~solo loro tre~

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Premessa: il capitolo è pieno di dialoghi e poche descrizioni, sorry

Era buio.
La pioggia picchiettava inquietante alla finestra della sua camera in casa Granger.
Hermione era lì, seduta nel suo letto ad una piazza e mezza.
Sulla porta spalancata della stanza apparve un'ombra bassa di un bambino, un bambino piccolo.
Questo si avvicinò alla ragazza.
Da sotto venivano degli urli.
Urli già sentiti e risentiti.
Urli che lei stessa in precedenza aveva lanciato.
Dal bambino si cacciò una luce,
come se delle lucciole stessero cercando di uscire dal corpicino,
avrà avuto tre anni.
Hermione tese la mano per prenderlo.
Lui non la poteva afferrare.
 
« hai freddo?» chiese scioccato Ron, forse dal fatto che la moglie tremava in pieno agosto fradicia di sudore freddo. Hermione scosse la testa, un raggio di luce già illuminava la stanza.
Si sedette nel letto raggruppando i capelli crespi in una coda spettinata.
«oh-»
« sto bene» disse lei guardandolo con un falso sorriso, un sorriso per niente simile a quello che di solito toccava a lui.
« che ore sono?» chiese scostando le ciocche che la coda non era riuscita a contenere.
« è presto» fece lui con una smorfia
« presto vuol dire che mancano cinque minuti a qualsiasi cosa dobbiamo fare?» chiese ironica
« che dobbiamo fare?»
« niente» rispose Hermione
« allora!» si lamentò Ron appoggiando di nuovo la testa al cuscino. Hermione non si rimise giù, il sogno appena fatto le era scomparso dalla testa, non lo ricordava, come se niente avesse visto... niente.
Prima di alzarsi afferrò la bottiglietta d'acqua lasciata sul comodino la sera prima.
« Rose è da mamma, vero?» mugolò Ron con gli occhi chiusi quando sentì il rumore dei passi della moglie dirigersi alla porta.
« l'hai portata tu..» rispose lei
« ...ieri» continuò in una mezza risata uscendo dalla stanza. L'assenza della bambina non le dava sollievo o senso di liberazione, le mancava, a breve avrebbe ricominciato a lavorare, ma non riuscì a resistere alla nipote, Lucy, quando glielo chiese per la millesima volta. I bambini, infatti, erano tutti riuniti alla Tana dalla sera prima, compreso Ted, ovviamente. È stato grazie a Fred e Dominique che si sono organizzati, chiedevano da giorni un pigiama party senza genitori... Solo nonni, basta.
Povero Arthur, pensò Hermione quando le apparve nella mente l'immagine del pover'uomo circondato dai nipoti che urlavano come dannati. Poi pensò alla figlia, che molto probabilmente stava già sgridando il cugino, il solito, il brutto vizio di Rose. Mente sorseggiava caffè si avvicinò alle foto sul frigo, undici fotografie a gif ritraevano la figlia, in ogni foto era di un mese più grande. Sotto c'erano foto più piccole del matrimonio e con gli amici, l'elettrodomestico era costellato da immagini. Anche lui scese, già cambiato, stranamente.
« non mangi?» chiese Hermione quando vide il marito gettarsi nel divano in sala
« tra un po'» disse lui in mezzo ad uno sbadiglio. Hermione alzò le sopracciglia, come se Ron avesse appena pronunciato una battuta per niente divertente. Mentre lui si passava la mano tra i capelli, Hermione gli portò una tazza, Ron la rifiutò facendo un cenno con la testa.
« ok... Si può sapere cos'hai fatto?»
Sbottò Hermione mentre il marito la osservava appoggiare il bicchiere sul basso tavolino di legno di fronte a loro.
« niente» fece Ron in tono indifferente
« perché torno a lavoro, vero?»
«no! Se sei felice tu lo sono anch'io»
Disse deciso. Il cuore della ragazza si sciolse, quelle parole erano passate dalla bacca di lui poche volte, ma in quelle poche volte non c'era mai stata tanta verità, e tanta tristezza nell'ammettere che quella fosse la verità. Lei gli si mise accanto, facendo finta di niente, come se Ron non avesse fiatato.
« mangi per favore» gli fece senza preoccuparsi di assumere una faccia addolcita o comprensiva.
« chi sei? Mia madre?» disse lui sorridendo.
« tua moglie» lo corresse scoccando lui uno sguardo severo, le sopracciglia sempre alzate a mo' di sfida.
« a me sembri più mia madre» mormorò ironico a denti stretti mentre afferrava la tazza. Restarono in silenzio, ma per poco.
« vado io a prenderla» disse lei con lo sguardo nel vuoto e la voce assente, fissava la porta di legno situata alla parte opposta della stanza.
« la porta Neville» disse Ron con enfasi rimettendo il bicchiere ancora pieno al tavolo. Il volto di Hermione si illuminò.
«passa alla Tana?» chiese, era da tempo ormai che non si vedevano.
Ron annuì, quasi più sorridente di lei.
« tra quanto viene?» gli chiese
« prima di pranzo... anche Hannah viene... Chiedo di fermarsi?»
« certo!»
Volarono incantesimi da tutte la parti quando, dopo aver avuto la conferma da Neville e ragazza, Ron e Hermione si misero a preparare il pranzo, collaborando alla perfezione... Quasi.  Suonarono al campanello, una ragazza bionda al viso tondo e fidanzato erano lì.
« ciao!» disse Hermione abbracciando l'amico una volta aver aperto la porta.
Salutò anche Hannah, prima di prendere la bambina dalle braccia della ragazza. Rose sorrideva soltanto, stringendo alla madre un abraccio alla meglio.
« venite!» disse Ron dalla cucina. Neville e Hannah obbedirono sorridenti. Lei appoggiò la borsa ai piedi del divano prima di sedersi al tavolo in cucina con gli altri.
« tua figlia parla di continuo» disse a scatti Neville, ironico, naturalmente, a Ron. Il ragazzo dai capelli rossi fece un cenno con la testa verso la moglie come per dire "grazie, guarda la madre" ma grazie al cielo non parlò.
« come vanno le cose ad Hogwarts?» chiese Hermione mentre sistemava la figlia nel seggiolone accanto a lei.
« bene!» dichiarò Hannah.
« vi saluta la McGranitt, approposito» disse Neville. 
« come sta?» chiese Ron afferrando le posate.
« stressata a dire il vero» disse la Abbott.
« per il rientro?» fece Ron addentando il pranzo. La bionda scosse la testa
«tra un po' dovrete tornare pure voi, però»  disse la ragazza. Hermione alzò lo sguardo. Hannah fece vedere la mano alla ragazza, Neville era completamente rosso.
« congratulazioni!» quasi urlò Hermione osservando l'anello scintillante. Ron guardò ammirato Neville.
« quando?» gli chiese.
« tra tre mesi» rispose lui, quasi completamente scarlatto. Si alzò una conversazione riguardo al matrimonio e, Rose, che molto evidentemente si sentiva esclusa, attaccò a chiamare il papà. Un sorrisino fiero apparve sulla faccia della bambina quando la mamma la sfilò dal seggiolone. Neville e la futura moglie furono costretti ad andarsene poco dopo, dovevano essere ad Hogsmeade entro dieci minuti.
Appena salutati Hermione tornò in cucina, dove con un incantesimo non verbale fece volare i piatti nel lavello e cominciarono a lavarsi da soli.
Ron, invece, era in sala, seduto nel tappeto ai piedi del divano con la figlia.
« Mio’!» chiamò lui. La ragazza rispose con un debole "mm?"
« Hannah ha lasciato la borsa» disse sollevando quella che pareva più una sacca da terra.
« vado» disse Hermione avanzando e tendendo la mano per afferrare il manico. Lui ritrasse il braccio e si alzò di colpo. Scoccò un bacio furtivo sulla guancia di Hermione prima si sparire di corsa fuori dalla porta di casa. Un sonoro PoP fermò Hermione dal seguirlo. Mentre si avvicinava alla bambina capì le intenzioni del marito: farla stare il più possibile con la piccola. Come se ce ne fosse bisogno, pensò Hermione, ma quanto tempo di effettiva qualità passava con la bambina? Poco, che tempo di qualità poteva passare con la figlia di undici mesi? Ok, va bene, andavano al "parco" vicino a casa dei Potter e uscivano spesso solo loro due, ma perché la bambina era così attaccata al papà nonostante stesse ¾ del tempo con la mamma? Era quasi gelosia quella che salì a Hermione mentre prendeva su uno dei cinque bambocci sparsi sul tappeto per avvicinarlo a Rose e farla ricominciare a ridere. La risatina le fece scacciare tutti i pensieri che teneva poco prima. Quasi non si rese conto del rumore dalla serratura. Anche Ron le si mise di fianco, e come se fossero tutti bambini cominciarono a giocare. Ogni tanto Rose iniziava una conversazione senza senso, che, però, nella sua testa doveva essere molto intelligente, a giudicare dall'incazzatura che prendeva se non le davano ragione annuendo. Si, era tutta la madre quella bambina.
La figlia smise di sorridere si mise un'attimo a testa bassa a contemplare un giocattolo. Ron la osservava tranquillo, mentre Hermione vide l'immagine del sogno, il bambino era identico a sua figlia, identico spiccicato no, ma le assomigliava tantissimo. Rivide tutto: la camera immersa nel grigio, la pioggia sulla finestra, e la mano che non riusciva a prendere. Era incredibilmente frustrante vedere la manina del bambino attraversare la sua, mentre lui era più intento a prenderla della ragazza. Quando Rose alzò di nuovo gli occhi indicò da tutta un'altra parte della stanza, dove un libro era appoggiato ad uno sgabello. Hermione si alzò per prima, e afferrò il libro, convinta che la figlia volesse riascoltare la storia di babà raba e il ceppo ghignante. Si sbagliò, quando la bambina le strappò di mano il testo e si mise a contemplare le rune, ignara, ovviamente, di cosa ci fosse scritto, anche se dal viso sembrava perfettamente conscia di ogni singolo significato. Ron la guardava ridendo, mentre la figlia era calata in un nuovo discorso, la bimba si preoccupò anche di sgridare i genitori quando le parve che non la stessero ascoltando.
« è proprio tua figlia» borbottò Ron mentre Rose si era zittita per girare pagina.  Hermione annuì facendo tornare un sorriso. La bambina restò a farfugliare cose apparentemente senza senso mentre i genitori facevano finta di ascoltarla, cosa che la turbò e portò sì che il suo tono di voce si alzasse quasi ad urlare.
« Rosie» disse piano Hermione a mo' di rimprovero facendo sì che la bambina abbassasse la voce. Rose ricominciò a sfogliare il libro, questa volta in silenzio.
« mamma mia se ti somiglia» sussurrò Ron passandosi una mano tra i capelli. Hermione fece la stessa cosa di poco prima: annuì sorridendo. Questa volta, però, aveva veramente lasciato da parte il pensiero del bambino. Rose fermò lo sguardo su una runa, rimase a fissarla più del dovuto. Hermione se ne accorse, si avvicinò a libro e bambina guardando il punto dalla piccola indicato.
Ron le osservava attento, quasi curioso di sapere cosa ci fosse scritto di tanto "importante" da catturare l'attenzione della figlia. La ragazza tornò vicino al marito, davanti alla testolina rossa della bambina. Ron la guardò interrogativo come per chiedere cosa ci fosse scritto, ma lei rispose facendo un cenno con la testa come per dire "niente di importante".
Il tempo passò, tra le risate della famiglia neanche si accorsero di essere state almeno due ore e mezza seduti in quel modo. Lui si rimise in piedi, aiutando la moglie a farlo di conseguenza. Si buttarono sul divano dietro a loro, la figlia cominciò a gattonare incontro ai genitori. Hermione la tirò su e la fece sedere sulle proprie gambe. La bambina non continuò a parlare a macchina, stranamente si zittì, chiuse gli occhi, più di tre ore a farfugliare cose e la mattinata con i cugini l'avevano veramente sfinita.
« dorme?» chiese Ron quasi scioccato con una specie di smorfia in faccia.
Hermione scosse la testa, consapevole che ogni suo movimento avrebbe portato la bambina a spalancare gli occhi. Lui si tirò su, Hermione gli afferrò il polso prima che fosse fuori portata.
« mi vai a prendere l'acqua?» sussurrò. Ron annuì in risposta.
« ora dorme?» chiese mentre riprendeva il bicchiere vuoto dalle mani di Hermione. Lui per controllare passò una mano sui capelli della bambina, che non fece una mossa.
« si» sussurrò. Ron prese in braccio Rose, la sistemò sulla poltrona al suo fianco.
« com'è che la facciamo la festa?» chiese mordendosi il labbro. Hermione lo imitò.
« o si fa con Al...» tentò
« o non si fa con Al» disse lui.
« poi dove lo festeggiamo? Alla tana?» chiese sempre il rosso.
« tua madre non reggerebbe»
« per lei non c'è problema..chi dobbiamo inviare, scusa?» Hermione fece la lista mentalmente prima di recitarla
« la professoressa, Hagrid, Luna»
« è già tornata?» Hermione scosse la testa, poi ricominciò a parlare.
« oltre alla tua famiglia e i miei...nessuno? Vabbè, anche Neville, Hannah, Seamus, Dean»
« tutta Hogwarts» la zittì un'attimo lui.
« festeggiamolo qui! Solo noi tre» la ragazza lo guardò un'attimo sconcertata, come se avesse rivolto un insulto alla sua persona... cominciò a rivalutare l'idea, però, entro poco.
«... be', Harry e Ginny lo festeggeranno di sicuro, potremo vedere tutti li» fece con voce completamente rilassata mentre alzava le spalle.
« ma»
« è il suo primo compleanno, Hermione! Neanche se lo ricorderà»
« proprio perché è il primo è importante!» fece lei guardando Ron a sopracciglia alzate, per niente in vena di un litigio, cercava di trovare un accordo... Tutto qui
« meglio di così, allora?» fece lui.
« ma stiamo sempre noi tre» disse.
« ma non solo noi tre, capisci?»
« hai detto noi tre, "noi tre non solo noi tre" non vuol dire niente»
« si, noi tre ma diverso» Hermione aveva quasi afferrato il messaggio in codice del marito.
« più...che ne so... speciale» fece lui con una punta di confusione nella  voce. La ragazza lo guardò storto.
« be', cioè»
« vorresti festeggiare solo noi tre però non solo noi tre...vorresti semplicemente addobbare casa?»
« grazie»
« ma dentro casa?»
« nahh»
«ma è quello che hai detto fino ad adesso»
Lui alzò la spalle.
« andiamo al parco»
« allora non addobbiamo casa»
« ma...no, ok»
La bambina li osservava sotto gli occhi socchiusi, sicurissima di essere impossibile da beccare. Peccato per lei che la mamma se ne accorse, e neanche tardi. Si alzò per prenderla, ma la bambina fece ancora finta di niente, sempre meno convinta che i genitori fossero ignari dal suo stare sveglia ad ascoltarli senza capire granché.
« usciamo?» chiese la ragazza mentre prendeva su la figlia.
« ma dorme»
« le credi?» disse ironica lei osservando Rose, dove era comparso un sorrisino, ormai, purtroppo, a conoscenza del sapere della madre.
Mentre lei se ne stava tra le braccia del papà, (con gli occhi spalancati, aveva smesso di tentare), la mamma preparava il passeggino, ci ficcava dentro le macchine, le bambole, la sciarpa...la sciarpa?
« Hermione, che la prendi a fare?» chiese Ron tirando fuori il leggerissimo indumento dalla borsa appesa al manico del passeggino.
« tira vento» fece lei con un'alzata di spalle. Anche se quello era un mese caldo, Ron non ribatté, si limitò a sistemare la figlia nel passeggino e rimettere la sciarpa nella borsa.
« bene che va si addormenta per strada» fece la ragazza spingendo il passeggino, erano già fuori da un pezzo, camminavano senza voltarsi per una stradina illuminata dal sole, neanche una nuvola minacciava di arrivare sopra di loro. Comunque, Hermione non sapeva che si era appena sbagliata di grosso, Rose osservava il prato di fianco a loro, e in poco si mise ad indicarlo e chiamare la mamma. Entrambi i due si lasciarono convincere, la ragazza stese la sciarpa sull'erba quasi secca, Ron teneva in piedi la bambina reggendola per le mani. Rose non sembrava instabile in quella posizione, anzi... Cominciò a fare un passo dopo l'altro, fino a far staccare le mani del padre incredulo. Arrivò dalla madre, la quale faccia presentava un sorriso, tendendo le mani verso la figlia per afferrarla prima che si sbilanciasse dopo ormai quelli che erano cinque passi completamente autonomi.
« brava» disse sorpresa Hermione, guardando la piccola ammirata.
Ron pareva il più sorpreso tra tutti. Si sedette accanto alla moglie, ma non sopra la sciarpa, nel prato secco.
Rose lo guardava sorridente, come in attesa di essere elogiata, cosa che avvenne presto. Restarono lì a fare camminare il meglio possibile la bambina fino a tardi, la piccola, ovviamente, si sbilanciava spesso, era, inoltre, molto prematura, cosa che giocava sia a suo vantaggio che svantaggio. Ron e Hermione tenevano ognuno una mano della figlia, e mentre Ron trascinava alla maglio il passeggino con solo la destra, e Hermione stava un po' più attenta alla piccola, la famiglia camminò per un tratto di strada abbastanza lungo, non nel prato, ma nella stradina che avevano abbandonato ore prima.
« che ore sono, Hermione?»
La ragazza osservò l'orologio al proprio polso.
« le sette meno un quarto » rispose. Passarono pochi minuti, il ragazzo prese in braccio la figlia stanca e la moglie propose di tornare, il sole quasi minacciava di tornare a scendere. Si avviarono, ma tornando avvertirono delle risate, risate di un bambino, un bambino piccolo. Lontani da loro c'era una famiglia, composta da solo tre persone, due di quei tre erano seduti sul prato, un po' come Hermione e Ron prima. Malfoy era l'unico sdraiato, aveva la testa nel grembo della tipa, che gli accarezzava i capelli guardando il bambino ridente. Rose indicò la scena, restò a guardare finché i Malfoy non sparirono dal suo campo visivo. Ron aprì la porta di casa, facendo passare prima moglie e figlia per poi entrare lui con il passeggino. La ragazza fece sedere la bambina nel divano, le diede quelle quattro macchine per lasciarla occupata, e tirando fuori la bacchetta andò in cucina. Il marito si unì a lei, scagliando incantesimi d'appello finché tutto non gli arrivò sottomano. Non ci volle molto, non dovevano ospitare chi sa chi...erano solo loro tre.

Spazio autrice 💕
Allourrrr...ci sono errori?
Lo so che ci ho messo un po' a scrivere il capitolo ma avevo paura di pubblicare troppo in troppo poco... comunque...
Dovrei mettere dei giorni precisi in cui pubblicare? Tipo il martedì e il venerdì? Dico questo perché metto capitoli abbastanza a sorpresa hahahaha

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora