IV | Put your dukes up, John

857 55 8
                                    

Uno dei migliori aromi che potesse mai aver sentito nella sua vita era il sapore della vaniglia misto con quello del legno. Erano dei diffusori di aromi sotto forma di bastoncini, come quelli di Shangai, li usava spesso quando viveva col padre, e per un po' di tempo è stata un'abitudine che ha mantenuto, ma che, col passare degli anni e il mutare delle stagioni, aveva perso.

Arche si lasciò abbindolare dalla nostalgia ed entrò, la mattina del giorno successivo, in quel negozietto vicino al porto specializzato in aromi, si fermò a comprare dopo così tanto tempo quegli amati bastoncini. Scoprì che era stata prodotta addirittura una nuova collezione, ogni aroma diverso portava una sensazione differente alla mente, grazie ad uno strano incantesimo di un utilizzatore di un frutto del diavolo (o almeno, così le era stato riferito dal basso e tozzo uomo al bancone). La ragazza fu comunque decisa nell'acquistare solo ed unicamente il suo aroma preferito, e scoprì con piacere che alla vaniglia era stata assegnata la dolcezza: forse l'avrebbe aiutata ad arrotondare quel suo carattere spigoloso, o forse neanche avrebbe provato a farsi abbindolare da tali sciocchezze, chissà.

In perfetto orario e preciso punto d'incontro, riuscì a scorgere il sottomarino dei pirati heart riconoscendo il simbolo a lato, lo stesso che aveva il corvino sulla sua accesa felpa gialla, sorrise dentro di sé e si fece coraggio: sarebbe iniziata una nuova avventura! Il cuore di Arche veniva ogni volta colto da trepida emozione, semplicemente le apparteneva l'avventura come le apparteneva il viaggiare, e nulla né nessuno al mondo si sarebbe permesso di toglierglielo.

Ad accoglierla correndole incontro, tuttavia, non fu Trafalgar. Un uomo dai tratti non definiti a causa della sua bandana grigia a coprirgli dal naso in giù la raggiunse quasi cadendole addosso, ma grazie alla sua forza fisica, la ragazza riuscì a sorreggerlo dalle spalle e lui si ricompose. Le fece un cenno con la mano alla testa a mo' di soldato, poi quasi gridò

"MI PRESENTO, MI CHIAMO UNI E SONO IL TECNICO DI BORDO DEI PIRATI HEART, CHE OBBEDISCONO SOTTO DECISIONE DEL CAPITANO TRAFALGAR LAW, DETTO ANC-"

La ragazza sorrise gentilmente nonostante fosse altamente disturbata dalle grida, annuì cercando di sembrare il più cordiale possibile.

"Certo, certo...il vostro capitano mi ha già spiegato un po' la situazione...allora, come funziona nella vostra nave? Quanti siete?"

Nel frattempo, i due iniziarono a incamminarsi per i diversi e lunghissimi moli, mentre Arche scrutava le alte vele di alcuni vascelli, sentì una risatina provenire dall'altro. Lo guardò con la coda dell'occhio, stranita

"Ma no, ma che nave! Noi abbiamo...IL POLAR TANG!" E di nuovo riprese a gridare. "E' UN SOTTOMARINO MULTIFUNZIONE CON UNA CAPACITA' DI CENTO UOMINI E UNA RESISTENZA DI MILLE RINOCERONTI!!"

La ragazza non diede molto peso al gridare di Uni stavolta, perché era presa molto da un suo particolare: il modo in cui "parlava", per modo di dire, era molto appassionato, come se un bambino stesse parlando del suo cartone preferito. C'era questo forte legame con la ciurma che Arche poteva percepire solo di poco in quel momento, ma che già si presentava profondo; sorrise tra sé e sé, pensando che lei non sarebbe mai riuscita a legarsi così tanto a qualcosa che non fosse il viaggiare.

"...e venticinque camere da letto, più quella del capitano. Hey, mi stai ascoltando?" Uni le passò una mano davanti al viso, era leggermente più basso di lei e questo suo gesto evidenziò le loro differenze d'altezza, che fecero solo ridacchiare ancora di più la ragazza. Mentì.

"Sì, tranquillo, anzi, grazie per avermi spiegato tutto. Manca ancora tanto al sottomarino?"

"Assolutamente, tra una ventina di metri dovremmo-"

"RAGAZZI! ECCOLA LI' LA BASTARDA, SEGUITEMI, FORZA!" Una voce sfortunatamente troppo familiare interruppe il pirata, Arche non osò muoversi e guardò con occhi sgranati il pirata Heart.

Ci furono due ragioni per cui la ragazza decise di evitare lo scontro, quella mattina: la prima, Kidd era ora tornato con la sua intera ciurma, e lei non era abituata a utilizzare il suo potere su una decina di persone senza un minimo di allenamento prima di ciò; la seconda, Arche era appena entrata in un'amichevole relazione con una ciurma di pirati parecchio nota, capitanata da una supernova nonché ex-componente della flotta dei sette. Recare a Trafalgar Law un peso simile come Eustass Kidd in cerca di un duello avrebbe solo spinto il chirurgo a lanciarla direttamente tra le sue fauci, anche perché non avrebbe avuto motivo di proteggerla, e lei sarebbe stata troppo orgogliosa per accettare.

"Dimmi, Uni, hai mai percorso venti metri in due secondi?"

Arche non fece neanche in tempo a finire di parlare che corse più veloce che poté assieme ad Uni, il quale riuscì a mettersi davanti a lei in corsa, indicandole dove si trovasse il Polar Tang. La ciurma era tutta fuori col capitano, sembravano pronti ad accogliere calorosamente la ragazza, quando Trafalgar notò come i due iniziarono a correre velocemente, quasi come se scappassero da...alzò lo sguardo. Ah, ma certo.

"Eustass-ya."

Law ordinò con un semplice gesto all'intera ciurma di rientrare, fu l'unico a rimanere fuori all'aperto del Polar Tang, e quando arrivarono gli altri due fece rientrare anche Uni, ma guardò in modo serio la ragazza, affermando imperialmente un semplice "Tu rimani qui.", mentre la esaminò enigmaticamente con lo sguardo. Iniziò a preparare una room, ma entrambi videro che, nel mentre che Kidd e la sua ciurma si stavano avvicinando, nessuno di loro (stranamente, neanche Eustass) aveva ingaggiato il combattimento. Per un attimo, Law decise di abbassare la guardia. Che avesse voluto altro?

Qualche secondo dopo la ciurma si fermò sul molo, mentre Kidd, ancora in corsa, saltò sul sottomarino giallo. Aveva addosso un'espressione seria, ma che, se aggiunta al suo aspetto ed abbigliamento, poteva tranquillamente risultare tenebrosa.

"Aspetta cazzo...non mi voglio vendicare...ragazzina."

Il rosso neanche guardò Law, forse era davvero nelle sue intenzioni non combattere. Arche lo osservò meglio mentre si riprendeva per il fiatone: la sua pelliccia bordeaux di sicuro non contribuiva alla sua ripresa da quella corsa contro il tempo, e quei pantaloni ghepardati erano davvero una delle scelte peggiori che la ragazza avesse mai potuto vedere. No, quel tizio non le stava affatto simpatico, specialmente per come l'aveva chiamata quando era appena approdata sull'arcipelago- e tecnicamente anche qualche minuto prima. Decise di rompere il silenzio con la sua solita audacia.

"Non ti vuoi vendicare? Ma se mi sei corso addosso per tutti i moli, urlando <<ECCO LA BASTARDA, INSEGUIAMOLA>> o qualcosa del genere"

Law guardò la ragazza imitare il rosso; nonostante fosse una delle persone che odiava di più in assoluto, forse le sue intenzioni erano davvero pacifiche. Anche se...Eustass con intenzioni pacifiche sembrava un concetto ossimoro. Sentì una risata trattenuta a stento provenire da dentro il sottomarino, che quei ficcanaso dei suoi vicecapitani li stessero spiando dagli oblò? Beh, la risposta era palese...grazie al solito Bepo che non riesce mai a contenersi.

Nonostante l'aria sembrava essersi alleggerita per merito di Arche, l'espressione seria-tenebrosa di Kidd rimase la stessa. Law aggrottò le sopracciglia e lo guardò, pronto con la katana accanto in caso le sue intenzioni cambiassero...

"Devi vedere una cosa."

Ma non lo fecero.

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora