-tre volte-

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« buongiorno» disse lui con sorriso che andava da orecchio ad orecchio. Era il diciannove.
« ciao» fece lei con voce roca e assonnata.
« auguri» disse Ron porgendole un pacchettino lilla, molto piccolo, ma estremamente grazioso. Hermione gli sorrise mentre si metteva a sedere nel letto, afferrò la scatolina. Quasi le venne da prendere a schiaffi il marito quando, dal pacchetto, dei coriandoli le esplosero in faccia finendole tra i capelli e nelle coperte.
Lui rise all'espressione incazzata della moglie.
« dai, scherzo» fece il ragazzo mettendosi il pugno in bocca per soffocare la risata. Dal letto apparve lei, Rose, che si era portata fino alla camera gattonando.
« ma non cammini più tu?» fece Ron prendendola per metterla sopra il letto.
« ma'!» salutò la piccola.
« ehi Rosie»  sussurrò Hermione avvicinandosi alla bambina.
« come ha fatto ad uscire?» fece seria, Ron alzò le spalle. La piccola si mise a parlare distraendoli e indicando cose, cercava anche l'approvazione dai genitori ma Ron, seduto vicino alle due, non le guardava più, come se i suoi occhi si fossero persi nell'armadio difronte a loro.
« ma, Hermione...?» disse, sembrava veramente assente. Lei, che stava facendo il solletico alla figlia, gli rivolse solo un'occhiata.
« ma tu ne vuoi un'altro?» lei mise su una faccia confusa, molto rara.
« c'è, non dico che dobbiamo, però mia sorella dice che... Ma tu ne vuoi un'altro?» Ron riprese spedito quando dopo un millesimo di secondo non ricevette risposta.
« perché non lo so, lei già ne ha due o tre, non lo so, poi noi dopo quanto abbiamo avuto Rose? Tipo tre mesi ed eri scandalizzata»
« non ero scandalizzata» disse lei, ma il ragazzo la ignorò completamente «C'eravamo pure messi d'accordo... Boh, sto divagando... Insomma, ne vorresti un'altro?» fece accigliato scrutando la ragazza in attesa di una risposta.
« primo, devi seriamente calmati. Secondo, per ora meglio così, Rose ha bisogno di più attenzioni possibili, al lavoro non mi lasciano un secondo neache a farmi diventare ministro e per il resto sì... Credo di si» Ron guardò un'attimo il soffitto prima di mettersi anche lui a fare i dispetti alla bambina.
« mamma!» si lamentò lei dopo una lunga risata causata dal solletico
« ehi ma io non esisto più?» chiese ironico padre. La bambina gli fece la linguaccia, lui riprese a farle il solletico. 
« mamma!» disse Rose in preda
alle risate. Hermione, che li guardava sorridente, non prese le difese della figlia, ma si mise anche lei ad infastidirla solleticandole il collo nel punto dove lui non aveva attaccato.
« papà!» fece la bambina tentando di ripararsi.
« ah ma te lo ricordi» fece Ron fermandosi un secondo
« asta!» sbottò. entrambi le risero in faccia.
« astaa!» ripeté lei frustrata, ovviamente il sorriso le attraversava ancora il volto. Hermione smise seguita dal ragazzo.
« non li fai gli auguri a mamma?» fece ironicamente i rosso.
La bambina guardò sia madre che padre, come ad aspettarsi qualcosa prima di fare un verso divertito rivolto alla mamma.
« allora grazie» fece Hermione prendendola su e alzandosi dal letto. Ron le seguì fuori dalla porta.
« mi vai a prendere il biberon in camera?» fece la ragazza.
« perché il biberon è in camera?» chiese Ron, erano al primo scalino
« perché, forse, qualcuno lo ha lasciato lì ieri»
« si sbaglia signora, la persona in questione l'ha riportato giù»
« serio?»
« no» fece Ron allontanandosi per entrare nella cameretta. Hermione alzò gli occhi al cielo mezza divertita e mezza infastidita. Mentre scendevano, Rose passava le mani tra i capelli ricci della mamma, bloccandosi, ogni tanto, in qualche nodo
« Rosie» rimproverò la madre passando all'ultimo scalino. La bambina non smise, le intrecciò i capelli finché la Hermione non la mise sul divano. Arrivò anche Ron, con il biberon in mano, e, prima di dirigersi alla bimba impegnata con la prima bambolina che le era capitata a tiro, andò in cucina.
« ah, mi ha chiesto mia madre se la porto da lei» Hermione lo guardò storto.
« dai tuoi c'è stata ieri, che vuoi?» fece irritato dallo sguardo della moglie.
« allora passiamo la vigilia dai miei» fu lui a guardarla male adesso.
« Hermione, è settembre»
« si, ma intanto glielo dico»
« questo è un ricatto»
« non penso proprio»
« ma-»
« ma, l'ultima volta che abbiamo passato il Natale con loro è stato quattro anni fa'»
« e non è andata bene»
« ma sta zitto» sbottò lei
« è vero!»
« allora vedi che sta volta non vada male!»
« falli venire alla Tana!»
« ma se ci entriamo a malapena noi!»
Un urlo tremendo fermò entrambi dalla discussione. Hermione si fece sfuggire il piatto dalle mani che si frantumò in mille pezzi sul pavimento. Senza neanche guardare i cocci a terra si fiondò in sala, dove il marito era già arrivato un millesimo di secondo prima.
« ma cosa cazzo fai?» fece il padre portandosi le mani al volto quando vide la figlia lì, seduta dove l'avevano lasciata, che sel'era presa con un pupazzo.
« Ron!» lo rimproverò la moglie andando vicino alla bambina.
« ma che fai!» disse severa alla figlia. La rossa scoppiò il lacrime.
« no, no... » disse Hermione prendendola su. Se la portò fino in cucina
« reparo» sussurrò puntando la bacchetta al piatto rotto, questo tornò come prima e Hermione lo vece levitare fino al tavolo. Rose non smise di piangere, soffocava i singhiozzi sulla spalla della mamma senza neanche intrecciarle i capelli come era solita fare.
« Basta, su» la rassicurò la madre accarezzandole la schiena. Ron, che era appena sparso dietro di loro, le guardava come a sentirsi incolpa.
« potresti non dirlo davanti a lei?» fece la ragazza mentre afferrava con la mano libera il piatto.
« scusa» sussurrò il ragazzo sedendosi.
« basta, Rosie» mormorò Hermione all'orecchio della figlia. La bambina tirò su con il naso.
« papà» sussurrò, gli occhi gonfi e rossi. Hermione le sorrise prima di darla al padre. La piccola gli strinse le braccia al collo e lui rise.
« Ehi scusa, ok?» sussurrò lui ancora sorridendo e dandole delle piccole pacche sulla schiena.
« sta anche Albus da tua madre?» chiese Hermione mantenendo il suo tono severo. Il ragazzo scosse la testa.
« Dominique »
« solo?» chiese Hermione. Ron annuì.
« Victoire è con la signora Delacour, Louis è con Fleur»
« Bill è partito?» chiese la ragazza. Il marito annuì ancora. 
« Egitto»
« ancora?»
« si» sussurrò lui sta staccandosi Rose dal petto per guardarla. Lei lo osservò con gli occhioni blu che imploravano il perdono ed un sorriso nuovo. Ron le sorrise prima di infilarla del seggiolone affianco a lui. Gli voltarono nel piatto le uova e, per ringraziarla, sorrise anche alla moglie furiosa. Lei si girò mandando gli occhi al cielo, nascondendo, così, il sorriso ormai impossibile da fermare. La ragazza posò il biberon riempito sul ripiano del seggiolone della figlia prima di sedersi, finalmente, a mangiare. Lui si alzò dopo veramente pochissimo.
«wingardium leviosa» sussurrò puntando la bacchetta al piatto e facendolo levitare fino al lavello.
« ti sa fatica portarcelo?» disse Hermione facendo ancora la finta arrabbiata.
« ok...scusa, ma ora basta» si lamentò lui. Lei gli sorrise come per dire che era perdonato, prima di prendere il biberon e metterlo tra le mani della bambina.
« e mangia» mormorò a denti stretti quando Rose si rifiutò per la centesima volta di prendere tra le mani il biberon. La bambina venne sfilata via dal seggiolone dal padre, che prese dalle mani di Hermione il biberon e si recò in sala. Un po' di sforzi, neanche tanti, la bambina finì di mangiare.
« mah» disse Hermione gettandosi sul divano vicino a loro. Rose, seduta sulle gambe del papà, si spostò fino a mettersi tra le braccia della mamma
« tra un po' la cambio» disse Hermione mettendosi i capelli dietro le orecchie prevenendo la presa della bambina. Ron le passò il braccio dietro le spalle.
« scusa, ok?» la ragazza girò il volto verso il suo.
« ok» sussurrò un'attimo prima di dargli un bacio. Rose non li richiamò come era solita fare, si accoccolò nelle braccia di Hermione e aspettò. Neanche qualche secondo si ritrovò i corti capelli rossi scompigliati dalla mano del papà, entrambi i genitori la guardavano e lei ricambiava lo sguardo. Tanto per cambiare, dopo un po' cominciò a confabulare cose finché Hermione non si alzò portandola con se fino alla cameretta bianca e grigia della bambina. La fece sedere al fasciatoio e si voltò per prendere i vestiti. Come al solito, il pannolino le volò in mano, ormai era routine.  Ron entrò solo dopo essersi cambiato lui stesso, Hermione era seduta sulla sedia di legno posta vicino alla porta, a guardare la figlia che si spostava a piccoli passi per la stanza.
« ciao» disse lui uscendo dalla camera con la bambina tra le mani
« ciao» sussurrò Hermione facendo un'ultima carezza alla bambina prima di vederli sparire fuori. Ron e la piccola sarebbero andati fino al paiolo magico, il ragazzo avrebbe lasciato la figlia a George, che si era da poco offerto di portarla alla tana insieme a Fred e Roxanne, in modo da lasciare tutti in casa alla signora Weasley.
Ma Hermione, dopo aver sentito la porta di sotto chiudersi, rimase lì, a fissare quei quattro pupazzi messi a terra. Si fece forza e decise di rimetterli apposto. Li gettò nella culla un ad uno per poi fermarsi alla soglia della porta, guardando in silenzio la cameretta perfettamente ordinata. Poi le saltò a mente la domanda che gli era stata posta quella mattina... Ma lei ne voleva un'altro? La risposta era si, ma non era tempo, aveva appena ventotto anni, una bambina piccola, il lavoro che decollava. Andava tutto bene. Non scese, andò dritta in camera sua per prendere i vestiti, e si recò in bagno. Uscì parecchio tempo dopo, ma rientrò subito sbattendosi la porta dietro. Cambiò ancora idea, uscì. Dopo aver dato una velocissima sistemata alla propria camera legò i capelli nel mondo più decente possibile, poi scese finalmente di sotto. Si piazzò fuori dalla porta di casa, in attesa che un sonoro PoP interrompesse quel silenzio rotto, al momento, solo da qualche uccello cinguettante sopra la sua testa. Il rumore di una bottiglia stappata si udì presto, Ron era ad un palmo dal suo viso. Si avviarono in silenzio lungo la via, le bocche serrate ed era come quando erano ragazzini: tra loro spaccava, al momento, un filo di tensione
« George ti fa gli auguri... E anche Fred e Roxanne, Angelina non c'era ma te li fa anche lei»
« grazie» gli fece Hermione sorridendo. Svoltarono alla destra delle siepi, una graziosa locandina si affacciava su un ampio prato perfettamente curato.
« Hermione!» la chiamò qualcuno da dentro il bar. La ragazza girò gli occhi verso il marito in una frazione di secondo. Lui a stento trattenne il sorriso, alzò le spalle come a far finta di non saperne niente. Lei si staccò ed entrò nel piccolo bar, affollato da più gente di quanta ne potesse contenere.
« Dean, Seamus!» salutò la ragazza abbracciando gli invitati uno ad uno.
« ciao Hermione» fece una voce sognante.
« Luna!» disse Hermione guardando incredula il ventre della ragazza.
« congratulazioni» le mormorò, mamma mia quanto era passato veloce il tempo.
« a quanto sei?» le chiese la ragazza.
« cinque mesi...sono due, non guardarmi così» entrambe risero, Luna si regolò più del solito.
Almeno altre quindici persone attendevano di salutare la ragazza, Harry e Ginny la aspettavano infondo al locale, impegnati, al momento, in una conversazione non troppo seria. La rossa abbracciò l'amica quando le arrivò vicino.
« auguri, herm» le fece porgendole una busta. La ragazza la prese prima di ringraziarla e abbracciare, meglio, stritolare, il suo migliore amico.
« ti fai vecchia» commentò sarcastico Harry quando la ragazza finì di strangolarlo.
« ma sentilo!» fece ironico Seamus, era di poco davanti a loro. Accatastato ad un angolo vicino il bancone c'era un tavolo, coperto da una tovaglia di carta e stracolmo di cido. La maggior parte dei presenti erano lì intorno, Ron era ancora all'ingresso, le braccia colme di regali che gli invitati avevano appioppati a lui. Hermione gli si avvicinò, si alzò in punta di piedi e gli diede un abbraccio per ringraziarlo, ma venne chiamata subito da tutti gli altri. Ci volle poco per far uscire tutti dal bar, la proprietaria, Ambra Spinato, aveva acconsentito a far spostare fuori il tavolo. Così, con un po' di attenzione, Ron e Dean lo portarono sul prato. Un gatto soriano li guardava furtivo, Hermione non ebbe dubbi, gli corse incontro.
« buongiorno professoressa!» fece all'animagus. Questo si trasformò, rivelando Minerva McGranitt.
« buongiorno» fece pacata e sorridente la preside poggiando una mano sulla spalla di Hermione.
« temo di dover restare poco, moltissimi auguri» la ragazza annuì, il sorriso che le andava da orecchio ad orecchio, contenta per la presenza della sua ex professoressa.
« professoressa!» tutti gli altri si riunirono intorno alla McGranitt per salutarla.
« signor Thomas, che piacere» fece la preside, Dean le sorrise.
« arrivederci, spero di potervi rivedere presto» si congedò Minerva dopo poco.
« ci saluti Neville, prof» le raccomandò la Scamander. La donna annuì gentile prima di trasformarsi in un gatto e sgattaiolare via alla velocità della luce.
« l'hai inviata tu?» Chiese la festeggiata al marito.
« hai dato a nostra figlia il suo nome, pensavo ti avrebbe fatto piacere» la ragazza gli sorrise. Passò almeno un'ora, tutti parlavano con tutti, le risate si potevano sentire ad una distanza sorprendente.
Una macchia nera si avvicinò alla soglia del prato, Ginny si accostò all'amica
« qui son stata io, non confondere» disse in tono fiero quando i bambini uscirono dalla macchina issando un cartellone sopra le loro teste.
"Auguri Zia" recitava l'enorme cartello. Teddy, essendo il più alto, era quello che si sforzava più di tutti di fare restare dritto il foglio. Fred comparve da dietro di loro lanciando qualcosa in aria, il fuoco d'artificio andò più su del prevedibile, scoppiando a molti, moltissimi metri da terra. Ted, Victoire, Dominique, Molly e Lucy gettarono il cartellone a terra per correre verso la zia e stringerla forte in una abbraccio collettivo.  La ragazza, in ginocchio, aveva quasi le lacrime a gli occhi, ma a farla evitare di piangere fu lo sbilanciamento: si ritrovarono tutti a terra, compresi Fred e Roxanne arrivati con loro qualche secondo dopo. Si alzò una risata ancora più clamorosa da tutti i presenti, poi, Bill, mezzo piegato, arrivò tenendo Rose per una mano, e Albus in braccio. Non dovette salvare la bambina da una caduta neanche una volta: Rose andava spedita, ma comunque incerta di lasciare la mano dello zio. Hermione prese la bambina quando fu nella sua portata. Bill, invece, diede Albus a Seamus, il primo vicino a lui. Ginny glielo strappò di mano
« ehi» fece Finnigan, la ragazza alzò le spalle come a fare l'indifferente.  Piano piano arrivarono anche James e Louis, impegnati  in quella che pareva un'avvincente conversazione.
« ciao ragazzi!» li salutò la rossa sorridendo apertamente.
« mamma!» urlò James abbracciandola. George e Angelina furono costretti, una volta arrivati, a sgridare il figlio per aver preso i fuochi d'artificio senza il loro consenso, o almeno questo fu il motivo di Angelina, George era arrabbiato per non aver visto il figlio in atto, ma la moglie lo obbligò a sgridarlo per il primo motivo. La sera calò tra le risate di tutti, anche Percy, arrivato qualche ora prima con Audrey, sembrava più divertente del solito. Entro le otto, però, la gente cominciò ad andarsene, giustamente dovevano tornare tutti a casa dalle proprie famiglie. Oliver ci mise più degli altri: James non lo lasciava andare. Ron, dopo aver salutato Baston, uno degli ultimi, entrò furtivo nel bar.
« grazie mille» disse il ragazzo porgendo i soldi alla proprietaria.
Lei infilò i galeoni nella cassa.
« le faccia gli auguri da parte mia» disse la vecchia. Ron le annuì prima di uscire. Erano rimasti solo Harry e Hermione, Ginny era stata costretta ad andarsene con un James che si lamentava ed Albus in lacrime. Il rosso chiamò il corvino per aiutarlo a rimettere dentro il tavolo, Hermione aspettò fuori con la figlia. Tempo neanche un minuto, i due erano riemersi dal bar. Rose, tra le braccia della madre, era sveglia con gli occhi chiusi, cercando disperatamente di addormentarsi dopo aver passato ore con i cugini a urlare ordini rispettati solo, e per gioco, da Teddy e Victoire.
« quanto tempo è che non stavamo solo noi tre?» fece il rosso.
« noi tre più uno» disse la ragazza guardando la figlia di un anno accoccolata tra le sue braccia.
« vabbè» disse Harry
« ormai solo noi tre è impossibile» continuò sorridendo alla nipote che aveva aperto un'occhio sopra la spalla della mamma. Si allontanarono a piedi, scherzando come e di i pochi anni prima, l'eccezione della piccola no dava disturbo, anche se ora, dormiente, passava tra le braccia di mamma, papà e zio ogni cinque minuti. Si fermarono davanti casa loro
« entri?» chiese Hermione con la mano sulla maniglia della porta socchiusa
« altri dieci minuti e mi ritrovo le carte del divorzio in mano»  Ron gli passò davanti.
« ciao» disse sbrigativo, aveva una certa fretta di andare in bagno.
Harry e Hermione risero, poi la ragazza lo salutò e si chiuse la porta alle spalle, capì dal sonoro PoP che l'amico era tornato a casa. Sistemò la bambina sul divano facendo la massima attenzione a non  svegliarla, cosa che potrebbe accadere facilmente.  Il ragazzo scese le scale con in mano un pacchetto incartato alla meglio, lo diede alla ragazza quando fu arrivato vicino a lei. Hermione gli sorrise per poi prendere il regalo e aprirlo con una velocità sorprendente. Gli gettò subito le braccia al collo con la stessa velocità.
« è solo un libro, Hermione» disse lui un po' compiaciuto da sopra la spalla della moglie. La ragazza a stento riusciva a tenersi a terra: Ron era troppo alto.
« ma dove l'hai preso?» chiese eccitata staccandosi per sfogliare il libro
« madama Pince...»
« sei andato ad Hogwarts?» chiese sarcastica la ragazza richiudendo il libro per osservare il retro della copertina.
« ho spedito solo quindici gufi finché non mi ha risposto» la ragazza rise.
« e te lo ha ceduto?»
« ah, ringrazia la McGranitt»  Mangiarono quello che gli capitò tra le mani, intenti entrambi a non svegliare la bella addormentata che giaceva ancora beata sul divano.
« dici che non si sveglierà?» sussurrò Hermione con ancora la mano sulla maniglia della porta.
« no, non credo... Muoviti» entrambi uscirono lasciando la porta spalancata per vedere la bambina. Hermione, con un incantesimo non verbale, trasfigurò un legnetto in una sdraio, e non ripeté il procedimento un'altra volta, si strinsero in quella. Era buio, ma le stelle illuminavano i due sdraiati ad ammirarle. I lampioni lì intorno non emanavano luce, il deluminatore stretto tra le mani di Ron. La ragazza, con lo sguardo dentro casa, per guardare la bambina stesa sul divano, teneva ancora il libro in mano, come se non se ne volesse separare così presto.
« Rose ha il vaccino domani» disse con voce roca dopo un lungo silenzio, poi tossì per schiarirsi la gola.
« ...alle dieci...» Ron la guardò
« io parto alle nove...» continuò la ragazza facendo intendere al marito il suo compito.
« ok» sussurrò lui. Hermione buttò la testa all'indietro chiudendo gli occhi, lui non la imitò, fissava dritto davanti a sé. Passò mezz'ora di silenzio, con le mani ancora intrecciate come fili di una sciarpa si decisero a rientrare quando Hermione fu ad un passo dal addormentarsi. Ron prese la figlia  per portarla di sopra. La paura di svegliarla era altissima mentre la cambiava, ma quella sembrava aver ereditato un po' del sonno di Ron anche se la cosa era rara. Quando il ragazzo tornò in camera sua trovò la moglie seduta, gli occhi già a scrutare il nuovo libro atteso da tempo. Lui si stese aspettando il via per poter riutilizzare lo spegnino, questo arrivò quando la ragazza si infilò sotto le coperte poggiando il libro al comodino. Lui la imitò posando il deluminatore.
« grazie» fece la ragazza poggiando la testa al petto di lui
« l'ho già detto?» fece ironica
« tre volte» gli sorrise Ron.
« e scusa per sta mattina» riprese lui neanche un secondo dopo.
« l'ho già detto?» imitò.
« tre volte» sussurrò la ragazza.

Spazio autrice 💕
Mo non so se sono proprio tre volte ma non mi va di rileggere tutto il capitolo per la trecentesima volta hahaha. Comunque... Ci sono errori? Ho dovuto inserire obbligatoriamente qualche battibecco... Sennò non sarebbero Ron e Hermione, spero vada bene uguale 🤷 hahahaha. Grazie per i commenti che ricevo di solito, veramente 🧚‍♂️🥰

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora