capitolo 11

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pov Bryce 

Cosa mi stava prendendo? Mi trovavo al bar del locale con l'alfa che più odio al mondo… O almeno credevo di odiarlo fino a qualche giorno fa. Ebbene sì, mi sono preso una cotta per quel coglione di un tulipano. Come ho fatto a capirlo? Beh semplice: mi ritrovo spesso a pensare a lui e durante il calore e appeno lo faccio inizio a gemere come una ragazzina. Sono fottuto. Ma quella notte volevo lasciarmi andare, ero stufo di trattenermi. 

-Hurley! Due shot di roba pesante grazie!- disse il rosso al barista. 

-allora, come mai vuoi lasciarti andare così all'improvviso? È il calore?-

-non farmi dire cose di cui potrei pentirmi, grazie. Comunque sì, è per il calore. È da 8 anni che mi trattengo dal darmi e ricevere piacere, ma ora ho quasi 20 anni, voglio provare nuove sensazioni ed emozioni- spiegai sventolandomi alzando la felpa per il caldo. 

-quindi sei un piccoletto verginello?- chiese ghignando. 

-e tu sei un bastardo puttaniere? Caro il mio tulipano, sarò anche brillo e in preda al calore, ma so ancora tenerti testa-. 

Sapete cosa successe esattamente due shot dopo? Io e il tulipano su un divano: io a cavalcioni su di lui e le sue mani che mi stringevano il sedere mentre ci baciavamo esplorando la bocca dell'altro con la lingua. Ci staccavamo solo per prendere fiato e l'eccitazione era alle stelle. 

-non ti porterò a letto, sappilo- disse ad un certo punto. Alzai un sopracciglio guardandolo. 

-come mai? Non credo sia così difficile farlo, soprattutto in pieno calore- chiesi sistemandomi i capelli per distrarmi dalle fitte.

-perché voglio che tu sia lucido quando lo farò e che non siano gli ormoni a parlare- spiegò semplicemente dandomi un bacio a stampo. 

-provi interesse per me- affermai. 

-mhhh si. Diciamo che sei una preda interessante-. "Magari potrei diventare qualcosa in più di una semplice preda…" pensai accarezzandogli i capelli. 

-però dobbiamo fare qualcosa per queste due colline qui adesso- e indicò in mezzo alle nostre gambe. 

-avevo detto che ti avrei fatto passare la notte più bella della tua vita, giusto? Bene, andiamo a casa tua- dissi baciandogli il collo. Lui si alzò di scatto tenendomi per le natiche per non farmi cadere. Poi mi poggiò a terra e mi condusse fino da Hurley. 

-amico mi serve la mia moto- disse. Aveva una moto? Quel tulipano mi piaceva sempre di più. 

-è parcheggiata qua davanti, tieni- e gli lanciò le chiavi. Uscimmo dal locale e prima di salire sulla moto scrissi a Jordan che sarei andato a casa di Claude. 

Il tulipano andava a tutto gas lungo la strada e io mi stavo tenendo forte a lui per non cadere. Era una sensazione magnifica. Il vento in faccia, la felpa che si alza, la velocità… E tenersi stretto all'alfa che vorresti come compagno di vita. 





pov Jordan 

Non stavo capendo niente. Le luci, la musica, l'alcool. Ero scosso da un'energia e un'eccitazione che non avevo mai provato prima. 

-Jordan calmati- disse Xavier davanti a me. Poi mi prese per i fianchi e fece cozzare il suo bacino contro la parte inferiore della mia pancia (è più alto di me di almeno 5 cm). Sentii il suo rigonfiamento contro il mio corpo e lo guardai imbarazzato. 

-capito perché devi calmarti?- domandò. 

-s-scusa, non me n'ero reso conto- gli risposi cercando di fare un sorriso, ma a giudicare dalla faccia che fece credo che mi uscì una faccia da emerito ebete. Era così attraente quel ragazzo. Mi posò un pollice sulle labbra e io le schiusi leggermente in automatico. Volevo che mi baciasse. Ma non volevo lasciarmi andare così facilmente. Ad un certo punto Xavier iniziò ad avvicinarsi con il viso. Non sapevo che fare!

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