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I suoi trovatelli, come Sirius aveva preso a chiamare i ragazzi che dormivano a Grimmauld Place, rimasero con lui diversi giorni.

I funerali furono fissati il sette, cinque giorni dopo la battaglia, cinque giorni in cui la temporanea linea per la Metropolvere dal salotto di Grimmauld Place a Hogwarts divenne stabile e tramite la quale i ragazzi poterono recuperare quello che era rimasto delle loro cose oltre che dare una mano a ripulire il castello.

In quei cinque giorni l'Ordine gli aveva dato parecchio da fare, Sirius aveva passato notte e giorno (e molti altri dopo il funerale) a dare la caccia ai Mangiamorte fuggiti e a radunarli insieme agli Auror, per poi spedirli ad Azkaban. Era un'operazione che sarebbe andata avanti per mesi, forse anni, ma i primi giorni sarebbero stati fondamentali. O almeno così gli avevano spiegato gli altri visto che lui al primo giro era impegnato ad essere fra quelli sbattuti ad Azkaban.

Lui e gli altri non si aspettavano che i funerali fossero fissati così presto, ma i cadaveri non aspettavano nessuno e c'era un numero tristemente consistente di persone che andavano seppellite.

La funzione si tenne a Hogwarts, sullo sfondo del castello martoriato; fu un evento straziante, soprattutto per la quantità di defunti e per l'età che andava dagli undici anni a salire.

Le bare erano disposte lungo due file al centro delle quali era possibile passare per omaggiare tutti i caduti in battaglia. I cari di ogni defunto si raggruppavano sul lato esterno della fila in modo da non intralciare chi avesse voluto salutare le salme. Sirius era andato insieme a tutti i suoi trovatelli e insieme avevano percorso quell'atroce corridoio per poi andare a trovare dei posti a sedere. Alcuni dei ragazzi avevano appuntamento lì con i propri genitori per tornare a casa, ma molti altri sarebbero rimasti ancora un po' con lui.

A Sirius non dava fastidio, anzi, quanta più gente animava quell'antro meno lui veniva inghiottito, la compagnia gli faceva più che piacere. Gli sembrava però assurdo che si fidassero di lui, visto che aveva terrorizzato molti di loro solo qualche anno prima, ma c'era Harry e se Harry diceva che di Sirius ci si poteva fidare, allora era vero.

Si sedettero comunque tutti insieme per la durata della funzione e solo quando la McGranitt, Shacklebolt e lo stregone ultimarono discorsi e funzione i ragazzi raggiunsero ognuno i propri genitori.

Dopo il funerale, l'animagus accompagnò Lavanda dai suoi genitori, le facce segnate dalla preoccupazione e un accenno di orrore che a Sirius non sfuggì. Sperava solo che fosse indirizzato a lui e non alla ragazza.

Gli spiegò la situazione e che c'era la remota possibilità che Lavanda fosse un lupo mannaro, l'unico modo per saperlo con certezza sarebbe stato aspettare la prossima luna piena, che ci sarebbe stata il dodici, e vedere come la ragazza avrebbe reagito.

"Se per voi va bene, il dodici può tornare a casa mia dove ho una cantina in grado di resistere a un lupo mannaro" offrì Sirius.

"Anche lei è un lupo mannaro?" si sentì chiedere dalla madre, piuttosto preoccupata.

"No, ma sono una sorta di esperto in materia, per così dire"

"Mamma, mi ha salvato la vita, se lui non ci fosse stato oggi non sarei qui" intervenne Lavanda energicamente. Avevano tolto le bende, ma le grosse cicatrici sul collo erano ancora rosa e dall'aspetto irritato. I grossi segni avevano ovviamente turbato la giovane strega, ma aveva morso il labbro per trattenere le lacrime e aveva preso dei respiri profondi "Significano che sono sopravvissuta, questo è l'importante" aveva decretato, ma aveva allontanato lo specchio e messo a faccia in giù. Ci sarebbe voluto un po' di tempo.

"Allora la contatterò tramite gufo per accordarci" disse infine il padre, offrendogli la mano che Sirius accettò.

"Va benissimo. Ci vediamo presto, Lav"

"Grazie tante, Sirius" gli disse e, ancora più sorprendentemente, lo abbracciò.

Anche gli altri ragazzi sembravano non vedere l'ora di presentargli i propri genitori e Sirius li accontentò, godendosi le loro facce sconvolte quando i figli gli dicevano che avevano passato cinque giorni a casa di Sirius Black.

Quando i doveri verso i suoi trovatelli furono finiti, Sirius si guardò attorno: Harry era con i Weasley, un braccio stretto attorno a Ginny mentre Hermione era nascosta sotto il braccio di Ron. Charlie lo guardò e gli fece un cenno della testa al quale Sirius rispose con un inizio di sorriso. Aveva già fatto i saluti ufficiali, ma non se la sentiva di unirsi a loro in quel momento. Era per la famiglia e lui onestamente non ne faceva parte.

Poco distante dal gruppo di teste rosse vide Andromeda e, ancora più dietro, Remus con in braccio Teddy.

Preferì avvicinarsi a sua cugina. La donna fissava la bara con sguardo vacuo, gli occhi rossi e i capelli a malapena pettinati.

"Dromeda?" la chiamò sfiorandole una spalla.

"Siri" sussurrò abbracciandolo stretto. Dopo una manciata di secondi si allontanò leggermente, gli occhi di nuovo sulla bara in cui era sua figlia, ma Sirius le tenne un braccio attorno alle spalle "Sembra che ormai il mio destino sia piangere la mia famiglia" mugugnò con voce umida.

"Hai perso più di altri, ma hai ancora Remus e Teddy" disse lasciandole un bacio sulla fronte e la donna annuì nell'abbraccio. Si allontanò di mezzo passo per guardarlo in faccia e non si prese la briga di asciugarsi le lacrime.

"Tu ci sarai?" si sentì chiedere.

"Io?"

"Siri, tu fai parte di quel poco di famiglia che mi è rimasta e non ho intenzione di perderne più un solo pezzo, intesi?" gli disse con la voce rotta, ma così insistente che Sirius non poté far altro che annuire.

Notò che alcuni dei ragazzi si erano riuniti e stavano chiaramente aspettando lui per tornare a Grimmauld Place.

"Devo andare, ho i trovatelli che mi aspettano" spiegò alla donna che lo guardò corrucciando le sopracciglia.

"I trovatelli?"

"Sono i ragazzi che non avevano dove andare dopo la battaglia. Li ho portati a Grimmauld Place, saranno lì ancora per qualche giorno, se vuoi passare, quell'antro è sempre lì"

"Ora come ora non credo di sentirmela" disse guardandosi attorno e posando lo sguardo su suo genero.

"L'invito è sempre aperto" le propose Sirius mentre già si stava allontanando, ma Andromeda lo afferrò per una mano.

"Siri, prima di andare, prova a parlargli. É molto provato..." e la frase finì in un miagolio. Si vergognò di ammettere che era quello che stava evitando.

"Mi ha incolpato della sua morte, non so quanto potrei fare"

"Provaci. Sei l'unico che potrebbe.... Io e lui non abbiamo un gran rapporto" l'animagus si era fatto un'idea del loro rapporto nel breve periodo in cui era stato ospite di sua cugina, ma non sapeva quanto sarebbe riuscito ad aiutare Remus, soprattutto se lui non era dell'avviso.

"Si, ma non oggi. Ci vediamo presto, va bene?"

"Ci conto"

Lanciò un ultimo sguardo a Remus che stringeva il bambino in braccio guardandolo intensamente. Quanto avrà avuto? Un mese e mezzo? Due? Ed era già orfano di madre.

Sperava solo che Remus riuscisse a mettere da parte l'orgoglio e l'odio che provava verso di lui e gli permettesse di aiutarlo. Magari un po' alla volta. L'ultima cosa che avrebbe voluto sarebbe stata lasciarlo da solo.


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Mi è stato consigliato di aggiornare più spesso e con pezzi più piccoli.

Quindi proviamo e vediamo se cambia qualcosa!

Ci vediamo molto presto!

MI farebbe davvero piacere sapete cosa ne pensate

The Cactus Incident


Portraits of the Past   II Wolfstar IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora