XXXX | Ogni Mio Istante

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Tra il caldo e il freddo, Arche avrebbe preferito mille volte di più di soffrire di sudore e alte temperature piuttosto che il freddo. Era abituata a viaggiare per mare, quindi in fondo se faceva caldo che problema c'era? Aveva letteralmente tutta l'acqua del mondo alla sua portata di mano; anche se non sapeva nuotare, bagnarcisi i capelli o i vestiti non l'avrebbe di certo fatta morire. Invece, con il freddo non sapeva davvero come fare. Il falò davanti al suo viso si era ora spento, esaurito, aveva finito di bruciare, e da genio che era, la ragazza era ancora a maniche e pantaloncini corti nel bel mezzo della notte.

Insomma, chi diamine si era inventato una stagione così stupida come l'autunno? Non si sapeva mai come vestirsi, un giorno pioveva, l'altro si sudava come cammelli...quella variabilità così repentina le ricordava un po' qualcuno. Tirò un piccolo sbuffo divertito abbassando gli occhi a terra, sulla sabbia scura, mentre si sfregava le braccia per non pensare al freddo, anche perché per il suo orgoglio quella notte non sarebbe affatto rientrata dagli altri, no signore. Ovviamente era impossibile che Law le si parasse davanti per venirsi a scusare, quindi tanto valeva prepararsi ad una lunga notte.

"Oi."

Il ragazzo non era mai stato così teso per certe sciocchezze. Alla fine avrebbe solo dovuto chiederle scusa, che senso aveva provare tutta quell'ansia? Lui era un pirata temerario, non...qualsiasi cosa fosse in quel momento.  Tuttavia, con Arche, Law era una versione di sé che mai aveva conosciuto prima, e questo non era da negare.

Arche si girò, lasciando intravedere quei suoi due occhi felini al chiaro di luna, e tutte le considerazioni antisentimentali di Law furono smontate in due attimi, tanto che dovette distogliere lo sguardo verso il mare, o avrebbe ceduto subito a quell'orgogliosa sfida implicita. Ingoiò della saliva aspettando che lei dicesse qualcosa, ma sentì solo che si era alzata in piedi, ora davanti a lui, scomodamente distante di un paio di metri.

Lei notò come la sua mano tatuata stesse buffamente tenendo in mano una torcia. Cosa credeva di fare, l'avventuriero notturno? Faceva quasi ridere, Trafalgar Law in giro di notte con una torcia a cercarla. Trafalgar Law...Law aveva cercato Arche? Beh, che fosse lì di fronte a lei era certo.

Non ricevendo alcuna risposta dalla ragazza apparentemente sovrappensiero, il chirurgo incalzò il discorso.

"Io... mi dispiace. Non era mia intenzione urlare e dire quello che ho detto, ecco."

Col suo solito fare razionale e diretto parlò e alzò le sopracciglia, e anche se Arche non poteva vedere quel suo gesto facciale, pensava lo stesso che fosse molto attraente con quel poco di luce sul volto che si sposava così bene con la sua carnagione olivastra. Voleva dirgli di come dispiacesse di più a lei che a lui, e di come era stata una stupida ad essere così ostinata ma che in fondo faceva parte di lei, voleva dirgli quanto le fosse mancato in quell'arco di pochissime ore perché in fondo non aveva la certezza che si sarebbero chiariti dopo ciò, ma non sapeva come spiegargli tutto ciò con delle inutili parole, e alla fine optò per i suoi soliti modi di fare sfacciati che assumeva con lui.

"Sembri un pescatore con questa torcia."

Con un sorrisetto non curante sul volto, Arche lo prese un po' in giro, decise di giocare col capitano.

"Hai almeno provato a sentire quello che-"

Ovviamente non sarebbe rimasta con le mani in mano per molto, e senza proferire parola gli avvolse calorosamente il petto con le braccia,  porgendogli uno sguardo indulgente che diceva tutto ciò che Arche gli avrebbe voluto dire. Non si limitò solo a quello, e, baciandolo per tutto quel tempo (drammaticamente lungo, in realtà brevissimo) tra una boccata d'aria e l'altra si staccava ogni secondo per dirgli con parole confuse quanto fosse stato uno stupido litigio.

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora