capitolo 18

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pov Jordan

Non farlo...non farlo...non farlo...

Stavo respirando affannosamente e mi reggevo tremante al lavandino. Fissavo con occhi sgranati il mio riflesso allo specchio. Avevo le sopracciglia spaccate, idem per le labbra per tutte le volte che mi sbatterono la faccia a terra. Un occhio era nero per il pugno ricevuto e sul collo avevo ancora i lividi della presa salda dell'alfa. Le guance sfregiate dai tagli fatti ieri. Tirai un pugno allo specchio urlando, ma facendo così mi spaccai le nocche oltre allo specchio.

-basta...BASTA USCITE DALLA MIA TESTA BASTA!!!- urlai prendendo a pugni il muro. Vedevo le facce della banda ovunque. Sentii la porta aprirsi bruscamente e qualcuno abbracciarmi.

-Jordan ehi loro non ci sono. Sei a casa tua non ti possono toccare- disse qualcuno, ma non riuscivo a capire chi fosse.

-NON È VERO NON È VERO!!! LORO SONO QUI MI PRENDERANNO!!!-

-Jordan, ascolta la mia voce-. Era una voce diversa. Iniziò a cantare una canzone che mi fa stare sempre bene: Superhero di Hayd. Dopo qualche strofa mi calmai e capii che quello che mi stava abbracciando era Xavier e colui che cantava era Bryce. Claude guardava la scena appoggiato alla porta. Aveva una faccia tra la confusione per il risveglio brusco e il meravigliato per la voce dell'albino.

-s-scusate...vi ho svegliati...- mi scusai tirando su col naso. Il rosso mi diede un bacio sulla testa.

-non ti devi scusare, non fa niente- disse inaspettatamente Claude. Sorrisi lievemente. Bryce mi abbracciò facendomi nascondere il viso tra la sua spalla e il collo.

-Bryce...mi-mi fai i biscotti?-. Lo sentii ridacchiare per poi annuire. Andammo tutti in cucina e notai l'ora sul microonde: le 4 del mattino. Presi lo sgabello per prendere gli ingredienti che stavano negli sportelli in alto ma l'albino mi fermò.

-hai le nocche spaccate, col cazzo che ti faccio impastare- mi sgridò. Misi su il broncio.

-vieni, andiamo a fasciartele- disse Xavier trascinandomi nuovamente in bagno.

-vanno un po' meglio?- domandò l'alfa finendo di fasciarmi le mani. Annuii lievemente. Mise apposto il materiale usato e poi mi baciò sulla fronte.

-ti voglio bene, te ne voglio davvero tanto-. Rimasi stupito dalla sua confessione. Sorrisi e lo strinsi forte a me per nascondere le lacrime agli occhi. Lui mi piaceva...mi piaceva tanto...

-te ne voglio tanto anch'io Xav, non sai quanto-

-MA SEI DEFICIENTE?? UNA COSA TI AVEVO DETTO DI FARE E TU L'HAI FATTA!!- sentimmo sbraitare dalla cucina Bryce.

-NON È COLPA MIA SE TI SPIEGHI COME LA MERDA- rispose, sempre urlando, Claude.

-NON È DIFFICILE DA CAPIRE LA FRASE "NON ACCENDERE IL FORNO-

-OH NO CARO MIO! TU HAI DETTO "NON ACCENDERE IL COSO LÌ". CI SONO 300 "COSI LÌ" IN QUESTA CASA CHE CAZZO PRETENDI-

-PRETENDO UN PO' DI INTELLIGENZA DA PARTE TUA-

-E IO PRETENDO UN PO' DI SILENZIO DA PARTE TUA-. Dopo questa frase non sentimmo più le urla. Andammo in cucina a vedere che cosa stessero combinando per lasciare tutto sto silenzio e li trovammo a baciarsi...o meglio, mangiarsi le bocche a vicenda.

-vi prego ditemi che vi metterete insieme-. Si staccarono di colpo ed esclamarono un "io con questo stronzo? Mai!" all'unisono. Inarcai un sopracciglio perplesso.

Alle 5 del mattino finalmente i biscotti furono pronti.

-mhhhhhhh che buono!!!- esclamai mangiando un biscotto. A Xavier andò di traverso il boccone per poi arrossire, ma non capii perché.

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