I | Seashore

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La canzone perfetta per descrivere l'arrivo clandestino di Arche sarebbe stata probabilmente Hello, Goodbye degli artisti preferiti di sua madre, Gli Scarafaggi; questo era motivato dal fatto che, in quello strettissimo vascello della marina militare, aveva scelto di fretta proprio il posto peggiore in cui potesse nascondersi: uno scomparto per le valigie inutilizzato all'entrata della stanza comune. Era un continuo "Buongiorno signore", "Arrivederci signore" e "Bel tempo oggi, signore", per quelli che tentavano di ingraziarsi il capo con le poche parole a disposizione con cui potevano esprimersi, davanti a quel gradasso del viceammiraglio Dobermann. Era davvero un cane- no, un maiale, si corresse riflettendo, mentre la barca approdava al porto dell'arcipelago di Sabaody. Se c'era una cosa che Arche odiava più di tutti, quella era la marina militare. E forse anche il Governo Mondiale intero del dannato mondo in cui viveva, ma rimediava a modo suo, la ragazza, infastidendo qualche soldato che gli capitava di tanto in tanto, senza mai ucciderne alcuno- non sarebbe mai riuscita a prendere una decisione così importante, e probabilmente non avrebbe retto la vista di qualcuno che moriva per causa sua davanti ai suoi stessi occhi giallognoli.

"Bastarda", la chiamavano da piccola, per via di quei suoi occhi. Nonostante tutti i bambini della sua città natale fossero provenienti da famiglie povere (come, d'altronde, lo era anche lei), la Bastarda si era ritrovata, secondo una divertente, ironica decisione del fato, ad essere in difetto anche in una situazione sociale in cui tutti si trovavano, con parole delicatissime, nella merda. La sua famiglia non collaborava di certo a farle fare bella figura nel paesino dalle mille voci e migliaia di orecchie, ma senza colpevoli. Il padre faceva di tutto e di più per farli sembrare di alto rango, fallendo miseramente nel suo intento, Arche capiva già dai suoi cinque anni che qualcosa non andava se papà Tana andava a lavoro con la giacca nuova costosissima e la bolletta non pagata, lasciando lei e Mo, la sua vecchia gatta, al buio anche di giorno.

Arche scosse la testa- stava pensando troppo, e come al solito si era distratta, perdendo l'occasione adatta per scendere dal vascello e dovendo aspettare un'altra mezz'ora prima che ci fosse di nuovo la via libera. Quando fu abbastanza lontana da quei soldati, guardò il suolo e il cielo con le nuvole sorridendo: era finalmente arrivata in un posto che, nonostante non lo conoscesse, le portava un'ottima sensazione, un'ottima canzone nella testa. Il frutto del mare per cui spese i risparmi di una vita le permetteva di avere un profondo rapporto con la musica, così profondo da capirla totalmente e assorbirla dentro di sé, potendola quindi usare a suo scopo e piacimento. Non sapeva nulla al tempo sul nome e le funzioni di esso, sapeva solo che le avrebbe fatto vedere la musica in modo diverso, migliore, e quello bastò per convincerla a pagare tutti quei soldi (e a scappare successivamente dal venditore, poiché era riuscita a pagare solo tre quarti del prezzo totale, nonostante le fatiche); inevitabilmente si ritrovò a camminare per le strade della zona fuorilegge dell'arcipelago, subito dopo quella di proprietà militare con un'altra canzone parecchio allegra in testa, come se avesse un mp3 di inesauribile energia e dal repertorio più ampio a portata di "pensiero", che poteva sentire, al momento, solo lei.

Non sapeva dove andare- non aveva bisogno di soldi perché se la sarebbe sempre cavata, era abituata...ma non si sentiva affatto fuori posto, persa. Era scappata dal suo villaggio e aveva vissuto nelle isole vicine per una decina di anni, da sola, facendosi qualche amico di qua e di là, ma continuando sempre il suo viaggio in "solo"; dopo tutto, aveva solo bisogno di farlo. Era nelle sue vene, doveva sempre avere un nuovo posto da esplorare, e amava vagheggiare anonimamente tra le folle, lo avrebbe fatto per tutta la vita.

Lo avrebbe continuato a fare anche un paio d'ore dopo il suo arrivo, se non fosse stato per un pacchiano schiamazzo alle sue spalle, più forte rispetto al normale vocio delle persone, che la fece automaticamente girare. Un uomo dall'alta statura, capelli rosso fuoco e gli occhiali da aviatore in testa la guardava con malizia, ghignando con le sue labbra tinte di uno scuro cremisi. Arche non cercava assolutamente alcun tipo di rogna se non era un soldato a cercarla, e il tipo non sembrava esserlo- lo conosceva, l'aveva già visto nelle taglie di altri villaggi, si chiamava Kidd. Così, fece per girarsi e tornare a camminare, ma lui le si mise davanti, ostacolandole il percorso e interrompendola.

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora