XIX | Wasteland, Baby!

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"CAPITAAAANO!"

La giornata successiva esordì con l'abituale  operato dei pirati Heart, giammai che il sole tramontasse senza aver  compiuto questo rito: un grido, quella mattina da parte di Uni e Ikkaku,  che portarono con le braccia in spalla Shachi in infermeria, da lì  chiamando il capitano.

"Accidenti, ma non sarebbe stato meglio  raggiungermi alla mia stanza?" sussurrò tra sé e sé, mentre si infilava  velocemente qualcosa che non fosse la sua felpa; tanto per cambiare,  pensò, d'altronde erano in pieno mare, nessuno l'avrebbe visto se fosse  stata una pessima scelta.

Con una camicetta nera a maniche  corte aperta sul petto, si diresse nella stanza da cui lo chiamarono i  suoi compagni e analizzò la situazione, mentre alcuni, tra cui Arche, si  affacciarono alla porta per comprendere cosa stesse succedendo.

Shachi  presentava un viso rossastro e gonfio, e allo stesso modo erano ridotti  gli occhi, semichiusi. La scena era parecchio esilarante per alcuni,  poiché quando il poveretto provava a parlare, uscivano solo suoni  distorti e alla rinfusa:

"Ha-hapifano, mi fa he ho afufo una veaffione alleffiha!"

Ikkaku  prontamente ripeté come se fosse un'interpete professionista in un  reality show, tanto che si portò una mano sull'orecchio, come se avesse  un'auricolare:

"Capitano, mi sa che ho avuto una reazione allergica."

Il chirurgo, spazientito, li zittì entrambi preoccupandosi per le condizioni del ragazzo: "IDIOTI, L'HO CAPITO ANCH'IO QUESTO!"
Prese  un bel respiro cercando di riprendere la calma, mentre la ragazza dai  capelli blu dovette mettersi entrambe le mani davanti alla bocca per  trattenere una grossa risata.

"Shachi, tu sei allergico alla papaya, giusto?"

"Fì."

"Sì."

Law  alzò gli occhi al cielo per l'assurdità della situazione, poi fece per  parlare, ma una voce femminile a lui conosciuta lo interruppe con  malgarbo:

"Beh, effettivamente il detersivo di ieri era un estratto di succo di papaya e altri elementi naturali..."

"NON  L'AVEVO ANCORA CHIESTO!!" il chirurgo fulminò con lo sguardo la  ragazza, ma venne riportato alla realtà quando sentì tossire accanto a  lui. Dopodiché, scosse la testa e chiamò Bepo accanto a sé. "Preparami  una siringa."

"HOFA??? NO NO NO HAPIFANO GUARFI FTO BENIFFIMO LOFFIURO!!!"

"COS-"

"Grazie  Ikkaku, ho capito." con un sorriso quasi maniacale, gentilmente mandò  via lei e tutti gli altri, tranne Bepo, Penguin e Arche che avrebbero  potuto sorvegliare Shachi successivamente.

Dopo che preparò un  composto chimico che potesse alleviare il problema del vice, venendo  tenuto fermo da ben tre persone diverse, Law riuscì a iniettargli il  medicinale.

"Avrà effetto completo in qualche ora, tra gli effetti collaterali potrebbe presentarsi un'abbondante sonnolenza."

Vedendo  che il ragazzo si fosse calmato e, poco dopo, addormentato, tutti e  quattro tirarono un sospiro di sollievo alla vista del medicinale che  aveva avuto effetto con successo. Dopodiché, Penguin e Bepo si  allontanarono rimanendo nei paraggi della stanza, e dentro rimasero solo  Arche e Law, assieme al povero ferito in guerra.

Lei guardò  Shachi sorridendo sotto i baffi, che dormiva beatamente, e poi  Trafalgar, impegnato a rimuoversi i guanti blu monouso e buttarli al  secchio.

"Dorme pesantemente, eh?" sghignazzò, guardando come si  fosse formata una bolla di saliva dalla sua bocca. Aveva notato che il  chirurgo avesse un outfit diverso dal solito, e che i suoi tatuaggi  fossero in piena vista. Sembravano stare a pennello col suo corpo, e  forse anche con la sua persona. Si chiedeva fino a dove gli coprissero  la pelle, dove si sarebbero fermati e quali significati portassero.

"Tu  non sei di meglio." arrossendo impeccertibilmente, Law notò come la  ragazza si fosse persa a fissare il suo petto senza alcun segno di  pudore, forse perché non era intenta a osservarlo con secondi fini. Di  risposta, Arche si accigliò giocosamente e incrociò le braccia  sbuffando.

"Ritieniti fortunato del fatto che, se ti picchiassi,  sveglierei Shachi. Comunque, sai che nel mio villaggio avevamo  tutt'altro rimedio alle reazioni allergiche?"

Il modo in cui la  ragazza cambiò subito intonazione fece sussultare Law: era una cosa che  la caratterizzava, portare sempre tutto a finire con una nota positiva.  Rispose distrattamente:

"Ah, sì?"

"Mhmh! Quando accadeva ai  bambini più piccoli rubavo di nascosto dei rami di cespuglio da alcune  casette e mischiavo delle erbe e questi piccolissimi frutti, il giorno  dopo erano tutti ripresi e pimpanti! Certo, le ramanzine me le beccavo  io, ma almeno guarivano in fretta! Ehehe!"

Law sorrise dentro di  sé, soffermandosi su come lo sguardo della ragazza si illuminasse quando  parlava di aiutare qualcuno, qualcosa su cui lui aveva ancora molta  strada da fare. Gli venne spontaneo replicare con un fatto sulla  medicina- non lo faceva quasi mai perché sapeva che annoiasse tutti,  quindi si tratteneva, erano parole inutili e non servivano, ma con  Arche, le sue parole...avevano tutte un senso. Dalla prima all'ultima.

"Beh,  avendo usato un semplice composto di antistaminici e corticosteroidi  potremmo dire che le cure sono simili,. Tu di sicuro avrai usato qualche  pianta come l'ortica assieme a delle bacche, come mi hai detto, magari  scure, no? Di sicuro quelle avranno avuto lo stesso composto, essendo  della famiglia appartenente..."

Arche si perse col pensiero  ancora, guardandolo. Non che non le interessasse quello che le stava  spiegando, anzi. Le interessava sapere quello e molto altro, come perché  guardasse solo lei in quel modo analitico e perché di notte, tra tutte  le zone del sottomarino, andasse proprio a cercare lei per leggersi  qualcosa in santa pace, e perché quando l'aveva stretta tra le braccia  fosse sembrato così...naturale.

Si soffermò sui suoi occhi, così  spigolosi e cadenti dove erano ricoperti di un sottilissimo velo scuro  di occhiaie indelebili, proprio come lo erano le iridi grigie nella sua  testa. Arche aveva sempre amato le onde col cielo in tempesta, scuro,  quasi sempre anch'esso grigiastro, allo stesso modo le nuvole ancora più  tenebrose che producevano dei tuoni melodici. Nelle sue orecchie, in  quel momento, c'era solo una canzone, l'aveva sentita camminando fuori  da un bar; lì, per la prima volta, provò amore, quell'amore romantico da  novella da quattro beri. Per qualche nota, per una voce, chissà, ma si  innamorò sul ritmo di quella canzone, proprio come si stava innamorando  davanti all'altro.

"Law." chiamò il suo nome una volta che ebbe  finito di raccontarle il contenuto di un intero libro di botanica in due  minuti, guardandolo con occhi da lui mai visti prima d'ora.

"Scusate l'interruzione, abbiamo visite."

N.  A. : Woohoo! Mille lettori! Per festeggiare questo piccolo traguardo a  cui non avrei mai pensato di poter arrivare, voglio annunciarvi che è  ora disponibile su Spotify una playlist con tutte le canzoni che  accompagnano ogni singolo capitolo, in ordine di uscita!
Purtroppo  non mi fa mettere il link, ma la playlist si chiama RADICI, esattamente  come la storia, ed ha come immagine un disegno in bianco e nero di Law.  Fatemi sapere se riuscite a trovarla, in caso ve la posso anche passare  in privata. Buona continuazione!

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora