Non lei

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Stavo pensando seriamente di tatuarmi testa di cazzo sulla faccia, qualcosa tipo testa sulla guancia destra e di cazzo sulla sinistra.

Detestavo sbagliare, con tutto me stesso, e sopratutto sbagliare sapendo che la colpa dellʼerrore era mia e solo mia, anzi, probabilmente le altre persone ci avevano anche provato ad avvertirmi, ma io non avevo voluto sentire ragioni.

Più o meno la storia della mia vita.

E seppi di aver sbagliato nellʼesatto instante in cui si appoggiò al mio petto.

Avevo chiamato Luce, svegliandola, ma non ero proprio più riuscito ad aspettare.
Dopo la mia meravigliosa notte in bianco, allʼalba delle nove del mattino avevo deciso di alzare la cornetta.

"Non lʼho mai neanche portata a prendere un gelato fuori casa, non perché sono uno stronzo, ma perché non funzionerebbe. Non sono interessato."

Le avevo spiegato, riferendomi alla questione con Giulia, per poi chiederle di venire a casa mia così da chiarire la faccenda a quattrʼocchi.

E lei era venuta, struccata, assonnata, e col muso.
Era ancora arrabbiata, giustamente, ma nonostante questo aveva accettato.
Decisi che era un buon segno, doveva importarle davvero di me per rinunciare a qualche ora in più di sonno.

Avevo mandato Diego a risponderle al citofono e Lele ad aprile alla porta, mentre io tentavo miseramente di sistemare il casino in camera mia e di Gian, cacciandolo brutalmente dal letto per rifarlo alla bene e meglio. Fortuna che la donna delle pulizie era venuta solo ieri.

Comunque, dopo aver voluto uccidere Lele per la libertà di stringerla che si era preso neanche fosse stata un fottuto orsacchiotto di pezza, lʼavevo trascinata nella mia stanza e le avevo fatto leggere una conversazione mia e di Giulia risalente allʼestate passata, dove le mostravo che non era la prima volta che contattava delle ragazze senza ragione.

"Io davvero le voglio bene e so che non lo fa con cattiveria ma è una situazione che le è letteralmente sfuggita di mano."

"Beʼ, ti ripeto che allora il fatto che le vuoi così tanto bene deve confonderla, a mio avviso. Voi e il vostro colpo di fulmine."

Mi veniva da ridere, cercai di non darlo a vedere perché probabilmente non era il caso, dato che non ero sicuro che mi credesse del tutto, ma il fatto che fosse andata a spiare i miei video, specialmente quelli in cui appariva Giulia, mi lusingava.
Le dava fastidio, era... gelosa?
La cosa mi faceva impazzire.

"Sono andata a cercare! Mettiti nei miei panni, una persona mi scrive dal nulla senza neanche che io sappia dalla sua esistenza dicendomi tra le righe che sei impegnato, e in più ci sono centinaia di ragazzine che supportano la sua tesi dicendomi sta con lei levati dai coglioni, tu che avresti fatto?"
Tentò di giustificarsi, ed effettivamente era un ragionamento che filava alla perfezione, ma io preferivo comunque pensare che fosse gelosa.

"Di peggio, probabilmente. Perciò tranquilla lo capisco, stavo solo scherzando. È carino sapere che mi hai stalkerato."

"Io non ti dirò di nuovo che sei carino." Alzò il mento, facendo la sostenuta. Stava tornando a stuzzicarmi? Significava che mi aveva perdonato?
Perfetto, finalmente era arrivato il mio turno per tenerle il broncio. Avevo aspettato fin troppo.

"Lele invece lo è? E può abbracciarti, a quanto pare."

"Lele mi ha abbracciata perché desiderava farlo."

"Forse non solo Lele ha questi desideri?"

Dirle voglio abbracciarti, non sarebbe stato da me, per niente, e non lʼavrei fatto, ma noi due non avevamo ancora avuto quel genere di contatto, e... invece lei e Lele sì. Prima di me. Non era neanche lontanamente accettabile come cosa.

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