f-forse...(?)

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Svegliato da un bambino che chiamava la mamma, Ron, si tirò su. C'era Fred, chino sulla madre, che le scuoteva la spalla. Angelina mugolò
« si può sapere cosa vuoi?» chiese in un misto di rabbia e stanchezza, gli occhi ancora chiusi.
« mà, devo andare al bagno» disse Fred, il vivace, simpatico bambino sicuro di sé si rivelò un po' fifone.
« hai - sette - anni» disse Angelina furiosa.
« ti accompagno» disse con voce roca Ron tirandosi su dall'ammasso di cuscini. Il bambino parve sorpreso dall'apparizione, poi annuì leggermente. Ron guardò nella direzione della moglie, ma lei non c'era, solo la figlia, Rose, giaceva beata a braccia spalancate in mezzo al materasso. Ron si passò la mano in mezzo ai capelli fradici di sudore mentre camminava pericolante verso la porta. Il bambino sfrecciò prima davanti a lui. Ron si sistemò a braccia incrociate davanti alla porta chiusa del bagno, gli occhi chiusi dalla stanchezza. Poi gli sorse un dubbio: Hermione? Scese piano le scale, la mano ancora a strofinandosi gli occhi stanchi. Alla fine della rampa poteva già scorgere la moglie, seduta nel divano, il libro in rune aperto sulle sue ginocchia. Delle coiocche di crespi capelli castani caduti dalla morbida le incorniciavano il viso magro, che pareva immensamente riposato, strano, vero? Fatto sta che lui la salutò prima di tornare su a riprendere il nipote. Fred non volle tornare a dormire nonostante fossero solo le sei, decise di andare giù, di attendere che la nonna si svegliasse.
Mentre il bambino si era già sistemato su una poltrona, in sala, Ron si mise vicino a Hermione, nel divano. Le buttò il braccio attorno alla spalle. Lei, concentrata nel decifrare un runa, come saluto gli rivolse un sorriso senza neanche staccare gli occhi dalla pagina. Ron sistemò la testa all'indietro, ma neanche il tempo di chiudere gli occhi, la signora Weasley arrivò di sotto, ancora in vestaglia, che sbatteva rumorosamente le pantofole al pavimento. Si sorprese di trovare figlio, nuora e nipote lì, già svegli.
« buongiorno» disse pimpante lanciando loro un sorriso amabile.
« buongiorno signora Weasley» disse Hermione staccando gli occhi per la prima volta dalla pagina.
« Fred, perché non sei di sopra?» disse Molly avvicinandosi al bambino lentigginoso.
« si è svegliato prima e non aveva più sonno» spiegò Ron in preda ad uno sbadiglio. La madre scoccò uno sguardo dolce al bambino, un nuovo sorriso comprensivo le apparse sul volto. Si girò, diretta in cucina. Hermione si alzò, lasciando il libro tra le mani di Ron, che la guardò come per dire "che ci faccio?" Prima che lei potesse avanzare verso Molly. La ragazza entrò sorridente nella cucina dove la signora Weasley già stava armeggiando con i fornelli.
« le serve una mano?» chiese calma portandosi le ciocche cadute dalla coda dietro le orecchie.
« oh, Hermione, grazie, ma no, vai a riposarti, è presto» disse guardandola, il sole le illuminava i capelli argentei sotto quelli rossi un po' scoloriti. La ragazza non ascoltò, già aveva cominciato a fare volare da lei la tovaglia. La signora Weasley scosse la testa divertita. In sala, invece, approdarono Angelina e Rose, la bambina, sveglia nelle braccia della zia, si guardava intorno, appena vide il papà le si illuminò il volto,
« papà!» strillò, Angelina gliela mise subito in braccio.
« buongiorno!» fece Ron osservando i corti capelli rossi di lei.
« ma si sveglia sempre così presto?» chiese Angelina dopo aver salutato il figlio stropicciandogli i ribelli capelli rossi. Ron negò con la testa, incantato dalla figlia. Anche Lucy scese, gli occhi terribilmente gonfi e rossi, sembrava quasi aver pianto.
« tutto bene, Luc?» chiese Fred osservandola, l'espressione vivace gli approdò nuovamente in viso.
« si» disse Lucy con vocina squillante, si stropicciava gli occhi con le mani e si abbandonò vicino allo zio, nel divano.
«ma che giorno è oggi?» fece guardandolo, lo sguardo curioso comparve, invece, sul suo volto adesso. Ron alzò spalle e sopracciglia, completamente ignaro del numero del mese. Fleur arrivò, teneva per mano il piccolo Louis, che scendeva gli ultimi scalini tremendamente piano.
« buongiorno» disse sorridendo incerta Fleur. Il bambino staccò la mano da quella della mamma e corse verso l'ultima poltrona libera, facendo un notevole sforzo per tirarsi su e sedersi. In cucina, ora, mentre la signora Weasley rompeva le uova nella padella, Hermione le si mise vicino, braccia incrociate e il viso serio, prese un sospiro prima di aprire bocca per parlare. Molly la notò, però, e la precedette.
« tutto bene, mia cara?» chiese lasciando il sorriso che si portava dietro, ormai, da qualche minuto. Hermione si spostò nuovamente le ciocche dietro le orecchio.
« si» mentì, aveva paura, era felice, ma aveva paura, era una sensazione simile a quando... No, impossibile...
Molly le accarezzò il viso, ora un po' più pallido, con la mano, guardandola con occhi dolci.
Si vide entrare in cucina un ammasso di capelli ricci e neri messi seriamente in disordine. Roxanne si teneva ancora gli occhi con le mani, ma sfoggiava un sorriso un po' incerto preso, sicuramente, dalla madre.
« sono tutti svegli?» chiese Molly sorpresa dopo averle dato il buongiorno, mai successo prima d'ora.
« mancano Victoire, Dominique, Pa-» come se l'avesse chiamate, le sorelle Weasley apparvero dietro di lei, una più bella dell'altra, anche se di prima mattina, facevano veramente concorrenza alla madre. I capelli lisci della più piccola quasi frustarono il viso di Roxanne quando Dominique si lanciò in avanti per andare dalla nonna.
« quando arrivano zia e zio?» chiese invece Victoire sfoggiando un bianco sorriso, identico, però, a quello del padre.
« a breve, mia cara, dovrebbe venire anche Andromeda, credo...» Disse controllando l'orologio.
« tra un po', quanto?» chiese una vocina squillante appena apparsa sulla soglia dietro a Victoire.
« due ore minimo, no?» disse Hermione passandosi ancora una volta le ciocche all'indietro.
Lucy, la bambina, avanzò verso la zia
« ti faccio una treccia!» disse spostando una sedia in modo che Hermione si potesse sedere.
La ragazza non rifiutò, per quanto temeva che le mani della bambina si sarebbero intrecciate ai suoi capelli ricci e ribelli, non voleva deluderla, anche se era una cosa da poco.
Lucy aveva già cominciato a dividerle i capelli, quando:
« zia ma mi riporti a casa tu?» chiese intrecciando la prima parte.
« si, eravamo rimasti così» rispose Hermione.
« ho fatto, zia» disse Lucy dopo un po', le lasciò cadere la treccia sulla spalla.
« grazie» disse la ragazza girando la testa e sorridendo alla bambina.
« chiamate gli altri» disse la signora Weasley con una padella gigante piena di uova in mano.
« vado a svegliare papà» disse Roxanne un'attimo prima di sparire di sopra. Tornò sola, tutti gli altri erano già fuori, seduti ai propri posti.
« zio, papà non c'è» disse Roxanne a Ron, il più vicino che non fosse un bambino.
Il ragazzo la guardò interrogativo
« arriverà, non è andato mica a scomparso» disse Ron ironico, lei lo guardò male, poi andò dalla madre.
« mamma, papà non c'è» le disse preoccupata.
« lo so, arriva» rispose Angelina guardandola sorridente, un sorriso che riservava solo a lei.
Victoire, sentendo la conversazione, si allarmò un secondo
« maman?» chiese in francese
« où est papa?» continuò.
« dans la chambre» Rispose Fleur tranquilla, contenta di parlare di nuovo il Francese, a casa lo usava di rado, le bambine, invece, lo usavano senza rendersene conto. Victoire annuì, per niente solleva. Molly passò, persona per persona, e servì tutti con una dose abbondante di uova.
Ron, seduto vicino ad Hermione, che teneva la bambina, cercava disperatamente di fare mangiare la figlia.
« Roose» si lamentò con il cucchiaio ancora levato.
« No!» gridò la bambina, Hermione, che teneva il volto da un'altra parte, si girò con un sussulto.
« Ehi!» la rimproverò, Rose abbassò la lo sguardo, poi tornò a fissare il papà e, con gli occhi che imploravano perdono, aprì la bocca.
« sei miracolosa, Hermione» fece Ron sorpreso quando la figlia ingoiò.
Lei gli sorrise.
«prendila un'attimo, vado al bagno» disse tendendo la bambina verso il padre, lui la fece sedere su le ginocchia. Hermione si chiuse la porta che dava al giardino alle spalle, una mano sulla testa, l'altra sul ventre. camminò il più velocemente possibile verso il bagno e quando entrò momenti cadde per lo sfinimento. Si appoggiò con entrambe le mani al lavandino, cominciò anche a sudare freddo. Con gli occhi a fessure, si sedette sul bordo della vasca, ormai ne era convinta.
Si alzò di nuovo, leggermente ristabilita, e si guardò allo specchio: era ancora più pallida. Restò lì, immobile. Passarono cinque, dieci, quindici minuti, e lei era ancora lì, la testa che le girava pericolosamente e con le mani strette al lavandino. Qualcuno bussò
« S-sii?» chiese con la voce che tremava.
« Hermione, tutto bene? Scendi?» chiese Ron. La ragazza capì che con lui c'era la bambina perché questa la chiamò con la squillante ridotta ad un sussurro.
« entra»
« mh?»
«entra!» lui eseguì, si trovò a un palmo dalla faccia di Hermione, che aveva avanzato per spalancare la porta.
« ma'!» mormorò Rose. Hermione le mise una mano sulla guancia, gli occhi le si riempirono di lacrime. Ron fece lo stesso con lei per farle alzare il volto. Una lacrima di lei gli bagnò la mano.
« andiamo a casa» disse lui con un sussurro deciso.
« no» disse Hermione togliendogli bruscamente la mano dalla propria faccia. Avanzò veloce fuori asciugandosi gli occhi.
«D-dobbiamo portare Lucy a t-tuo fratello e.. e dobbiamo farlo tra al-almeno dodici ore e-»
« e tu ti senti male quindi andremo a casa» concluse Ron, lei fece uno sguardo sconfitto, come se gli stesse dando ragione, voleva andare, ma allo stesso tempo preferiva rimanere.
« dai, andiamo» fece lui voltandosi per salire in camera.
« ho detto no, ho detto che ce la faccio e»
« fai come vuoi, ma se sento o vedo che fai un solo lamento per il mal di qualcosa, andremo a casa» disse lui con sguardo serio.
« oh, tu non puoi costringermi a fare un bel niente» disse lei con una punta di incazzatura nella voce.
« be', non puoi restare mezza morta qui se ti senti male, ci sono anche i bambini e-»
«sono incinta»
Gli occhi di Ron si spalancarono per la sorpresa, la bambina faceva volare lo sguardo dal padre alla madre, ignara.
« ragazzi! Scendete!» urlò da sotto la signora Weasley.
« eccoci» disse Hermione cercando di opprimere la voce tremante.
Sospirò prima di afferrare il marito per il polso
« vieni» disse trascinandolo giù per le scale. Rose, mentre scendevano, continuava a scrutare la schiena della madre davanti a lei.
« Hermione, hai lasciato tutto sul piatto, mangia» disse la signora Weasley quando furono arrivati in cucina.
« grazie signora Weasley, non ho fame» rifiutò lei. Come il giorno prima, tutti erano riuniti in sala, tranne Fred e George, padre e figlio si stavano rincorrendo nel prato, lui era tornato poco prima. Hermione, seduta sul divano accanto a Ron e Fleur, guardava il pavimento muta. Era sicura che lo fosse? E se si stesse sbagliando? E se Ron a sta botta l'avrebbe lasciata? Ancora dubitava di lui? Complimenti!
Tutte queste cose le passavano nella testa, ogni secondo le compariva in mente una domanda nuova, come se fosse scritta nel suo cervello in attesa di essere letta.
Magari stava solo male, forse sarebbe dovuta tornare a casa, ma adesso si sentiva meglio, non era svenuta come la volta prima.
Fatto sta che arrivarono gli altri, che la cena andò bene, e che Ron e Hermione, per quanto lui ci avesse privato, non si rivolsero la parola per tutto il tempo.
« Luc, hai allacciato la cintura?» chiese Hermione quando, la sera, era ora di riportare a casa la bambina
« si, zia» rispose Lucy. Il viaggio non fu silenzioso come ci si aspettava, ogni tanto i due dai capelli rossi si mettevano a cantare a squarciagola le canzoni trasmesse alla radio, Hermione rideva, la bimba pure.
I coniugi avevano riacquistato la pace, Ron si immaginò tutto questo come routine, non era male, neanche un po'.
« eccoci» disse Hermione abbassando la radio e frenando. La bambina aprì la portiera, uscì, seguita dagli zii. Hermione, dopo averla salutata, si fermò vicino alla macchina con Rose, mentre zio e nipote vagavano nel buio verso la porta.
« vienici a trovare più spesso tu» le disse Ron un secondo dopo aver suonato al campanello. La bambina annuì con un sorriso che mostrava tutti i denti, comprese prime finestrelle. La porta venne spalancata da Molly, la più grande, che abbracciò forte la sorella. (Scusate ma il mio cuore ha fatto crack). Dietro di lei Audrey le guardava sorridente.
« grazie» disse a Ron.
« ma ti pare?» affermò lui ironico.
« ciao zio» salutò Molly.
Ron si allontanò, diretto in macchina.
« dovrei prendere quella patente babbana» disse buttandosi nel sedile.
« vedremo di iscriverti a qualche scuola guida, allora» gli disse lei ancora sorridente. Partirono, ora, invece, il silenzio atterrò su di loro.
« Hermione ma...sei sicu-»
« no» la ragazza tirò il freno a mano.
« ma dov-»
« aspe'» uscì, lasciando Ron da solo con la figlia. Lui si girò, la bimba lottava per tenere gli occhioni aperti. Non fece in tempo neanche ad allungare la mano per accarezzale i capelli, Hermione tornò dentro in mano una piccola di cartone.
« ma co-»
« un test» rispose lei picchiettando la scatoletta rettangolare sul ginocchio.
« andiamo» fece inserendo le chiavi nel veicolo. A sta botta, Rose, si addormentò. Fu il padre a prenderla su e, con il borsone nell'altra mano, a portarla fino a casa. Hermione aprì la porta. Dentro, scaraventò il test nel divano, poi prese la figlia.
« no, tu stai ferma» disse ironico Ron senza mollare la presa dalla bambina addormentata.
« io la cambio, tu fai il test»
« oh, no proprio no» disse Hermione in una mezza risata isterica afferrando meglio la figlia. Avvertì lo sguardo severo del marito.
« ho detto no, fammela cambiare» lui cedette. Hermione salì le scale tenendosi stretta la bambina, come se potesse scappare.
Ron si gettò nel divano, vicino a quella maledetta scatola. La afferrò. Scrutato il cartone rosa con l'immagine del bambino sorridente e la sua mente vagò
"Ma Rosie è più bella de sto qua" si, magari non sono le cose che penserebbero tutti in un momento del genere, ma lui aveva accettato, si fidava della moglie, sapeva che sarebbe diventato di nuovo padre.
Hermione ci mise più tempo del solito, ma si costrinse a tornare giù.
Ron si alzò, la scatolina stretta in mano. Tese il braccio per darle il test, ma lei, invece di afferrarlo, gli strattonò il polso e lo trascinò fino a su.
«aspettami qui» disse lasciandolo davanti la porta del bagno. Lui annuì, era tranquillo, lei no. Entrò, Ron notò le mani tremanti afferrare la maniglia dall'altro lato della porta. Mise un piede per non farla chiudere
« Ehi» disse guardandola come se fosse la cosa più bella del mondo - per lui lo era, insieme alla figlia -
« calma, ok?» fece prima di lasciar chiudere la porta.
Passò un minuto, due, tre...
« Hermione?» chiese bussando
« non mi esce!» si lamentò lei
«scendi di sotto, vammi a prendere l'acqua» gli disse.
« vado» sussurrò Ron, il cuore leggero. Hermione, in realtà, non ci aveva neanche provato. Ora afferrò il test, si convinse.
« Miò, l'acqua» disse lui fuori dalla porta appena fu tornato.
« aspetta» disse lei. Passò un minuto, due tre...
« Hermione, che ci devo fare con que-»
Lei spalancò la porta.
« non sono incinta» annunciò.
« oh, ok» disse lui
« ok?»
«si, insomma...ok... Che devo dire?»
« qualsiasi cosa che non sia ''ok'', magari?»
« amm...»
« lascia stare» non era felice, non era delusa, non provava niente, sensazione a lei ingnota. Si buttò su letto completamente vestita, dando le spalle al marito. Quella che doveva essere una notte insonne, si rivelò la più facile per addormentarsi, era già sprofondata in un sonno tormentato da incubi.

Spazio autrice 💕
Vi ho trollati male, è?
Comunque hahahaha, ci sono errori? Poi, gente... 1,05K e sto sclerando malissimoooo💫

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora