IX | Kiss with a fist

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Furono passati cinque giorni dall'arrivo di Arche nel sottomarino dei Pirati Heart e dall'ultimo incontro con suo fratello. Era un pomeriggio tranquillo e quella sera avrebbe iniziato, come promesso, a fare quei turni di vedetta di cui le aveva parlato Law la prima sera, forse fu per quello che la mattinata per lei scorse molto velocemente: era emozionata e intrepida, non vedeva l'ora che arrivasse la sera; al contrario, i vicecapitani del Polar Tang (ovviamente auto-eletti senza che il capitano sapesse niente) quella giornata si annoiavano a morte più del solito, probabilmente perché, col cambio di rotta, non avrebbero potuto approdare su alcun'isola per una settimanella, mentre di solito facevano rifornimento di cibo e si sgranchivano le gambe ogni 4-5 giorni, seguendo una normale rotta.

Penguin silenziosamente cercava di distrarsi dalla noia rifacendo i conti delle spese mensili su un piccolo taccuino celeste, mentre Shachi e Bepo continuavano a lamentarsi in unisono di non avere niente da fare, mentre vagavano per il sottomarino. Superando il corridoio principale delle stanze, decisero di dare un'occhiata al magazzino: mentre Penguin rimaneva per terra a tenergli la scala, Bepo teneva sulle spalle Shachi affinché questi arrivasse alla fine di un altissimo scaffale, dove avevano trovato una scatola colorata. 

"Eddai cretino, smettila di fare conti inutili o cadremo tutti e due! Vuoi avere sulla coscienza due lesionati gravi? IO NON LO VORREI MAI!" L'orso parlò buttando uno sguardo celere al compagno di sotto. Penguin neanche dovette distogliere lo sguardo, per affermare solo:

"Vuoi avere un capitano ferito nella fiducia per un acquisto spropositato di ventilatori tutti uguali che fai credere che siano lo stesso identico ogni volta? Chi glielo dice al capitano che nel sonno ti ci butti addosso e li fracassi come al solito?" 

Alzò solo ora lo sguardo con un sorrisino per poi riabbassarlo, nonostante ciò posò il taccuino nella tasca e resse la scala con entrambe le mani mentre Bepo si deprimeva interiormente. Alla fine si sentì per tutta la nave un grido:

"SCARABEO!!!"

Ebbene, i tre, nella loro ricerca, avevano trovato una vecchia scatola mai aperta del gioco da tavola di scarabeo, l'unico gioco che il loro capo potesse sopportare dopo Trivial Pursuit.
Ovviamente loro non esitarono a correre nella sala relax principale per trasformarla in una sala di grida d'eccitazione, mentre chiamavano gli altri. Anche Arche, che al momento si trovava a finire quella piccola guida turistica delle Sabaody, partecipò, contenta di essere ormai parte integrata di quelle scalmanate persone.

Il chirurgo tuttavia non c'era, aveva finito da poco una formula importante per un nuovo antibiotico su cui lavorava da mesi, e ora si era finalmente preso un giorno di riposo, per quel poco che dormiva, da come Arche aveva imparato a conoscere, al contrario di come si aspettava.

Così, in quattro (gli altri avevano imparato a non cadere in quelle sfiancanti trappole dei tre vice, ma Arche era ancora nuova e probabilmente ancora non aveva capito che fossero pieni di energie, più di un bambino di dodici anni dopo la sua prima tazzina di caffè), si misero per terra e iniziarono silenziosamente a costruire le parole, Penguin ovviamente teneva i punti.

Ci vollero dieci, forse quindici minuti prima che scattò il primo battibecco. 

"Cuoiaio?! Ma sei serio? Sarò un orso ma non sono mica stupido!"

Bepo attaccò briga, aprendo i suoi minuscoli occhietti neri. Shachi borbottò:

"Ma stai zitto, idiota, esiste e basta, dai su, Pen, segnala..."

"NO PEN NON SEGNARLA E' UNA QUESTIONE DI ONORE! CUOIAIO NON ESISTE, FIDATI DI ME"

"LASCIALO STARE, ASCOLTA ME, ESISTE"

Penguin lanciò un'occhiata ad Arche che solo la ragazza potette intuire: la parola, in realtà, esisteva, ma nessuno dei due lo sapeva. Neanche Shachi, che faceva finta di saperlo, non avendo una vastissima cultura. Nonostante ciò gli diede ragione e la segnò.

"Sì sì, queste sono tutte preferenze perché voi siete più amici, tch..."  

Arche rise e spiegò gentilmente a Bepo che in realtà la parola esisteva, e che era tra le poche parole al mondo meno conosciute e utilizzate, per questo poteva sembrare che non esistesse, così l'orso si riappacificò, arrossendo per la cordialità della ragazza.

Ora che fu il suo turno, col suo aguzzo udito notò dei passi dietro di sé, provenivano dalla porta d'ingresso, uno sbadiglio soffocato e pacato: Trafalgar si era svegliato, possibile che dopo tutto questo lavoro avesse dormito solo cinque ore? Bah, che strano quel ragazzo...

Continuò il gioco e collegò la sua parola: obnubilamento. Era una parola particolare che aveva letto nella sua guida, diceva che, nel distinguere tutti i numeri delle diverse mangrovie, ci sarebbe stato il rischio di obnubilamento, ossia di confusione dei sensi, in questo caso del senso d'orientamento.

Penguin dubitò su quella parola, così aprì il dizionario mentre la cercava, senza trovarla. Silenziosamente, il corvino dal tavolo accanto a loro intervenne, buttando uno sguardo sulla ragazza e riportandolo sul suo caffè. 

"Non lo trovi, Penguin, perché non esiste. Si dice obnubilazione, dovrebbe essere semplice da capire. D'altronde, "obnubilamento" ha un suono orribile." Con il suo modo da so-tutto-io, alzò le sopracciglia e mantenne un'espressione rilassata mentre sorseggiava dalla tazza il suo caffè nero, ma la ragazza non la prese bene, essendo parecchio permalosa.

Si alzò prendendo il dizionario a Penguin, mentre Shachi li guardava divertito con un'espressione da "Adesso viene il bello", ci mancava solo che Bepo tenesse tra le morbide zampe un cartone di popcorn.

Si sedette in silenzio davanti all'altro, per mezzo minuto tutti la guardarono, compreso Law, che tuttavia non si volle far vedere e la osservò sottecchi, nella sua quiete, mentre sfogliava diverse pagine senza arrendersi, fino a che non sorrise scaltramente e gli rivolse il dizionario a un minuscolo, piccolissimo asterisco. Recitò ad alta voce a memoria:

"Secondo la lingua italiana non è stata affermata una versione corretta della formazione del lemma, ragion per cui oggettivamente entrambe le forme sono corrette, tuttavia l'espressione "Obnubilamento", secondo statistiche, è quella più utilizzata."

La ragazza guardò l'altro con fare beffardo mentre manteneva il dito appena sopra l'asterisco per evidenziarglielo, lui rimase per qualche secondo di stucco, con le sopracciglia abbassate e gli occhi vitrei che penetravano con lo sguardo nei suoi. Ma lei non ebbe timore, non era intimidita dallo spietato chirurgo della morte, sapeva tenergli testa, e anzi, si sporse di poco col busto, piegando leggermente la testa con fare interrogativo.

"A me sembra che "obnubilamento" abbia un suono...più che orribile, corretto, forse?"

Gli sorrise mentre lui la continuò a guardare intensamente, Arche si chiese cosa volessero quegli occhi di preciso, se volessero decifrarla, se volessero forse squartarla viva o semplicemente capirla, scoprirla. In ogni caso, aveva degli occhi molto espressivi, lui. Avrebbe detto che solo quelli esprimevano molte più sensazioni dell'intero viso stesso.

Dopo un'oretta di altri due battibecchi tra l'orso e Shachi e di correzioni di Trafalgar, si fece ora di cena. Penguin, che osservava silenziosamente la situazione a 360° gradi, non poté fare a meno di notare un particolare scambio di sguardi tra la ragazza e il suo capitano. Prima di cena, vide anche come lei stessa chiese a Law se fosse rimasto per cena, ottenendo un cenno come risposta, sorprendentemente, visto che quasi sempre saltava quel pasto o la mangiava più tardi.

Mentre pensava silenziosamente in cucina, prendendo tutte e 40 le posate assieme a Shachi, proprio quest'ultimo intervenne, un po' serio, un po' scherzando.

"Però, hai visto come si comportava prima il capitano? Era tutto un "ommioddio...Law senpai..." e tutto un "si cara certo che ci sarò, ci sarei sempre per te, piccola...""

Ovviamente non fu così che andò, ma nonostante le esagerazioni di voce terribili di Shachi nell'imitare i due, Penguin non lo poté biasimare: nel suo modo, stava dicendo quello che aveva pensato lui stesso all'unisono; forse era solo un'impressione, e probabilmente era anche impercettibile agli occhi di Arche che l'aveva conosciuto adesso, ma il loro capitano stava assumendo un atteggiamento diverso rispetto al solito- era più presente, più tranquillo e forse anche più riposato. Non sapeva bene, Penguin, se fosse per semplice educazione o qualcosa di più, ma era bello vederlo meno teso rispetto al solito.

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora