Bill osservò la palazzina che aveva di fronte con un misto di curiosità e disagio. Era una costruzione piccola rispetto ad altri edifici abbandonati che aveva visto e visitato. Le finestre erano state tutte murate, non facendo trasparire alcuna luce che filtrasse da quelle all'interno dell'edificio, che immaginò essere non solo buio, ma anche fin troppo angusto e più schifoso dell'ultimo in cui aveva portato un'anima in pena. L'insegna rappresentava un bambino biondissimo e sorridente, con accanto una specie di pupazzo, un orsetto di cui aveva il vago ricordo di qualche pubblicità che aveva intravisto in televisione. Era ridotta male, dai colori scoloriti e qualche pezzo caduto al suolo.
- Sarà il posto giusto? - Pensò dubbioso, mentre si avvicinava per esaminare il cancello in ferro battuto, chiuso con delle robuste catene e che non faceva avvicinare al cortile interno, dove si trovava il parcheggio spazioso ormai in disuso. Si grattò la testa cercando una soluzione. - Potrei sempre tagliarle con delle cesoie, ma dovrei salire e scendere dalla macchina... senza contare che all'interno non so come sia messa la situazione. – Rifletté, per puoi scuotere la testa.
"Cerchiamo un posto più accessibile." Brontolò, avviandosi lungo la strada deserta a quell'ora del mattino. Mentre camminava fissò il cielo azzurrino e alla mente gli tornò quello sguardo di ghiaccio che aveva visto in quella bionda il giorno prima e poi, scuotendo la testa, cercò di non pensarci troppo.
"Andiamo, datti un contegno." Si disse fra sé e sé. Dopo la visita di quella Jennifer non era più riuscito a concentrarsi al meglio né sul lavoro né sulla sua missione, e la cosa lo stava facendo impazzire; aveva un compito e doveva portarlo al termine. "Adesso pensa a fare il culo a quei due stronzi e poi penserai al resto. Resta concentrato, Bill Queen. Ricorda quello che diceva tuo padre: non metterti in testa mai strane idee e punta sempre al massimo." Si disse, quasi tentato di colpirsi da solo, come se in quel modo avesse potuto dimenticare quella sventola e mettersi in testa di dimostrare che in quella cazzo di città era lui il boss e non gli altri due che erano entrati di straforo nel suo dominio. Avrebbe tanto voluto dargli la caccia personalmente, ma in quel momento non aveva la testa per occuparsi di una simile faccenda, doveva mandare un messaggio e dimostrare che era lui l'apice e non due dilettanti come quelli.
Con questi pensieri all'improvviso si bloccò lungo il marciapiede dismesso. Il posto che aveva davanti se lo ricordava fin troppo bene. Tronchi d'albero ormai marci erano stati accatastati uno sopra all'altro lungo tutto il fianco di quel magazzino che per molti anni si era occupato di tagliare legna da ardere oppure da spedire per creare mobili. Si avvicinò all'inferriata osservando quel posto in cui per anni si era sempre rifugiato per paura di prenderle dal padre quando marinava la scuola oppure tornava a casa malconcio per via delle risse coi compagni che lo prendevano in giro chiamandolo "ragazzo della carne". Adorava l'odore del legno e il rumore delle seghe circolari gli sembrava qualcosa di unico da sentire, tanto da rilassarlo. - Sì, forse ho trovato il posto giusto. - Rifletté sicuro. Mancava solo la persona da salvare da quell'incubo che era la vita.
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Jennifer si trovava in camera d'albergo, seduta sul letto, e aveva uno sguardo indeciso su cosa fare. Quel giorno non aveva incontri con nessun cliente e per tanto, dopo la scarpinata di ieri, aveva deciso di rimanere lì e pensare al divertimento che l'aspettava domani sera. Si stava decisamente annoiando, e una serata col brivido era quello che le serviva sia per lo stress che stava aumentando sia per avere una sfida eccitante, per una volta. Osservava le tre parrucche che aveva disposto sopra la scrivania con indecisione evidente. "Cosa potrei mettermi?" Chiese fra sé e sé, concentrandosi prima su una parrucca dai lunghi capelli corvini sottili che già aveva sfruttato diverse volte a Dallas, riscuotendo un discreto successo. Poi si spostò su quella centrale dai capelli castani che aveva usato per divertirsi con il newyorkese due sere fa e poi fissò l'ultima, una parrucca dai capelli rossi legati in una coda di cavallo che aveva preso di recente e che ancora doveva battezzare a dovere.

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Killer 3
Mystery / ThrillerDetroit è ormai il terreno di caccia di alcuni serial killer che, ormai, fanno il bello e il cattivo tempo terrorizzando la città di notte con efferati omicidi. Tocca quindi al detective della omicidi Raider, una giovane patologa con un passato oscu...