Shoan e Raider fissavano con occhi attenti la casa davanti cui avevano appena parcheggiato, vicino i bidoni dell'immondizia. Si trovava in un angolo in quella via fatta di villette a schiera dai prati immacolati e tagliati alla perfezione.
"Mi sembra d'essere in uno di quegli stupidi telefilm comici, oppure in qualche commedia romantica." Borbottò Raider vedendo il quartiere così tanto tranquillo e i vicini che parlottavano fra loro, ridacchiavano come se in quel momento non ci fossero dei pazzi assassini a zonzo per la città. Forse proprio uno di loro era di quel quartiere in periferia.
"Potrebbe benissimo anche essere la calma prima della tempesta." Cercò di dire Shoan mentre si sistemava la giacca, subito dopo essere uscito dall'auto.
"Hai già in mente come condurre il gioco? Rischiamo seriamente di combinarla grossa oggi." Lo avvisò Raider mentre percorrevano il vialetto contornato da piccoli nanetti da giardino attorno a loro nelle pose più strane.
"Sì, non ti preoccupare..." si fermarono davanti alla porta della casa. Il detective suonò il campanello. "Mi sono informato sia sul lavoro dei suoi genitori e sul profilo di Edward, cercherò di non esagerare ed essere rispettoso. Cercando di non lasciarmi scappare dei sospetti anche se, presumibilmente, potrebbero capirlo." Concluse mentre la porta si apriva, mostrando un uomo distinto sulla cinquantina, piuttosto alto e dai corti capelli biondo scuro, qualche ciuffo bianco sui lati.
"Desidera?" Chiese con un tono cordiale e un largo sorriso. Un sorriso che a Shoan ricordò quello benevolo di Edward quando era entrato nella stanza dell'interrogatorio.
"Buongiorno signor Bons, io sono il detective Raider Britts e lui è Shoan Bravoul, siamo dell'F.B.I." Disse mostrando il distintivo e facendo sparire il sorriso dalla faccia dell'uomo che quasi sbiancò.
"Dobbiamo parlarle di alcune questioni se ha cinque minuti per noi." Aggiunse il Profiler con un tono serio.
-
Edward aveva un brutto presentimento. Da quando si era alzato, quella mattina, sentiva un nodo allo stomaco, come se il suo corpo volesse dirgli che stava per succedere qualcosa di grave. Scosse la testa mentre finiva di preparare lo zaino. Sul tardi, ieri era riuscito a contattare il suo professore e, in qualche modo, aveva ottenuto il permesso per andare a quel colloquio che gli aveva procurato con la promessa di rientrare al corso non appena lo avesse completato. - Stare via un giorno o due mi aiuterà e, nel caso, mi darà modo anche di dileguarmi. - Rifletté conscio perfettamente che se le cose fossero andate male, sarebbe diventato un fuggiasco.
"Quindi hai deciso?" Chiese la voce di Melany alle sue spalle che lo osservava in piedi.
"Sì, esattamente." Rispose secco, senza aggiungere altro a quella fantasia nella sua testa.
"E lascerai che i criminali di questa città restino impuniti?" Domandò ancora facendolo bloccare sul posto. "In fondo è questo che fai, no?" Continuò a dire sedendosi sul letto in modo naturale. "Tu punisci chi credi che se lo meriti secondo una logica contorta e priva di senso." Concluse con tono stavolta freddo.
"Tu non sei reale, finiscila di sparare queste fottute menate del cazzo!" Sbottò furioso verso quella sua fantasia, che rise. "Quegli uomini erano disonesti, erano persone che imbrogliavano gli altri, persone cattive che hanno permesso ad altri di farla franca." Aggiunse con convinzione.
"Se sai che sono solo una fantasia perché mi rispondi?" chiese lei di rimando, ironica. "Perché mi hai riesumato dopo tutti questi anni che sono morta?" Edward si ritrovò ammutolito.

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Killer 3
Mystery / ThrillerDetroit è ormai il terreno di caccia di alcuni serial killer che, ormai, fanno il bello e il cattivo tempo terrorizzando la città di notte con efferati omicidi. Tocca quindi al detective della omicidi Raider, una giovane patologa con un passato oscu...