IL NAUTILUS

10 4 0
                                    


Già da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d’uccelli delle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

(Salvatore Quasimodo)

🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯

La torre di Babele sembrava più una centrale di esperimenti.
Camilla , Lele e Dedalo proseguirono la loro avventura tra quelle mura sperando di uscirne vincitori.
Quella torre era costituita da varie camere probabilmente videosorvegliate.
Un' enorme tavolo di cristallo con dei monitor accesi e funzionanti si trovava al centro e in vista si potevano vedere scaffali sconfinati chiusi da un vetro, probabilmente sotto vuoto spinto, c' erano racchiusi manoscritti storici antichissimi in varie lingue alcune incomprensibili.
Camilla impressionata da tanta storia antica racchiusa si chiedeva a quale scopo.

«Coppelius sta cercando qualcosa. Tutto questo deve avere a che fare con il Libro dei Nove Anelli ma non sappiamo ancora in che modo», asseriva Lele guardandosi attorno.

«Forza cerchiamo Selene, da qualche parte la terranno pur prigioniera», concluse Camilla dirigendosi verso un segnale d' allarme rosso che proveniva dai laboratori.

Dedalo li seguiva, ma di quel luogo non ricordava quasi nulla, probabile che Coppelius avesse trasformato la Torre di Babele a proprio uso e consumo.
Oppure gli stessi Lemuriani prima che Amon Ra sistemasse la Torre in questa dimensione, ma non capivano come potesse essere collegata ai Naacal e alle creature che avevano affrontato.

«Aspetta Lele, guarda, che cos' è?», domandò di colpo Camilla notando uno strano disegno sul muro.

«Non è un disegno ma sembra più un foro, un buco, probabile ci fosse qualcosa prima».

«Impossibile Lele che sia un buco, è troppo preciso, circolare. A me dà l' impressione sia tipo una serratura, vedi al centro, c' è come un incastro per qualcosa e poi questi cerchi regolari intorno tutti identici...uno, due, tre, sono nove...», diceva Camilla stupita, a voce alta.

«Oh! Cavolo! Come ho fatto a non vederlo subito!», disse Lele in preda ad un attacco di euforia mentre si affannava a tirare nuovamente fuori il libro dallo zaino.

«Aveva qualcosa di familiare ma al momento non lo ricordavo», continuò toccando la copertina spessa in legno del libro e ripassando più volte con le dita, la scritta del titolo intagliata in rilievo e il disegno del cerchio dei nove anelli ripetendola a voce alta pur sapendo che era illeggibile.

«IL LIBRO DEI NOVE ANELLI», pronunciò Lele, conoscendo la traduzione del titolo.

«Si, ragazzi, ci siete molto vicino, Selene vi avrebbe aiutato con la sua scoperta e per la quale suo padre ha sacrificato la vita», affermava una voce molto profonda e scura alle loro spalle.

Spaventati si girarono di scatto e videro una figura vestita di nero con una maschera di cane.
Dedalo sorrise di gioia nel vedere una figura conosciuta e Camilla non fece a tempo a trasformarsi in pantera che lui si presentò a loro dicendo di essere una divinità egizia di nome Anubis, il Lemuriano che li aveva soccorsi insieme alla ragazza falco.

«Camilla, principessa dell' acqua venuta da un altro pianeta lontano anni luce dal nostro e tu coraggioso guerriero dal cuore puro che ha saputo aprire e leggere il grande libro ora, vi mostrerò il medaglione che tutte noi divinità possediamo, la nostra guida spirituale, benedetto dal Dio del sole, in assoluto il Dio di tutti i mondi, il nostro Dio, Amon RA», affermò Anubis mentre sfilava con le sue lunghe dita affusolate il suo medaglione con sopra l'occhio di Ra e facendosi strada in mezzo ai due ragazzi, lo appoggiava dentro quel foro nel muro, incastrandolo perfettamente.

IL LIBRO DEI 9 ANELLI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora