ROVINARSI CON LE PROPRIE MANI

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-mi fa male la testa-
Venezia ridacchiò e mi porse un bicchiere pieno di non so cosa.
-e così Marco ha scoperto del mostriciattolo-
Si portò una mano alla bocca e rise ancora più forte osservando la mia smorfia
-sei venuta a casa mia per consolarti dalla mancanza della prole?-
-smettila ti prego- sussurrai.
Vuotai il bicchiere e per la prima volta dopo secoli compresi il significato della parola preoccupazione.
-dov'è Serena- chiesi, l'idea di poterla incontrare non mi allettava.
-in camera sua- rispose distrattamente mentre versava ulteriore liquido nel mio bicchiere.
-cazzo-
Mi pentí di aver accettato l'invito di Venezia prima di subito e soprattutto mi pentí di essermi fidata quando al telefono le chiesi se sua sorella fosse presente e lei rispose di no.

-morivi dalla voglia di vederla? -
La guardai male e lei rise ancora di più. -tranquilla non credo uscirà tanto presto è in camera con la sua nuova fiamma-
Si fermò ad osservare la mia reazione e quando le scoppiai a ridere in faccia annuì divertita.
-non glielo dire, crede che questa volta funzionerà-
Si portò l'indice alla bocca e mi mimó di fare silenzio.
Il cigolio di una porta la interruppe e il rumore di passi andò a mischiarsi al ridacchiare della mia compagna di bevuta.

Venezia mi poggiò una mano sulla spalla e alzò il bicchiere per fare un brindisi.
-A Serena, che finalmente a trovato l'amore-
Feci scontrare il mio bicchiere con il suo e ridacchiai.
Qualcuno si fermò alle nostre spalle, Venezia non si girò, ma io lo feci.
-sono le tre del pomeriggio-
Serena aveva gli occhi stretti a due fessure e mi osservava tenendo stretta la mano della ragazza.
-siete già ubriache-
-non siamo ubriache, io sono ubriaca, Nefertiti regge l'alcol- le rispose Venezia.

La cosa che Venezia preferiva fare soprattutto durante una conversazione era irritare il suo interlocutore e se questo interlocutore era sua sorella si scatenava per fare tutto ciò che sapeva la irritasse.
Decisamente un comportamento infantile, tuttavia la capivo.
Credo che poi lo schiaffo dell'ultima volta non l'avessero particolarmente digerito.
Venezia non era un tenero agnellino e di sicuro nemmeno Serena, anzi tra le due forse quella che bisognava temere era proprio lei...
Serena ti rifilava coltellate alle spalle, Venezia invece non riusciva a fare le cose di nascosto, ti metteva al corrente dei suoi piani e te li perseguiva davanti agli occhi.

Non le importava se ci rimanevi male, faceva solo ciò che voleva.

-ciao, il mio nome è Nefertiti-
Porsi la mano alla ragazza e lei passò lo sguardo da Serena a me incerta sul da farsi.
La osservai bene e mi trattenni dal non scoppiarle a ridere in faccia.

Serena stava diventando sempre più ridicola...

-non ti morde zuccherino- disse Venezia girandosi nella nostra direzione con l'ennesimo bicchiere in mano, anche lei fissò la ragazza.

Non si impegnava proprio per nascondere ciò che pensava...

-mi ricordi proprio qualcuno, ma non mi viene in mente chi- esclamò Venezia.

Era chiaro a chi si riferisse...

La ragazza strinse la mia mano e sorrise.
-mi chiamo Chiara-
Mi presi un'ulteriore minuto per osservarla.
Capelli lunghi e biondi, occhi azzurri, una spruzzata di lentiggini e soprattutto vestita come una bomboniera.
-ottima scelta Serena- dissi sorridendo in falsetto.
-trovi, le ho detto la stessa cosa- sussurrò Venezia prendendo un altro sorso di quella robba.

"Patetica, identica a Maria."

-grazie- sibilò acida Serena.
Era chiaro avesse compreso cosa stavamo pensando e la cosa che mi infastidiva era che non faceva nulla per nascondere l'ovvietà.
Chiara sorrise era chiaramente in imbarazzo.
-quindi tu sei la sua ex?- chiese.

La guardai interrogativa.

-mi ha detto che la sua ex si chiamava Nefertiti- spiegò subito dopo con un sorrisetto imbarazzato sulle labbra.
Chiara si fece rossa in viso e abbassò gli occhi sulle sue mani che stringevano la borsetta.
-oh no tesoro, la nostra non era una storia- le dissi.
Guardai Serena e lessi l'ira nei suoi occhi.
-oh, io credevo che voi due...- iniziò la ragazza.
-non dire altro- mi mimò con le labbra Serena.

Venezia poggiò la testa sulla mia spalla, credo fosse completamente ubriaca oramai.
Portó di nuovo il bicchiere alla bocca ma lo ripogió sul bancone della cucina constatando fosse vuoto.

-vedi, diciamo che siamo state insieme il tempo per capire che lei preferiva le bionde- sorrisi -soprattutto quelle che assomigliano ad una sua cara amica-
-Nefertiti-
Sentí gli occhi di Serena bruciare sulla mia pelle e compresi di aver appena distrutto la sua asticella di sopportazione.
-si chiama Maria la sua bionda preferita, ha appena dato alla luce la figlia di mio fratello-
Sorrisi raggiante e osservai il tenero agnellino spegnere il suo splendido sorriso e trasformarlo in una smorfia di delusione.

Adoro quando si disperano.

-una splendida bambina oserei dire, pensa è la figlia del mio defunto ragazzo- aggiunse Venezia sorridendo.

-smettetela- ci ammonì.
-ma perché! State insieme, è giusto sappia- esclamai.
-credo tu ti stia sbagliando-
Le nocche della ragazza erano diventate bianche a forza di stringere il tessuto della borsetta e forse si stava anche per mettere a piangere.
-andiamo ti accompagno a casa-
Serena le mise una mano dietro la schiena come ad incoraggiarla a procedere.

-sbagliando?-
La osservai accigliata e lei si fece ancora più piccola.
-zuccherino non pensare che mia sorella sia una santa- intervenne Venezia.
-é vero che ci conosciamo da poco, ma lei è fantastica come- sussurrò la ragazza.

Ridacchiai.

-mi stai prendendo in giro?- chiese.
-senti Chiara- iniziò Venezia -non sai molte cose-
La vidi alzarsi dallo sgabello e prendere altri due bicchieri.
-é proprio ora di andare-
Serena prese la mano della sua ragazza e fece per trascinarla via.
Chiara la fulminò con lo sguardo e andò a prendere il bicchiere che Venezia le stava porgendo.

Mi concessi un istante per osservare gli occhi della ragazza che avevo amato e li trovai disperati...maledizione!

-adesso basta Venezia-
Intercettai il bicchiere e lo rimisi sul tavolo.
-cosa vuoi, non è mica minorenne!-
-lasciagliela sbrigare tra di loro- sussurrai. Non mi andava proprio di dover affrontare le conseguenze di una discussione di quella portata.

Serena era a dir poco furiosa.

-se vuoi sapere qualcosa chiedilo a Serena, è lei che deve raccontarti molte cose non noi- dissi.
-stai scherzando?- chiese la ragazza.
-no, ci siamo impicciate fin troppo- le risposi.

Il mio cellulare squillò proprio nel momento in cui Serena stava per inveirmi contro.
Il nome di Maria apparve sullo sfondo.

-Tò, la tua principessa- dissi mostrando lo schermo a Serena.

-come posso esserti utile?-
-Nefertiti. Marco e Toth si sono addormentati in soggiorno-
-ho capito, vengo a prendere neko-kun -
-pensavo che magari Toth potrebbe rimanere qui tutto il pomeriggio e anche la sera, io e Marco lo possiamo portare al parco, a prendere un gelato...
Avevo in mente di uscire con Alessia e...-
-vengo a prendere Toth- risposi lapidaria.
Terminati la chiamata e feci un cenno di saluto a Serena e Chiara.

-si è stufata di tenerti la prole?- chiese Venezia.
-no voleva giocare alla famiglia felice includendo neko-kun -
Venezia mi guardò con un ghigno dipinto sul volto e alzò il bicchiere nella mia direzione in cenno di saluto.

-Nefertiti-
La voce di Chiara mi colse nel momento in cui stavo per uscire da quella casa.
-voglio continuare questo discorso- continuò
-quando vuoi-
Le feci l'occhiolino e salutai con un cenno del capo Serena che voltò la testa di lato.

Tutto ciò era incredibilmente stressante, avevo bisogno di andare a riprendere mio figlio.
Anzi, avevo deciso, lo avrei portato a mangiare la pizza e poi...

Ero una pessima madre, riparare con una pizza quasi quattro anni di presenza sporadiche...

Vita ordinaria di una ragazza senza nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora