XX | Should I Stay or Should I Go

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"Scusate l'interruzione, abbiamo visite."

Arche si maledisse interiormente: di certo Law non aveva potuto fare a meno di notare il modo in cui la ragazza lo guardasse e come l'avesse chiamato per la seconda volta, da quando si erano incontrati, col suo nome e basta.

Il problema era, in fondo, che Arche avrebbe voluto baciare quelle labbra. Le sue. E sarebbe stato sbagliato, sarebbe stato improvviso, frettoloso, violento talvolta, ma le sarebbe piaciuto, sì. Eppure, si alzò di scatto quando si affacciò la subordinata, e Law dentro di sé non sembrava altrettanto soddisfatto.

Insomma, cosa l'aveva spinta a chiamarlo nuovamente col suo nome? O forse era solo un'idiozia? L'unica cosa che sapeva in quel momento, era che i suoi occhi fossero magnetici, più ci si avvicinava e più voleva ancora. Ma sapeva quanto fosse irrazionale quel suo pensiero, avendo parecchio controllo di sé, Trafalgar non si faceva scrupoli a nascondere certe sensazioni. O almeno, ci provava...

"NOOOOOO!!" Shachi si alzò improvvisamete sul lettino, mettendosi a sedere: si era apparentemente risvegliato dal sonno collaterale, maledicendo Ikkaku con un continuo brontolio; la ragazza era appena piombata nella stanza avvisando gli altri dell'arrivo di una nave pirata. Tuttavia, Law non rimase inerme davanti al richiamo della ragazza, e subito dopo che si fu alzato la guardò con fare interessato, voltandosi col busto verso di lei, come se fosse concentrato solo su quello che gli volesse dire, nave pirata in arrivo a parte.

"Acciuga-ya, dicevi?"

I suoi occhi la perlustrarono in viso. Perché voleva improvvisamente rimanere con lei e lasciare la nave pirata al suo triste destino?

Arche esitò fissando timidamente le sue scarpe piene di colore, poi lo superò uscendo di corsa dalla stanza. Urlò:
"SU, SU, AL LAVORO, CAPITANO DEI MIEI GIOIELLI TRAFALGAR!! NAVE PIRATA IN ARRIVO, NON BISOGNA CINCISCHIARE!"

Arrossendo nella sua agile corsa, la ragazza comprese che non sarebbe stato il momento adatto- oltre al fatto che Shachi li stava chiaramente origliando. Ma tanto non avrebbe avuto nulla da dirgli; in fondo, non era niente di serio. Non sapeva neanche lei davvero perché l'avesse chiamato, chissà cosa le fosse passato per la testa in quel momento. Strizzò gli occhi due volte cercando di togliersi la testa tra le nuvole, quando sentì una voce familiare riprenderla:

"COS'È, NEANCHE MI HAI VISTO CHE GIÀ SAPEVI CHE SAREI VENUTO? BAHAHAAHA!!!" Eustass rise a crepapelle mentre la sua nave attraccava accanto al Polar Tang; Arche poteva chiaramente sentire gli insulti interni dalla testa di Law per suo fratello provenire dalla porta dell'infermeria.

"Eustass-ya. Sei già di ritorno? Potevi prendertela con più comodo." Con un ghigno, il chirurgo lo sfotté, avvicinandosi alla ringhiera del sottomarino, accanto a sua sorella; nonostante avesse alzato gli occhi al cielo per il battibecco che si sarebbe venuto a creare tra i due in pochi secondi, dentro di sé era parecchio felice di avere di nuovo suo fratello davanti a sé. Le era mancato.

Aspettò qualche secondo, dopodiché fermò il continuo scambio di frecciatine rivolgendosi al diretto interessato:

"Come mai sei qui? Sei riuscito a scappare dalla marina?" pieni di speranza, i suoi occhi si specchiarono nel giallo dell'altro. Sì, anche lei era mancata particolarmente a quel temerario pirata.

Lui ghignò di ricambio, annuendo.

"Anche se," Kidd guardò per un attimo il chirurgo, come se fosse una questione che avrebbe riguardato più lui che la sorella, "capellona. Non so se hai pensato a papà ultimamente, ma se vuoi venire a parlargli assieme, sappi che a me va bene."

Arche rifletté: sicuramente aveva pensato al padre; a come l'aveva trattata l'anno che se n'era andata di casa, ripercorrendo tutta la sua infanzia con adesso la visione reale degli eventi accaduti. Era certamente arrabbiata, o meglio, ferita, ma aveva bisogno di risposte. Anzi, entrambi avevano bisogno di risposte, e non sarebbero potuti rimanere a raccontarsi a vicenda le proprie versioni dei fatti per rimettere a posto i pezzi del puzzle. Il padre avrebbe pur sempre dovuto affrontare la questione, o no?

Cavoli, non sapeva nemmeno se avrebbe potuto continuarlo a chiamare padre...

Law guardò il mare. Si sarebbe dovuto separare da lei...così improvvisamente? Ma in fondo cosa si aspettava? Se ne sarebbe andata lo stesso, una volta giunti alla Red Line, erano quelli gli accordi. Non riusciva affatto a capire cosa gli prendesse, alla fine era solo un'alleata come tanti altri, ma a farlo ritornare coi piedi per terra fu la voce della ragazza stessa.

"...Okay, ci ho pensato, mi va bene a patto che lo facciamo assieme, io e te. Solo-" si voltò verso Bepo, che le rivolse un sorriso complice, uno di quei sorrisi che la sapevano lunga. Il visone si trovava un po' più avanti rispetto al resto dell'intera ciurma che li guardava dall'altra ringhiera del sottomarino protagonista di così tante avventure in così pochi giorni, così poche settimane; Shachi compreso, appoggiato a Penguin, le sorrise, come per farle capire che sarebbe andato tutto bene.

"Ormai ho iniziato questo viaggio con loro," Guardò Law negli occhi, uno di quei suoi sguardi che lo spiazzavano sempre. Forse si sarebbe solo dovuto muovere ad accettare quel piccolo tornado di emozioni che cresceva dentro di sé, ma a che costo? Perché avrebbe dovuto dire a sé stesso di essersi innamorato di lei?

"tanto vale finirlo!"

Arche sorrise dolcemente, ricevendo come risposta lunghi pianti e moine da parte della ciurma dei pirati Heart, che, portante un affetto così stretto con la ragazza, non voleva che se ne andasse. Bepo le si avvicinò stringendola come se fosse un peluche, soffiandocisi il naso addosso, dovettero staccarlo Shachi e Uni, riprendendolo subito dopo.

Stavolta fu Trafalgar a calmare i suoi subordinati e a rivolgersi ai due fratelli.

"Se volete tornare in tempo per lo sbarco alla Red Line, vi consoglio di partire ora. Il viaggio in mare da qui all'isola del vostro villaggio dura due giorni, perciò arrivereste la notte prima del nostro sbarco al confine."

Kidd guardò Arche, come per farle intendere che non ci fossero problemi da parte sua, e che volesse semplicemente sapere se lei fosse disposta a partire:

"Prendo le mie cose."

RADICI ||𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora