tre giorni

205 9 1
                                    

E lì, mezza intontita, con le braccia strette al collo del papà come a volerlo soffocare, la festeggiata si era appena svegliata. E visto nessuno dei due era intento a voler spiccicare parola al più presto restarono così immobili per forse due minuti.
Centoventi secondi.
Comunque troppo pochi, almeno per loro, almeno per lui.
Lui, che sentiva il tempo scorrergli tra le mani come la sabbia di una clessidra appena rotta.
Centoventi secondi.
Comunque troppo pochi, almeno per loro, almeno per lei.
Lei, che sentiva l'uomo lì vicino ad essa come l'ultimo che avrebbe voluto abbracciare
Era stato il primo.
E, si era già ripromessa, sarebbe stato anche l'ultimo.
« auguri» gli disse ancora il padre, dopo che finalmente venne liberato da quella stretta.
Lei lo fissò estrarre dalla tasca dei jeans un biglietto
« preferirebbe essere qui, lo sai» le disse.
« è dovuta andare, anche oggi, ma torna prima, ok?»
Lei annuì, impaziente di leggere quel dannato foglio di carta.
« anche oggi» sussurrò malinconicamente, facendo comparire un sorriso, falso, ma comunque ben recitato. Aprì il foglio ripiegato due volte su se stesso, le lettere erano scritte di una precisione tale che per fare una 'A' in quel modo le ci sarebbero voluti gli anni. Ma andò oltre al particolare, con Ron che la guardava impaziente.

Scusa, ok?

Recitava il biglietto

Scusa se non ci sono.
Ti voglio bene, più di me stessa, e lo sai.
Otto anni fa nascesti tu, non è stato proprio il giorno più calmo e tranquillo della mia vita, ma di sicuro uno dei più belli. Forse il più bello, ma ce ne sono tre che restano allo stesso livello, primi nella lista. Si, la tua nascita è compresa tra i tre, naturalmente
Non sono sto scrivendo questo per elencarti i miei giorni più belli, ma per chiederti una cosa:
Aspettami.
Ti voglio bene.
~ Mamma

« che dice?» chiese il padre, non appena notò gli occhi di lei farsi lucidi
« di aspettarla» Annuì la bimba. Il ragazzo afferrò di scatto il foglio, scrutando con occhi veloci
« andiamo di sotto?» continuò invece lei, cambiando discorso forse a posta, forse no, fatto sta che venne accontenta.
« dorme?» chiese quasi divertita, quando passarono davanti alla camera di un rosso coperto fino alle tempie dal piumone -perché si, lui voleva il piumone già dagli inizi settembre-
« si» entrambi sorrisero, decidendo di lasciar dormire il bambino un'altro po'.
« a che ora torna?»
« prima pranzo» erano entrambi seduti al tavolo di legno della cucina, uno a canto all'altro, con il leggero vento che soffiava dallo spiffero della finestra a farli rabbrividire leggermente. Ognuno dei due aveva in mano una tazza di cioccolata calda, e la bimba che si portava la la bevanda alle labbra con sguardo pensieroso, perso nel vuoto, ricordò a Ron maledettamente la moglie, e ora gli mancava, gli mancava Hermione.
Quand'era stata l'ultima volta che erano solo loro due? Adesso non si ricomincia il discorso dei numeri, perché si, il quattro era il meglio anche per lui, ma seriamente... Quand'era stata l'ultima volta che si erano ritagliati del tempo per loro? Ma quel giorno non era importante, quel giorno era di Rose, e di Rose soltanto. L'enfasi con la quale la mora era partita da casa la stessa mattina, alle quattro, quando il sole ancora non minacciava quasi di sorgere, fece capire al ragazzo -che l'aveva vista, era sveglio- che al ritorno ci sarebbe stata una sorpresa. Forse per Rose, o per tutti, ma una sorpresa, grande. E infatti, quando la porta di casa di aprì con qualche difficoltà dalle mani ancora tremanti di lei, come prima cosa saltò addosso al marito, il più vicino tra i tre
« sono vice Ministro» disse baciando ripetutamente le labbra di Ron, leggermente sconvolto dall'attacco improvviso. Lei si staccò in meno di cinque secondi, per fiondarsi dalla figlia, forse la prima che avrebbe dovuto salutare quel giorno. Riempì la bambina di auguri, gonfiandola di baci sulle guance rosate, dove qualche lentiggine se ne stava abbastanza in disparte dalle altre, visto che ormai, non si sa come, c'erano così poche lentiggini da non sembrare ci fossero più (l'italiano è andato a puttane)
« auguri» disse un'ultima volta, prima di prendere in braccio il figlioletto ancora scosso dal sonno, che con un un sorriso ebete aspettava impaziente il saluto che la madre gli avrebbe rivolto a breve.
« sono vice Ministro!» ripeté lei, ancora incredula, stringendo forte il bambino.
« quindi ora ti raddoppia il lavoro, vero?» chiese Rose, sfastidiata, e come se la risposta fosse già ovvia. Ma la risposta non ci fu direttamente.
« ora muovetevi che andiamo, ok?» entrambi i piccoletti annuirono, scattando di sopra alla velocità di flash, impazienti di rincontrare i tre. Hermione sospirò, riprendendo nuovamente aria, e girandosi verso il marito in cerca di complimenti. Lo spilungone la strinse forte a sé, facendole quasi staccare i piedi da terra, come al loro primo bacio, cambiando la location e, per fortuna, le circostanze.
« prossimo step: diventare ministro» le disse, essendo forse meno realista di lei. La speranza di Hermione che voleva farle gridare di gioia, ma il pessimismo che la inondava senza lasciare spazio ad altro.
« ho strada» disse invece, superando anche le sue stesse aspettative.
« si» concordò lui. Ma un "MAMMAA!" a disperata ricerca di aiuto fece dissolvere il piccolo momento che si era creato, che si erano creativi.
« arrivo» rassicurò Hermione, lasciando come suo ultimo ricordo un bacio veloce al Weasley, così veloce che neanche il tempo di arrivare a sfiorare le sue labbra per un millesimo di secondo, che era sparita su per le scale, al richiamo delle grida. Fu una specie di terzo parto, per lei, aiutare entrambi i figli a prepararsi, con Ron che stentava a stargli dietro e il piccolo che cambiava idea sul come vestirsi ogni battito di ciglio.
E l'altra in disparte, ormai vestita e profumata, seduta nello sgabello vicino all'entrata, aspettando solo l'oro. Un Hugo che tendeva il braccio impaziente verso lei le fece ricordare che dovevano uscire, così che afferrò la mano del bimbo e uscì dalla porta precedente aperta dal papà.
« comunque io non volevo festeggiarelo» cominciò poi, in macchina
« il compleanno» finì, come se qualcuno non fosse riuscito a capire le sue parole
« andiamo un giorno da Harry... Io non lo chiamo festeggiare» disse invece Ron con la sua solita nonchalance, guardando, casualmente, come al solito, fuori dal finestrino.
« ma non voglio neanche la torta!»
« fai otto anni, non quaranta» sorrise Hermione, gli occhi fissi sulla strada e la schiena dritta con le braccia tese al volante, attenta come se si fosse appena patentata. A suonare la porta, come ogni santa volta, fu Rose, che entrò con aria quasi timida nella casa che non vedeva da secoli.
« auguri, Rosellina» disse con enfasi Ginny, passando una mano nei capelli ormai lisci come spaghetti e accorciati da poco di lei. Hermione e Ron osservarono entrambi i figli partire come spediti verso le camere dei cugini, Rose da Al e Hugo da Lily. James servì, invece, come ideatore degli scherzi che a breve, si erano ripromessi, avrebbero messo in atto alla Tana. Hermione lanciò come prima cosa uno sguardo ad Harry, che ancora non l'aveva notata. Letteralmente sul punto di scoppiare, Hermione cambiò la direzione dello sguardo, e la rossa capì al volo. Strattonò il polso del marito prima di abbracciare l'amica. Lei sapeva che a breve la ragazza sarebbe passata al livello successivo della carriera... Eccome se lo sapeva... Hermione le aveva raccontato tutto, senza tralasciare dettagli, di come i suoi superiori stessero da tempo discutendo su di lei, e come farla elevare a livello lavorativo e altro. Harry ci arrivo solo dopo aver lanciato un'occhiata a Ron, in cerca di conferma al sospetto, e abbracciò l'amica a congratularsi.
« tua figlia è partita neanche gli auguri si è fatta fare»
« non voleva festeggiare il compleanno» spiegò Hermione, adesso seduta come tutti in uno dei due divani bianchi, di pelle.
« e che compleanno» disse Ginny disinvolta, guardandosi intorno: non avevano certo rimesso via i pochi giochi della figlia per degli invitati come loro, e, ancora, non c'era neanche una decorazione, qualcosa che richiamasse un compleanno... Niente, e sotto richiesta della bambina, ovviamente.
« noi il regalo lo abbiamo pres-»
« tanto non lo accetterà mai» interruppe Ron, il sarcasmo che si infiltrava nelle sue parole come niente, visto che dire "abitudine" è dire poco. Quello, intanto, era un talento, uno dei tanti, ma l'unico che faceva spiccare, magari non accentuandolo molto in quelle ultime parole, ma si.
« e poi c'è Albus che aspetta il suo compleanno più ansioso di Hermione per i risultati dei G.U.F.O»
« non ero poi così preoccupata» si difese lei, benché ricordasse benissimo il batticuore e le mani tremanti di quel giorno, o il giorno in cui ricevette i risultati dei M.A.G.O.
« si lo eri»
« cosa eri?» chiede una voce vivace, allegata, forse appena scappata dalle grinfie dei fratelli e i cugini
« li hai fatti gli auguri a Rose?» chiese Ginny alla piccoletta, e questa guardò tutti con aria saccente
« certo» disse, la fierezza che cercava di nascondere si notava quasi quanto i suoi capelli color rame. Si, la fierezza era davvero di famiglia. Arrivarono fino alla cena, mangiarono e, stranamente, l'unica a parlare non fu Rose, ma anche Lily volle intromettersi e dire la sua, cosa che non diede poco fastidio alla cugina.
« quando andiamo a casa?» chiese poi Rose, all'orecchio del padre, mentre i riflettori puntavano ancora sulla piccola Potter.
« stanca?»
« voglio solo andare a casa» sbuffò lei. Ron cercò disperatamente lo sguardo di Hermione, ma solo dopo che la ragazza smise di parlare con il nipote più grande intercettò gli occhi del marito. Osservò la figlia, appoggiata con la testa alla spalla del padre, i capelli rossi che imploravano pietà, essendo stati in una coda di cavallo così stretta da allungare molto di più gli occhi della bambina.
Le parole: "vuoi andare?"
Non uscirono dalla bocca di Hermione, ma fu quasi un comunicare con lo sguardo. Rose annuì prima di scivolare via dalle ginocchia del padre e mettersi accanto alla mora
« dobbiamo andare» annunciò la madre, a tutti ma più che altro a Hugo, che aveva ripreso beato a giocare con la cugina. Questo non si fece stranamente troppi problemi, si alzò anche lui e, come a formare una barriera, un muro di protezione con le due, si affiancò alla sorella.
In macchina, tra i più piccoli, a subire la sorte del addormentatarsi fu stranamente il piccolo
« dorme?» chiese Hermione. Rose non perse tempo a lanciare un'occhiata veloce alla seduta del ragazzino
« si» annuì la rossa, tranquilla, la stanchezza che cominciava ad ingoiare anche lei. La madre sorrise al pensiero che non avrebbe dovuto aspettare le ore, insieme al marito, inginocchiati al letto del bambino, attendendo che questo si addormentasse. E quando Hermione parcheggiò Ron dovette prendere il bimbo dai ricci capelli rossi in braccio, rischiando non poco di svegliarlo, visto che il sonno sembrava l'unica cosa a non aver ereditato dal padre. Ma riuscì comunque a farlo rimanere nel mondo dei sogni fino alle scale, dove sentì la mano del bimbo stringersi attorno al giubbotto di lui, per reggersi meglio.
« se sei sveglio cammini» mormorò il padre, la voce così rotta dalla fatica che fu difficile anche per Hugo decifrarne il significato. Ma il bambino non si mosse, anzi: fece direttamente finta di niente, consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta che non sarebbe salito con le sue gambe.
« puoi andare» disse quando fu mezzo seduto nel letto, ancora completamente vestito
« sicuro?»
« mettiti il pigiama, prima» disse la voce ferma ma allo stesso tempo calma della ragazza, appena comparsa sotto l'arco della porta spalancata.
Hugo infilò la mano sotto il cuscino, ne tirò fuori la maglietta e i pantaloncini corti del pigiama e-
« non vuoi i pantaloni lunghi?»
« no, io ho caldo» disse lui con nonchalance, oltrepassando entrambi per dirigersi al bagno. Ron e Hermione si guardarono, non si sa chi dei due scosse prima la testa lentamente, ma fatto sta che risero. Si guardarono negli occhi e risero. Il ragazzo abbracciò lei, che non si fece alcun problema a ricambiare la stretta, anzi. Era meglio così.
« io vado a dormire, eh» annunciò un'altra voce, più acuta e stufa della situazione. I genitori non sciolsero dei tutto l'abbraccio, la entrambi tesero una mano alla bambina. Questa cedette dopo neanche due secondi di riflessione, e si gettò tra i due come un siluro. Poco dopo irruppe nella stanza anche il riccio, girando intorno ai tre con riluttanza, tanto per arrivare al letto.
« ve ne andate o...»
« ma vieni anche tu, stupido» di rimproverarla la madre non se la sentì, accolse anche l'altro bimbo tra loro, naturalmente e, solo lì, si rese conto di quanto fosse alto. Hugo era già arrivato alla sorella, non che ci fosse tanto da superare, ma permetteva di diventare molto più alto di lei, già da lì. Hermione spiccò su il riccio, se lo mise in braccio e lo fece sedere nel letto, con il piumone.
Ron fece un segno con la testa alla bambina, verso la porta, ed entrambi uscirono senza fiatare. I due si rincontrarono poi un'ultima volta alla porta della loro camera.
« i tre giorni più belli della tua vita...»
« hai letto?» si allarmò la ragazza, come fosse un segreto.
« anche io ne ho tre» le rivelò Ron.
« mm?» tanto di sembrare il meno disinteressata possibile, ma credeva di sapere, e voleva anche le conferme.
« quali?»
« ma fatti gli affari tuoi» la ragazza scoccò uno sguardo tagliente al marito, e questo si convinse senza neanche tirarla troppo per le lunghe
« la loro nascita e il matrimonio, fine» disse, la disinvoltura che cercava di creare non era messa ad un alto livello recitativo
« idem». E così appoggiarono entrambi la testa sul cuscino, ognuno rigorosamente al proprio lato del letto, pensando ancora a quei tre giorni.
Spazio autrice 💕
Sulvah guyz, come va la vita?
È da tipo troppo che non pubblico, e sono indecisa se postare ora o domani mattina.
Madomaninonavròlosbattiquindibuonanottecosì.
Comunque, peapole...
Il capitolo non sono riuscita a farlo come avrei dovuto, ho conosciuto una trentina di personcine su Internet che mi tengono occupata assai 👁️👄👁️
But okay, ciaoooooooooooooooo

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora