Albus

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«amoreee, arrivata!» Urlò Ron dalla cucina. Erano le due di pomeriggio ed erano tornati a casa dall'ospedale da ormai una settimana.
«Scendo!» gridò Hermione in risposta.
Arrivò veramente dopo pochissimo, il tempo di attraversare il corto corridoio e correre giù per le scale.
«dammi» disse ansimando e sorridendo mentre tendeva la mano verso di lui. Ron le mise in mano una lettera, il mittente era Harry.
Hermione si affrettò ad aprirla

            Ron, Hermione, è nato! Venite al San Mungo appena potete!

La ragazza guardò il marito con una scintilla negli occhi e gli gettò le braccia al collo. Questo rispose con un bacio appena sentì la presa della moglie allentarsi un po'.
Rimasero lì per un secondo, così pareva loro, quando sentirono dei lamenti provenire dal piano di sopra.
Ron si staccò bruscamente e si "scusò" con un breve bacio a stampo, notando l'espressione confusa dalla moglie. Corse di sopra a prendere la bambina, sdraiata nel lettone a fissarsi le manine che si agitavano in aria.
Ron la tirò su da sotto le ascelle e lasciando il busto e le gambe penzoloni per aria le disse:
« è nato tuo cugino!» con enfasi e con un grandissimo sorriso. Si sistemò la bambina bene in braccio e scese, più velocemente delle volte precedenti, ora non aveva più timore, era sicuro di quello che faceva. Arrivò giù e fatta salutare la bambina a Hermione, si sedette nel divano, sdraiandosi la piccoletta nelle gambe, sorridendo, Hermione, arrivò poco dopo e si sedette accanto alla famiglia.
Rose rideva mentre il papà faceva delle facce buffe. Hermione non sapeva se sorridere alla vista della figlia o del marito.
«sei raccapricciante» rise. Tirò fuori la bacchetta e recitò:
«expecto patronum» degli sbuffi di fumo argentei uscirono dalla sua bacchetta e lei ripeté la formula.
Questa volta una bellissima lontra d'argento ne uscì fuori, e galleggiò verso la bambina che rise ancora più fragorosamente. Hermione fece sparire l'animale e abbassò la bacchetta, appoggiò la testa sulla spalla del marito e contemplò la piccola che a sua volta contemplava loro, Hermione tese una mano vicino a quella della figlia e Rose le afferrò il dito; Hermione, guardandola, si era persa in quella meraviglia. Ron cominciò a far tremare le gambe, cosa che riportò la moglie alla realtà dal suo stato di trance e Rosie a ricominciare a ridere. La madre sussultò e si raddrizzò, tornò in piedi poco dopo, girandosi verso la cucina a avanzando. Ron continuava a far ridere la bambina.
«glielo dai te?» chiese Hermione, tornata in sala, mentre agitava un biberon appena preparato.
«si» rispose Ron con un sorriso ebete e tendendo la mano per afferrarlo.
«quando passiamo da loro?» chiese Hermione mentre si sedeva di nuovo al fianco dal marito.
«tra un'ora andiamo» rispose lui alzando le spalle e riprendendo la bambina in modo da farla mangiare.
«hai già inviato un gufo?» fece lei mentre guardava il marito armeggiare con la figlia.
«si» rispose Ron
«prima di farti sapere della lettera». Hermione prese una faccia stupita, cosa che Ron non notò, perché troppo indaffarato a sfamare la bimba. Partirono un'ora dopo precisa e, sistemata Rose sul seggiolino nei sedili posteriori, Hermione si mise alla guida. Ron si girava oggi volta che prendevano una buca per controllare la piccola, ma questa dormiva. Mentre la osservava per l'ennesima volta la sua mente vagò e gli sorse un dubbio
«Hermione?» chiese facendo fluttuare gli occhi da una sua perfetta copia in miniatura alla ragazza che tanto amava e che aveva sposato.
«mm?» rispose lei, gli occhi fissi sulla strada.
«quand'è che ti sei innamorata di me?» chiese aggrottando le sopracciglia. Lei le inarcò, invece.
«non ricordo» mentì.
«a me al primo anno stavi davvero antipatica» rammentò lui assumendo una bellissima smorfia.
« comprensibile » sorrise lei.
« io... Vediamo...» cominciò
« al primo anno... non dimentico quello che hai detto.» Ron alzò gli occhi al cielo
« avevo undici anni, Hermione» sospirò, ma lei proseguì come se nessuno l'avesse interrotta.
« al secondo anno credo di aver pensato una cosa...» cominciò facendo una piccola smorfia
« cosa? » chiese con enfasi Ron, curioso.
« che mi piaceva il colore dei tuoi capelli» rivelò alzando le spalle
«mm» ascoltò Ron
«al terzo anno ci ho provato, spudoratamente, ma non te ne sei accorto» continuò indifferente. Ron mise in volto un'espressione confusa e  meravigliata.
« poi hai accusato il mio gatto» concluse.
« parcheggio qui » disse Hermione mentre tirava il freno a mano. Entrami si slacciarono la cinta e uscirono fuori dalla macchina. Ron prese la bambina e quando cominciò a camminare vicino alla moglie le chiese di continuare.
« al quarto anno ho lasciato perdere » confessò
« ho notato » mormorò lui cercando di non farsi sentire.
« magari, se mi avessi invitata prima niente di ciò sarebbe successo » si difese Hermione. Ron non rispose, allora Hermione riprese.
«o magari avrei baciato te » Ron fece spazio nel suo volto un'espressione schifata, Hermione lo guardò, sconcertata.
« Ron?»
« si ? »
« sei serio?»
« che intendi?»
« siamo sposati »
« in questo momento ho 14 anni » disse senza neanche cercare di nascondere la smorfia.
« continua » chiese lasciandosi alle spalle la faccia schifata e sorridendo.
« il quinto anno penso di aver lasciato perdere entrambi »
« me e Vicky ? » disse Ron usando una voce infantile. Hermione alzò gli occhi al cielo.
« continui? »
« no, continua»
«...al sesto anno volevo ucciderti»
« e farmi » Hermione gli scoccò un'occhiataccia e lui si zittì sogghignando.
« quindi quand'è che ti sei innamorata di me? Non ho capito» chiese.
« al primo anno» sorrise lei sotto i baffi, arrossendo. Entrarono all'ospedale e, dopo aver quasi litigato con una guaritrice, arrivarono al reparto dove il "fratello" di lei e la sorella di lui erano fissi da giorni.
«Ehi!» Disse Ginny appena vide Ron e Hermione varcare la soglia; era seduta su un lettino, con le gambe tese di fronte a lei, di fianco, seduto, c'era un piccolo James,  retto con una mano per non farlo cadere
«guarda com'è bella la mia nipotina» disse quando Ron fu abbastanza vicino. Lei accarezzò i dritti capelli della piccola e girò la testa verso Harry, seduto, con in braccio un piccolo lui.
« tieni » sussurrò Ron appioppando Rosie alla zia. Ginny la prese in braccio, sorridente. Hermione salutò l'amica con una abbraccio e le fece:
« come stai» poco prima di staccarsi da lei.
« mm, così...» rispose Ginny quando si furono separate
« quand'è nato?» chiese Hermione scrutando la ragazza.
« alle quattro del mattino » sbadigliò tornando a guardare la bambina che teneva nel braccio destro.
« spero che non prenda da Ron anche io cervello » sogghignò.
« Ehi?!» Disse Ron mentre si rimetteva dritto, in braccio aveva la copia perfetta di Harry.
Hermione sorrise e fece il giro del lettino per avvicinarsi a lui. Gli si mise affianco, tendendo una mano per scostare le coperte dal visino di Albus e osservandolo.
Si girò verso il suo migliore amico, ormai in piedi dietro il marito, e gli fece una gran sorriso, poi lo abbracciò . Harry fece il giro del letto per andare dal lato dove Ginny reggeva una baby Weasley e, osservata la piccola, girò lo sguardo su Ron e annuì con una specie di smorfia d'approvazione.
Ginny sorrise
« due copie perfette dei padri, uguali a noi arriveranno mai?»
« improbabile » rispose Hermione ricambiando il sorriso. Afferrò James, poi tornò dal lato del letto dove stava la figlia stava beatamente tra le braccia della zia. Il ragazzino allungò la mano verso la piccoletta e Ginny lo guardò innamorata.
« piano, James » sorrise Harry.
James Sirius toccò molto delicatamente il polso della bambina, arretrando la mano subito dopo
« hai paura?» scherzò Ron osservandolo. Harry rise, poi tolse Rose dalla presa della moglie e la avvicinò al figlio.
« bella» esclamò James con una vocina che sciolse il cuore a tutti. Hermione gli diede un bacio sulla testa, tra le ciocche di capelli neri scompigliati. Ginny rise.
Non si sa che giri abbiano fatto i bambini, fatto sta che Rose si ritrovò in braccio al padre, Albus dalla zia e James dalla madre, Harry era in piedi vicino a lei, le lisciava una ciocca che le ricadeva davanti una spalla. Erano tutti in silenzio e Ron lo guardava male, Ginny se ne era accorta ma fece finta di niente, cosa non da lei, ma che Hermione ed Harry apprezzarono.
« quanto resterete in ospedale?» chiese Hermione alzando gli occhi dal nipotino che teneva tra le braccia.
« entro domani dovremmo essere a casa» ipotizzò Ginny.
« a noi hanno tenuto dentro tre giorni!» disse Ron.
« a noi dieci » ribatté Harry
« con James » aggiunse.
« non è passata mamma prenderlo?» chiese Ron.
« no » rispose Ginny.
« e ieri sera è stato un miracolo che non si è svegliato» continuò
« sarebbe stato un casino » concluse Harry per lei. Ginny annuì e tornò a guardare il figlioletto.
« quanto tempo ci ha messo?» riprese Hermione dopo una pausa, quando erano calati in un silenzio imbarazzante.
«due ore » sospirò Ginny cercando di no ricordare.
«Ah» disse Ron sorpreso
« così tanto?» chiese esterefatto guardando la sorella.
« alcune ci hanno messo ventiquattro ore!» esclamò Harry guardandolo.
« allora siamo stati fortunati, Hermione» disse Ron, calmo, girandosi verso a moglie.
« sono stata fortunata» corresse lei calcando bene la prima parola
« quanto pensi avrebbe ancora resistito la mia mano, scusa?» ironizzò lui.
«Un incubo» disse Harry sottovoce guardando la sua. Ginny gli scoccò un'occhiata e Harry si corresse al volo
« un bellissimo incubo» disse sporgendosi per baciarla. Ron fece una smorfia girandosi verso Hermione. Ginny questa volta non perse l'occasione.
« finiscila, Ronald » si lamentò lei guardando il fratello.
« sono otto anni che te e Hermione state insieme e io non ho mai detto niente, io e Harry da quasi dieci e ogni dannata volta ti intrometti »
Disse osservandolo con aria di sfida.
« prima cosa, per tua informazione, io e Hermione "stiamo insieme" da prima di voi» a queste parole Harry sussurrò un
« lo sapevo» trionfante.
«seconda cosa: non è vero che non hai detto mai niente su di noi» continuò ignorando la reazione del migliore amico alla bugia detta poco prima.
« non mi pare il momento di litigare» disse Hermione.
« allora baciala!» lo sfidò Ginny guardandolo con gli occhi a fessure.
Ron la guardò un secondo senza capire poi si girò verso Hermione e accettò la sfida. Si staccarono un minuto dopo, lei era rossa come un peperone
« vedi, non ho né detto né fatto niente» disse Ginny, trionfante, una volta che i due ripresero fiato.
Harry sogghignò, poi baciò la moglie, Ron diventò scarlatto, ma si impegnò a restare indifferente. Hermione rise nel guardare il marito fare smorfie.
Harry si staccò ridendo dalla ragazza e Ron si trattenne dal tirargli un pugno.
« tieni, Ginny» disse poco dopo Hermione, mentre scaricava Albus alla madre.
« ciao, piccolo» fece scompigliando con la mano i capelli neri di James, seduto al fianco dalla rossa.
« andate?» chiese Harry alzando lo sguardo dalla nipotina con la quale stava giocando mente la piccola era sulle braccia del papà.
« si, è ora» disse Hermione controllando l'orologio. Harry diede una pacca sulla spalla all'amico e questo si affiancò a Hermione.
« ciao» gli sorrise Ginny, e Ron e Hermione si girarono verso la porta.

Spazio autrice 💕
Alllllora: errori?
Poi boh, non si sa quando è nato Albus quindi la butto giù così hahaha
Per il resto non lo so, ho messo troppe parti discorsive e non sono entrata nella mente dei personaggi ma rimedierò... Spero

e dopo arrivano loro ~romione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora