STATO DI MINIMA COSCIENZA

58 11 57
                                    

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

(Pablo Neruda)

🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯♻🔯

Thanis è una città vicino all' equatore e per circa dieci mesi all' anno viene esposta al sole e al caldo torrido mentre nei restanti mesi, ad acquazzoni, a vere e proprie bufere di pioggia, denominati Monsoni, che investivano la zona obbligando i cittadini a starsene rinchiusi in casa.
Addirittura la gente non lavorava e prendeva l'occasione per andarsene in altre città anche estere per fare le vacanze e rientrare al termine del periodo del Monsone.
Un giorno qualunque, Selene, ex studentessa di archeologia e neo laureata, giunta alla stazione centrale di Luxor, cittadina a qualche chilometro di distanza da dove viveva e dove si trovava il suo laboratorio, ci si stava recando come ogni mattina per terminare la ricerca di un importante reperto, un vero rompicapo, ossia la traduzione di un frammento di stele recuperata qualche anno prima durante degli scavi archeologici a Cerveteri e, indispensabile per la sua tesi di laurea conseguita l' anno prima, utile come trampolino di lancio per essere stata assunta con un contratto di prova nel miglior centro di archeologia della città.
Era fondamentale per lei completare la ricerca per poter ottenere il rinnovo del contratto.
Improvvisamente ecco il cielo diventare nero.
Nuvole cariche di acqua erano pronte a sprigionarsi su Thanis e solitamente accadeva in modo burrascoso con pioggia incessante e vento fortissimo tanto da scoperchiare tetti di case e capannoni.
All'improvviso il suono della sirena allertava tutti al rientro immediato nelle proprie abitazioni.
Le persone iniziarono ad agitarsi.
La gente che lasciava tutto, carrelli della spesa e macchine in mezzo alla strada.
Il panico più totale.
Terrore.
Confusione.
Caos assoluto.
Le persone iniziarono a prendere d'assalto i negozi per acquistare ombrelli, stivali e impermeabili essendo vestiti di leggero.
Un evento che non capitava in quel periodo dell' anno e senza preavviso, in quanto non era il periodo dei Monsoni..
Quel giorno aveva preso tutti di sorpresa.
Le strade erano trafficate di veicoli e di gente che camminava sui marciapiedi .
Molte persone si trovavano al lavoro o a portare i figli a scuola.

«Accidenti...», esclamò Selene nel cercare di trattenere il proprio ombrello che una volta aperto con la forza del vento le fu strappato via letteralmente dalle mani.

«Maledizione anche il tempo ci si è messo ad ostacolare il mio lavoro», esclamò furibonda.

Con molta difficoltà raggiunse l'altra fermata di fronte alla stazione quella per i pullman, utile per ricondurla nuovamente a casa.
Il prossimo treno sarebbe arrivato troppo tardi.
Cercò di ripararsi alla bene meglio sotto il tettuccio insieme alle altre persone in attesa dell'autobus.
Per via del cielo stranamente nero, del sibilare insistente del vento e del picchiettare forte della pioggia sui vetri delle finestre dell'ufficio, le persone erano uscite prima dal proprio posto di lavoro per prevenire la burrasca.
Spingendosi e strattonandosi cercarono di non essere buttati in mezzo alla strada sotto il diluvio ormai persistente.
Selene, una ragazza non tanto alta, esile di corporatura, capelli lunghi neri corvino come le sue grandi iridi era ormai bagnata come un pulcino vestita di soli t-shirt bianca e short scuri, si sentiva infreddolita fino nelle ossa tanto da tremare come una foglia e con le braccia che si teneva fasciata per cercare quel tepore inesistente.
L'acqua era ovunque anche nelle scarpe che le toglievano l'equilibrio facendola cadere.
All' arrivo dell'autobus cercò di farsi spazio fra la gente e sbrigarsi per salire e mettersi all' asciutto e al caldo.
Un energico spintone da dietro la fece scivolare.
Repentinamente, si trovò a terra.

IL LIBRO DEI 9 ANELLI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora