre gli aveva proibito in modo categorico di andarci, ma siccome suo padre s' interessava a lui solo nei ritagli di tempo e a lui mancava tanto, si disse che non sarebbe cascato il mondo se ci fosse andato per una volta.
La libreria caffetteria «I 9 Anelli» faceva bella mostra di sé in Piazza del Mercato Vecchio, con la sua vetrina letteralmente tappezzata di libri di ogni genere, i quali formavano una sinfonia di colori come se fosse una coperta trapuntata cucita insieme con lembi di tutti i generi possibili e immaginabili.
Dal suo interno, veniva fuori un profumino di dolci e caffè delizioso, dietro al banco la nonna di Lele armeggiava sapiente con la macchinetta del caffè, per gli avventori che già affollavano la libreria.
Lele legò la bici alla rastrelliera all' esterno ed entrò togliendosi lo zainetto e la giacca.

«Wow che bella libreria che hai nonna, il papà dopo la morte di mamma mi ha proibito di venire a stare qui da te, mi diceva che eri "strana" e che la tua vicinanza mi portava solo guai ma ricordo che eri insieme alla mamma mentre suonava il suo flauto e poi leggermi storie meravigliose per farmi addormentare. Mi manca molto», bofonchiò il piccolo Lele buttando lo zaino sul divano in pelle collocato nel salotto della nonna adiacente la biblioteca e trascinando le gambe su di esso svogliatamente.

«Anche a me manca molto Lele, ma ricordati che hai i suoi occhi e la sua musica. Ogni volta che ti vedo prendere il suo flauto e ti sento suonare rivedo lei», rispose nonna Tina mentre finiva di riporre sullo scaffale gli ultimi due libri puliti e spolverati come piaceva a lei.

Nonna Tina si accorse dei calzoni sporchi di terra e di alcuni graffi sul volto del nipote.
Alzò il viso verso il pendolo appeso vicino l'entrata, che faceva le 8.15 di mattina e con espressione torva si avvicinò sedendosi al suo fianco.
Lei indossava vestiti piuttosto larghi e un foulard sulla testa con due orecchini ad anelli grandi.

«Non dovresti essere a scuola ora Lele?».

«Non mi piace quella scuola», confessò titubante tirando su con il naso.

«Ti è sempre piaciuto studiare», sibilò la nonna dopo avergli passato un fazzolettino di carta.

«Si, i libri non c'entrano».

«Tuo padre lo sa che hai marinato la scuola?».

«Veramente non l'ho marinata».

«Ehm...e sei caduto venendo da me ?», domandò la nonna mostrandogli i suoi calzoni e i graffi.
Lele quasi vergognoso abbassando lo sguardo annuisce.

IL LIBRO DEI 9 ANELLI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora