Capitolo 25

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Mile pov
La mattina mi sveglio, e a ripensare a quello che è successo ieri sera mi fa venire i brividi lungo la schiena. Si era avvicinato troppo e questo non riesco a sopportarlo. Ma cosa sto qui a lamentarmi, tanto in fondo sapevo che sarebbe andata a finire così. Non so dove ho trovato il coraggio di scollarmelo di dosso, ma è stato un miracolo. Se non avessi fatto niente, chissà le cose che mi avrebbe fatto. Mio Dio, solo al pensiero mi schifo da sola. Mi alzo dal letto e mi preparo per andare a scuola.

 Mi alzo dal letto e mi preparo per andare a scuola

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Non mi metto in giro molto. Un maglione e un jeans e sono a posto. Scendo in cucina e mio padre non c'è. Faccio colazione e poi mi metto a posto i capelli. Tutto questo lo faccio lentamente e svogliatamente. Non riesco ancora a togliermi dalla testa ieri sera! Quando esco di casa vedo Jungkook che mi aspetta sul marciapiede. Mi vede un po' strana e non ha tutti i torti. "Ehi Mile, tutto ok? Mi sembri un po' giù oggi" "Oh ciao Jungkook, sto bene non ti preoccupare, ieri sera sono andata a letto tardi e sono un po' stanca" mento e lui sembra crederci. Non risponde ma mi lascia un sorriso. Quando sorride è impossibile resistergli. Te lo coccoleresti fino a morire. Kira ha scelto bene devo dire! Durante il tragitto per scuola, parliamo di ieri pomeriggio ma non è molto sicuro di quando racconto che dopo essere tornata a casa, sono andata direttamente a letto. Non sono brava a raccontare le bugie ma cerco di essere il più credibile possibile. Quando arriviamo a scuola, Kira mi viene incontro e ci saluta. Anche lei nota qualcosa di strano in me. Non le voglio dire che sono quasi stata abusata, la farebbe preoccupare per niente e non lo voglio. Stessa cosa vale per gli altri. Finirebbero nei guai molto probabilmente conoscendoli. Mentre sto parlando con Tae e Yoongi, sento delle braccia intorno alla vita e un peso sulla schiena. All'inizio mi spavento ma dopo aver sentito la risata dell'interessato, mi tranquillizzo e sorrido. Mi giro e per un attimo ho sentito come se le mie preoccupazioni svanissero. "Buongiorno principessa" "non chiamarmi così daiii" dico io nascondendo la mia faccia nel suo petto. La sua felpa nera è morbida e calda. Mi fa sentire sicura. "Perché no? Non ti piace? Ah giusto non ti si addice, però si addice perfettamente a il nostro caro Jinnie" in quel momento Jin che era arrivato da pochi minuti, si gira di colpo e squadra malissimo Jimin. "Come mi hai chiamato tappo?" "Ti ho chiamato Jinnie, principessa" Posso vedere gli occhi di Jin andare a fuoco e dice poi "beh almeno io sono una principessa handsome" per poi sventolare i suoi capelli scuri. Che vanitoso! Dopo qualche minuto suona la campanella e tutti entriamo a scuola. La gente ormai ha perso l'interesse di voltarsi e guardarci male. Meglio per noi.
TIME SKIP
È l'ultima ora e sono a letteratura. Mentre la prof spiega, la mia testa non è qui. I pensieri sono ancora sull'incidente di ieri sera. Ho gli occhi puntati verso il libro aperto ma non sto degnando di uno sguardo la prof che è seduta alla cattedra e sta spiegando qualcosa. Immagini non accadute si fanno spazio nella mia testa e inizio ad agitarmi. Sto per scoppiare. Ad un certo punto, alzo la mia mano velocemente e chiedo alla prof di andare in bagno. Dopo avermi dato il permesso, schizzo in bagno e chiudo la porta. Mi appoggio contro di essa e respiro profondamente. Mi avvicino ad uno dei lavandini e mi sciacquo la faccia. Non avevo il mascara quella mattina fortunatamente. Dopo essermi calmata un po' mi guardo allo specchio e mi aggiusto i capelli. Faccio un ultimo respiro ed esco. Non mi aspettavo di vedere Jimin appoggiato al muro vicino alla porta. Quando mi vede lentamente si avvicina. "Oggi sei strana, non ero l'unico a pensarlo evidentemente" si piazza davanti a me. Io cerco di distogliere lo sguardo dal suo, ma la tentazione di dire tutto a lui è grande. Mando all'aria il mio piano di nascondere l'accaduto e mi lancio tra le sue braccia. Non se l'aspettava, perché quando aggancio le braccia alla sua vita lui indietreggia di pochi passi. Inizio a piangere e le lacrime scendono velocemente. Quando Jimin sente i miei singhiozzi si preoccupa e mi fa guardare nei suoi occhi. "Ti va...di parlarne?" Sembra spaventato, non gli è mai successa una roba del genere penso. Annuisco con la testa. È l'unica cosa che posso fare, non riesco più a parlare. Mi prende per mano e mi porta in un posto isolato della scuola. Ci sono delle scale e ci sediamo su quelle. Siamo uno di fronte all'altro e lui mi tiene la mano stretta. "Cosa è successo ieri sera?" Lo dice con un tono di voce dolce che mi fa guadagnare un po' di coraggio. Mi asciugo le lacrime e inizio a parlare. "Dopo essere entrata in casa....mio padre mi ha presentato il figlio del suo collega.....ha avuto l'idea di farci andare in camera mia per conoscerci meglio ma...appena siamo entrati in camera...h-ha prov-vato a st-tuprarmi e-e...." scoppio in lacrime un'altra volta. Jimin mi avvicina a sé e mi avvolge in un abbraccio amorevole. Lo stringo a me e non voglio che se ne vada. "Fort-tunatamente sono riuscita a f-farlo uscire dalla st-tanza ma ho av-vuto tanta paura..." finisco di parlare e la sua mano mi accarezza la schiena. "Shhh è tutto passato ora, adesso sei qui con me" mi dice staccandosi dall'abbraccio. Le sue parole mi tranquillizzano e riesco a calmarmi. "Mi dispiace per quello che è successo, sarei dovuto entrare con te in casa. La prossima volta ti accompagno fino alla tua stanza" dice lui facendomi scappare una risata. Con una mano mi asciuga la guancia sinistra dalle lacrime e mi lascia un bacio sulla fronte. È un angelo sceso in terra, cosa ho fatto per meritarmelo? "Ti ci vuole qualcosa per togliertelo dalla testa, dopo scuola vieni a casa mia, passiamo il pomeriggio insieme così ti rilassi" mi sorride e si alza per tornare in classe ma lo fermo. "Non sei arrabbiato con me?" "Perché dovrei essere arrabbiato con te?" "Beh, perché non ti ho detto...questo" "non sono arrabbiato, dopo quello che hai passato non te la sentivi di raccontarlo e ti capisco. Dai ora andiamo" mi prende per mano e mi alzo ma prima di andare lo fermo un'altra volta e lo faccio scontrare contro le mie labbra. Ne avevo bisogno di un suo bacio. Mi fanno stare bene. Appena ci stacchiamo, coincidenza, la campanella suona segnando la fine delle lezioni. "Sei contenta ora? Dai andiamo" mi tira la mano e corriamo per recuperare i libri e gli zaini. Un pomeriggio con il proprio ragazzo, cosa posso desiderare di più.

Buonaseraaaa peopleeeee!!!!
Allora scusate tantissimo per essere stata assente durante questa settimana ma ho fatto l'esame e sono andata bene dai. Comunqueeeee ho finalmente aggiornato e vi ho messo un capitolo fluff e ovviamente ci sarà anche il continuo don't worry. Spero vi sia piaciuto anyways😘

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