capitolo 20

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pov Jordan 

Suonai al citofono dello studio del mio psicologo. Dopo qualche secondo il portone scattò aprendosi. 

-e ora ci facciamo 3 bei piani a piedi…- mormorai iniziando a salire le scale. 

-salve Jordan- salutò cordiale lo psicologo facendomi entrare. 

-salve!- ricambiai salutando. Mi accomodai sulla poltrona grigia posta accanto la finestra e l'uomo si sedette su quella di fronte. 

-allora, Jordan, come stai?- chiese accendendo il tablet. Sentii gli occhi pizzicare. 

-sto bene! Va tutto alla grande!- mentii sorridendo in modo forzato. Lui mi guardò negli occhi e posò il tablet sul tavolino accanto. 

-Jordan lo sai che non serve a niente mentirmi-. Sentii il labbro inferiore iniziare a tremare e delle lacrime solcarmi le guance. Scoppiai a piangere nascondendo il viso fra le mani. 

-pe-pensavo che sarebbe a-andato tutto per il meglio- iniziai cercando di calmare i singhiozzi. 

-ma non sta andando così- dissi puntando il mio sguardo negli occhi del beta di fronte a me. 

-Xavier è sempre fuori per il lavoro e rientra a sera tardi. Bryce mi tratta come un bambino di 3 anni che va protetto da non so cosa e Claude ha sempre quello sguardo colmo di pietà nei miei confronti!! Come se non bastasse sto facendo di nuovo incubi terribili riguardo a ciò che è successo- spiegai rinunciando a fermare le lacrime. 

-prova a dire come ti senti- rispose lui. 

-digli che non sopporti essere trattato con delicatezza e come un bambino. Spiegagli che tu sai difenderti e che stai superando il tutto. Dimostragli che sei forte-

-o-okay…-

-cosa sogni?-

-rivedo tutto lo…quello…come se fossi uno spettatore esterno...ma gli incubi peggiori sono quelli dove sogno il mio piccolo Aitor che torna a casa da me piangendo dicendomi che l'hanno violentato…capisco che è lui soltanto perché mi chiama mamma altrimenti nei sogni lui non ha una faccia non avendolo mai visto- raccontai accarezzandomi la pancia. 

-Aitor è la cosa più preziosa che ho- aggiunsi sorridendo al pensiero che fra qualche mese avrò il mio bambino tra le braccia. Lo psicologo sorrise e scrisse qualcosa al tablet. 

-il fatto che il bambino non ti faccia pensare allo stupro è una cosa davvero positiva Jordan, sei molto forte da questo punto di vista-

-Aitor non c'entra nulla con lo stupro, lui è innocente- dissi fermo. 

-parlando di Xavier…siete fidanzati da mesi, giusto?-. Annuii. 

-ti ha chiesto di fare quel passo?- 

-n-no…lui mi ha detto che mi aspetterà e che sarò io a decidere quando- risposi sorridendo, ma persi poco dopo il sorriso. 

-è da qualche settimana che inizia a rientrare tardi da lavoro e ogni volta che gli chiedo il perché del suo ritardo, lui risponde in modo vago…ho-ho paura che abbia trovato qualcuno con cui soddisfare le sue…voglie...dato che io non mi sento ancora pronto…-. Trattenni a stento le lacrime. 

-io-io non voglio farlo stare così…io voglio dargli tutto me stesso come lui lo sta facendo con me…ma non riesco ancora a spingermi oltre un bacio spinto- spiegai stringendo il bordo della mia felpa fra le mani. 

-allora che ne dici se dalla prossima volta lavoriamo su questo blocco?- domandò mentre scriveva al tablet. 

-va bene, anzi benissimo-. 

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