Manuale di istruzioni

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“Toccava a te.”

“Non è vero.”

“Non è vero? Deve finire questa storia, sono io lʼunico ordinato, rifaccio i letti, esco sempre per la spesa e non dimentichiamoci che butto la spazzatura, perché se fosse per voi altri, avremmo i ratti e le blatte per tutta casa.”

“Okay, Diego, guarda il labiale.” Puntai alla mia bocca con lʼindice. “Esagerato. Sei fottutamente esagerato, io passo sempre lʼapirapolvere.”

“Tu fai... cosa? Tanc, ti ricordo che abbiamo la donna delle pulizie che ci lava a terra due volte alla settimana, smetti di comportarti come se aspirare due briciole facesse di te il Re del pulito.” Continuò, facendomi alzare gli occhi al cielo. “E comunque resta il fatto che toccava a te pulire la cucina, senza contare che te lo meriti. C'è uovo dappertutto, tu e i tuoi toast del cazzo.”

“Dai, Diè te prego, devo uscire per una cosa importante, non ho tempo.” Lo scongiurai, ma lui non sembrava voler cedere.

“Una cosa importante? Tipo scattarti una foto per un post su Instagram?”

“No, tipo... Devo conoscere unʼamica di Luce. E ho lʼansia, bro. Lo sai come sono le ragazze, se non le piaccio sicuro la convince a lasciarmi perdere per sempre.” Risposi, calcandomi il cappellino sulla testa.

“Io non ho capito come cazzo sia possibile che tu non lʼabbia ancora baciata. Nemmeno a San Valentino, cosa cʼera di più romantico di un bacio a San Valentino?”

“E questo cosa cʼentra?” Evitai la sua domanda di proposito.
La voglia di farlo cʼera già da un pezzo, e forse, volendo, si era presentata anche la situazione, insomma, eravamo soli al chiaro di luna quella sera, eppure... avevo avuto paura. Perché se si fosse rifiutata io probabilmente non avrei mai più avuto il coraggio di guardarla negli occhi.
Ero entrato in paranoia, ecco la verità.
Non lʼavevo ancora baciata perché per me era importante, ed ero terrorizzato dallʼidea che potesse andar male.

“Non cʼentra, solo mi chiedo che senso abbia stare in ansia per fare conoscenza con la sua amica se in fin dei conti voi due non siete...neanche lontanamente vicini al mettervi insieme. E lo so” Mi anticipò, prima che lo interrompessi io. “Che dici che è comunque tua, ma di fatto, non lo è.”

“Invece sì.” Non persi tempo a contraddirlo, dato che si sbagliava di grosso. “Io so di avere lʼesclusiva, così come Luce sa che non frequenterei nessunʼaltra persona, al momento. Ci pensi tu alla cucina allora? Grazie, sei il mio preferito.” Detto questo, corsi letteralmente verso la porta, senza lasciargli il tempo di replicare.

Quella fuga però non mi permise di porre a Gian la domanda che avevo in mente, così, camminando sul marciapiede, gli scrissi un messaggio.

«Fratè, ma stasera alla fine tu e Marta andate da lei a dormire?»

Fortunatamente mi rispose subito in maniera affermativa, così mi diressi verso il supermercato.
Una volta entrato, volai verso il reparto dellʼigiene personale, pregando che fosse vuoto e che anche le file alle casse non impiegassero troppo a scorrere, non volevo proprio tardare, ma allo stesso tempo quellʼacquisto era necessario.
Quando mi trovai di fronte allo scaffale da me desiderato, mi sentii quasi perso.
Come se scegliere il modello giusto di  un maledetto spazzolino potesse determinare lʼandamento delle cose.
Elettrico no, oppure, conoscendola, si sarebbe offesa sostenendo che costasse troppo.
Certo però che nemmeno quelli senza alcun genere di marca che portavano il prezzo di un euro e dieci, non mi avrebbero fatto fare unʼottima figura.
Optai per una via di mezzo, acciuffandone uno della Colgate, colorato, o meglio, fucsia.
Pagai, e successivamente uscii, nascondendo il misfatto nella tasca interna della mia camicia a quadri.

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