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La mattina dopo essersi svegliato, si era costretto a lasciare Remus che dormiva pacificamente ed era tornato in camera sua per poi sedersi ai piedi del letto dove il piccolo branco mal assortito dormiva. Fare una rampa di scale gli aveva fatto venire il fiatone, per la miseria, sperava solo di riprendersi subito, altrimenti l'espressione saccente di Remus sarebbe stato intollerabile. Non gli avrebbe mai detto "te l'avevo detto", ma glielo avrebbe letto nelle sopracciglia, il ché forse era anche peggio.

Sbuffò, già stanco ed Ethan si svegliò e gli saltò al collo, preoccupato.

Le ragazze si erano svegliate poco dopo per via delle sue risate visto che il bambino continuava a fargli il solletico provando ad abbracciarlo stretto mentre nascondeva il viso nel suo collo.

Con parecchie carezze alla testolina nera era riuscito a calmare Ethan che si era seduto sulle sue gambe, smettendo di provare ad arrampicarsi su di lui e osservandolo con grossi occhioni scuri e preoccupati.

"Mi dispiace averti lasciato solo, cucciolo" si scusò e il bambino scosse la testa.

"Sono abituato ad essere solo, avevo paura per te" gli rispose, stringendo il suo cuore in una morsa dolorosa.

Sirius guardò le facce spaventate delle ragazze e sospirò.

"Prima che diciate qualsiasi cosa, fatemi parlare. Non vi metterei mai volontariamente in pericolo, quello che è successo l'altra notte è stato un errore gravissimo da parte mia, ma non vi farei mai niente di simile sapendolo. Volevo solo aiutarvi e invece ho rischiato di farvi ammazzare"

Lavanda lo abbracciò, iniziando a piangere.

"Ho temuto di averti fatto secco" disse in un mugugno e l'uomo sorrise.

"Oh Lav, ci vuole ben più di voi due per farmi secco"

"Ci siamo andate vicino però" disse Lelya che si tormentava la cicatrice sul labbro a disagio.

"Non so se riuscirete a scusarmi, ma non riesco nemmeno a spiegarvi quanto mi dispiace"

Lelya annuì e dopo un po' si avvicinò, poggiando la testa sopra la sua spalla e Sirius l'avvolse nell'abbraccio.

"Per il momento mettiamo una pausa agli esperimenti, okay? Basterà stare ognuna in una stanza diversa"
"Una stanza rinforzata" aggiunse Lavanda.

"Niente più muri divisori. Promesso" disse lasciando un bacio sulla testa più vicina, probabilmente Lelya.

"Adesso andiamo a fare colazione, avete già saltato abbastanza lezioni"

Chi sembrava meno intenzionato a tornare a scuola però, fu Remus che continuava a temporeggiare e perdere tempo con altre cose fino a quando Sirius non s'innervosì.

"Non ti fidi a lasciare Teddy qui? È questo il problema?" disse piccato e Remus fece cadere le spalle.

"No, non riesco a lasciare te qui"

Sirius ci restò di sasso. Avevano passato l'ultimo mese quasi ad evitarsi e adesso che aveva avuto un piccolo incidente, Remus faceva il pensieroso?

"Neanche ti sto a spiegare cosa i miei istinti mi suggeriscono di fare" aggiunse il licantropo e l'animagus non riuscì a non sorridere.

Sirius moriva dalla voglia di saperlo, ma era piuttosto sicuro di non essere in grado di tollerare molto, al momento. Restare in piedi era già abbastanza sfiancante.

Decise allora di prenderli la mano e tirarlo verso la biblioteca, gli mise in mantello da insegnate attorno alle spalle e gli allungò la valigetta. Il licantropo stava per iniziare a sbuffare, ma lui gli mise le braccia attorno al collo e strofinò il naso contro il suo. Remus avvolse le mani attorno alla sua vita e Sirius sentì le dita giocare con il bordo della sua maglietta, sfiorando la pelle con un indice, fin troppo delicatamente.

Portraits of the Past   II Wolfstar IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora