XXX | Adore You

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In non troppo tempo il cielo iniziò a scurirsi, le onde del mare scrosciavano ora sulla riva di quell'isola poco conosciuta come i rami di un albero con un filo di vento, accarezzando la sabbia. Nel frattempo, i pirati heart si stavano preparando, nel loro sottomarino, per festeggiare finalmente la prima serata a terra dopo diverse settimane di navigazione in mare, e soprattutto, il reinvio della partenza di Arche, ormai diventata parte di quello scalmanato gruppo di pirati.

Nella sua cabina, quella che le presentarono i tre vice stessi nel suo primo giorno in quel , quando, nonostante si sentisse miserabile e confusa per la verità rivelata dal fratello, decise lo stesso di farsi guidare da quei vivaci ragazzi -più un visone-, e non poté compiere scelta migliore, perché da quel giorno riuscì già ad ambientarsi con la ciurma.

Guardò fuori dalla piccola finestrella della sua stanza esposta sul mare: tutto era tranquillo, come se la serata aspettasse solo loro per iniziare, e quei pochi abitanti del posto che circolavano si godevano il panorama, la vista sul mare, le prelibatezze ristorative e la compagnia che più gradivano. Le era mancato guardarsi attorno senza preoccuparsi di dove andare o come muoversi- non che viaggiare fosse mai stato un peso, anzi, era una delle sue passioni più grandi, ma il mondo era comunque un posto pericoloso per certi versi, e la ragazza doveva sempre guardarsi le spalle, specialmente poiché si trovava sempre da sola.

Ma ora...ora era diverso.

Si guardò allo specchio, fiera della scelta compiuta al negozio di vestiti con Clione: il ragazzo era stato così gentile da non solo invitarla ad entrare assieme a lui, ma la aiutò, soprattutto, a rinnovare il suo stile, che si basava principalmente su quel suo top e qualsiasi pantalone o gonna trovasse ai mercatini dei luoghi in cui viaggiava.
Le piaceva cambiarsi in base a dove si trovasse per entrare di più nell'atmosfera del posto, e dato che era passato un po' di tempo dall'ultima volta che lo fece, decise di tornare alle vecchie consuetudini: rimuovendo dall'outfit anche il croptop, quella sera Arche indossava una dolce canotta di lino bianco con ricami fatti a mano secondo tradizione dalle tessitrici del posto, assieme ad una gonna lunga che arrivava fino alle caviglie, di diverse toppe tendenti al marrone.

In aggiunta, Shachi le consigliò di indossare una piccola margherita a lato della testa, appena sopra l'orecchio, dicendole che fosse tradizione del luogo.
La verità che la ragazza ingenua non conosceva? La margherita era il fiore preferito del corvino.

Dall'altro lato del corridoio, Law si era preso cinque minuti per stendersi sulle lenzuola perfettamente sistemate da interi giorni, in cui raramente ci si era poggiato sopra, e guardava il soffitto di quel suo sottomarino. Perché avrebbe dovuto dirglielo? Non che avesse paura di parlarle per un eventuale rifiuto, perché fino a che Arche era felice tutto andava bene, ma era evidente quanto lui ci tenesse, e quanto, in fondo, fosse vulnerabile attorno a lei.

Tra i vari spostamenti all'interno del Polar Tang, tutta l'intera ciurma riuscì a uscire in contemporanea, arrivando al locale in cui era stato prenotato per ventidue puntuale come un orologio svizzero; non appena Law scorse il fiore tra i capelli della ragazza, uscendo dal sottomarino, gli mancò un battito: quel fiore era perfetto per i suoi lineamenti, le sue risate, il suo sguardo. Era perfetto per lei.

Con lo scorrere del tempo e degli ordini di birra e superalcolici, i personaggi più vivaci al tavolo come Shachi, Uni e Ikkaku iniziarono a prendersi sotto braccio e a intonare dei canti di mare, mentre il capitano, rigorosamente a capotavola, li lasciava divertirsi, ascoltando interessato la buffa conversazione tra il suo visone preferito e la ragazza.

"Bepo, è impossibile. TUTTI gli orsi del mondo devono avere un istinto animale aggressivo. Non ci credo che anche in combattimento tu rimanga così pacato!"

"Lo giuro!! Non sono parole mie ma di tutti gli altri, Captain compreso!!" lui guardò il ragazzo, che, tradendo la sua fermezza, dovette annuire lievemente.

Lei scoppiò a ridere tenendosi lo stomaco, con una mano si asciugava una lacrima per il divertimento: "Okay, allora nel prossimo combattimento ti voglio vedere in azione!"

"Non esageriamo." intervenne Law, "Nel prossimo combattimento dovrai essere più allenata del solito, propongo già da domani un intensivo training con l'aiuto di Jean Bart e Penguin, sono ottimi nel campo."

La ragazza guardò il capitano, esitando. Le faceva piacere sapere di potersi allenare e migliorare, ma ciò sarebbe significato rimanere per più tempo sul sottomarino...come faceva a non essere d'intralcio ai piani degli altri? Insomma, prima o poi il chirurgo avrebbe dovuto riprendere la rotta verso la conquista del tesoro, come spesso le raccontava. Cercò di non pensarci troppo quella sera, tuttavia, e annuì confidente, concentrandosi solo sulla gratitudine che aveva nei confronti di tutti quanti per come erano stati gentili e disposti con lei.

"Comunque...Acciuga-ya."

Arche si girò, preparando già un pugno con la mano.

"Quante volte ti ho detto..."

"Grazie per essere stata con noi fino ad ora. È stato, è e sarà un piacere sempre-" Law la ignorò inizialmente, poi guardò di lato non riuscendo a finire la frase: sì, era stato definitivamente troppo empatico per i suoi gusti, ma voleva dirle parecchie cose da un po' di tempo ormai, e quelle due frasi erano il minimo indispensabile, così da non tenersi tutto dentro e liberarsi un minimo, per il momento.

Lei non poté far altro che passare da uno sguardo omicida a un lieve sorriso che cresceva, mentre lasciava due affettuose pacche sul cappello bianco e marroncino dell'altro. Inoltre, stava quasi per dire qualcosa, quando si sentì chiamata da una delle sue voci preferite:

"ARCHE-CHAAANN! VIENI CON NOI A BALLARE! TI PREGO SOLO UNA CANZONE!"

"SOLO UNAAA!"

Ovviamente fu quel suo trio preferito a chiamarla, adesso mezzo sbronzo al contrario della ragazza, che beveva solo in rare occasioni; ciononostante non poté dir di no a quei tre faccini semi-coperti, così si aggiunse a loro ridendo e scherzando, mentre, tenendosi spalla sotto spalla, cantavano tutti assieme una canzone marinaresca, calciando le gambe a tempo di musica: chi goffamente e chi con grazia, ognuno a modo suo, in quella sintonia di grida e risate.





RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora