Marco era seduto davanti al mio letto, aveva le braccia incrociate e il viso severo.
-come stai?- mi chiese.
Ero ancora intontita, sentivo una strana sensazione di formicolio in tutto il corpo e nonostante i medici dicessero che potevo ricevere visite io non ero proprio dell'umore.
Averlo davanti mi provocava un senso di sconfitta che non sapevo descrivere.-bene- risposi secca.
Marco annuì poi guardò l'orologio al polso e si schiarì la gola.
-cosa ci fai qui?- chiesi puntandogli gli occhi addosso.
-ho pensato potesse farti piacere...-
Si interruppe quando lo fulminai con un'occhiataccia.
-credevo avessi portato qui Toth- dissi ignorando totalmente la sua cortesia.Non avevo bisogno di lui, avevo bisogno di mio figlio.
-no, è all'asilo- mi rispose.
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.
-io volevo parlare-
Iniziò poi con una voce titubante come temendo qualsiasi mia reazione.
-bene, di cosa?-
-credo di essere stato duro nei tuoi confronti-
Sospirai pesantemente e mi portai la mano davanti al viso.
-se stai cercando di ripulirti la coscienza- iniziai -non credo di poterti fornire supporto-
-sempre così testarda-
-no, semplicemente odio quando qualcuno ti mette in condizione di riconoscere i tuoi sbagli e tu vuoi avere la coscienza pulita-Sorrisi.
-va bene lo ammetto, non sono qui di mia volontà-
Alzò gli occhi al cielo e la sua espressione cambiò.Ero stata così cieca in passato, eravamo così marci...
-allora cosa vuoi?-
-voglio l'affidamento esclusivo di Toth, non sei in condizione di provvedere a lui-
Ridacchiai tanto da dovermi portare la mano davanti alla bocca.
-Divertente. Puoi anche scordartelo!-
-non puoi offrirgli nulla, stai per morire- mi fece notare.
-se credi che lasci mio figlio nelle mani di uno come te e soprattutto che lo lasci a quella donna ti sbagli di grosso, piuttosto lo faccio crescere a mia madre. Mio figlio in casa di un mostro non ci vivrà-
-senti da che pulpito-
-sai Marco, non si dovrebbe mai dire ad una persona di amarla quando non si sa nemmeno cosa sia l'amore. Più ti guardo in faccia più provo pena per te.-Marco alzò gli occhi al cielo.
-credo che le tue parole valgano anche a ruoli invertiti, ti ricordo che ti sei divertita parecchio a giocare con me, adesso che le cose ti si stanno ritorcendo contro stai facendo di nuovo la vittima-
-smettila ti prego, non ci siamo mai amati, ci siamo usati a vicenda, con la differenza che tu hai iniziato per primo, io ti ho solo restituito il favore.
Magari abbiamo sbagliato entrambi, ma ricordati che odiarti per ciò che mi hai fatto è più che lecito. Tu non hai idea di cosa provassi ogni volta che mi abbracciavi, era come se i ricordi di quella sera riaffiorassero-
-ero ubriaco- si giustificò.
-riduciamo sempre tutto al tuo problemino con l'alcol, lo sapevi benissimo cosa stavi facendo, era proprio la tua intenzione.
Non mi hai mai vista davvero, mi ascoltavi parlare e ti bevevi le mie menzogne al solo scopo di lasciarti avvolgere in qualcosa di tossico che potesse discolparti dal passato atroce che ti trascinavi dietro.
Per colpa tua sto perdendo tutto quello che desideravo, mi è rimasto un piccolo appiglio in questi pochi mesi e tu vuoi privarmene per l'odio che nutri verso di me.-Lo vidi interdetto, come se stesse cercando dentro di sé un appiglio per rispondermi, abbassò lo sguardo sulle sue mani e tolse l'anello che portava all'anulare per poi giocarci freneticamente mentre lo teneva sul palmo della mano.
-avanti- lo incalzai -parla-
Sapevo che voleva dire qualcosa.-sono stanco-
Lo osservai allibita.-sono stanco di questa situazione, di te, di noi, dell'avere te sempre tra i piedi, mi hai rovinato la vita cazzo!-
Strinze la fede nel pugno e poi alzò gli occhi fissandomi.
-ovunque io guardi, ovunque io mi muova, chiunque io senta ripete il tuo nome. Ti innalza a idolo, ti vede come la donna forte che non sei e non sarai mai-
Una strana sensazione mi si diffuse nel petto.
-non ti conoscono eppure ti amano, non ti conoscono eppure giudicano gli altri come degli stronzi perché ti fanno soffrire. Tu povera piccola e ingenua, ma nessuno di loro ha idea del mostro che si nasconde sotto quel viso d'angelo-
-mi odi così tanto?- chiesi.
-la prima volta che ti vidi Alessio mi disse tutto di te. Io ti osservai da lontano e ti odiai dal primo istante.
Eri dannatamente bella nonostante quel carattere del cavolo che ti trascini ancora adesso. Ricordo che indossavi uno stupido vestito nero che sbatteva terribilmente con la tua pelle lattea e ricordo perfettamente i tuoi lunghi capelli neri legati in una coda alta, le unghie dipinte di rosso e gli occhi color ghiaccio affilati e penetranti che mi hanno sconvolto appena hanno incrociato i miei-Ebbe un sussulto impercettibile.
-ricordo la scollatura vertiginosa del tuo stupido vestito nero e la collana che scendeva lungo la scollatura e proprio lì ricordo quella cicatrice, di cui sembrava non importarti nulla, che ti tagliava a metà il petto. Ricordo che mi hai guardato male e poi mi hai sorriso e io mi sono sentito come se mi stessi prendendo in giro-
Lo osservai in silenzio, si portò le mani al volto e percepì tutta la rabbia che stava reprimendo.
-adesso tu egoista del cazzo stai morendo, anzi tu non hai fatto nulla per impedirlo e vuoi che nostro figlio partecipi allo spettacolo. Vuoi ancorarti a lui come non hai mai fatto prima in modo che soffra ancora di più quando sarai seppellita tre metri sotto terra.
Vuoi che pianga ogni volta che vedrà una tua foto e che chieda ogni notte di te piangendo perché lo hai abbandonato-Mi morsi il labbro.
-ti odio Nefertiti, ti odio da morire-
-vuoi privarmi di mio figlio solo per questo?- chiesi.
-solo per questo?-
Lo vidi avere un attimo di confusione.
-ho perso mio fratello e il mio migliore amico nel giro di pochi anni, adesso sto perdendo la madre di mio figlio. Il mio più grande fallimento si sta lasciando andare trascinando dietro ogni briciolo di normalità che potevo aver costruito e lasciando indietro solo il male che ho fatto-
-non fare il tragico- ridacchiai -tra due mesi quando sarò morta mi vedrai come una pallida ombra del tuo passato-
- é questo il tuo problema. Sogno ogni notte il male che ti ho fatto, mi giustifico con un "se lo meritava" eppure ogni notte mi faccio schifo...e tu...tu non fai altro che crogiolarsi nel passato e seppellire ogni buona prospettiva. Non posso e non voglio che mio figlio sia influenzato da te-
Si alzò di scatto e si incamminò verso la porta per poi sbatterla con forza.Presi la bottiglietta sul comodino e le pillole contenute nella scatolina rosa che mi aveva lasciato l'infermiera.
Aprì la scatolina e estrassi le pillole.
Una volta aperta la bottiglietta presi le pillole e deglutì, mi lasciai andare sul cuscino e chiusi gli occhi.Stava diventando tutto troppo difficile, era cose se qualcuno stesse intricando i fili della mia vita stringendoli in modi sempre più stretti in modo che nessuno potesse più districarli.
Riuscivo solo a chiedermi quando potessi avere un attimo di respiro e finalmente aprire gli occhi verso un orizzonte più chiaro.
Come doveva essere una vita senza problemi non mi era dato saperlo evidentemente, quanta miseria!-sai Alessio in momenti come questi vorrei averti qui accanto e sapere cosa ne pensi di tutto questo- sussurrai.
-sicura di volerlo sapere?-Mi rizzai a sedere, guardai in ogni angolo della stanza percorrendo il muro bianco con gli occhi e mi fermai sul lato destro del mio letto.
-mh, abbastanza deprimente non trovi?-
-abbastanza-
-tu con le medicine hai decisamente qualche problema-
-cosa?-
-beh stare peggio mano a mano che le cure avanzano non é da tutti-Stavo avendo le allucinazioni?
Percepì il tocco di mio fratello sulle mie spalle che dolcemente mi adagiata di nuovo sul letto.
Sentivo il tocco delle sue labbra sulla fronte e poi un silenzio che faceva male."Ci vediamo tra qualche settimana Nefertiti, ti voglio bene..."
Capisco, stavo morendo...
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Vita ordinaria di una ragazza senza nome
Romansa(In rivisione nonostante la storia non sia conclusa) -bacia pure me...- Vita, segreti e bugie di un'umile ragazza che non ha nulla da raccontare. - - - La vita non é mai perfetta, non bisogna mai abbassare la guardia dinanzi a lei, tutto ciò che ci...