3 - Stack it up

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Liam pov's

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Liam pov's

Mi sveglio con l'immagine di quel ragazzo in testa.
Ecco, l'ho pure sognato, lo sapevo.

Mi giro per stiracchiarmi quando mi ricordo di un piccolo particolare.
Ok, forse non è proprio piccolo considerando che è alto 1.87m e mi sta schiacciando.
Mark.
L'ultima cosa che voglio è sentire il suo alito mattutino in faccia.

Piano piano esco dalla sua presa e sgattaiolo in bagno, mi lavo velocemente i denti e mi cambio con i vestiti che ho preso dall'armadio poco prima.

Non intendo svegliarlo, non ho voglia di salutarlo e tanto meno di farmi accompagnare a scuola da lui.
Prendo lo zaino e, senza nemmeno fare colazione e salutare i miei, esco di casa.

Mi uccideranno per la mia fuga improvvisata, ma non mi interessa.

Non ho preso neanche la macchina, sono intenzionato a farmi tutta la strada a piedi pur di non far notare la mia assenza.

Metto la mia playlist e penso ai miei impegni giornalieri.
Non riesco a ricordare l'orario scolastico, l'unica cosa che ho per la testa è l'immagine di quello splendido ragazzo mentre mi prende a botte perchè gli ho chiesto di ridarmi l'orologio.

Mi vengono i brividi.

Se dovesse anche solo sfiorarmi probabilmente mi metterei a piangere.
Anzi, sicuramente.

Mi arriva un messaggio da Harry:
~Dobbiamo parlare, muoviti ad arrivare~

deglutisco.
Non so perché ma quella frase mi mette abbastanza ansia.
Non so cosa aspettarmi.

Inizio a correre e circa cinque minuti dopo sono col fiatone nel cortile scolastico.
Ho dieci minuti liberi prima di scienze.
Scrivo ad Harry che sono arrivato e, senza neanche avere il tempo di alzare lo sguardo dallo schermo, qualcuno mi tocca la spalla.
Sobbalzo e ovviamente il cellulare finisce nell'unica pozzanghera che c'è in tutto il cortile.

-Fanculo- sbotto, prendendo l'apparecchio elettronico e controllando che funzioni ancora, prima di girarmi verso il mio disturbatore.
Quando mi volto però, vengo colto da un secondo infarto e il telefono cade nuovamente nell'acqua.
Oggi non è la mia giornata.

-Ma porca merda...- dico mentre lo recupero per la seconda volta.
-Qui qualcuno si è svegliato male- dice Harry.
-Mark- dico solamente, e lui sembra capire.

Mi volto verso la persona al suo fianco.
È l'altro ragazzo che abbiamo incontrato ieri a Bradford, Louis, mi pare si chiami.
Cosa ci fa con Harry?
Come sa che andiamo a scuola qui?
Questo vuol dire che anche il suo amico lo sa?

-Mark?- corruga le sopracciglia ripetendo quel nome.
Ha la voce un po' acuta, sicuramente più di quanto mi ricordassi, anche se ieri ero particolarmente preso a guardare il moro.
-È il mio ragazzo- dico in modo sbrigativo e liquido l'argomento con un gesto della mano -Cosa cavolo ci fai qui?- non so da dove venga tutta questa sicurezza, so solo che non ho voglia di stare ai suoi giochetti e che l'orologio che ho messo oggi intendo tenermelo ben stretto.

𝐀 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐫𝐚𝐢𝐭 𝐨𝐟 𝐩𝐞𝐫𝐟𝐞𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora