AMICHE FOREVER

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Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano.
Se allevierò il dolore di una vita o allevierò una pena o aiuterò
un pettirosso caduto a rientrare nel nido non avrò vissuto invano!
L'oggi è lontano dall'infanzia ma su e giù per le colline
tengo più stretta la sua mano che accorcia tutte le distanze!
I piedi di chi cammina verso casa vanno con sandali più leggeri!

(Emily Dickinson)

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I medici continuavano a monitorare costantemente il corpo di Selene, non appena fu ritornata dai vari esami a cui l'avevano sottoposta d'urgenza.
I familiari erano andati a casa, ormai ridotti allo stremo, mentre Jasmine aveva appena finito il turno di terapie, aveva messo via tutti i suoi effetti personali e, con l'aiuto del suo bastone, si stava avvicinando alla stanza di Selene, per tenerle un po' di compagnia, parlandole e massaggiandola.
Aveva assistito a veri miracoli con trattamenti simili, pazienti in coma da sette anni risvegliarsi con pochissimi danni cerebrali, se quello che faceva avesse potuto tornare utile al corpo astrale di Selene, perché lei era arci super iper convinta che Selene fosse con loro nella sua forma astrale, lei l'avrebbe aiutata mantenendo stimolati i sensi inconsci della bella archeologa.
Jasmine entrò in stanza e percepì subito la presenza di due persone, dal respiro diverso, più nervoso il primo, più rotto da un pianto trattenuto l'altro, avrebbe potuto dire un maschio e una femmina, ricevendo conferma dalle voci che ascoltò subito dopo.

«"Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori, essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte, tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola di Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve"», terminò di leggere con la sua voce calda e avvolgente la dolce e curvilinea Cindy, venendo poi interrotta da una voce brusca che Jasmine aveva imparato a conoscere bene.

«Ma devi proprio leggerle queste bubbonate? Non ti sembra che ne abbia già per i fatti suoi di civiltà perdute morte e sepolte da secoli nella sabbia e nel mare? Se non fosse per queste cose, ora lei non sarebbe in queste condizioni e noi non dovremmo stare qui al suo capezzale, sperando che abbia una un'altra crisi che le dia il colpo di grazia», interloquì spazientito ed arrabbiato Tommy, il fratello di Selene.

«Non dirlo nemmeno per scherzo. E se non ti va di ascoltare puoi anche andartene, Tommy. D'altronde che cavolo te ne importa di tua sorella, visto che l'hai sempre derisa, umiliata e maltrattata? Se non fosse che accarezzi l'idea dell'eredità per ripianare i tuoi debiti di gioco, non staremmo nemmeno qui a parlarne», rispose acida Cindy.

«Non vedo perché negare, in fondo Selene è sempre stata la figlia amata perché condivideva gli interessi di papà, io non esistevo nemmeno. Qualche piccola vendetta me la sono presa volentieri sulla perfettina di famiglia.», affermò Tommy con odio misto a disprezzo.

«Non è colpa sua se tuo padre si è comportato da scemo prediligendo lei, ma penso si sentisse solo, con una moglie frigida e un figlio che non capiva», disse Cindy avvicinandosi a Tommy.

Quel ragazzo, per quanto lo trovasse arrogante e opportunista, aveva qualcosa che risvegliava in lei un senso stesso di empatia, quell'aria da perenne rinnegato, di diverso, che unita a quella bocca perfetta la faceva svalvolare.

«Hai sempre una linguaccia velenosa e non mi stupisco se anche quella sottospecie di babbuino che hai per fidanzato ti trovi insopportabile, per non parlare degli amici. Ecco perché nessuno ti fila, come poi hai attraversato quel periodo di bulimia...», Tommy non arrivò a finire la frase che la mano di Cindy lo colpì in pieno sulla guancia, stampandogli le cinque dita come un timbro postale.

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