MAZE RUNNERS

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“Chi lotta può perdere,
chi non lotta ha già perso.”

(Che Guevara)

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Quando Selene fu riportata da Anubis nell’ ospedale a Thanis, per Lele e Camilla la situazione non era di certo migliorata, anzi semmai aveva subito un leggero tracollo.
Il corpo di Horus, al quale Lele si era unito in simbiosi per fronteggiare le temibili creature Naacal quali Chimera, Medusa e il Minotauro diventato loro improvviso e inaspettato alleato, si era ormai decomposto in cenere, rimanendo solo una specie di piccolo grumo di sabbia pulsante.
Camilla, dopo essersi ripresa dallo sconvolgimento di essere stata rapita, ancora nuda, cercò in tutti i modi di recuperare quel mucchietto di sabbia, ma Lele risolse brillantemente la cosa tirando fuori dallo zainetto una bottiglietta d’acqua, che fu riempita della sabbia di Horus.
Lele imbarazzato coprì con il suo giubbotto il corpo nudo di Camilla anche se fu abbagliato dalla sua bellezza e perfezione.
La prese per le spalle, la baciò con trasporto e Camilla ricambiò il bacio, facendo scomparire in un lampo tutta la paura e il dolore provati in quei momenti.
Lele poi esaminò Camilla dalla testa ai piedi per vedere se fosse ferita o che altro.

«Ehi, Strano, guarda che sto bene, davvero, non mi sono mai sentita meglio in vita mia», esclamò divertita e lusingata Camilla, nel vederlo cosi intento.

«Appena saremo fuori da qui, ti porto dal dottore e ti faccio visitare e rivoltare come un calzino. Non so se te ne sei resa conto, ma ti sei trasformata in una pantera poco fa…», disse Lele con una punta di nervosismo, togliendosi la maglia e porgendola a Camilla, la quale la indossò sorridendo togliendosi il giubbotto.

«Beh credo che la Dea Bastet sia arrivata in mio soccorso…», disse Camilla, guardando Lele con i suoi occhi intensi e pieni di dolcezza.

«Cami, forse non te ne rendi conto ma sono entrato in simbiosi con Horus, ho combattuto stando dentro di lui, sono morto di paura e ho causato la morte di Horus, tu sei quasi morta, ti sei trasformata in pantera, sfuggendo a questo bestione cornuto…», replicò arrabbiato Lele, indicando il gigantesco Minotauro, seduto vicino a loro a gambe incrociate, che li osservava con sguardo curioso e attento.

«Ehi, non trattarlo male, ci ha pure salvato la vita. Anzi, adesso prendiamo il libro e lo portiamo pure indietro con noi. Cosi non si sentirà più solo», affermò Camilla con tono deciso.

«Ma sei impazzita? E dove lo metti a dormire, nel giardino di casa? E sai quante tonnellate di erba serviranno per nutrirlo? La botta di prima ti deve avere dato alla testa», la canzonò Lele.

«No, non mi ha dato alla testa. E ora sarebbe meglio uscire, altrimenti il sacrifico di Selene sarà stato proprio inutile. Prendi il libro e usciamo attraversando di nuovo la grotta. Appena siamo fuori, voglio chiamare la vecchia amica poliziotta di mia madre e sentire se può darci un aiuto», rispose Camilla con una punta di acidità nella voce.

Lele si rassegnò a dover fare da balia asciutta al Minotauro, raccolse il Libro dei Nove Anelli, di cui ora conosceva l’origine e come funzionante mappa cosmica e apri portale, ma ancora non capiva dove fossero finiti e perché delle bestie vomitate dalla mitologia greca ce l’avessero tanto con le pseudo divinità egizie e soprattutto dove si trovassero.
Da quel che ne sapeva, nessuna spedizione speleologica o mineraria aveva mai trovato nulla di simile in nessuna esplorazione.
Lele guardò con attenzione il libro e notò un particolare che prima non aveva notato.

«Camilla, a questo libro mancano delle parti!», esclamò Lele, in tono assai convinto.

«Ne sei sicuro?», rispose lei avvicinandosi a Lele per controllare insieme  a lui.

IL LIBRO DEI 9 ANELLI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora