Lontra

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Hermione abbracciò ancora il ragazzino dai capelli blu
« ci vediamo a Natale» gli disse. Lui lanciò un ultimo sguardo a tutti fino ad entrare nel treno. Anche altri furono costretti a salutare i propri cari prima di seguire il metamorfomagus all'interno della carrozza.
« non vedo l'ora di andarci anch'io» sibilò Rose attaccata alle gambe della madre. Andromeda aveva ancora la mano alzata in segno di saluto mentre il treno a vapore portava via il nipote. Harry le era vicino. Solo quando riuscirono a veder scomparire le poche tracce di fumo della locomotiva in lontananza si decisero ad andare, passando così ancora una volta attraverso il muro tra il binario nove e il binario dieci. Erano tutti lì, chi ad accompagnare i figli, chi a salutare i nipoti, ma la famiglia era praticamente riunita.
« ti immagini quando ci andremo anche noi?» disse un biondino, camminando vicino al cuginetto
« io sarò in grifondoro.» disse fermamente James, confidando nelle proprie parole
« i miei genitori lo sono, quindi anch'io» aggiunse
« ma guarda che non c'entra niente, eh» ribadì Louis, in tono scocciato.
« mamma mi ha raccontato le qualità delle casate. Io sono grifondoro»
« è comunque il cappello a scegliere» ma Fleur afferrò la mano del bambino
« sci vediamo» salutò tutti gli altri cambiando completamente direzione, accompagnata dal marito. Seguirono saluti all'unisono, finché i tre non sparirono dalla loro vista. Ron e Hermione restarono in compagnia di tutti gli altri fino alla macchina, dove furono costretti a salutare i parenti.
Entrarono.
« andiamo a casa?» azzardò Hugo, tentando di allacciarsi da solo la cintura. Rose lo aiutò a portare a termine la sfida
« perché, dove vuoi andare?» chiese Hermione. Dal tono di voce i bambini capirono che ogni loro intervento non sarebbe andato bene alla madre.
« ottimo» mormorò Harmione premendo l'acceleratore.
« Teddy mi ha detto che alcuni non tornano per le vacanze... Perché?» chiese Rose, passando a sistemare anche la sua cinta.
« alcuni in generale o in famiglia?»
« generale»
« be'... » cominciò Hermione
« molti restano per fare compagnia a chi non ha famigliari a casa ad aspettarli, altri perché i genitori sono in vacanza... Ognuno può scegliere se restare o meno» disse Ron in tono disinvolto, guardando fuori dal finestrino completamente abbassato.
« te sei mai rimasto a scuola durante le vacanze di Natale?» chiese ammirata Rose
« si. Non è stato male» ammise Ron.
« e perché?» fece invece Hugo, ora stranamente interessato alla conversazione
« i miei erano andati a trovare vostro zio, in Romania» i fratelli si scambiarono uno sguardo sbalordito
« ma come in Romania?» chiese il bimbo
« c'è... Proprio la Romania? Perché non ci avevate mai specificato la Romania?» chiese Rose, con tutto un'altro viso. I due non erano a conoscenza del luogo dove lo zio strascorreva i mesi al di fuori delle volte che se lo ritrovavano alla Tana.
« e allora?» cominciò Harmione
« vi cambia qualcosa?» il piccolo alzò le spalle, sistemandosi meglio nella scomoda seduta su cui era messo.
Quando arrivarono, i più piccoli andarono dritti spediti dentro casa, per via del caldo e del sole che batteva forte senza lasciare uno spicchio d'ombra. La più grande si precipitò in cucina, dove in sì e no qualche secondo si versò l'acqua nel bicchiere e bevve.
« sete?» chiese ironico il padre mentre la figlia cominciava a versarsi un'altro bicchiere.
« si» ansimò lei prima di prendere un lungo sorso.
« ehi, anch'io!» fece Hugo.
« papà, gli prendi un bicchiere?» la bambina fu subito accontenta. Entro poco erano tutti e quattro dentro la cucina.
« mi aiutate?» chiese Hermione
« ma se con a magia ai subito» disse Hugo, già guardando la bacchetta nella tasca della madre.
« uh, scusa» mormorò lei mentre i bambini se la filavano di sopra. Li richiamarono un'ora dopo precisa e i due furino costretti a scendere ancora.
« mangiamo già?» sbuffò la rossa
« volete andare da nonna o no?» cominciò il padre
« no, no più» disse Hugo
« e in vece ci vai, Grissino»
« Ron» richiamò Hermione
« che?» disse il piccolo
« non mi piace questo tuo soprannome»
« e perché?» ma lei non rispose. Quando ebbero finito la ragazza li spedì a prendere le cose che si sarebbero dovuti portare, così che nel giro di dieci minuti furono tutti fuori casa.
« ma oltre a noi chi viene?»
« nessuno, lo sapete»
« ma è noioso»
« aiuterete la nonna». Ma l'entusiasmo si accese sui volti dei bambini solo quando la madre parcheggiò nei pressi della Tana.
Entrambi corsero via appena gli sportelli vennero loro aperti. La nonna li accolse a braccia aperte, quando i due si liberarono dall'abbraccio, pochi attimi dopo, per entrare nella casa. La signora Weasley allungò il collo verso i nipoti che sfrecciavano alle sue spalle prima di passare a salutarti i genitori dei bambini. Hermione entrò un secondo nella Tana per salutare i figli, ma con loro trovò anche una donna dai capelli castani
« buongiorno, Signora Tonks»
« Andromeda» corresse lei con voce pacata, rivolgendole un sorriso. Hermione si piegò leggermente a salutare il figlio, in piedi sul divano. Dopo aver ricevuto quel breve abbraccio, però, lo spiccò giù, rimproverandolo anche.
« ciao, ma'» mormorò Rose, già impegnata a tirare fuori dallo zaino i giochi del fratello. Hermione le strinse la coda di cavallo, che cominciava a scendere, poi la salutò e si voltò. Il marito stava rimettendo il figlio a terra, dopo averlo tolto dal divano sul quale era nuovamente salito. La madre lanciò al bambino un'occhiata di fuoco, e questo accettò di non risalire.
« a dopo, Signora Weasley»
« a dopo, cara». I due uscirono subito dopo che Ron ebbe salutato la donna dai capelli mori, Andromeda. Oltrepassarono la porta d'ingresso con ancora il figlio più piccolo che teneva la mano alzata per salutarli, con il viso rivolto tutto da un'altra parte.
« sai, papà vuole mettere in sala la televisione babbana»
« ne avrà cinque nel capannone...»
« appunto, credo le metterà tutte una affianco all'altra» Hermione sorrise alla visione
« spero non lo faccia» continuò Ron. Entrarono in macchina, lei riuscì a mettere in moto dopo un rumore strano che emise il motore
« bah» mormorò impaziente spingendo il pedale. Erano appena entrati in una.
« a loro cosa hai detto?» chiese sempre la ragazza
« che dovevamo andare in un posto e se avessero fatto domande niente televisione»
« potevi semplicemente dire che andavano in un posto, non erano necessarie le minacce»
« tu dici?» disse Ron, sembrava enormemente sarcastico
« perché... Si?»
« si, sempre». Il senso di vergogna assalì Hermione... Davvero conosceva così poco i suoi figli?
« spara un nome» fece Ron poco dopo
« cosa?»
« un nome, dai!» lei si mise a rimuginare e ne disse alcuni, ma tutte le sue idee furono bocciate. 
« ma che schifo» commentò Ron all'ennesimo tentativo di lei
« non è vero»
« si, invece»
« allora sceglieranno loro»
« le idee di tuo figlio sono peggio delle tue» la ragazza fece in tempo a scoccargli un breve sguardo di rimprovero prima di posare ancora gli occhi ala guida.
« Lino»
« no» fece secco lui.
« se deve proprio stare in casa, che lo faccia con un nome decente»
«hai proposto tu di prenderlo» ricordò Hermione
« si, ma solo perché ho trovato una scatola con almeno una ventina di foto del tuo gatto sotto il letto»
« come-»
« guarda che casa la pulisco, eh» ma lei lo sapeva, solo che aveva dimenticato delle foto.
« era brutto il tuo gatto, comunque»
« non è vero»
« si, invece. Questo sarà più carino»
« no, voglio sempre la stessa razza»
Lui scosse la testa. Mentre la ragazza parcheggiava, lui su guardava intorno curioso: erano in un campo; la macchina era stata parcheggiata sotto un esile albero, che però spiccava in altezza.
« sicura che sia qui?» Hermione annuì convinta
« sei stato tu a darmi l'indirizzo, eh»
« che c'entra, potresti aver sbagliato»
« se hai scritto bene no, non ho sbagliato»
« ma vedi un gatto nei paraggi, per caso?»
« è un gattile, quelle povere bestie non vanno mica a zonzo» si stavano aggirando nei pressi dell'auto cercando di guardarsi intorno e trovare una qualche struttura, poi Ron puntò il dito verso una catapecchia lontana
« non potranno mica tenerli così» disse Hermione, il fiato soffocato alla vista di quella minuscola casetta di legno, che poco a poco che si avvicinavano sembrava sempre di più un mini pollaio
« è disumano» mormorò la ragazza. Essendo ora così vicina riuscì persino a sentire qualche sordo miagolio
« vieni» ordinò mentre spalancava la bassa porticina. Con il marito affiancato, come da lei richiesto, mise il viso nella "catapecchia"
« sono tantissimi!» affermò con enfasi. Infatti, due o tre cucciolate erano tutte ammassate insieme, in condizioni pietose
« prendili tutti» ordinò lui. La ragazza si girò di scatto
« Non vorrai lasciarli così! È o no lo stesso discorso degli elfi?» con un piccolo sorriso sulle labbra, Hermione si fece avanti, accucciata, nella casetta. Tredici micini si stringevano in un angolo, tremanti ed estremamente magri.
« mi devi aiutare»
« quanti sono?» la ragazza temette di di aver contato due volte un m
micino tutto nero che non si stava fermo un minuto, nonostante le condizioni in cui si ritrovava.
« tredici!» affermò con stupore, gli occhi fissi alla massa di pelo in movimento
« vieni, esci» lei arretrò fino a tornare sulla soglia, poi estrasse la bacchetta. La banda di gattini iniziò a miagolare, visto che sotto di loro, ora, c'era pura aria. Hermione suggerì al marito una formula magica, con la quale lui fece comparire tre trasportini.
« ne bastavano due, guarda quanto sono piccoli» rimproverò lei facendo entrare una prima parte dei cuccioli nel trasportino numero uno.
« come hai trovato questo posto?»
« mi hanno parlato di un allevamento» si difese lui.
« eh non mi pare» passò un trasportino al marito.
« qualcuno qui dovrà pur esserci»
« sicuro» fece lui non curante. Notarono in macchina ancora indecisi cosa fare con gli animali, molto probabilmente li avrebbero portati a diagon Alley
« Hermione!» a neanche due minuti da quando erano partiti, il ragazzo puntò il dito su una casetta lontana,
« forse sono loro» la ragazza era dubitosa, ma rischiò. Parcheggiarono davanti al minuscolo giardinetto recintato da un muretto basso, dove vennero accolti immediatamente da un miagolio continuo. Una vecchia signora aprì la porta della casa, uscendo in vestaglia. La faccia dell'anziana era ricoperta di rughe, ma riusciva comunque a portare un amabile sorriso sulle labbra senza risultare "sinistra"
« signora...» disse Hermione cercando di sovrastare il miagolio
« abbiamo trovato dei gattini, poco lontano da qui... Sono suoi?» la signora si fece avanti fino al cancello, a passo abbastanza svelto per la sua età.
« oh, mi dispiace» balbettò afferrando una delle delle due gabbiette che trasportava Ron
« le ragazze scappano per partorire»
« le ragazze?» fece Ron
« si, le gatte, ovvio. Ultimamente tre di loro erano un po' più grandicelle» e aprì la porticina del trasportino
« ma non pensavo fossero tutte e tre incinte»
« e invece...» mormorò lui
« entrate!» fece poi con enfasi la vecchia, rivolgendo loro il sorriso più amabile che potesse trovare. Ron e Hermione la seguirono dentro il gradino, per poi entrare in quella che da fuori non sembrava una casa tenuta troppo bene. Ma mai giudicare un libro dalla copertina; il piano terra, seppur con gatti in ogni angolo, sembrava sterilizzato, con pareti e soprammobili candidi, che facevano risultare la stanza molto più grande di quello che era.
« è passato mio figlio a pulire, stamattina»; gracchiò l'anziana signora, facendo accomodare i due.
« complimenti, lei ha proprio una bella casa» si congratulò Hermione, sedendosi nel divano in pelle bianco  che la vecchia le aveva indicato.
« grazie, cara» fece gentilmente lei, ricordando a Ron la madre. 
« siete venuti per cercare un gatto, per caso?» chiese poi
« io non posso più tenerli tutti quanti» disse, esagerando un po' con il tono di voce.
« e con questi... Quanti hai detto che sono questi qui?»
« tredici»
« altri tredici e arrivo a cinquanta » si lamentò lasciandosi andare tremante nella poltrona, in tinta con il divano. Un gatto rosso montò sulle ginocchia di Ron, proprio mentre quest'ultimo provava a guardare all'interno dell'ultimo trasportino che gli era rimasto in mano. Salutò il gatto rosso con una brava carezza, e subito smise di dargli attenzioni. Ma il micio cominciò a fare le fusa, così forte che Hermione si girò verso di loro, visto che fino a qualche secondo prima stava osservando due mici fratelli, forse, lavarsi a vicenda. La ragazza allungò la mano ad accarezzare il gatto rosso che era appena salito sul marito, ma, quando sfiorò la testa dell'animale, questo smise immediatamente di fare le fusa.
« ti ha scelto» commentò la vecchia notando come il gatto si risistemava su Ron. Quest'ultimo la guardò
« cosa?»
« ti ha scelto come padrone»
« pff, si... Una bacchetta» commentò sottovoce lui
« non proprio come una bacchetta, ragazzo» continuò la vecchia. Marito e moglie la guardarono.
« lei è-»
« sono una strega, certo» i due si lasciarono uno sguardo a vicenda, riuscendo finalmente a capire come la casa riuscisse ad essere così pulita nonostante tutto. Nel frattempo il gatto rosso era ancora appiccicato al ragazzo, facendo fusa così rumorose che era difficile scordarsi di lui. Ma Ron decise di non accarezzarlo, fece finta di niente, guardandosi timidamente intorno.
« penso che ormai vi conviene prendere lui» disse la signora. Hermione tentò ancora di accarezzare il gatto che, senza smettere di fare le fusa, si spostò poco più in là, ma sempre sopra al ragazzo.
« mi odia di già»
« ma no, cara» e il pensiero tornò a Molly Weasley
« vedrai, con il tempo si affezionerà»
« ma prenderne uno già affezionato a lei?» disse Ron, freddo
« e lui? Loro sono diversi dai gatti comuni, non riuscirebbe più a vivere normalmente e in salute se non lo portate con voi» "balle", pensò Ron. Tuttavia Hermione sembrava convinta, guardando il gatto come aveva guardato la sua prima figlia, il giorno che la prese in braccio per la prima volta. Il ragazzo notò l'espressione della moglie, e fece per parlare quando lei si alzò
« lo prendiamo, è d'accordo?» disse, rivolta all'anziana.
« ma certamente... Prendete uno degli trasportini che mi avete portato, e trattatelo bene, mi raccomando» il ragazzo si alzò, prendendo il gatto in braccio senza neanche guardarlo. Solo lì notarono che i trasportini erano vuoti, e i micini si stavano già spargendo per la casa. Hermione ne tirò su uno molto magrolino, poi guardò Ron. Lui scosse la testa, ma non sarebbe stato certo il marito a fermarla. La ragazza rimise il gattino nero nel pavimento, poi si rivolse alla vecchia.
« scusi il disturbo, grazie mille»
« e di cosa, cari» la signora si alzò dalla scomoda poltrona
« arrivederci» gracchiò chiudendo la porta dietro Ron e Hermione.
« è pazza questa qua, te lo dico io» bisbigliò Ron togliendo il trasportino dalle mani di Hermione, solo per portarlo all'altezza del suo viso, così da poter guardare il gatto.
« avrà circa un anno» osservò lei
« e che ne sai?»
« dai denti»
« come e quando gli hai visto i denti, scus-»
« prima ha sbadigliato» il ragazzo la guardò sconvolto. Entrarono in macchina, lui mise il trasportino del gatto nei sedili posteriori, ma quello cominciò a miagolare imperterrito.
« e no, eh» si lamentò il ragazzo
« prendilo»
« non è mica un bambino di cinque mesi, Hermione»
« ma prendilo, non lasciarlo così»
« ma perché io?»
« mah, forse perché sto guidando o perché mi odia»
« si, ma il gatto era per te, quindi adesso aspettiamo che si zittisce» concluse fermamente Ron. Fatto sta che entro cinque minuti di costretto a prenderlo, siccome il miagolio stava fracassando loro i timpani. I fastidiosi versi si trasformarono in delle fusa già da quando il ragazzo allungò la mano per prenderlo.
« è maschio o femmina?»
« boh, dopo ci guardo» il ragazzo prese una faccia schifata, ma lei non se ne accorse.
« tienilo tu» glielo mise in mano appena scesero dalla macchina. Lei lo prese con uno sbuffo, prima di avvicinaresi il trasportino per guardare il gatto all'interno.
« maschio o femmina?»
« e che ne so, sembra femmina, dal muso»
« e mo che c'entra il muso»
«  ma guardalo»disse lei addolcita
« sei peggio con il gatto che con Hugo» Hermione si sentì il fuoco nelle viscere, ma preferì stare zitta. Entrarono nella locanda, frequentata esclusivamente da maghi. Non ci fu bisogno di salutare Tom, il mago non sembrava essere nel locale, al momento. Quando entrarono a diagon Alley pensarono di non aver mai visto quel posto così povero di gente se non durante la guerra. Hermione si guardò intorno, scrutando quelle poche persone che si aggiravano furtive, prima fare il primo passo e cominciare a camminare spedita.
Diretti al negozio di animali, i due non persero tempo a chiedersi il motivo per il quale erano in tutto nove le persone lì intorno, ma quando erano a circa dieci metri dal negozio, una musica cominciò a fracassargli le orecchie.
« è George» disse lei convinta, spingendo la porta per entrare. Salutarono la commessa, e uscirono dal negozio con delle buste piene... E un'altro animale.
Sotto le occhiatacce che Ron lanciava al gattino, rigorosamente rosso, Hermione aveva gli occhi colmi di felicità, tenendo lei stessa il piccoletto in mano.
« non ne bastava uno?» arrivò una voce, appena apparsa dietro la spalla di Hermione. Senza degnarsi di salutare, lei chiese se il motivo della poca gente in strada fosse opera sua
« sicuro, stanno tutti radunati davanti al negozio»
« e perché non mi hai chiamato, potevo aiutare» si lamentò Ron
« eh, ti abbiamo sostituito» disse George, poi si allontanò a grandi passi
« da domani però servi, fratellino!». Ron e Hermione si guardarono un secondo prima di dirigersi di nuovo verso il paiolo magico. Neanche questa volta Tom era lì per salutarli, ma andarono semplicemente avanti.
« metti sto gatto dentro il trasportino, non tenerlo in mano»
« ma posso fare quello che mi pare?»
« devi guidar-»
« mancano dieci metri dalla macchina, abbi pazienza eh». Arrivati all'auto, Ron scaraventò via il trasportino nei sedili posteriori, rischiando di prendere una sgridata dalla moglie (« mi è scivolato dalle mani!») ma durante il tragitto, i due gatti, ora stretti dentro una singola gabbietta, stettero calmi, quasi in perfetta sintonia. Alla Tana trovarono i bambini già fuori casa, così che entrambi gli corsero incontro
« mamma!» annunciò Hugo prima di intraprendere la corsa. Hermione lo spiccò per aria. Rose, invece, si fiondò dal padre. Ma il piccoletto, dall'alto, aveva già notato quelle buste e quello strano trasportino sopra la sua seduta.
« cos'è?» chiese. Rose allungò subito lo sguardo, e un secondo dopo aveva già spalancato lo sportello. Appena notò gli animali non disse niente, girò di scatto li sguardo verso il padre, incredula. Lui annuì.
« guarda, un gatto!» disse al fratello, affrettandosi ad aprire il trasportino.
« sono due?» disse quando notò il più piccolo che si metteva in piedi, staccandosi dall'altro. Prese in mano il  gattino, estraendolo dalla gabbietta. Hugo si sporse immediatamente avanti tendendo la mano, lei glielo porse portando subito l'attenzione all'altro gatto rosso. Hermione si assicurò che il figlio non facesse cadere l'animale, mettendo la mano sotto le zampe del cucciolo. Rose aveva già il gattone in braccio, e questo non sembrava dispiaciuto.
« come si chiamano?» chiese poi, accarezzando la testolina del suo nuovo animale domestico.
« dovrete dircelo voi» disse Hermione. Il volto della bambina si illuminò sotto un sorriso se possibile ancora più tirato.
« allora, io decido per lui, te per lui» spiegò al fratello, intendendo che lei avrebbe dovuto scegliere il nome per il più grande, mentre sarebbe stato Hugo a decidere per il più piccolo.
« entriamo o vogliamo restare qui impalati?» disse poi Ron, già avanzando di un passo verso la Tana. I tre lo seguirono, Hugo ancora in braccio alla madre. Quando entrarono Molly Weasley fece un balzo, aspettandosi tutto tranne che due nuovi animali.
« nonna, garda!» disse Hugo, sporgendo il gattino verso la signora Weasley. La donna lanciò direttamente uno sguardo al figlio, che scosse la testa come in lutto.
« lui è Leo» finì Rose comparendo sulla scena.
« ma Leo è già il gufo!» disse Ron
« si, ma è vecchio, tra poco morirà, quindi ecco un'altro Leo»
« non mi piace» disse invece Hermione, sedendosi nel divano con il figlio sopra.
« sii più innovativa»
« eh, non è colpa mia se non mi vengono in mente!» sbuffò Rose sedendosi con disperazione vicino alla madre.
« un nome a caso, dai» incitò il padre
« lui è Zanna» annunciò invece Hugo, guardando il micinino arrampicarsi sulla sua maglietta verde.
« perché proprio"Zanna", caro?» chiese Molly Weasley, avvicinandosi per fare una carezza al nipote.
« ha dei denti puntiti» disse con nonchalance
« appuntiti» corresse la madre. Poi Hermione afferrò il gatto, che per poco non cadeva.
« è una femmina» disse tranquilla.
« ma io voglio un macchio»
« maschio» corresse Ron
« e non si può avere tutto» continuò la ragazza.
« Cissy va bene? Ho centito da lei!» e indicò verso la cucina. Questa volta la madre decise di non correggerlo
« c'è Andromeda?» chiese Hermione, rivolta alla signora Weasley
« si, è ancora qui» rivelò, sparendo un secondo dopo per andare a chiamare la donna.
« Ehi!» salutò la signora Tonks, entrando qualche secondo dopo
« tutto bene?» chiese Hermione, senza neanche salutare.
« certo... Perché?». La ragazza sembrò nervosa nel rispondere
« Teddy. Non so cosa farò quando questi due partiranno» e provò a ridere, senza gioia
« già il quinto anno» disse tristemente Andromeda, sedendosi vicino alla ragazza
« voi invece avete da aspettare» disse poi con una voce molto più gioiosa, pizzicando la una guancia di Hugo. Questo abbassò la testa e arrossì velocemente. Quando uscirono entrambi i bambini tenevano un gatto sulle mani, ancora poco decisi su come chiamare gli animali
« Viola!» tentò Rose, per dare il nome alla gattina
« te scegli per lui, Rose» disse calma Hermione, le mani al volante
« ma se Hugo non si decide!»
« dagli tempo» difese il padre. Ma, una volta rientrati a casa, il ragazzo sussurrò qualcosa all'orecchio del figlio
« Otter!» disse il piccolo, a voce un po' troppo alta
« lontra?» chiese la madre, poco distante da loro
« come te» spiegò il bambino. Hermione sorrise.
« mi piace» intervenne Rose
« e lui si chiamerà "Rosso"»
« ammazza che inventiva»
« allora decidi te» e spalancò le braccia, così che il gatto atterrò precisamente sulle zampe, nel pavimento. La bambina se ne andò a passo fiero, senza guardarsi indietro, ma già qualcuno aveva cominciato a seguirla. Quando cercò di chiudere la porta di camera sua, infatti, dovette prima fare entrare il gattone rosso che aveva ben deciso di arrivare fin lì, con lei. Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo. Hugo si allontanò furtivo, proprio mentre la gattina, Otter, quindi, cominciava ad "esplorare" la  casa, iniziando dal divano. A cena non videro né uno né l'altro, entrambi i gatti se ne stavano dormienti sul letto di Rose: il più piccolo aveva seguito il più grande.
« stanno entrambi da te, guarda» disse Hermione, facendo un'ultima carezza alla figlia prima di metterla a dormire
« mi danni fastidio» mormorò Rose
« perché?»
« e se poi miagolano di notte?»
« non lo faranno, tranquilla»
« e se hanno fame e cominciano a miagolare?»
« hanno mangiato poco fa, ma se vuoi che li porti via-»
« solo quello piccolo»
« cos'ha che non va?» Rose alzò spalle prima di sdraiarsi nel letto.
« buonanotte» disse alla madre.
« notte» la ragazza afferrò la micia e uscì dalla stanza, salutando la figlia un'altra volta, mentalmente.
« piccola» mormorò alla gatta appoggiandosela al petto. Entrò nella propria camera, dove il suo prince di quasi cinque anni se ne stava già a dormire beato. Lasciò la gatta accanto al bimbo, prima di prendere quest'ultimo per portarlo nella cameretta. Si sentì un tonfo, e lei girò lo sguardo. Otter si era gettata giù dal letto, intanto a seguire i passi di Hermione ovunque andasse. La ragazza continuò a camminare verso la stanza lanciando occhiate frequenti alla gatta dietro di lei, che le andava dietro a fatica, ma sfilando come una modella. Otter fece un notevole sforzo per salire, ma appena il bambino fu sdraiato nel letto balzò su. Hermione dovette, prima di salutare il bimbo, fare una carezza alla gatta, subito dopo che questa emise un breve miagolio, in cerca di attenzioni.
« notte, grissino» salutò poi, rivolta al figlio. Nella propria stanza non trovò ancora nessuno, così che decise di scendere. Con sua sorpresa vide il marito leggere uno dei suoi libri
« che fai?» chiese lei con voce pacata, quasi angelica, se detta così sottovoce 
« cerco spunto era un nome» rispose tranquillo lui
« poco trovi lì» Ron la guardò
« sono tutti nomi che non sarebbero bene a una persona, immagina un gatto» continuò lei sorridendo.
« è ambientato a centinaia di anni fa»
« vedo» disse Ron chiudendo il libro, appoggiandolo poi al tavolo. Quando, dopo mezz'ora di conversazione da diabete, i due salirono, il ragazzo passò a salutare i due figli prima di raggiungere la moglie in camera. E, come tante delle notti, le sue ultime parole di quel giorno furono un "ti amo" sussurrato.

Spazio autrice 💕
Hi guyz. Ci sono errori? No perché ho provato a rileggere dei miei capitoli e ne ho trovati a palate hahahah
Comunque... Dovrei farli un po' più sdolcinati? No perché in questi giorni ho letto molte ff, ma ad essere così smielosi non ce li vedo  ಠ ͜ʖ ಠ
Poi ditemi voi, insomma hahaha (sto parlando come se avessi un pubblico, quando non me se fila neanche mia nonna, ma così mi sento speciale, cia)

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora