tutto perfetto

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No. Ron era stato più forte: la vigilia di Natale la stavano passando a casa loro, solo loro tre, in compagnia del camino e due pacchi regalo a testa da scambiarsi il giorno dopo. L'albero era stracolmo di palline, tutte rosse, alcuna con anche lo stemma di grifondoro, altre quello di Hogwarts. Il posto dove le avevano prese era comunque ignoto, erano ormai anni che usavano sempre e solo quelle. Ma a loro andava bene, più che bene. Le parole confuse della bambina erano accompagnate dallo scoppiettio del fuoco, mentre tutti e tre se ne stavano seduti sul tappeto con una valanga di libri per bambini, fogli bianchi, colori e penne, macchinine,  bamboline, pedine degli scacchi e scacchiera.
« giochiamo?» Hermione annuì, lui prese a sistemare le pedine.
« bianco o nero?»
« bianco»
« ok... Vai» neanche dieci minuti di partita. Inutile annunciare il vincitore, il sorriso vittorioso di lui gli era stampato in faccia un po' come un trofeo. Rose, impegnata a realizzare un disegno, non li guardava neanche: se ne stava lì, sdraiata a pancia in giù sul tappeto, davanti al fuoco, a canticchiare una delle tante canzoni di cartoni animati che ormai le martellavano il cervello per quante volte le aveva sentite e risentite. 
« ok, ora lasciami vincere. Ricominciamo» disse ironica Hermione sistemando ancora una volta le pedine al posto giusto.
« ci manca» fece Ron, ridendo.
« te che fai?» disse Hermione alla figlia dopo un breve silenzio prendendola per farla sedere sulle proprie gambe.
« bello!» si complimentò afferrando anche il disegno per sollevarlo e guardarlo meglio. Poco si capiva, in realtà, ma di sicuro, in mezzo a quegli scarabocchi c'erano due teste dai capelli rossi.
« vai, fanne un'altro» Ron le passò un foglio ancora inutilizzato, completamente bianco.
« tieni» Hermione le passò il pennarello. La bimba teneva la lingua tra i denti mentre muoveva attentamente il colore sul foglio.
« mamma, arda!» disse tutta fiera sollevando il foglio a pochi centimetri dalla faccia di Hermione, che arretrò il viso per vedere. Un'enorme R riempiva almeno metà foglio, era abbastanza storta, ma sorprendentemente si capiva.
La ragazza guardò stupefatta il marito.
« brava, Rose!» fece
« grande!» Ron allungò il braccio per passare la mano tra i corti capelli rossi della figlia. La piccola rise.
« mamma?» fece prendendo un respiro.
« si?» Rose non parlò più: si limitò a guardarla con gli occhi grandi e sorridenti, nelle iridi impressa la fierezza che provava nei suoi stessi confronti. Hermione le fece il solletico, cosa in parte odiata, in parte no dalla bambina, ma adorava vedere quel faccino mezzo arrabbiato quando ritraeva la mano. Rose alzò gli occhi al cielo, come per dire che ci aveva perso le speranze. Hermione aprì la bocca come indignata, finendo a ridere.
« ok, hai ragione... Mi somiglia»
« io te l'ho sempre detto»
« soprattutto al primo anno»
« esattamente»
« ma così smorfiosa alla sua età...»
« sei semplicemente te al livello avanzato» lei gli lanciò uno sguardo, ma dovette ammettere che era così.
« io neanche "scrivevo" così bene alla sua età»
«livello avanzato»
« finiscila» disse accompagnando la parola con un leggero pugno sulla spalla di lui, che rise ancora di più. Ron afferrò una coperta posta vicino a loro e, per gioco, la gettò sopra alla figlia, che si liberò senza neanche usare le mani, come se un vento, un fantasma, le avesse fatto questa cortesia. Gli rise, come per dire che lo aveva sconfitto, poi tornò al suo disegno.
« dai, prova» Hermione le prese la mano con la quale a bimaba stringeva il pennarello, in modo da aiutarla a scrivere la lettera successiva.
« noo» si lamentò.
« ok, scusa» Rose lasciò andare il pennarello, la madre glielo raccolse.
Ma laa bambina scosse la testa decisa e, il padre si lasciò sfuggire una mezza risata soffocata.
« bah» la ragazza lasciò cadere li pennarello.
« mah-» Rose lo stava già riafferrando. Ron si lasciò sfuggire un'altra risata soffocata.
« guarda» Hermione afferrò un foglio alla sua sinistra, poi prese il primo pastello che si ritrovò sottomano. Disegnò una semplice O, così da farla vedere alla bambina in modo che la potesse ricopiare. Troppo tardi: lei l'aveva preceduta.
« ok, le hai fatto usare quel libro che abbiamo preso ad Halloween?»
« si, ma non-» la O della piccola non era troppo precisa, la linea era scostante ma si lasciava intendere quale lettera fosse, ovviamente.
« vai, Rosie... La S»la incoraggiò Ron. Come a prenderlo in giro, la bambina tirò una linea dritta. Lei rise, lui alzò gli occhi al cielo sorridendo.
« tentativo sprecat-»
« guarda!» nessun tentativo era andato sprecato: la parola composta aveva senso, tanto. Lo sguardo fiero sul volto di Ron era indescrivibile.
« grandiosa!» fece allungando le braccia per prenderla su. Lei gli sorrise come per dirgli tipo "grazie, lo so". Hermione afferrò il foglio con la grossa scritta 'Ron' e si alzò di fretta  per correre in cucina. Il marito la guardò dalla sala posizionare la calamita sul foglio in modo di apprenderlo al frigo.
« continui a metterci cose va a finire che non si vedrà neanche più il frigorifero»
« con il tempo si toglieranno, per adesso sta lì e ci resta» anche Rose rise.
« il telecomando?» fece sempre la ragazza.
« cercalo»
« lo hai visto?»
« no... Si? Boh, guarda sul divano» lei effettivamente lo fece.
« non c'è»
« ma non sei sempre tu quella che trova tutto?» disse lui alzandosi portando la bambina con se.
« oh scusa» disse Hermione quasi offesa.
« lì» glielo prese.
« che fanno i babbani in TV?» chiese sedendosi.
« non lo so» lei si lasciò cadere affianco a loro, poi puntò il telecomando alla televisione.
« la prendi?»
« mm?»
« la coperta»
Ron annuì e, dopo aver lasciato la bambina seduta, si sporse in avanti per afferrare ciò che gli era stato chiesto. Hermione aveva già preso Rose, lui gettò loro la coperta addosso mentre la televisione cominciava a dare segni di vita. Facevano ridere, ore dopo, tutti e tre profondamente addormentati nel divano in posizioni scomode, che a vederle, però, non sembravano tanto spezza schiena quanto lo erano davvero. L'unica comoda, giustamente, era Rose, che se ne stava sdraiata sulla pancia della madre tenendole stretto un polso. Erano le tre. Ora, invece, la più probabile cadere giù era proprio la bambina, sorretta solo dalla mano della madre in dormiveglia. Quando, però, la sentì scivolare ulteriormente la spostò in modo da non farle correre più nessun rischio. Erano le quattro. Più addormentato di un ghiro lui cominciò a russare. Erano le cinque. Hermione sferrò un calcio al marito, ma lui non reagì. Erano le sei.
« è Natale!»
« ahh, zitta un po', so le sei» lei rise, Rose era sveglia in braccio a lei. Come Ron avesse individuato l'ora esatta era comunque un mistero.
« mi fa male tutto» si lamentò lui tastandosi il collo con le dita.
« ci credo, vieni» con un'enorme sforzo si tirò su, come ad averci ripensato, però, ricadde nel divano.
« papà dai»
« si, si, ho capito... arrivo»  si alzò, , questa volta.
« auguri» le fece dandole un bacio si una guancia
« auguri» Sussurrò lei in risposta.
« prima si mangia poi si aprono i regali, giusto?» fece speranzoso con una nota di ironia
« no, mi dispiace» lei si era già seduta con Rose ai piedi dell'albero.
« tieni» stava già porgendo il primo regalo alla bambina
« e aspettami» si sedette anche lui affianco a loro.
« tuo» ne diede un'altro a Ron
« tuo» disse lui prendendone un'altro per metterlo tra le mani di Hermione.
« grazie!»
« perché mi ha svegliato alle sei della mattina comunque io-» sussurrò prima di venire bloccato.
« perché dobbiamo fare mille giri»
« e con mille intendi due, vero?» le sorrise, anche se la faccia assonnata riusciva a coprirlo davvero bene.
« per le otto dobbiamo stare su, quindi-»
« si. Aprilo, avanti» obbedì. Tirò fuori dalla busta due pacchetti.
« aprì!» lo incoraggiò lei prima di scartare anche quelli.
« Rose, apri prima te i tuoi»
« ma» la bambina, con l'aiuto della mamma, aveva già cominciato a scartare l'enorme pacco che ormai teneva puntato da tempo, lasciando, invece, quello che teneva in mano vicino a lei. Aprirono anche lo scatolone che si celava sotto la carta da regalo, Hermione si alzò e, senza neanche troppo sforzo, ne tirò fuori il contenuto
« ti piace?» risero entrambi alla faccia sorpresa della piccola
« wow» sussurrò lei contemplando il suo regalo.
« appena si potrà ci andrai, c'è tempo» fece lui nel vedere come la bambina guardava ammirata il triciclo. 
L'attenzione della bambina si spostò presto sul pacchetto che aveva precedentemente lasciato da parte.
Hermione le smosse i capelli mentre la osservava aprire il pacco.
« guarda, qui» la aiutò quando vide quella poca difficoltà che la figlia stava avendo. Quando, in pochi secondi, riuscirono ad aprirlo, la faccia della piccola era meravigliosa: gli occhi quasi socchiusi per l'enorme sorriso che quasi le andava da orecchio a orecchio. Nessuno dei due si sarebbe aspettato una reazione così per quel regalo.
« contento che ti piaccia Rosellina ma... Guarda» e afferrò il manico del triciclo precedentemente scartato
« Non muori tipo dalla voglia di salirci?»
« be', sempre meglio così che farla andare in giro per casa»
« in giro per casa no, però...»
Hermione notò lo sguardo realizzato che la figlia le stava rivolgendo.
« andiamo, va» le sorrise alzandosi, la prese in braccio.
« li apriamo dopo questi?» disse lui non muovendosi.
« no, arrivo» rispose. Si piegò per lasciar mettere seduta la figlia sul divano
« cretino!» uno dei due pacchetti, il più leggero, le era volato sulla nuca. Lui se la rise, poi lanciò anche l'altro, questa volta lontano dalla moglie, sul divano. Si alzò per sedersi vicino a loro. Lei scattò il più pesante, gettando la carta in grembo al ragazzo. Quando vide la copertina spalancò gli occhi sorridendo.
« madama Pince?»
« madama Pince.» confermò lui con un certo tono soddisfatto. Hermione cominciò immediatamente a sfogliare il libro, giusto per farsi un'idea, poi, a ringraziarlo, gli strinse forte, per un momento, un braccio attorno al collo.
Rose era già scesa, camminava pericolante verso le scale. Fu presa prima di poter salire il primo gradino.
« vieni?» anche Ron le seguì in cucina.
« ho sonno» si lamentò lui gettandosi sulla sedia più vicina.
« novità» mormorò lei. Ron, avvertendo il sussurro, la guardò leggermente offeso. Gli incantesimi volarono come niente, lei supervisionava tutto mentre l'attenzione di Ron era assai poca. Mangiarono, anche Rose non si fece problemi. Appena riuscì, però, a mettersi in bocca l'ultimo boccone venne strappate via dal seggiolone.
« è tardi» ansimò la madre correndo su per le scale con la figlia in braccio.
« che ore sono?»
« sei e mezza»
« è presto!» urlò, ma lei era ormai arrivata in cima alla rampa. Ron alzò gli occhi al cielo, poi, dopo aver sistemato i piatti nel lavello, le seguì di sopra. Arrivò in camera, sentì solo la bambina lamentarsi per qualcosa ma non passò a controllare: Hermione l'avrebbe avuta vinta, si sapeva. Si vestì di malavoglia, resistendo al desiderio di buttarsi nel letto e non rialzarsi più. Incontrò la ragazza fuori dalla porta, Rose, però, era ancora nella cameretta. Le rivolse uno sguardo interrogativo, come a chiederle il motivo delle lamentele che aveva precedentemente sentito. Hermione scosse la testa, poi entrò.
« prendi i regali e mettili nella borsa, per favore» disse dirigendosi verso l'armadio di legno. Ron non poté fare altro che scendere di sotto per obbedire, ma prima passò a dare un'occhiata alla figlia, che se ne stava seduta a terra, vestita con un semplice vestito rosso e le calze bianche, ma a quanto pare non le andavano troppo a genio neanche un po'. Il ragazzo sorrise al faccino mezzo arrabbiato colmo di lentiggini, poi scese finalmente di sotto a  fare quello che gli era stato chiesto. Quando finì gettò la borsetta a perline nel divano, non curandosi del rumore dei regali ormai tutti accatastati lì dentro. Tornò su: la porta di camera sua era accostata, capì al volo. Si avvicinò ancora alla stanza della figlia, entrando, questa volta.
« che c'è che non va» le sussurrò prendendola su dal tappeto da gioco dove era seduta. Lei tirò su con il naso.
« non vuole andare vestita così» spiegò Hermione irrompendo nella stanza.
« cos'ha che non va?» fece lui guardando la bambina.
« niente. Non ha niente che non va. Infatti non la cambierò.» fece decisa. Lo sguardo che la bambina le stava rivolgendo non era dei migliori.  Ron guardò la moglie come a chiede quello che la bambina desiderava, quello che Hermione non le avrebbe permesso.
La ragazza, come scusa, passò la mano tra i capelli i capelli mossi della bambina, che già da così corti permettevano di diventare come quelli della madre.
« passiamo noi a prendere Molly e Lucy»
Ron la guardò
« dovevo dirtelo prima, lo so... Mi son dimenticata. Punto»
« no, no... Va bene» disse lui
« tanto guidi tu» Sussurrò in tono indifferente. Si avviarono in macchina alle sette precise. Scese Ron a suonare al campanello, Molly aprì.
« ciao zio» salutò lei. Una bambina poco più piccola apparve dietro la sorella, saltando in braccio allo zio.
« grazie...» disse una voce femminile alle spalle Molly. Ron mise a terra la bambina.
« niente... Siete pronte?»
« si, ecco» Audrey finì di chiudere con un elastico la treccina di Molly, poi si fece dare un bacio sulla guancia dalla primogenita, attendendo che anche la seconda si facesse avanti per salutarla. Lucy le strinse forte le braccia al collo per qualche secondo, poi tornò affianco allo zio, aspettando che anche la sorella arrivasse da lei. Tornarono in macchina, entrambe strinsero un abbraccio a Hermione, che le aspettava fuori, in piedi, con lo sportello chiuso.
« salite, forza» le incoraggiò. In macchina il viaggio non fu silenzioso: con Lucy era praticamente impossibile.
« zia, secondo te Dominique-»
« Victoire» la interruppe Molly
« si, loro... sono arrivate?» erano ormai nei pressi della Tana, Hermione allungò il collo come per vedere oltre tutto quel bianco.
« sai.... Non credo» affermò.
« ma com'è che voi siete sempre i primi» Ron fece un veloce cenno con la testa verso la moglie, affianco a lui, accompagnando il gesto con una smorfia.
« ti ho visto» le bimbe risero, tutte e tre.
« sbrigatevi, forza» fece la ragazza aprendo lo sportello alle nipoti. Loro scesero, corsero fino alla porta che, come ad attenderle, si spalancò, rivelando la signora Weasley al di là, in casa. La mora seguì con lo sguardo le bambine entrare mentre estraeva la borsa dal sedile posteriore. Ron, con in braccio la figlia, si sbrigò ad entrare, tenendo la porta aperta per la moglie.
« buon Natale signora Weasley» salutò la ragazza entrando.
« oh cara, buon Natale» fece Molly Weasley. La nipotina più piccola era, stranamente, ancora nelle braccia di Ron, che le stava togliendo il cappotto. Le altre due erano già nel divano. 
« Forza su» si incoraggiò da sola la signora Weasley andando verso la cucina.
« nonno!» Arthur venne assalito dalle nipoti, ricambiò l'abbraccio dopo qualche secondo di sorpresa.
« ciao ragazzi!» fece lui andando verso il figlio.
« tutto bene il viaggio?»
« normale» rispose Hermione affiancandosi al marito per ritirare il minuscolo giubbotto rosso della bambina. Si fece dare le giacche anche dalle nipoti per poi sistemarle sullo schienale di una poltrona. Lucy si alzò scattante e, come se si fosse smaterializzata, sparì in cucina, dove la nonna stava già facendo volare incantesimi da tutte le parti. Pentole si spostavano in aria, sul tavolo posizionati due taglieri dove delle carote e cipolle si tagliavano da sole.
« nonna, ti aiuto!»disse la piccola tutta fiera.
« oh cara, non ce n'è bisogno... Quando mi servirai ti chiamerò, ok?» disse facendo una carezza alla guancia della nipote. Lucy annuì, poi tornò in sala alla stessa velocità di prima. Si gettò sul divano, non curandosi di prendere una posizione composto.
« Lucy» rimproverò la sorella allungando di qualche secondo l'ultima lettera del nome.
« Molly» imitò l'altra con un sarcasmo troppo accentuato, che le fece ricevere solo uno sguardo più arrabbiato. Rose, appena messa a terra, si fece strada verso di loro, cercando poi di salire sul divano, il tentativo non fu vano considerando l'aiuto che entrambe le cugine le avevano dato. Anche Hermione sparì nell'altra stanza con lo stesso intento della nipote, ma, proprio come l'altra, venne rimandata indietro.
« possiamo prendere i giochi di sopra?» chiese Lucy.
« sicuro» rispose Ron noncurante. La bambina scattò su per le scale, entrando in camera del padre in veramente pochissimo tempo. Quando tornò di sotto, però, ad attenderla c'erano altre quattro persone. Gettò la grossa scatola sul divano, poi corse verso la cucina e le strinse le braccia intorno al collo qualche secondo. Staccata da Roxanne si piombò dall'altro
« ciao cugina!» fece Fred tutto gasato, spostandosi dalla presa soffocante per correre a gettarsi nel divano come a lanciarsi. Angelina, che stava salutando Ron e Hermione, si avvicinò al figlio
« saluta tutti» disse piano spingendolo in piedi. Un ghigno comparve sul volto pallido e lentigginoso. Si scaraventò dalla zia, allo zio bastò un "batti cinque", come sempre. 
« oh cari» fece la signora Weasley irrompendo in sala. Si avvicinò al figlio e, prima di abbracciarlo, con la mano picchiettò su un punto leggermente sporco della giacca: sulla spalla sinistra. Salutò anche nuora e nipoti e, prima di sparire nuovamente in cucina, annunciò che all'arrivo del metamorfomaguse nonna non sarebbe mancato molto. Come a chiamarlo, poco dopo bussarono alla porta.
« ciao Ted!» fecero Molly e Lucy contemporaneamente, l'ultima con una certa disinvoltura.
« Andromeda» salutò la signora Weasley entrando ancora nella stanza.
« grazie di essere qui»
« come potrei? Voi siete l'altra famiglia di mio nipote.» disse dolcemente Andy con un sorriso tutt'altro che addolorato.
« non dire sciocchezze» Fece sempre la signora Weasley poggiando una mano sulla spalla di lei.
« anche tua fai parte di questa famiglia, ora»
« che ci siamo persi?» fece una voce allegra, entrando. Sembrava come se fosse appena tolto un peso enorme dal petto, anche se teneva Albus ancora in braccio. Il piccoletto, seguito dal fratello, appena venne messo giù corse pericolante al divano. La cuginetta gli porse la mano per aiutarlo ma, sapendo che non poteva sopportare il peso, Hermione ne approfittò per prendere il nipote e salutarlo, facendolo anche sedere, dopo pochi istanti, vicino alla figlia.
Sempre Hermione abbracciò l'amica, quella, dopo un'attimo di esitazione, da sopra la spalla della mora le sussurrò qualcosa di incomprensibile.
« che hai detto?» fece Hermione staccandosi. La rossa l'afferrò per il polso, lo strinse veramente forte, poi, con un breve e scattante cenno, indicò con lo sguardo verso le scale, poco lontano da tutti gli altri. Hermione annuì, poi, con disinvoltura e un certo sospetto, passò a salutare anche l'altro nipote e il suo miglio amico. Ginny la aspettava al terzo scalino della rampa, per arrivarci dovette passare da tutti i presenti, per salutarli uno a uno. Hermione la raggiunse e, per sicurezza, la rossa le afferrò ancora il polso e avanzò di uno scalino più su.
« avrei dovuto dirlo a tutti ma sei la mia migliore amica e mi devi aiutare.»
« ma è una cosa brutta o-»
« no, no, non credo»
« non credi?»
« non lo è» la mora si era già fatta un'idea.
« sei incinta?»
« si» Hermione prese un respiro
« si, si Harry lo sa» la rassicurò Ginny prima di qualsiasi domanda.
« e...»
« e... Va bene, che altro»
« tu stai bene?»
« ovvio» Hermione la abbracciò
« se è un'altro maschio mi sparo» mormorò la rossa stringendo l'amica. L'altra rise.
« sono arrivati!» le chiamò George, loro scesero, e alla piena luce Hermione notò un briciolo di lucidità negli occhi di Ginny ma, quando quest'ultima guardò l'amica, un grosso sorriso accompagnò un lacrimone ormai impossibile da trattenere. Appena tutti quanti forno nel loro campo visivo, videro si dà subito una chioma bionda farsi strada in fino a quello che sembrava un puntino azzurro, seguita dalla sorella più grande che, però, mostrava un certo imbarazzo e decoro. Il bambino corvino, invece, stava già parlottando con un'altro dei tre fratelli arrivati in compagnia dei genitori. La signora Weasley fu la prima ad abbracciare Fleur, poi Bill e di conseguenza anche gli altri nipoti. La mezza Veela abbracciò Andromeda, la più lontana, per ultima, poi tornò in mezzo alla sala, vicino a tutti gli altri, evitando di pavoneggiarsi come anni prima. La lotta per accaparrarsi i posti migliori fu vinta da pochi, solo Ron ed Angelina riuscirono a prendere posto nelle poltrone, Harry si accontentò di sedersi nel tappeto con i bambini, insieme a George e pochi altri mentre gli adulti restanti, si strinsero il più possibile nel divano poco prima che Andromeda cedesse e si mise a terra vicino a Molly, la bambina.
Hermione e Ginny, invece, più che sul divano avevano trovato un posto sulle ginocchia di Ron, reggendosi al bracciolo ognuna del suo lato. La conversazione era abbastanza viva, rotta solo quando, poco dopo, qualcuno bussò alla porta. Come scusa, fu Ron ad alzarsi, in modo da lasciare la poltrona a una delle due: Hermione cedette, fece sedere la rossa.
« ehi Perce» disse appena la porta di più aperta di dieci centimetri. La spalancò e si mise di lato per farli entrare. Audrey e Percy entrarono, lei si mise subito a cercare con lo sguardo le figlie. Ci fu un coro di saluti, poi, la signora Weasley, forse chiamata da tutta quella caciara, entrò ancora in sala, dove dovette trattenersi per abbracciare i nuovi arrivati a causa delle mani piene di pentole impilate una sopra l'altra che si era evidentemente scordata di posare nel trambusto. Tutto tornò come prima: Fred e Roxanne si rincorrevano per casa, venendo richiamati anche più volte dalla madre, Rose e Albus si davano da fare parlando in quella che non sembrava una lingua troppo comprensibile, Dominique se ne stava in un angolo con la sorella maggiore e Ted, mentre tutti gli altri intrattenevano un animata conversazione raggruppati nella saletta. Per un'attimo, George sembrò come svegliarsi da uno stato di trance.
« bambini prendete le giacche» disse alzandosi, improvvisamente ricevette l'attenzione di tutti i presenti
« palle di neve, menti chiuse!» disse andando spedito all'attaccapanni. Victoire si avvicinò alla madre, lasciando Teddy e sorella lì.
« nous pouvons?» chiese. Fleur le passò una mano tra i capelli lisci, come a pettinarli.
« oui, sûr» un sorriso nuovo approdò sul volto della piccola. Gli unici a restare dentro furono i più piccoli, tenuti da Ginny che, in quel momento, non se la sentiva troppo di uscire. Fuori era una festa: si erano formate due squadre, dividendo bambini e adulti. L'unico un po' in disparte era Percy che, resistendo al continuo richiamo della figlia, decise di tirarsi fuori dai giochi mentre la moglie si divertiva come una bambina. Una palla di neve bella compatta colpì Ron dritto in viso, cosa che lo spinse a lanciare quella che teneva in mano cercano di prendere il presunto responsabile: Fred. Hermione camminò cauta fino alla porta, chiudendosi velocemente la porta alle spalle.
« sicura di non voler venire?» disse togliendosi un guanto
« non devi per forza giocare» si sedette vicino alla figlia.
« no, non mi và» disse la ragazza, era seduta scomposta, in grembo dei giocattoli che Albus continuava a mettere e prendere, così da illustrare il tutto alla cugina. La mora notò la faccia leggermente verde dell'amica.
« vieni» disse prendendola per un polso. Ginny sistemò tutti i giocattoli affianco ad Albus e, lanciando un'ultima occhiata al figlio, seguì Hermione su per le scale. Quando la ragazza la portò fino all'ingresso del bagno non resistette: corse fino al fondo della stanza, cadendo in ginocchio e sporgendosi alla tazza. Hermione le prese i capelli. Quando ebbe finito le salirono dei terribili conati, e, dopo secondi di tranquillità, Hermione la aiutò ad alzarsi. Si mise a cercare nei cassetti, non avendo la bacchetta a portata di mano. Finalmente trovò quello che stava cercando. Passò lo spazzolino appena scartato all'amica, che si stava occupando di legarsi i capelli ancora mezza scombussolata. Hermione la guardò insicura lavarsi i denti, poi si decise ad accompagnarla di nuovo di sotto.
« meglio?» chiese, erano a circa dieci scalini dall'arrivare di sotto. Ginny annuì. Nel divano c'erano ancora Rose ed Albus, non si sa esattamente il perché ma erano nel mezzo di un abbraccio, abbraccio che sciolse il cuore delle madri appena furono in grado di vederli. Quando i due si staccarono, Ginny si inginocchiò al divano, proprio davanti al figlio,  prendendogli il volto  paffuto tra le mani.
« usciamo?» gli sussurrò. Non si sa come, riuscì a captare, senza neanche guardarla, lo sguardo preoccupato e severo di Hermione.
« no, sto bene» le disse, gli occhi azzurri oceano ancora immersi nei verdi smeraldo. Si alzò, di fretta prendere le giacche ai più piccoli. Appena, sotto l'ammasso, trovò quello della nipote, lo lanciò all'amica che, con prontezza lo afferrò al volo. Come ad accoglierla, appena fuori Rose ricevette una palla di neve piuttosto piccola il testa, cosa che, invece di farla piangere, le fece salire la voglia di giocare. Venne accontenta alla richiesta di scendere in veramente pochissimo tempo. Teddy si fece subito avanti per condurla dietro un cumulo dove gli altri piccoli si riparavano. Hermione li guardò allontanarsi quando, con uno scatto, si girò verso l'amica strappandole il bambino dalle braccia. Corse dagli altri bambini con Albus completamente immerso in una risata.
« posso?» una mano sbucò fuori da dietro il cumulo, facendo cenno di andare. La ragazza eseguì. Dietro quella massa di neve c'erano Dominique e gli altri, tranne Roxanne e Fred, ormai partiti all'attacco. Stavano architettando quello che sembrava un piano malefico per attaccare i più grandi.
« ti vuoi alleare con noi?» chiese decisa Victoire.
« sicuro... Che avete in mente?» Teddy e Victoire le rivelarono tutto il piano, niente di difficile, ma abbastanza efficace. Hermione non ebbe niente da ridire, si limitò ad afferrare la figlia da sotto le ascelle e portarsela al petto in modo da poterla portare con lei, mentre Albus sembrava più interessato a giocare con la neve in disparte, con Molly che lo guardava addolcita.
« al mio tre, allora» disse la ragazza sbucando fuori con la testa per dare un'occhiata.
« uno...» e strinse forte la bambina
« due...» tutti ormai avevano pronti i proiettili di neve
«...tre!» scapparono fuori quasi tutti urlano, lanciando palle di neve a manetta, mentre Hermione se la rideva correndo di poco dietro di loro. Rose le si era stretta forte, le guance ormai completamente rosse tagliate orizzontalmente da un ampio sorriso. Tutti i più grandi vennero colpiti ripetutamente mentre più che potevano lanciavano palle di neve a difendersi. Hermione avvistò Ron, uno dei più esposti. Il rosso delle guance del ragazzo faceva a pugni con  il cappello di lana ormai completamente sepolto dalla neve. Lei gli si gettò tra le braccia, non importava dei costanti proiettili bianchi che le attaccavano la schiena. Ora erano solo loro, immersi in risate e tutt'altro che seri, ma solo loro. L'attacco cessò al richiamo della signora Weasley: i regali erano finalmente pronti per essere scartati.   I bambini rientrarono a capofitto in casa come una mandria di buoi. Harry si avviò al cumulo per riprendersi il figlio, che si stava ancora confrontando con la neve: sembrava più interessato a quella che a tutto il resto. Erano tutti seduti sul tappeto, tranne Ginny, che teneva la porta aspettando il marito e quello che sarebbe diventato il figlio di mezzo.
« forza ragazzi, dentro!» incoraggiò la signora Weasley, la bacchetta puntata alle sue spalle, faceva tenere in aria scatole su scatole di regali.
« forza, su» sospirò. Ginny chiuse la porta alle spalle di Harry ed Albus. Ora erano al completo. Quando, ore dopo, vennero chiamati tutti a tavola, non c'era anima viva che non possedesse un nuovo maglione con la propria iniziale. Neanche Rose aveva fatto storie a mettere il suo sopra il vestito che, d'altronde, ancora non le andava a genio. I bambini si rassegnarono a mangiare in sala, su un tavolo che Arthur Weasley aveva fatto apparire semplicemente scuotendo la bacchetta. Solo Albus e Rosie ebbero l'onore di stare in cucina, ognuno seduto sul seggiolone accanto ai padri e sotto osservazione delle madri. Pieni come pochi, Ron e Hermione furono costretti ad alzarsi, salutando tutti a malincuore, sapendo che gli altri si sarebbero fermati per più tempo. Hermione prese in disparte l'amica
« diglielo ora, a tutti» le sussurrò. Lei annuì decisa, come a dire "ora o mai più". Le faccio stupite di tutti non bloccarono le lamentele di Fleur
« ne hai jà tre» disse senza preoccuparsi della cadenza dell'accento.
« e con questo? Che dovrei farci, abortire? Non avete capito proprio niente» fece la ragazza, ridendo, come a sostituire un pianto.
« no, no. Scerto che no» la rossa cercò gli occhi della madre, aspettandosi di vederli pieni di rifiuto, disgusto, colmi di lacrime e odio. Ma le lacrime c'erano, lacrime di sola e assoluta gioia.
« mamma-» si fece strada ad abbracciarla, gli occhi sbarrati sopra la spalla della madre, così da guardare Hermione, che le osserva in un sorriso calmo. Ginny non poté farne a meno: mollò la madre e passò a lei.
« che succede?» fece una bellissima voce bianca all'entrata della cugina.
« a quanto pare arriverà un nuovo cuginetto!» annunciò Bill alla figlia. Lo sguardo di Victoire si illuminò.
« corro a dirlo a gli altri!»
« corri» ci fu una risata generale, ma in tutto questo il signor Weasley non parlò. Ginny se ne accorse e, con il cuore speranzoso, gli si avvicinò. Lui fece arrivare alle proprie labbra un sorriso, poi le poggiò una mano sulla spalla. Tempo un secondo che si ritrovarono abbracciati.
« noi andiamo» le sussurrò Hermione alle spalle. Ginevra si staccò.
« si, si a domani» disse. La mora le scosse la testa, sempre quel sorriso irritante, che di solito non portava, impresso in viso.
« ciao!» entrambi uscirono dalla cucina, ora da oltrepassare avevano solo la sala con quella che sembrava una squadra da calcio completa.
« zia... Ma chi è che avrà il bambino?» chiese pimpante Dominique.
« Ginny, tesoro» disse Hermione. Zia e nipote si abbracciarono, poi i due uscirono con la figlia che ancora aveva la mano a salutare i cugini.
« un'altro? Questa è pazza» commentò lui facendo sedere la figlia in macchina
« Ron!» disse lei prolungando la vocale
« sul serio!» si difese
« no, tu non le dirai assolutamente niente, lei e Harry hanno deciso così. Basta»
« oh, io non dico quello» lei lo guardò
« già è mezza scema, questa è la volta buona che la perdiamo» Hermione rise, ed entrambi si sedettero in macchina tutt'altro che imbronciati.
« che fa? Dorme?» chiese lei incredula minuti dopo, facendo girare lo sguardo avanti e indietro velocemente per controllare la figlia.
« Rose, Rose!» la chiamò lui.
« si» confermò la bambina con voce roca aprendo gli occhi stanchi.
« siamo quasi arrivati» la rassicurò. In effetti nel giro di due minuti Hermione tirò il freno a mano. Con un sospiro, Ron aprì lo sportello. A suonare fu, come sempre, Hermione.
« ciao, tesoro» la abbracciò la madre.
« mamma..» salutò Hermione.
« entrate, forza» li invitò lei togliendo dal braccio del ragazzo la nipotina.
« ma quanto sei bella, vestita così»  sussurrò alla bimba conducendo gli altri due fino al salotto. Il signor Granger li aspettava vicino alla porta della sala, in piedi, e con un sorriso smagliante, pronto a accogliere la figlia.
« ciao papà» fece la ragazza abbracciando il padre.
« Ron» disse lui porgendo la mano al ragazzo.
« signore» rispose lui stringendola.
« venite, forza» chiamò la signora Granger, era ormai seduta al divano, guardando la nipote armeggiare già con il pacco che le era appena stato messo in mano. Hermione avanzò verso di loro, mettendosi in ginocchio sul tappeto come quando era bambina. Ron e il signor Granger erano ora dietro lo schienale del divano, uno più dell'altro curioso di sapere cosa ci fosse in quel pacco.
« bello!» disse Hermione alla bambina, che guardava ammirata la bambola ancora tutta bella impacchettata.
« bello!» imitò la piccola, alzando un'attimo lo sguardo sulla madre.
« vieni, lo apriamo» disse la nonna, Rose eseguì con piacere, portando per pochi passi quello che per lei poteva anche essere pesante, ma notevole era quanto poco sforzo ci avesse messo, soprattutto ad armeggiare una scatola così grande.
« bene... Allora» disse la signora Granger togliendo il pezzo di fil di ferro che teneva legato il piede del bambolotto.
« tieni» glielo mise in braccio. Rose non aveva una faccia troppo convinta, ma guardò intensamente la nonna da quegli occhioni azzurri
« grazie» disse, la pronuncia di un adulto.
« sorprendente tua figlia, Hermione» si complimentò il signor Granger sedendosi finalmente affianco alla moglie.
« come te, d'altronde» Hermione sorrise arrossendo lievemente.
Passarono un'ora così, a parlare. Prima di farli andare, però, entrambi ricevettero un regalo che accettarono in cambio del loro.
« torna più spesso» disse la signora Granger stringendo forte la figlia.
« appena posso, mamma» la madre le si staccò, poi annuì come ad acconsentire di lasciarla andare.
« ciao!» disse il marito, la mano al cielo guardando i tre allontanarsi.
« fa freddissimo» si lamentò Ron appena si sedette al suo posto.
« si, ora accendo il riscaldamento» Ron non ebbe da ridire. Il viaggio si svolse in silenzio, entrambi i rossi erano sul punto di addormentarsi, svegliati solo dal clacson di Hermione.
« scusate, ma questi ti-» fece cercando di spiegare.
« non fa niente» la rassicurò lui tornando a chiudere gli occhi.
« tanto vale resti sveglio: eccoci» Ron si passò una mano tra i capelli, ma, senza ascoltarla, serrò ancora gli occhi alla vista di quanta poca strada mancasse a casa.
« io Rose, tu il resto» chiarì Hermione uscendo.
« sicuro» fece lui con voce stanca, uscendo controvoglia dalla macchina. Hermione, con la bimba ormai ancora addormentata tra le braccia, seguì con lo sguardo il marito farsi strada alla porta con la borsa e il bambolotto in mano. Aprì la porta ed entrò con la testa buttata all'indietro.
« sono solo le tre»
« queste persone alle tre hanno sonno» disse lui posando le cose sulla poltrona e prendendo la figlia, che si lamentava dormiente. Hermione sorrise a quelle due persone identiche, ma diverse. Diede un bacio al marito, poi se ne andò in cucina, intenta a bere.
« non abbiamo assoluta intenzione di aspettarti, addio» disse lui sparendo su per le scale. Sistemò la bambina con più accuratezza possibile, facendo la massima attenzione a non svegliarla poi, le sfilò il giubbotto. Posizionò il cappotto rosso insieme al suo sulla sedia e, come ad aspettarlo da tempo, si stese finalmente appoggiando la testa al cuscino. Tempo cinque minuti, Hermione apparse sulla soglia. Avanzò verso quelli che parevano gemelli con una ventina d'anni di differenza. Si sedette nel suo lato, osservando sia uno che l'altro, in modo da compensare gli sguardi. Evitò di stendersi, passò semplicemente la mano tra i capelli mossi della piccola. Era tutto perfetto.

Spazio autrice 💕
Ci ho messo una vita a scrivere il capitolo ma devo dire che ne sono anche abbastanza soddisfatta... Credo, devo ancora rileggere hahaha. Penso sia il capitolo più lungo fin'ora, avevo inizialmente pensato di farli stare a casa Granger per tutto il capitolo ma, seriamente, non avevo idea di come creare i caratteri dei genitori di lei.
Ma va bene così, ciauuu🖤
PS: ci sono errori?

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora