Killer 3

Capitolo 9

Ebigail fissava il suo cellulare, che aveva tra le mani, con fare annoiato mentre scorreva la home in cerca di qualche notizia da poter leggere nell'attesa che Raider e i due federali arrivassero. Dopo che il capitano se n'era andato il detective l'aveva cercata e riferito di presentarsi a quella riunione che avrebbe avuto con quei due. Sbuffò piano vedendo che era l'una passata. Un brontolio le ricordo che, causa nervosismo per quella prima adunata e la sveglia tardi, non aveva fatto colazione e nemmeno aveva potuto prepararsi o portare qualcosa visto che, come al solito, aveva dovuto fare le cose di fretta e furia e adesso stava morendo letteralmente di fame. - Forse avrei dovuto prendermi qualcosa alle macchinette invece che solo quel caffè senza zucchero.- Pensò fra sé e sé mentre la porta dell'ufficio si apriva rivelando tre figure distinte tra cui Raider. La prima era una donna dai lunghi capelli biondi, alta con un fisico piuttosto magrolino che, a vederla dal viso, dimostrava poco meno di una quarantina d'anni l altro, più alto di lei e poco meno di Raider, aveva dei corti capelli scuri e vedendolo sembrava molto più giovane dell'altra visto anche l'assenza di barba.

" Lei è Ebigail Vaschez..." Disse Raider distogliendola dal fissare i due e riscuotendola dai suoi pensieri. " La patologa che si occuperà del caso insieme a noi." Aggiunse convinto.

" Molto piacere, Shoan Braveoul." Annunciò il giovane arrivato davanti a lei, porgendole la mano destra.

" Ebigail, molto piacere." Gli rispose un'po intimidita. Se di fronte ai colleghi della centrale si era dimostrata sicura, lì, di fronte a quel giovane, si sentiva a disagio con la paura vivida che potesse leggerle nel pensiero chissà cosa.

" Molto piacere: Lucy, spero che lavoreremo bene insieme." Mormorò la bionda avvicinandosi a lei e stringendole la mano con un sorriso dolce sul viso.

" Lo spero anche io." Disse di rimando la più giovane rincuorata da quella presenza femminile.

" Bhe largo ai convenevoli direi che possiamo iniziare." Commentò Raider, sedendosi davanti al tavolo che aveva fatto portare e che, sopra di esso, era costellato non solo delle foto delle vittime di entrambi i killer ma anche dai rapporti della scientifica e dove erano stati trovati i cadaveri.

" Dalle informazioni che mi hai passato avrei già da dire qualcosa se posso." Dichiarò apertamente Shoan che, rimasto in piedi, aveva appoggiato sul tavolo la valigetta e iniziato ad aprirla, in cerca di qualcosa.
" Ehm, si certo. Fa pure Shoan." Rispose subito Raider, piuttosto curioso non solo di vederlo all'opera ma, anche, per capire cosa avesse intuito sui loro due assassini.

"Vi avverto queste sono solo mere ipotesi e congetture, almeno per adesso." Ammise mentre prendeva da lì alcuni pennarelli e si avvicinava alla lavagna che era stata fatta portare in precedenza.
" Il primo da cui voglio partire è lo strangolatore..." Annunciò scrivendo, sul lato destro della lavagna, il nome che gli avevano dato in rosso. " Sicuramente è un maschio sui 30/40 anni parecchio alto e dotato di una discreta forza fisica forse, frutto di lavori manuali oppure di allenamenti mirati visto com'è riuscito a portare, sopra le balconate, donne dal peso di cinquanta chili..." Segnò forza fisica sotto il nome tra le caratteristiche. " Il modo in cui esegue i tagli fa pensare a un chirurgo oppure comunque qualcuno che ha studiato anatomia..." Sotto mise la possibile professione con un punto interrogativo. Mentre era in aereo ci aveva pensato ma, su quello, aveva ancora diversi dubbi; avrebbe potuto essere anche un autodidatta, non ne aveva la certezza assoluta, la sola cosa che aveva intuito era l'ottimo taglio che aveva fatto sulle sue vittime.
" Inoltre, per come sfrutta le fabbriche e luoghi abbandonati ha familiarita col posto pertanto dev'essere nativo di Detroit." Aggiunse convinto di quello.

" Secondo te come mai non violenta le sue vittime? Ho visto diversi casi di serial killer e, in alcuni di quelle, c'era comunque un abuso di qualche tipo." Chiese Raider interrompendo il suo discorso.