05 III

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Grimmauld Place era un po' un porto di mare, pieno di ragazzi che la utilizzavano come collegamento diretto fra Londra e Hogwarts, ma Sirius li notava solo in maniera astratta visto che passava la maggior parte del tempo in giro a fare raid dell'Ordine. Avevano perso diversi membri e molti di quelli rimasti stavano piangendo i propri cari; essendo lui sufficientemente libero emotivamente e da qualsiasi impegno, stava provando a contribuire quanto più possibile.

Spesso passava tutta la giornata fuori, tornava solo la sera e di solito trovava un piatto lasciatogli da parte da qualcuno, che divorava senza particolare attenzione, per poi crollare sul letto.

Quando invece un giorno riuscì ad avere un pomeriggio libero, restò piuttosto sorpreso dalla quantità di gente che sembrava vivere lì, ma soprattutto fu sorpreso dalla casa. La casa non era più agghiacciante.

Grimmauld Place era una casa intrisa di magia, una casa che assorbiva i residui magici di chi la abitava e quando ad abitarla c'erano dei ragazzi volenterosi di tornare a una vita normale, la casa aveva iniziato ad assorbire qualcosa di buono.

Forse aveva già cominciato quando era stata la base dell'Ordine, ma all'epoca Sirius era talmente preso dai propri demoni da non rendersene nemmeno conto. Passando per le scale non si guardava più alle spalle aspettandosi qualche maledizione fra capo e collo e sì, bisognava ancora fare il giro largo sul pianerottolo infestato dall'orologio a pendolo con le zanne, ma qualcuno aveva fissato la balaustra traballante a cui adesso era possibile aggrapparsi senza rischiare di finire di sotto.

Le finestre erano sempre aperte, c'erano sempre musica e chiacchiericcio di sottofondo, qualcuno che cantava sotto la doccia e qualcosa che sobolliva in cucina.

Grimmauld Place iniziava a sembrare una casa e non più un mausoleo. Sirius era esterrefatto.

Continuava però ad esserci una nota dolente che non riusciva a mandar giù e fu per questo che nel momento in cui ebbe un po' di tempo libero, chiamò Elvire Bragnam, la pittrice.

"Ho bisogno di un consiglio" esordì l'animagus "e tu sei la mia ultima possibilità. Conosci un modo per staccarla da lì?" le chiese mostrandole il dipinto di sua madre che per risposta iniziò a gridare e insultarli. "Ho provato tutti gli incantesimi conosciuti, ho provato ad incenerirla, farla esplodere, smaterializzarla e anche fulminarla, ma non funziona niente" spiegò mentre la donna iniziava a tracciare degli incantesimi diagnostici simili a quelli utilizzati dai guaritori, ignorando il ritratto che continuava a ingiuriarla.

"Okay, ho due buone notizie:" decretò una volta finito "non è legata alla casa, è solo legata al muro e quella dietro di lei è una semplice intercapedine di legno" disse bussando sul muro che risuonò vuoto.

"Okay, quindi?"

"Quindi sto per proporti una soluzione molto babbana" disse con un sorriso leggermente psicopatico.

"El, sono pronto ad abbattere questo muro pur di toglierla da lì"

"Adesso?" gli chiese lei scrollando le spalle.

"Sei disponibile?"

"A un po' di sana distruzione? Sempre. Torno subito, devo prendere una cosa in macchina"

Quanto gli piacevano i nati babbani.

Elvire era una ex Corvonero di un paio di anni più piccola rispetto a lui. Si erano conosciuti quando, per punizione per aver quasi fatto ammazzare Piton da Moony, Silente lo aveva obbligato a fare da tutor in Trasfigurazione a chiunque ne avesse avuto bisogno.

All'epoca la donna disegnava su normalissima carta, ma era sempre stata molto brava e Sirius le aveva procurato anche un paio di libri sui ritratti magici, rubati dalla zona proibita della biblioteca che lui e i Malandrini conoscevano anche meglio di Madama Pince. In cambio, lei gli aveva fatto avere uno skateboard, gli fu sequestrato prima ancora che riuscisse ad imparare a sterzare efficacemente, ma erano stati dieci giorni di bellissime corse nei lunghissimi corridoi di Hogwarts.

Portraits of the Past   II Wolfstar IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora