"CAPITAAAANO!"
La giornata successiva esordì con l'abituale operato dei pirati Heart, giammai che il sole tramontasse senza aver compiuto questo rito: un grido, quella mattina da parte di Uni e Ikkaku, che portarono con le braccia in spalla Shachi in infermeria, da lì chiamando il capitano.
"Accidenti, ma non sarebbe stato meglio raggiungermi alla mia stanza?" sussurrò tra sé e sé, mentre si infilava velocemente qualcosa che non fosse la sua felpa; tanto per cambiare, pensò, d'altronde erano in pieno mare, nessuno l'avrebbe visto se fosse stata una pessima scelta.
Con una camicetta nera a maniche corte aperta sul petto, si diresse nella stanza da cui lo chiamarono i suoi compagni e analizzò la situazione, mentre alcuni, tra cui Arche, si affacciarono alla porta per comprendere cosa stesse succedendo.
Shachi presentava un viso rossastro e gonfio, e allo stesso modo erano ridotti gli occhi, semichiusi. La scena era parecchio esilarante per alcuni, poiché quando il poveretto provava a parlare, uscivano solo suoni distorti e alla rinfusa:
"Ha-hapifano, mi fa he ho afufo una veaffione alleffiha!"
Ikkaku prontamente ripeté come se fosse un'interpete professionista in un reality show, tanto che si portò una mano sull'orecchio, come se avesse un'auricolare:
"Capitano, mi sa che ho avuto una reazione allergica."
Il chirurgo, spazientito, li zittì entrambi preoccupandosi per le condizioni del ragazzo: "IDIOTI, L'HO CAPITO ANCH'IO QUESTO!"
Prese un bel respiro cercando di riprendere la calma, mentre la ragazza dai capelli blu dovette mettersi entrambe le mani davanti alla bocca per trattenere una grossa risata."Shachi, tu sei allergico alla papaya, giusto?"
"Fì."
"Sì."
Law alzò gli occhi al cielo per l'assurdità della situazione, poi fece per parlare, ma una voce femminile a lui conosciuta lo interruppe con malgarbo:
"Beh, effettivamente il detersivo di ieri era un estratto di succo di papaya e altri elementi naturali..."
"NON L'AVEVO ANCORA CHIESTO!!" il chirurgo fulminò con lo sguardo la ragazza, ma venne riportato alla realtà quando sentì tossire accanto a lui. Dopodiché, scosse la testa e chiamò Bepo accanto a sé. "Preparami una siringa."
"HOFA??? NO NO NO HAPIFANO GUARFI FTO BENIFFIMO LOFFIURO!!!"
"COS-"
"Grazie Ikkaku, ho capito." con un sorriso quasi maniacale, gentilmente mandò via lei e tutti gli altri, tranne Bepo, Penguin e Arche che avrebbero potuto sorvegliare Shachi successivamente.
Dopo che preparò un composto chimico che potesse alleviare il problema del vice, venendo tenuto fermo da ben tre persone diverse, Law riuscì a iniettargli il medicinale.
"Avrà effetto completo in qualche ora, tra gli effetti collaterali potrebbe presentarsi un'abbondante sonnolenza."
Vedendo che il ragazzo si fosse calmato e, poco dopo, addormentato, tutti e quattro tirarono un sospiro di sollievo alla vista del medicinale che aveva avuto effetto con successo. Dopodiché, Penguin e Bepo si allontanarono rimanendo nei paraggi della stanza, e dentro rimasero solo Arche e Law, assieme al povero ferito in guerra.
Lei guardò Shachi sorridendo sotto i baffi, che dormiva beatamente, e poi Trafalgar, impegnato a rimuoversi i guanti blu monouso e buttarli al secchio.
"Dorme pesantemente, eh?" sghignazzò, guardando come si fosse formata una bolla di saliva dalla sua bocca. Aveva notato che il chirurgo avesse un outfit diverso dal solito, e che i suoi tatuaggi fossero in piena vista. Sembravano stare a pennello col suo corpo, e forse anche con la sua persona. Si chiedeva fino a dove gli coprissero la pelle, dove si sarebbero fermati e quali significati portassero.
"Tu non sei di meglio." arrossendo impeccertibilmente, Law notò come la ragazza si fosse persa a fissare il suo petto senza alcun segno di pudore, forse perché non era intenta a osservarlo con secondi fini. Di risposta, Arche si accigliò giocosamente e incrociò le braccia sbuffando.
"Ritieniti fortunato del fatto che, se ti picchiassi, sveglierei Shachi. Comunque, sai che nel mio villaggio avevamo tutt'altro rimedio alle reazioni allergiche?"
Il modo in cui la ragazza cambiò subito intonazione fece sussultare Law: era una cosa che la caratterizzava, portare sempre tutto a finire con una nota positiva. Rispose distrattamente:
"Ah, sì?"
"Mhmh! Quando accadeva ai bambini più piccoli rubavo di nascosto dei rami di cespuglio da alcune casette e mischiavo delle erbe e questi piccolissimi frutti, il giorno dopo erano tutti ripresi e pimpanti! Certo, le ramanzine me le beccavo io, ma almeno guarivano in fretta! Ehehe!"
Law sorrise dentro di sé, soffermandosi su come lo sguardo della ragazza si illuminasse quando parlava di aiutare qualcuno, qualcosa su cui lui aveva ancora molta strada da fare. Gli venne spontaneo replicare con un fatto sulla medicina- non lo faceva quasi mai perché sapeva che annoiasse tutti, quindi si tratteneva, erano parole inutili e non servivano, ma con Arche, le sue parole...avevano tutte un senso. Dalla prima all'ultima.
"Beh, avendo usato un semplice composto di antistaminici e corticosteroidi potremmo dire che le cure sono simili,. Tu di sicuro avrai usato qualche pianta come l'ortica assieme a delle bacche, come mi hai detto, magari scure, no? Di sicuro quelle avranno avuto lo stesso composto, essendo della famiglia appartenente..."
Arche si perse col pensiero ancora, guardandolo. Non che non le interessasse quello che le stava spiegando, anzi. Le interessava sapere quello e molto altro, come perché guardasse solo lei in quel modo analitico e perché di notte, tra tutte le zone del sottomarino, andasse proprio a cercare lei per leggersi qualcosa in santa pace, e perché quando l'aveva stretta tra le braccia fosse sembrato così...naturale.
Si soffermò sui suoi occhi, così spigolosi e cadenti dove erano ricoperti di un sottilissimo velo scuro di occhiaie indelebili, proprio come lo erano le iridi grigie nella sua testa. Arche aveva sempre amato le onde col cielo in tempesta, scuro, quasi sempre anch'esso grigiastro, allo stesso modo le nuvole ancora più tenebrose che producevano dei tuoni melodici. Nelle sue orecchie, in quel momento, c'era solo una canzone, l'aveva sentita camminando fuori da un bar; lì, per la prima volta, provò amore, quell'amore romantico da novella da quattro beri. Per qualche nota, per una voce, chissà, ma si innamorò sul ritmo di quella canzone, proprio come si stava innamorando davanti all'altro.
"Law." chiamò il suo nome una volta che ebbe finito di raccontarle il contenuto di un intero libro di botanica in due minuti, guardandolo con occhi da lui mai visti prima d'ora.
"Scusate l'interruzione, abbiamo visite."
N. A. : Woohoo! Mille lettori! Per festeggiare questo piccolo traguardo a cui non avrei mai pensato di poter arrivare, voglio annunciarvi che è ora disponibile su Spotify una playlist con tutte le canzoni che accompagnano ogni singolo capitolo, in ordine di uscita!
Purtroppo non mi fa mettere il link, ma la playlist si chiama RADICI, esattamente come la storia, ed ha come immagine un disegno in bianco e nero di Law. Fatemi sapere se riuscite a trovarla, in caso ve la posso anche passare in privata. Buona continuazione!
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RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?
Fanfiction(...) Ti starai chiedendo perché ti ho convocata qui." "Non credi, Law Trafalgar, che 'convocata' sia una parola un po' mascherante? Forse 'teletrasportata senza consenso personale' sarebbe più adatto." lui alzò gli occhi al cielo, aveva un'espressi...