tutti i mesi in poche righe

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1 gennaio 2008
Quando il ragazzo aprì la porta di casa, venne travolto da quelle che erano le braccia della moglie. Gli si era avvinghiata addosso come un koala, e dopo quei due secondi di confusione lasciò la busta di plastica a terra e ricambiò l'abbraccio.
« si, ma se mi dici che succede, magari...» lei si staccò, fissandolo nelle iridi
« sono incinta» lui spalancò gli occhi, che vennero poi socchiusi per colpa del sorriso che gli apparve in volto. Fu il ragazzo ad abbracciare la moglie, ora. A guardarli dondolare sul posto perplessa era Rose, seduta nel tappeto in sala circondata dai giochi che in quel momento non meritavano la sua attenzione.
1 febbraio 2008.
Le ragazze in dolce attesa erano entrambe sedute nel divano di casa Potter, tra di loro una bionda e due marmocchi molto simili. Luna aveva portato Lorcan e Lysander a trovare le zie, una delle quali sarebbe diventata la madrina. I bimbi erano perfetti e bellissimi come la madre, anche se la somiglianza con il papà rendeva difficile associare i gemelli a Luna.
1 marzo 2008
Tutti e tre, quattro, se vogliamo, erano stesi sul divano guardando, per quanto distrattamente, la televisione. Hermione stava parlando con Rose, prendendole la mano per appoggiarla sul proprio ventre.
« hai una sorellina qui dentro» le disse
« o un fratellino!» corresse lui dall'altra parte del divano
« sarà una femmina, fidati» disse lei convinta delle sue parole.
1aprile 2006
il compleanno del gemello era iniziato, tutti riuniti davanti al negozio del ragazzo portavano i regali tra le mani. Il primo davanti tutta quella gente era l'unico con le braccia libere, la bacchetta sotto il collo per amplificare la voce con l'incantesimo Sonorus.
« George Weasley, esca subito di lì» ordinò Lee. Da uno spazietto della vetrina si poté notare la faccia sorpresa e imbarazzata del ragazzo. Ron e Hermione, vicini con la bimba abbracciata ad entrambi, per colpa della voce che le incuteva un certo timore, guardarono il fratello di lui uscire dai Tiri Vispi Weasley tutto rosso.
« guarda, c'è lo zio» le disse Ron all'orecchio. La bimba sollevò di poco la testa per girare il collo e guardarsi indietro.
« vuoi andare a fargli gli auguri tu?» lei scosse la testa un secondo prima di appoggiare ancora la guancia alla spalla del papà. Lee Jordan era ancora abbracciato all'amico, dopo quella decina di mosse da ragazzini troppo cresciuti che per loro era come un saluto speciale.
« amore, stanno andando tutti, dai» la incoraggiò Hermione facendole una carezza.
« no» si lamentò lei.
« Rosie» chiamò il padre. Riuscì a prenderla da sotto le ascelle così da farla penzolare per aria davanti a lui
« sii, coraggiosa... Non ti succede mica niente» la bimba tirò dico il naso.
« vieni» disse Hermione prendendola così da arrivare allo zio della bimba, ormai circondato da parenti e innumerevoli amici.
« Rosellina, tutto ok?» disse guardando la schiena della nipote stretta ad Hermione
« l'ha spaventa la voce di Lee prima, ma adesso va tutto bene» disse la ragazza staccandosi la figlia di dosso.
« Ehi!» Jordan si avvicinò
« io non spavento... Io affascino»
« credici, amico» disse George tirandogli un leggero pugno alla spalla.
« Rosellina, ci sei?» chiese picchiettando con la mano sulla schiena come sa bussare su una porta
« Rose» corresse lei intimorita ma com un certo tono di sfida. Finalmente lo guardò
« scusa, ROSE» disse lo zio accentuando il nome.
« allora?» fece Hermione smuovendo la bimba
« aguri» disse normale la bambina, assumendo un tono di superiorità assoluto, che alla sua età poco le si addiceva
« grazie» George prese una faccia a dir poco soddisfatta. Anche due bambini uscirono dal negozio. Tutti e due tremendamente diversi, ma inevitabile era pensare che tra loro un legame di sangue c'era. Fred e Roxanne si fecero strada fino al padre, con lo sguardo da superiori impostato su ON. Ricevettero i saluti da tutti mentre camminavano fianco a fianco neanche fossero su un tappeto rosso.
« ehi, pavoni!» disse il padre dei due andando in contro ai figli per bloccare lo spettacolo involontario il prima possibile. Hermione se ne tornò dal marito, poco più indietro, che stava parlando con la sorella, entrambi alle prese con James e le sue domande.
« James, basta» ordinò la madre del corvino in tono per niente severo, mentre con una mano gli scompigliava i capelli già spettinati di suo. La mora si avvicinò al rosso, passandogli la figlia. Lei, Rose, per la prima volta da quando erano lì, rise. Cosa che sollevò i molto la madre, finalmente.
1 maggio 2006
Hermione stava diventando grossa, non si muoveva neanche più come prima. La schiena le doleva e aveva stranamente il marito ai suoi servizi, che ormai da giorni le chiedeva di smettere di lavorare. Ma lei non lo ascoltava. Quel giorno si alzò, le scarpe più comode che possedeva, pronta per entrare nel suo ufficio, che non vedeva da circa una settimana per problemi che potevano mettere a rischio il bambino. Si sentì in colpa solo quando, arrivata dalla cabina del ministero, sentì il figlio, o a figlia, scalciare da dentro di sé. Ricordò le notti precendentemente passate in ospedale per lui, quando aveva seriamente rischiato di perderlo, le liti con il marito a causa di lei, lei e il suo egoismo. Basta. Se ne tornò a casa.
Lui aveva stranamente il giorno libero e stava facendo giocare la figlia con il Jack Russel argenteo.
« qualcuno si è sentito in colpa» disse alzandosi per andare fino alla moglie.
Le diede un bacio sulla guancia, come a farle capire che era perdonata. Aspettava solo di essere perdonato anche lui. Capì che era successo quando lei non lo lasciò scappare e lo baciò sulle labbra.
1 giugno 2006
Il sesso del bambino si poteva vedere oramai, mancava solo che i genitori si decidessero a chiederlo. Con la prima non era stato fatto, la sorpresa era stata bella, ma la prospettiva di poterselo immaginare era altrettanto allettante.
« volete saperlo o-» fece la dottoressa passando il macchinario sopra il gel
« si» rispose Hermione
« è una femminuccia» disse calma la donna. La ragazza, che stava stringendo il bordo del lettino in pelle nero, alzò lo sguardo sul marito sorridente, anche lui la guardò gioioso prima di tornare a fissare l'ecografia.
« scusi ma questo non-» disse indicando una parte precisa, dove il cordone ombelicale tagliava la prospettiva
« o mio Dio, scusate è che questi giorni-» e passò il macchinario in un'altro punto
« è un bambino» disse
« e secondo me somiglia anche molto al papà» in tutto questo Hermione prese una faccia sorpresa e un po' sconfitta, ma comunque di una felicità estrema. Anche Ron era tutto tranne che triste, gli occhi gli si riempirono di quelle che si possono definire benissimo lacrime di gioia, che non le lasciò cadere. Tornarono a casa con la bimba nel passeggino, nel mezzo di una conversazione che prevedeva di andare a prendere tutto i vestiti e i necessario per quello che sarebbe diventato un bellissimo bambino. In tutto questo ci rientravano anche dei piani per il futuro
« allora, deve giocare a quidditch»
« se vorrà» ricordò Hermione
« da portiere»
« se sarà portato»
« e Rose da cacciatrice»
« no »
« ma come»
« la vedo più una battitrice» Ron le sorrise
« se ha preso veramente tutto da te neanche quello» gli arrivò uno sguardo fulminante.
« ma almeno ha il tuo cervello» continuò lui cercando di riparare il danno.
1 luglio 2006
Hermione era al telefono, in cucina. Ancora il lavoro la stressava da casa quando dei suoi colleghi ancora inesperti la chiamavano per dei consigli. Quando attaccò prese un sospiro, accarezzandosi la pancia.
Ron entrò in quel momento, la bambina in braccio. Si avvicinò alla ragazza e, come prima cosa, le diede un bacio, poi si sedette difronte a lei
« dobbiamo parlare» le disse
« ahh, non mi piace questa frase» di lamentò lei prendendo posto.
« il nome non mi piace» andò dritto al punto.
« è stato scelto anni fa e ora mi convince più»
« allora vedi di trovarne un'altro che vada bene anche a me entro poco o questo rimane»
« c'è tempo, calma» le disse leggermente sconvolto da come gli aveva risposto la moglie. Hermione si passò le mani tra i capelli abbassando il capo, lui, non sapendo che fare, si limitò a guardarla incerto.
1 agosto 2006
Si, la ragazza sembrava un elefante in procinto di esplodere, ma solo nel ventre: per il resto era magrissima, forse anche più di prima. Aveva il viso scavato, in confronto alla prima gravidanza ora le mancava l'appetito, dimenticandosi anche, a volte, di mangiare per la stanchezza. A cena era praticamente obbligata per la presenza del marito, ma da quando lui aveva smesso di pranzare a casa, per colpa del lavoro, si dedicava interamente alla figlia.
« non puoi andare avanti così» disse Ron passandole un dito sulla clavicola ormai molto esposta per colpa del sottile strato di pelle che la separava dal resto.
« fai male ad entrambi, Hermione» sussurrò come se lei non lo sapesse già.
« lo so» disse la ragazza abbassando il viso.
1 settembre 2006
Mentre Hermione cullava quella che sarebbe diventata una splendida bambina dai capelli rossi, la madre della piccola in questione cercava di riposarsi, in ospedale. Ginny aveva partorito il giorno in cui Hermione era andata a fare il tracciato, perfetto per farle stare vicine in un momento così importante. Durante tutto il travaglio, Hermione ed Harry le avevano tenuto la mano, mentre Ron aspettava fuori ansioso e spaventato dalle urla della sorella. A quello che gli pareva il centesimo strillo gli venne l'impulso di buttare giù la porta ed entrare, ma svanì quando, accompagnato da un pianto, la voce di Ginny ridotta ad un sussurro che salutava la bambina gli spaccò le orecchie, come a bloccare tutto. Prese un sospiro di sollievo, attendendo che lo facessero entrare. Ora era lì, accanto alla sua migliore amica, che stava cullando una bambina che non era sua, ma pur sempre loro nipote. Rose, Al e James erano stati scaricati da Andromeda, che molto probabilmente ora stava aspettando una loro telefonata, per sapere di entrambi i cugini e di quando progettavano di nascere. Per quanto Lily era stata veloce, il bambino il cui nome era ancora sconosciuto non ne voleva sapere.
« non è ancora pronto» spiegò il dottore che aveva visitato Hermione circa un'ora prima.
« lei può tornare a casa, qualsiasi cosa, anche un piccolo dolore, venga. E eviti di materializzarsi, non è troppo sicuro» si raccomandò. Hermione passò ancora una volta la piccola rossa al proprio migliore amico, il corvino. Lui, in attesa di poter tenere di nuovo la figlia in braccio, accolse la bambina guardandola innamorato, mentre Ginny li osservava fiera.
Nel giro di un'ora l'ospedale sembrava in sovraffollamento: tra Molly Weasley a coccolare la figlia ancora visibilmente scossa, più di dieci bambini tutti riuniti sotto l'arco della porta, timorosi di farsi avanti e tutti i parenti che si passavano Lily in continuazione fino a farla tornare a Ginny. Andromeda era l'unica a non aver preso in braccio la nuova nata: più che altro controllava i più piccoli con l'aiuto di Teddy. Sembrava che la rossa aspettasse solo lei, ma prima di poterla chiamare, Harry si avvicinò ad Andy
« signora Tonks vuol-»
« Andromeda» corresse lei dopo aver sentito come era stata chiamata. Siccome era accucciata a terra in ginocchio si alzò, per dirigersi da Ginny in totale silenzio.
« ricordo quando lui era così» sussurrò riferendosi al nipote
« o quando lo era mia figlia» la pancia di Hermione fece un movimento brusco, come se lì dentro qualcuno stesse più che scalciando.
« poco tranquillo questo qui, eh?» fece Andromeda avanzando di un passo per guardare meglio la mora e quello che sembrava un coccodrillo nuotarle in pancia.
« Andromeda...» Ginny mosse la bambina verso la Black, come a farle intendere la domanda. Andy fece un passo indietro
« no, no meglio di no, tesoro» solo la prospettiva di poter ricordare tutto la spaventava. Hermione chiuse gli occhi di scatto, movimento che sembrò notare solo il marito, anche se dall'altra parte della stanza.
« tutto bene, chiamo qualcuno?»
« no» e prese un respiro
« no» disse.
« no, non è vero, si» disse con il fiato corto. Harry scattò fiori, facendo da parte i bambini, Ron dietro di lui
« rimani con lei!» gli ordinò il corvino di parecchi metri più avanti. Ron si bloccò un attimo, poi ordinò correndo indietro ansioso di vedere se la situazione si era modificata. Di nuovo c'era solo Andy a tenere la mano alla ragazza dolorante. Ron si avvicinò alla moglie, pregando tutti i santi affinché arrivasse qualcuno in fretta. Ginny, come gli altri, guardava impotente. Fleur si occupò di allontanare tutti i bambini, prendendo Al e Rose in braccio e affidando James a Victoire.
« Dominique, ton frère» la bambina obbedì afferrando la mano del fratellino. La mezza Veela portò tutta la mandria di ragazzini lontani, guardano il guratore correre dietro Harry ed entrare con una sedia a rotelle fluttuare in aria. Se ne uscì poco dopo
« starà bene...vero zia?» chiese preoccupato Fred, guardando l'altra zia ancora momentaneamente in dolce attesa allontanarsi dolorante.
« no, certo che no» rispose Victoire arrabbiata
« Vic, calma» chiamò piano Teddy guardando la ragazzina. La bambina sospirò. Ron stava correndo cercando di stare al passo con il guaritore che trainava la sedia.
« signore, a sinistra» indicò il medico svoltando. Quando entrarono in stanza, un'altra guaritrice fece fluttuare Hermione al lettino, circondando poi la pancia di lei con macchinari babbani.
« no, non sto partorendo» disse Hermione sicura delle sue parole
« sono solo preparatorie»
« e spero sia meglio così» disse la donna tastando delicatamente la testa del bambino in fondo alla pancia
« non è pronto» avvertì
« come non è pronto» fece Ron nel panico, in procinto di svenire.
« stia ferma» le strappò via le facie azzurre che aveva precedentemente messo
« è freddo» ricordò cercando di restare calma un millesimo di secondo prima di prendere il tubetto di gel. Cominciò a guardare il bambino dall'ecografia
« è piccolo, troppo» un senso di colpa immenso cadde su Hermione, misto alla paura e il rimprovero verso sé stessa.
« e non sei pronta neanche tu» sembrava che non potesse andare peggio.
« hai mangiato, ragazza?» le bucò il braccio con un ago per inserire la flebo.
« ma che è sto coso?» disse Ron cercando la più minima distrazione
« non ci faccia caso» disse la guaritrice
« è una flebo» spiegò Hermione riprendendo fiato.
« dovevo mangiare di più mi dispiace» si scusò mentre una lacrima le scendeva giù. Ron le asciugò la goccia prima di farla arrivare al collo
« va tutto bene» non ci credeva neanche lui, in realtà. Sembrava stare più male lui che lei.
« non vi preoccupate, entro oggi non nasce» disse poco più calma la guaritrice.
« o almeno spero» continuò con un sussurro. Il rosso spalancò gli occhi solo a sentilo. Non videro più nessuno per tutto il tempo in cui restarono lì, mentre le analisi venivano fatte che era un continuo. La ragazza sembrava stare meglio, il bambino no.
« Rose» disse
« prendi Rose, ti prego» chiese supplichevole al ragazzo.
« la bambina dai capelli rossi?»
« occhi azzurri e due anni circa, la va a prendere lei?» chiese Ron al guaritore. Lui non partì, ma quella che sembrava più l'aiutante o l'apprendista si. Quando tornò con Rose in braccio, la bambina scoppiò in lacrime solo a vedere la madre in quello stato
« no, va tutto bene, va tutto bene» la abbracciò Hermione cercando di autoconvincere più sé stessa che altri, in verità. Quelli che più sapevano che niente stava andando bene erano i guaritori, preoccupati non solo per il bambino, ma principalmente per lei e a quanto il suo corpo ora esile come non mai potesse reagire ad un parto.
Ora, sera, la ragazza cercava di riposarsi, sollevata per non aver sentito più dolori da un'ora a quella parte.
« se non cambia niente verrà mandata a casa» annunciò lo stesso guaritore che stava lì da tempo
« certo, in modo che vada tutto peggio» sbottò Ron
« non andrà peggio» convenne l'altra donna
« signore, forse è meglio fare rimanere la ragazza, lei stesso ha detto che la situazione è critica...» il guaritore parve scocciato.
« fai te» sbuffò sparendo dietro una porta che dava alte probabilità di essere il suo ufficio.
«non vi preoccupate» rassicurò la donna, sembrava aver preso un briciolo di autorità in più, cosa che le permetteva di essere ancora più sicura di sé.
« resterà qua finché tutto non sarà nella norma, il suo corpo fisicamente pronto e...» sospirò
« e il bambino abbastanza grande» continuò Hermione con voce persa
« è sottopeso» annuì la guaritrice.
« signore, la bambina non pensa sia il caso di portarla da qualcuno?»
« si» rispose Hermione
« chiamo mia madre» accordò Ron. La signora Weasley era, nonostante tutto, ancora in ospedale, in attesa di informazioni dal figlio mentre badava a figlia e nipote, dentro anche loro. Lui era fuori dalla porta, in attesa di vedere la paffuta figura della madre avvicinarsi
« cara...» disse la signora Weasley prendendo Rose, ormai dormiente, tra le braccia in modo da non farla svegliare.
« torni a casa stasera, si?»
« certo, la portò con me! Hermione, piuttosto»
« è tutto uno schifo»
« ore lì dentro siete stati, comunicarci qualcosa vi faceva schifo, eh?» era nera di rabbia.
« che le succede?» chiese poi tornando al problema più grande
« né lei né il bambino sono pronti, il termine è oggi, sembrava voler nascere ma sono solo-»
« contrazioni preparatore» Ron la guardò
« non ne ho avuti pochi» si giustificò
« quasi, e sottolineo qualsiasi cosa... Chiama» Lui annuì, poi tornò dentro.
« co-» la ragazza teneva gli occhi chiusi, il cuore di lui perse un battito
« sta riposando» spiegò la guaritrice calma.
« ora che non le servi» e ricevette uno sguardo tutto tranne che gentile
« puoi andare a mangiare, ti servirà» Ron distolse lo sguardo, l'indecisione era tra rischiare di svenire entro poco per colpa di una giornata passata senza ingoiare niente, o restata accanto a lei, anche se in quel momento non aveva bisogno di lui. Ma quando mai lei aveva avuto bisogno di lui? Lei era forte, avesse voluto tutto questi avrebbe potuto fare benissimo da sola. Ancora una volta Ron si stava sminuendo, ma non c'era paragone, lui restava.
« le farò portare qualcosa entro poco, ora devo andare» disse la guaritrice intuendo le intenzioni di lui. Hermione dormì per tutto il tempo che il ragazzo le passò accanto, fino alla notte, dove lui dovette prendere posto nel lettino spostato fino a metterlo più vicino possibile a quello della moglie.
Una notte da incubo.

Spazio autrice 💕
Consapevole che il capitolo è molto superficiale ma shh.
Comunque... Sono praticamente ultima in classifica, le persone che prima votavano o commentavano sono sparite, mi sembra come se in questo mese non avessi combinato niente. Spero comunque che la storia continui a piacere al di là della posizione in classifica, non ho cambiato modo di scrivere o altro e non capisco come abbia fatto a scalare giù di così tanto 🥺
Comunque contenta per chi ora sta sopra, sperando di poter tornare. Finita sta cagata... Ce se vedeee

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora