14 - You wish you knew

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Liam pov's

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Liam pov's

Apro gli occhi.
Ho il telefono addosso e sono ancora in chiamata con i ragazzi.

-Ehi?- dico, provando a vedere se stanno dormendo o si sono già alzati.
-Buongiorno! Stavo per venire a casa tua e buttarti giù dal letto!- tuona Niall.
Ahia, la mia testa sembra scoppiare dopo ieri.

-Prendi un'aspirina- dice Harry come leggendomi nel pensiero -nel sonno ti lamentavi del mal di testa-
-Non hai dormito?- chiedo stupito.
-A dire il vero nemmeno io, grazie dell'interesse- risponde Niall -avevamo paura che ti svegliassi o che avessi una crisi di panico. Qualcuno sarebbe dovuto arrivare-
-Ragazzi... non dovevate-
-E invece sì, ora muoviti che mancano solo venti minuti alla prima ora- dice Harry con tutta la calma del mondo.

Ah ok, allora posso andare a farmi una doccia, mangiare e... un attimo VENTI MINUTI?!
PERCHÈ CAZZO NESSUNO È VENUTO A SVEGLIARMI?!

-Ragazzi! Cazzo!- sbotto io -dovevate alzarmi! E poi dove sta mia madre! Perchè non mi ha buttato giù dal letto?-
-Perché oggi è il primo del mese Liam, e ci hai esplicitamente detto che avresti colto l'occasione di farci vedere casa tua ora che i tuoi, per lavoro, sono all'estero per almeno tre settimane buone- sospiro di sollievo.

Se dovessi arrivare in ritardo almeno i miei non lo verrebbero a sapere.
Una gioia. 

Mi preparo abbastanza allegramente.
Certo, sono ancora dispiaciuto per quello che è successo con Zayn, ma adesso che il portafoglio l'ho recuperato e lui non ha più niente di mio (ho ricontrollato ieri sera tra un pianto e l'altro) non dovrò più vederlo e allontanarmi dalla causa del mio dolore non può farmi altro che bene.

Ormai sono in ritardo sicuramente.
Mancano 5 minuti all'inizio della prima ora e intendo farmela a piedi.
Voglio sentire il piacevole venticello inglese tra i capelli.
Fa stranamente caldo e oggi c'è il sole.

Sto per uscire di casa con lo zaino in spalla quando mi viene un'idea.
Forse un po' folle, ma cosa mi importa?
Sicuramente non dell'opinione altrui.

Recupero uno zaino nero un po' più grande della cartella, ed è così che, al posto di andare verso scuola, mi incammino dalla parte opposta, verso il centro.

-DOVE CAZZO SEI LIAM!- sono le parole che sento quando rispondo alla chiamata di Niall.
-Sto facendo compere, non avevo voglia di venire a lezione- dico mentre cerco disperatamente dei jeans neri, strano per me, strappati e un po' larghi.
-Tu stai cosa?- dice Harry incredulo.
Non è da me saltare scuola, mi è sempre piaciuto studiare.
-Sì, oggi avevo voglia di fare un po' il ribelle, sai com'è- dico ridendo.

-E con "fare il ribelle" cosa intendi?- Niall imita il mio tono di voce.
Ridacchio.
-Beh, intendo comprarmi un nuovo guardaroba, togliermi questa specie di cespuglio che ho in testa e fregarmene di quello che diranno i miei quando tornano- sbotto -ah e voglio farmi un tatuaggio-
-Ah ok pensavo...COME UN TATUAGGIO LIAM MA TI SEI FUMATO IL CERVELLO!- sbotta Harry.
-E io che pensavo fossi quello sveglio dei tre- dice invece Niall.
-Sì ragazzi, ho voglia di cambiare- annuncio convinto -a dire la verità ci stavo pensando già da un po' ma non ho mai avuto il coraggio di farlo-
-Liam, il taglio di capelli e lo stile vanno bene ma... un tatuaggio-
-E allora Harry? Tu non ne hai qualcuno?- chiedo innervosito -Sì, ne hai molti anche-
-Sì ma io ho un significato per ognuno di essi, tu?-
Eccolo, mi ha colto in contropiede.
A dire la verità non so nemmeno che tatuaggio fare.

𝐀 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐫𝐚𝐢𝐭 𝐨𝐟 𝐩𝐞𝐫𝐟𝐞𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora