VII | Caught in the Middle

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Arche non ci mise molto a riprendersi quel poco che bastava per distrarsi, era ormai pieno pomeriggio quando, finito di  meditare e piangere in solitudine, iniziò a leggersi una guida turistica dell'arcipelago Sabaody che aveva rubato qualche ora prima al molo. Aveva finito il capitolo sulle suddivisioni in numeri di tutti gli alberi dell'intero complesso quando si sentì stranamente osservata. La ragazza si guardò attorno, effettivamente tutto quel tempo al sole le aveva fatto venire molto caldo, tanto che, quando si alzò da terra, le girò di poco la testa. Non appena si riprese notò quelli che sembravano dei capelli bianchi sporgere dall'angolo del corridoio laterale del sottomarino. Quando si sporse un po' di più per individuare l'essere che la stava scrutando, notò che quello che credeva fosse capelli era in realtà uno strato soffice e spesso di pelo animale: un orso bipede con la stessa tuta degli altri- che fosse un visone? Si sporse di più costringendolo a uscire allo scoperto e tirò su un sorriso.

"Di certo non ti occuperai delle missioni in incognito." Affermò quella frase all'apparenza schietta ma accompagnata da una risatina, alla fine aveva davvero un musetto dolce, e Arche avrebbe dovuto iniziare a socializzare col resto della ciurma, prima o poi. L'orso s'inchinò col busto molteplici volte e goffamente; come Uni, anche lui non parlava certamente a bassa voce.

"MI SCUSI, MI PERDONI, CHIEDO IMMENSAMENTE SCUSA! NON ERA ASSOLUTAMENTE MIA INTENZIONE, IO..." L'animale iniziò a barbottare, al che la ragazza dagli occhi felini alzò di poco le mani come per tranquillizzarlo, continuando a mantenere un'espressione rasserenata.

"Non c'è bisogno di scuse, non ti preoccupare! Effettivamente sono su questo vascello da un po' di ore e ancora non mi sono presentata, ti ringrazio anche solo per non avermi attaccata." 

L'altro esitò, avrebbe dovuto dirle che, assieme al resto della ciurma, aveva assistito all'intera scena con suo fratello e il suo capitano? Probabilmente no, anzi, assolutissimamente no. Ma quando arrivò a questa conclusione nella sua mente, aveva già iniziato a parlare.

"Ma si figuri, l'ho già vista con-" si interruppe a metà frase sgranando gli occhietti neri come il petrolio e schiacciati che si ritrovava in viso. Arche non capì, così alzò un sopracciglio con espressione curiosa come per invogliarlo a continuare, ma l'orso non fece in tempo a riaprire bocca che vennero entrambi interrotti da un urlo, senza ormai sorpresa da parte della ragazza.

Era un umano, stavolta, con i capelli appuntiti verso il basso, coperti da un buffo berretto verde acqua e arancione a creare ombra sullo sguardo. Si buttò sul compagno facendolo sbaragliare di lato, mentre continuava la sua frase "CON UNI!! CON UNI MENTRE CORREVATE QUI, NO, BEPO?" Arche sentì un sussurrato "razza di idiota" di cui non si chiese particolarmente la motivazione, ed annuì.

"Oh, certo! Quindi lui è Bepo, mentre tu? Accidenti, spero non siate troppi, sono una frana col ricordarmi i nomi..." 

"Shachi! Mi chiamo Shachi e non ti preoccupare, il nostro capitano ha eletto me, Penguin e Bepo come tue guide personali all'interno del Polar Tang!! Quindi per qualsiasi cosa, conta pure su di me, bellezza" Shachi le ammiccò pietosamente, l'altra così si ritrovò a dover sorridere imbarazzata.

Nel mentre li raggiunse quello che molto probabilmente era Penguin (anzi no, lo era sicuramente, avendo scritto il suo nome sul berretto), facendosi seguire da un secco colpo in testa al compagno che le aveva fatto quelle penose avance.
Dopo essersi scusato da parte sua, si presentò anche lui ed Arche rivelò finalmente il suo nome ai tre, senza soffermarsi sul cognome, non era poi così importante, almeno per lei.

Dopo un giro di ricognizione per tutto il sottomarino, alla ragazza dai capelli blu venne assegnata una stanza in fondo al corridoio nel quale alloggiavano tutti, era situata esattamente di fronte a quella di Law. Durante la guida i quattro chiacchierarono, e si venne a scoprire che lei facesse occasionalmente da custode per i posti più malfamati delle città e villaggi in cui viaggiava, per il semplice gusto per affinare le abilità del suo frutto del mare: d'altronde di notte avrebbe ugualmente fatto le ore piccole, era stata una sua abitudine da sempre.

Così sapendo, dopo che Arche silenziosamente cenò sommersa nei suoi pensieri ma rimanendo lo stesso cordiale e presentandosi a tutti, Trafalgar la aspettò fuori dalla cucina, era evidentemente rimasto nel suo studio o forse a controllare qualcosa sulla navigazione. 

"Mi auguro che ti sia potuta ambientare un minimo, Acciuga-ya." 

Arche detestava quel nome. Perché la stava chiamando così? Non poteva chiamarla col suo semplice nome che utilizzava con tutti? Cercò di passarci sopra e di calmare gli spiriti bollenti.

"Certamente, sono stati tutti molto disponibili- devo ricordarmi di ringraziare Penguin per avermi ricordato in un giorno almeno quattro volte i nomi di tutti e venti, ehehe..." lei arrossì, ridacchiando: di certo la memoria non era il suo punto forte.

"Ma certo, Penguin ha una mente di ferro...fino a che non si tratta di donne. Ad ogni modo, per quanto riguarda Penguin, mi ha comunicato poco fa che sei un'esperta custode di luoghi malfamati, e dato questo tuo passato, in caso mai volessi fare un turno di guardia una di queste notti-"

"ASSOLUTAMENTE SÌ!!" Arche aveva ora gli occhi illuminati di gioia temporanea, neanche lo lasciò finire di parlare "Non ho mai fatto da palo in pieno mare, puoi anche chiedermi di farlo ogni notte!" Sorrise pienamente per la prima volta, al che Law non seppe come rispondere, apparentemente imbarazzato, così annuì semplicemente.

"Anche se...essendo un sottomarino, non ci conviene direttamente navigare sott'acqua?"

Law rispose seccamente, tornando al suo solito tono invariabile:
"Purtroppo non è stata una mia idea, quella testa bacata di Bepo afferma di aver bisogno di temperature più basse rispetto alle nostre per il suo doppio strato di pelo nonostante abbia assunto sembianze umane e possa riuscire ad adattarsi, perciò di notte gli piace tenere la finestra aperta, d'estate, e io..."

"E tu non sai dirgli di no" sorrise sotto i baffi, cercando di non farsi vedere troppo- non voleva beffeggiarlo, ma era davvero ironico vedere lo spietato chirurgo della morte, descritto così tenebroso dalla sua ciurma, diventare poi così gentile con il suo fedele orso. 

"Potrebbe essere vero, Acciuga-ya..."

"ANCORA?! Ma poi perché "Acciuga"? Dov'è il nesso? Ugh, sembro un'acciuga per caso?" Arche sospirò, in verità un po' divertita in quel momento, alzò gli occhi al cielo teatralmente. Ancora una volta, la risposta secca e saccente del chirurgo le fece venire voglia di buttarlo a mare come aveva fatto col rosso.

"In realtà, se ci avessi riflettuto, è davvero semplice come risposta: la colorazione dei tuoi capelli ricorda vagamente quello delle squame del pesce." 

La ragazza volle rispondere, ma decise che per quella giornata era abbastanza, si era fatto tardi e non avrebbe voluto disturbare lo spietato medico con un debole per il suo orso di bordo. Salutò cordialmente Law con un accenno di sorriso e si diresse verso la sua camera, lasciandolo fuori al fresco estivo di una notte di Luglio. Per quella prima notte, dati anche gli eventi accaduti nelle ultime ventiquattr'ore, Arche decise di dormire nella sua cabina. 

Salutò un'ultima volta Shachi, Penguin e Bepo, e provò a dormire qualche ora, ma c'era solo questo costante pensiero nella sua mente, l'immagine di Kidd da bambino, della mamma, e poi così tante domande nella sua testa, perché suo padre l'aveva fatto e perché sua madre decise di mantenerlo un segreto senza mai venire a cercarla? Perché non poteva portarsi via anche lei nonostante Arche avesse un colore di capelli accettato dal loro villaggio, nonostante la prendessero occasionalmente in giro per i suoi occhi? Anche sua madre aveva i capelli neri, eppure se n'era andata. Oh, le passava troppo per la testa, ma di certo non avrebbe voluto rivedere Kidd. Non voleva ancora accettare quello che gli aveva detto, quella verità era troppo dolorosa...e sarebbe stato difficile farsela andare giù così facilmente. Sentì qualche lacrima scorrerle sul viso, ma non le strofinò via, le lasciò cadere ed asciugarsi da sole: domani sarebbe stato un altro giorno, e nuove occasioni si sarebbero presentate.

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora