CORPO ASTRALE

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Ama la vita così com'è.
Amala pienamente, senza pretese.
Amala quando ti amano o quando ti odiano.
Amala quando nessuno ti capisce, o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano, o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto, o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso o quando sembra non averlo nemmeno un po'.
Amala nella piena felicità, o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte, o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura, o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri e le enormi soddisfazioni.
Amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe.
Amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci ed ogni volta che stai per morire.

Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!

(Madre Teresa di Calcutta)

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Nel frattempo Selene trascorreva i giorni di quella lunga e interminabile estate, così lo era per lei, sempre dentro a quelle quattro mura dell'ospedale.
Dopo l'episodio di una settimana prima dove il proprio corpo astrale aveva rincorso fuori dalla sua camera di degenza il falso infermiere che aveva tentato la sua vita e parlato con una divinità egizia, Anubis il Dio dei morti per una frazione di tempo, si sentiva piuttosto confusa.
Trovarsi immobile in un letto con il proprio corpo invisibile agli altri che si aggirava e, comunicare mentalmente con un personaggio morto secoli prima le sembrava di vivere un sogno o addirittura, essere in una situazione al quanto surreale.

«O sto decisamente impazzendo a stare qui, o sono morta e non lo so», si ripeteva più volte accantonando l'accaduto.

Ogni giorno la casa di Selene e la sua famiglia era diventata come un porto di mare.
La solidarietà del vicinato era assai invidiabile a qualunque associazione di volontariato del mondo.
Le persone si erano proposte di aiutare la madre nelle commissioni o faccende casalinghe o come portare Poldo in giro, compito che aveva Selene prima dell'accaduto.
Cindy la sua migliore amica fin dall'asilo, bravissima stilista grazie alle sue mani d'oro dove da un semplice pezzo di stoffa sapeva tirare fuori un vero capolavoro di abito, si era proposta lei.
Poldo era un bellissimo beagle dolce e coccolone che Selene aveva acquistato per farle compagnia essendo lei un'amante degli animali e che ora era stato tenuto dal padre nella loro casa.
La madre di Selene, anche qui, si era dimostrata insensibile in quanto a breve voleva sbarazzarsene. Fortunatamente ebbe la peggio con il marito e con il figlio, i quali si erano affezionati da subito a quel piccolo fagottino di pelo.

«Buongiorno signora», aveva detto Cindy sull'uscio della villetta dei genitori di Selene.

«Entra pure mia cara».

«Grazie», rispondeva con tono alto per farsi sentire dalla madre di Selene che era in cucina tra i fornelli a preparare la cena.

Il padre di mattina insegnava, mentre di pomeriggio era sempre fuori per le sue ricerche.
Il fratello di Selene, invece, a breve si sarebbe trasferito a convivere con la sua ragazza Elena.
Dopo aver passato le suole delle scarpe sullo zerbino fuori dalla porta, entrò nell'immensa casa piena di quadri antichi e suppellettili egizi.
Un grande tappeto persiano riempiva la sala che conduceva alla scala principale che portava nella zona notte.

«Vuoi che ti portò un te?».

«La ringrazio ma preferisco portare fuori Poldo, sarà per la prossima volta», rispose Cindy alla madre di Selene che aveva fatto una scappata a salutarla prima di ritornare in cucina.

Dopo essere entrata ecco Poldo saltargli addosso scodinzolando.

«Ehi Poldo, vuoi le coccole vero?».

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