08 III

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Era una serata tranquilla, in cui mangiavano pizza tutti insieme nel salotto e bevevano burrobirra. C'era anche Ginny Weasley e a Sirius faceva male guardarla con Harry; se li intravedeva con la coda dell'occhio diventavano James e Lily, quindi provava a non guardarli affatto.

Fu distratto dall'improvviso grido di "Se vuoi gli orecchini non è un problema!" di Parvati che era lì con la sorella gemella Padma. Entrambe avevano parecchi piercing alle orecchie e l'orecchino al naso e stavano provando a convincere Lelya a fare i buchi alle orecchie.

Sirius aveva un debole per Lelya. Era quella nella situazione peggiore fra i suoi trovatelli e l'animagus aveva sempre avuto un debole per quelli messi peggio. Prendi Remus. Era piuttosto sicuro che ormai fosse condizionato.

"I miei genitori non me lo hanno mai permesso" ammise la ragazza torcendosi le mani.

"Motivo in più per farlo" non riuscì a trattenersi Sirius. Con un Accio chiamò a sé un portagioie, ovviamente decorato con serpenti, che era appartenuto a sua madre. Era fra le poche cianfrusaglie della megera che non avevano provato ad uccidere nessuno. L'aveva trovato nella cassaforte (il codice era la costellazione del Leone, la cui stella più brillante era Regulus, ovviamente), al sicuro da Mundungus, e aveva pensato che sarebbe potuto interessare a qualcuna delle ragazze.

Il suo momento era chiaramente arrivato.

"Sicuramente ci sarà qualcosa qua dentro" disse allungandole la scatola e le gemelle iniziarono a cercare. Trovarono un paio di orecchini e Sirius sentì Padma parlare di "punto-luce" e "acquamarina che ti starebbe benissimo", ma Lelya ancora non sembrava convinta.

Sirius fece segno a Parvati di passargli la scatola e dopo aver cercato un po' tirò fuori un paio di piccoli cerchi senza nessun tipo di decorazione.

"Vado prima io?" chiese a Lelya che in risposta alzò le sopracciglia.

"Davvero?"

"Un tempo li avevo, ma poi si sono richiusi, sai com'è, Azkaban" disse scherzandoci su, mentre i ragazzi lo guardavano tristi "Anche mia madre s'incazzò quando li feci" disse aprendosi in un sorriso che riuscì a contagiare la ragazza e le gemelle Patil si misero all'opera.

Una manciata di minuti dopo i due avevano gli orecchini. Anche Ginny e Luna si erano fatte fare altri buchi alle orecchie e Sirius notò che per sfoggiare i suoi orecchini, Lelya nascondeva meno il viso dietro i capelli, mostrando anche le cicatrici.

Le allungò la scatola.

"Me ne bastano due" disse lei tranquilla.

"È un regalo. Con me un portagioie del genere finirebbe pieno di bulloni, di ingredienti per le pozioni oppure direttamente nell'immondizia. Tu sicuramente lo apprezzerai di più"

Dopo un po' Sirius aveva lasciato i ragazzi da soli a fare qualsiasi cosa facessero i ragazzi di quell'età e se n'era andato in biblioteca. Era piuttosto tardi e alcuni di loro erano andati via, altri si erano ritirati nelle proprie stanze, ma un piccolo gruppo resisteva nel salotto con l'imbarazzante musica pop a un volume appena più basso.

Per distrarsi dai suoi progetti con Remus, si era finalmente dato il tempo di cercare la runa che svettava sul suo petto da quando era Non-Più-Morto.

L'aveva trovata, in un volume in latino di Rune Antiche dal titolo impronunciabile.

La runa principale del suo tatuaggio era Gebo, la runa del dono, che effettivamente aveva senso, veniva utilizzata anche negli antichi riti matrimoniali, un dono che richiede un dono.

Ma il libro portava anche un'altra dicitura per descriverla: 'Per ogni dono una maledizione'.

Dove aveva già sentito quella frase?

Portraits of the Past   II Wolfstar IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora