XXXII | Collide

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Così, i due innamorati rimasero a guardare il cielo della notte scurissimo, illuminati solo dalle stelle e da qualche pescatore seduto sulle rive attorno a loro. Arche si era addormentata dolcemente con la testa sui jeans scoloriti del chirurgo, che mai e poi mai avrebbe cambiato; nel mentre lui passava le sue mani tatuate tra i capelli dell'altra, le punte delle dita raggiungevano gli angoli del suo viso e lui lo studiava, come fosse uno dei tanti libri di chimica e medicina che esaminava attentamente. 

Notando il tardo orario che si era fatto e il respiro profondo e assonnato della ragazza, Trafalgar decise che sarebbe stato meglio rientrare. Così, utilizzando la sua room, in un attimo furono entrambi nella stanza di Arche. Era sul letto, e, dopo averla osservata per qualche secondo riflettendo sul da farsi, decise di alzare il lenzuolo leggero fino al petto per coprirla un minimo dall'umidità notturna. Poi, con dolcezza e un minimo di esitazione nel buio, poggiò le labbra sulla sua fronte, e quasi impeccertibilmente sussurrò:

"Buonanotte."

Il sole stava oramai per sorgere e Law non aveva chiuso occhio, non che fosse qualcosa di strano: aveva molto a cui pensare, ma non era preoccupato; rifletteva su come sarebbero andate le cose tra lui e la ragazza e per quanto sarebbe rimasta, se fosse voluta rimanere, ma se, soprattutto, volesse diventare parte della ciurma o meno. Non volle tuttavia metterle alcun tipo di pressione, perciò decise di dare tempo al tempo, e ogni cosa si sarebbe risolta da sé, con Arche al suo fianco.

In una delle altre stanze dei pirati Heart, Shachi si era appena svegliato a causa del rumoroso sbadiglio dell'orso accanto a lui: dopo aver sbattuto un paio di volte le palpebre, realizzò effettivamente l'accaduto della notte precedente.

"OH PORCA PUTTANA SI SONO BA-"

Un cuscino gli arrivò dritto in faccia.

"Abbassa la voce stupido, ti ricordo che alcuni ancora dormono."

Penguin, accanto a lui sul letto, si mise a sedere, col naso gocciolante per la finestra lasciata aperta dall'altro e per la sua stessa geniale idea di rubargli le coperte nel sonno. Mentalmente (e anche a voce) maledicendo Shachi, il subordinato si cambiò assieme agli altri, per poi raggiungere la sala da pranzo.

Oh sì, ci sarebbe stato da ridere, adesso.

Nel frattempo, Law era seduto su una delle due estremità del tavolo e sorseggiava il suo caffé allungato con pochissima acqua e senza zucchero, mentre i suoi occhi grigi erano intenti ad osservare le pagine del giornale appena consegnato. Arche se la stava prendendo con comodo in camera sua, si era appena svegliata e passò una buona dozzina di minuti a guardarsi allo specchio quasi con fare ironicamente minaccioso verso se stessa.

"Ti giuro che se fai la figura del pesce lesso dopo quello che è successo ieri ti ammazzo."

Il suo discorso non aveva molto senso, in primis perché stava parlando al suo stesso riflesso, ma soprattutto perché Arche non era mai stata una ragazza timida come un "pesce lesso" . Silenziosa? Certamente, perché pensava, pensava e pensava. Al contrario, diversi avrebbero giurato che lei aveva quasi più coraggio del fratello, ovviamente questi soggetti non si sarebbero mai fatti scoprire da Eustass per ovvie ragioni.

Dopo una sciacquata al viso e un cambio di vestiti, Arche si diresse finalmente dove si trovava il resto della ciurma, e subito uno spettacolo a dir poco improbabile le si parò di fronte: quel corvino pazzoide stava terrorizzando a morte il povero Shachi sovrastandolo, sussurrando delle parole incomprensibili, con un'aria parecchio tenebrosa. Lei si guardò attorno e, dopo aver salutato con un cenno gli altri, si sedette vicino a Penguin per ascoltare l'accaduto.

"Non è semplice da spiegare...Diciamo solo che Shachi ha fatto qualche commento di troppo, ma il Capitano potrebbe averlo sentito e ora lo sta probabilmente minacciando di annegarlo e vivisezionarlo senza anestesia fino a che non gli spieghi in un modo o nell'altro a cosa fossero riferiti quei commenti."

La curiosità di Arche emerse quasi automaticamente.

"Questi commenti...a cosa si riferivano?"

Dopo un forte sospiro per guadagnare tempo, senza sembrare agitato Penguin rispose:

"Non ho sentito bene, ma credo Shachi abbia alluso a te e al Capitano...altro non so."

Mentre Penguin cercò di mentire al meglio possibile, nonostante fosse una cosa che odiasse fare, i muscoli -o forse gli ormoni, in questo caso- della ragazza non ci misero un attimo a tradire la minaccia a cui si era sottoposta qualche minuto prima allo specchio della sua camera, perché era, in quel momento, completamente rossa in viso, mentre pensava a come fosse carino che qualcuno potesse pensare a loro due insieme.

Abbassò lo sguardo e si riprese velocemente, prima assicurandosi che non l'avesse vista nessuno, dopodiché tornò ad osservare la scena tra i due, e potette notare che le acque si erano ora calmate e che, effettivamente Shachi continuava a guardare sia lei che il suo capitano in un modo parecchio...insolito. Scosse la testa e si dedicò a mangiare la colazione, mentre sottecchi, nascondendo lo sguardo tra una ciotola di cereali e una brocca di tè sul tavolo, che coprivano la traiettoria tra lei e il chirurgo, guardava ora il diretto interessato, cercando di comprendere il suo comportamento quella mattina, quasi per gioco.

Non aveva addosso quello strambo cappello e i suoi capelli erano in perfetta forma: probabilmente neanche quella notte aveva dormito, e il suo pizzetto era un po' disordinato... si ricordò di come, quando veniva a trovarla sulla cabina da vedetta di notte, lo tormentasse spesso mentre era intento a leggere qualcosa di complicato. Una mano tatuata reggeva ora la tazza di caffè, mentre l'altra teneva la nodachi stretta in pugno, forse come segno d'avvertimento per Shachi. Non sapeva, Arche, se fosse stato un bene o un male ricordarsi di come avevano accarezzato dolcemente il suo viso quelle stesse dita. Era stata una sensazione molto rilassante, e l'avrebbe rifatto altre cento volte.

Arrossì, stavolta di poco, ma quel poco bastò per essere visto da diverse persone attorno a lei, capitano compreso.

"Il tè è troppo caldo, Acciuga-ya?"

Con un minuscolo ghigno la osservava attentamente, mentre Bepo da sotto al tavolo dovette dare un colpo a Shachi per non farlo scoppiare dall'emozione di vivere uno scambio ravvicinato tra i due.

Dopo qualche secondo di silenzio di apparente arresa alla provocazione fastidiosa del chirurgo, Arche intervenne col suo stesso tono, tradendo completamente l'iniziale esitazione.

"Non saprei, sei tu quello che fa attenzione a ogni singola cosa che mi riguarda, dovresti sapere se il mio tè sia troppo caldo o troppo freddo. Non trovi?"

Ricevendo un'occhiataccia fulminante in risposta da Law, la ragazza ghignò e riprese a parlare con Penguin, successivamente quel mattino strinse amicizia anche con Jean Bart: sarebbero stati loro, infatti, a guidarla nel suo futuro allenamento sul Polar Tang.



RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora