XXXVI | Flowers In Your Hair

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Tra mezz'ora sarà tutto finito. Se è giusto quello
che ho calcolato con le sole informazioni di un altro
diario di ricerca, è tutto relazionato al tempo che
ci hai messo per curare Shachi, ma questi calcoli variano
sempre in base al tempo che ci metti a curare. Dei 10 min.
(essendo
un chirurgo, era tipico per lui abbreviare dei vocaboli
inerenti ai numeri) a disposizione per curare
hai usato solo 10 sec secondo quello che ha visto Bepo,
quindi per 60 min totali non potrai sentire né parlare.
Ora ne mancano 30.

Nonostante fosse parecchio confusionario leggere le spiegazioni scritte di Law in parte per la sua scrittura e poi per le sue abbreviazioni e il suo pessimo modo di riassumere le cose, Arche comprese che in poco tempo sarebbe tutto tornato alla normalità. Sapeva che quella di Law fosse solo una supposizione, ma si fidava ciecamente di lui, e sapeva che ci metteva tutto se stesso per garantire l'integrità delle persone che amava, conosceva la sua storia dopo tutto.

Così aspettarono, solo loro due assieme, quella lunghissima mezz'ora che Arche sentì passare così velocemente. La ragazza si inventò un buffo passatempo con cui Trafalgar non avrebbe mai voluto avere niente a che fare, ma per quella volta pensò di fare un'eccezione. D'altronde, lui poteva fare quello che voleva senza preoccuparsi con lei, e questa era una delle cose che più amava di Arche, la leggerezza che gli portava con quei suoi occhi così luminosi.

In quel momento gli stava mimando i diversi personaggi della ciurma: lui doveva indovinarli. Certe volte ci azzeccava, altre Arche riusciva a capire il labiale a tentoni data la stanchezza, ma entrambi erano divertiti dalla situazione: un temerario come Law era riuscito a trovare risposta a una condizione all'apparenza grave come quella di Arche, tanto da ridacchiarci su.

In quel momento mancavano all'incirca cinque minuti, era l'ultimo turno e la ragazza continuava a mimare dei passi pesanti e gradassi portandosi i capelli indietro, mentre l'altro aveva già sbagliato due volte: quella era difficile (almeno secondo lui, al contrario dell'altra), e il chirurgo non sbagliava mai così tanto. Così, gli venne in mente un'ottima soluzione per non perdere nonostante non avesse ancora idea di chi fosse il pirata del Cuore di cui la ragazza imitava le movenze.

Ne approfittò proprio quando si era tirata i capelli in alto a mo' di coda, forse di cresta... poco importava, improvvisamente le diede un veloce bacio sul collo staccandosi subito dopo e preparandosi a vedere il suo viso: la reazione di Arche fu scontata per il chirurgo, ma allo stesso tempo sorprendente per la ragazza stessa, perché arrossì come non ebbe mai fatto prima.

Law si trovava già in posizione, pronto a rifarlo se fosse stato necessario per farle scordare di tutto quello stupido gioco (o forse per secondi motivi), ma accadde quello che entrambi aspettavano (o meno) con pazienza: la voce limpida della piratessa era tornata, più vivace che mai.

"BRUTTO STRONZO, COME PUOI AZZARDARTI E APPROFITTARTENE DI-"

Lui non fece neanche in tempo a pensare quanto la ragazza avesse certe movenze del fratello che i due si furono guardati un momento, entrambe le espressioni sui loro visi cambiarono totalmente: quelle di rabbia comica e di impassibilità abituale si trasformarono in un unico sguardo di stupore.

"Oh."

Un grande sorriso occupò il viso della ragazza, che ora si fiondava tra le braccia del chirurgo con la testa immersa nel cappuccio della sua felpa:

"GRAZIE GRAZIE GRAZIE!"

Quella parola poteva risultare così superflua che una persona qualsiasi l'avrebbe scordata nel giro di una giornata con tutte quelle che avrebbe sentito, ma il corvino le aveva particolarmente impresse nel cuore.

Essere utile per qualcuno, aiutare qualcuno lo faceva sentire bene, sì, ma sapere che, anche solo in minima parte, fosse riuscito a contribuire alla felicità non di un paziente qualunque, ma di Arche e solo e unicamente lei...quello lo rendeva vivo. Era come se ci fosse qualcosa, qualcuno dentro di lui, forse il suo stesso subconscio, che gli diceva che aveva fatto bene a cercare di vivere dopo Flevance. Dopo Corazon, dopo mille avventure, e altre mille a venire, perché c'era questa fonte inesauribile di vita accanto a lui che ora lo stringeva e forse lei era davvero tutto ciò di cui aveva bisogno.

Arche non era una cosa da poco per Trafalgar Law, che ora nascondeva gli occhi lucidi dall'immenso amore che piano piano avrebbe imparato a rivelare col tempo, abbracciando la ragazza ancora più forte.

I due erano adesso abbracciati in una posizione più comoda, Arche quasi riposava sul petto del chirurgo, anche se a breve sarebbero dovuti uscire; quest'ultimo cingeva con dolcezza i suoi fianchi. Senza togliere la testa appoggiata di poco a quella blu della ragazza parlò sottovoce,

"Stai bene? Senti qualche sintomo?"

Lei sorrise con le palpebre pesanti e negò impercettibilmente con la testa: era ovvio che stesse bene in quel modo e con quella persona che la stringeva forte a sé: Arche stava migliorando se stessa, ce la stava mettendo tutta e i suoi sforzi stavano finalmente portando dei risultati.

Non che prima non ci tenesse a migliorarsi, anzi, ma prima lei passava tutt'un'altra vita; ma vagabondare tra una città e l'altra in solitudine ancora le mancava. Era vero che, essendo tra pirati, si spostavano allo stesso modo da un posto all'altro, ma l'adrenalina giornaliera del vivere da sola e procurarsi da vivere in completa indipendenza e solo in base alle proprie abilità era un completo discorso a parte.

Eppure c'era qualcosa in Law che la faceva rimanere, forse era il modo in cui la stringeva saldamente quando lei si trovava per staccarsi da un abbraccio, o forse erano tutti i borbottii, le parole non dette ma pensate, quelle che si scambiavano solo guardandosi: Trafalgar aveva semplicemente preso il suo cuore senza utilizzare né armi né poteri di frutti del mare.

Di quella giornata, in fin dei conti, ognuno poteva ritenersi soddisfatto: Ikkaku aveva finito di comprendere altri archivi, Law aveva avuto successo nelle sue ricerche, Arche aveva sbloccato un nuovo potere... e Shachi si era fortunatamente ricordato di lasciare acceso uno degli incensi che cambiavano umore, acquistati dalla ragazza, nel magazzino in cui i due ebbero trascorso il tempo...lasciando immaginare quale fosse l'aroma scelto dal pirata strampalato.

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora